Non è morto ciò che può vivere in eterno, e in strani eoni anche la morte può morire. Non è soltanto una bella frase con cui aprire la nostra recensione di Call of Cthulhu, ma anche una delle citazioni più emblematiche dell'opera di H. P. Lovecraft: riassume tutta la lacerazione dello scrittore di Providence, l'impossibilità di distinguere tra la verità e l'illusione, la contraddizione di tutte le cose, e un'oscurità minacciosa che arriva da lontano. Una frase che può anche fornire una prima chiave per approcciarsi al videogioco vero e proprio: quali sono gli "strani eoni" di cui parlava Lovecraft? Chi mai è in grado di vivere in eterno? Ma soprattutto, questi temi in che modo sono collegati e come vengono sviluppati nel titolo Cyanide Studio? Tutti i lettori di Lovecraft avranno aspettative molto alte per Call of Cthulhu, soprattutto considerando che strizza anche l'occhio al GDR cartaceo. Abbiamo trascorso parecchie ore a Darkwater e visto cose da cui non si torna indietro: ve le raccontiamo nella nostra recensione (ma senza fare spoiler).
Trama: tra le nebbie di Darkwater
Call of Cthulhu narra la vicenda di Edward Pierce, investigatore privato ormai praticamente sul lastrico e in una relazione complicata con l'alcool. Se Edward non accetterà a breve un nuovo caso gli verrà ritirata la licenza, per questo motivo quando un distinto signore gli propone di lavorare al caso Hawkins non ha molta scelta: deve accettare e recarsi al più presto a Darkwater, un villaggio di cacciatori di balene sperduto sulla costa orientale degli Stati Uniti. La famiglia Hawkins è andata incontro ad una tragica fine: marito, moglie e figlio sono morti in un incendio accidentale all'interno della villa. Ma il padre della donna non è convinto della versione dei fatti fornita dalle autorità locali, e vuole che Pierce indaghi per scoprire la verità.
Non vi diremo cosa si nasconde a Darkwater, né ci permetteremo di rovinarvi un'avventura investigativa che fa della narrazione uno dei suoi cardini principali. È chiaro tuttavia, essendoci di mezzo Lovecraft, dove voglia andare a parare Cyanide Studio. Il villaggio di pescatori è un luogo lugubre e quasi completamente disabitato: i pochi abitanti sono scontrosi, perennemente ubriachi e decisamente inquietanti. Ogni persona incontrata da Pierce sembra nascondere qualche oscuro segreto, anche chi si mostra inizialmente ben disposto. La tensione nell'aria è palpabile, perché il villaggio è ormai in rovina da quando le balene sono sparite dalla acque della zona. Eppure, tutti ricordano un evento glorioso del passato: la Pesca Miracolosa, in cui venne riportata a Darkwater una gigantesca balena dall'aspetto decisamente singolare.
Una decina di ore bastano e avanzano per completare Call of Cthulhu, anche dedicandosi ad una buona esplorazione di tutti gli ambienti di gioco proposti e volendo dare un'occhiata ai vari finali. Visiteremo così in compagnia di Edward, e di alcuni compagni che incontrerà lungo la strada, la villa degli Hawkins, bar malfamati, luoghi disabitati e gallerie sotterranee, e molti altri ambienti spettrali cui non possiamo fare riferimento senza rovinarvi il piacere della scoperta. È importante però sottolineare che il viaggio di Edward sarà davvero una lunga, terribile discesa nella follia: niente a Darkwater è come sembra.
Trofei PlayStation 4
Call of Cthulhu non nasconde solo misteri e orrori cosmici, ma anche uno scintillante Trofeo di Platino. Per poterlo ottenere dovrete rigiocare più volte il titolo di Cyanide Studio o salvare la vostra partita in determinati punti specifici: questo perché in diverse occasioni dovrete effettuare scelte differenti per sbloccare i rispettivi trofei. Quasi tutti, inoltre, sono legati alla storia, dunque non pensate neanche lontanamente di leggere la loro descrizione se non volete rovinarvi la narrazione!
Gameplay: vita da detective
Cyanide Studio ha definito Call of Cthulhu un RPG investigativo-narrativo. Come sempre nel caso di opere complesse che attingono a piene mani da generi molto diversi, non è facile attribuire una sola e semplice etichetta che renda immediatamente chiaro lo stile di gioco. Call of Cthulhu è chiaramente un gioco di ruolo in prima persona, tanto che il protagonista possiede specifiche abilità e talenti che andranno potenziati a nostro piacimento, nonché un inventario da consultare di tanto in tanto, ma non aspettatevi chissà quali scontri con i nemici. Edward non è un guerriero e non può combattere chi gli si para davanti: le poche sessioni di gioco in cui saranno presenti individui pericolosi andranno affrontate in perfetto stile Outlast, nascondendosi dentro un armadio o dietro una porta. È la componente investigativa il vero cuore di Call of Cthulhu: per risolvere il mistero di Darkwater dovremo cercare in giro, elaborare congetture, interrogare tutti i presenti, raccogliere indizi importanti spesso nascosti molto bene nell'ambiente circostante.
La componente investigativa di Call of Cthulhu prova a dare il meglio di sé nelle linee di dialogo a disposizione di Edward, senza però quasi mai brillare davvero. Un rapido esempio: dopo essere arrivati a Darkwater potremo parlare quasi subito con il capitano, una delle autorità locali. A questo punto avremo a disposizione una serie di riflessioni/domande da parte del nostro investigatore, nonché linee di dialogo specifiche selezionabili soltanto se prima avremo un po' curiosato in giro nelle sue stanze. Il modo migliore per approcciarsi al gioco è dunque quello di esplorare il più possibile nei paraggi, raccogliere tutti i documenti, aprire i cassetti, sbirciare dove non dovremmo, e poi recarsi a parlare con l'interlocutore di turno. Eseguendo le due azioni al contrario rischieremmo invece di non poter sfruttare appieno le possibilità della conversazione.
Qual è dunque il vero problema di quello che dovrebbe essere uno degli assi portanti di Call of Cthulhu? Il fatto che una risposta vale l'altra: il titolo è talmente guidato che ci permetterà comunque di arrivare ai titoli di cosa seguendo dei precisi binari, variando al più qualche dettaglio o situazione, o perdendo qualche oggetto e conversazione speciale; neppure la presenza di finali differenti riesce davvero a fare la differenza, a conti fatti. Dovrebbe trattarsi forse di uno stimolo alla rigiocabilità? Probabilmente sì, ma non lo è.
Abilità speciali e ricostruzione degli eventi
Il sistema di dialogo con i personaggi non è il solo punto dove Call of Cthulhu, a dispetto di un'ambientazione affascinante e di personaggi carismatici, comincia a scricchiolare. Una profondità ricercata ma purtroppo mancata è riscontrabile anche nelle abilità speciali del protagonista: completando i capitoli della trama principale o trovando determinati collezionabili accumuleremo punti, da spendere per potenziare l'albero delle abilità di Edward. Si tratta di capacità speciali e di conoscenze legate alla Psicologia, alla medicina, all'occultismo, ma anche al "fiuto" del detective. Probabilmente le uniche abilità davvero utili sono quelle legate all'investigazione, perché permettono ad esempio di scassinare le porte e di accedere immediatamente ai punti chiave degli ambienti di gioco, aggirando chi eventualmente proverà a sbarrarci la strada.
Medicina e Psicologia consentono deduzioni più accurate indagando al caso o interrogando i presenti, ma anche qui resta valido lo stesso discorso già fatto in precedenza: Call of Cthulhu è solo apparentemente profondo, e in realtà fin troppo guidato. È possibile completare il gioco senza potenziare assolutamente nulla, e un valore più alto di un altro non porterà chissà quali cambiamenti nel mondo di gioco. Renderà, questo sì, più immediate e gratificanti le fasi di ricostruzione degli eventi, ovvero quei momenti in cui Pierce si domanderà "cosa diavolo è successo qui?" e inizierà a collegare tra di loro gli indizi presenti sul posto per formulare un'ipotesi plausibile; sboccherà anche dialoghi interessanti (ma mai fondamentali) con gli interlocutori. È un peccato, perché potenzialmente un gameplay più robusto, approfondito e curato avrebbe permesso al gioco di candidarsi ad una delle migliori avventure narrative e investigative degli ultimi anni.
Comparto tecnico e artistico
Discreto, ma decisamente dimenticabile, anche il comparto tecnico e grafico: al di là degli enormi caricamenti tra un capitolo e l'altro, Call of Cthulhu sembra graficamente e tecnicamente un titolo sospeso tra la vecchia e la nuova generazione di console. Su PlayStation 4 Pro il frame rate è stabile e non abbiamo riscontrato alcun glitch, ma gli effetti sonori, la cura per i dettagli e le rifiniture dei modelli poligonali di tanto in tanto hanno lasciato a desiderare. Ci pensano per fortuna il comparto artistico e l'opera di riferimento, accompagnate da una narrazione piacevole e spedita, a salvare Call of Cthulhu dalla follia degli orrori senza nome e da quel limbo in cui solitamente finiscono i giochi dimenticabili. Dov'è che eccelle la produzione di Cyanide Studio? Nell'atmosfera, nel senso di oppressione costante e definitiva che avvolge il protagonista, e con lui tutti i personaggi secondari. In quel senso di oscurità crescete e di cose nascoste nell'oscurità, cui ogni ambiente di gioco fa sempre e costantemente riferimento. È un valore aggiunto per il gioco, ma un dettaglio fondamentale per i lettori di Lovecraft, e saranno probabilmente loro ad innamorarsi perdutamente di Call of Cthulhu, chiudendo un occhio di fronte a tante altre piccole cose che, messe insieme, non possono non risultare vistose.
Conclusioni
Call of Cthulhu è un piacevole titolo investigativo in prima persona, basato su uno dei cicli di racconti più importanti di H. P. Lovecraft. Attinge a piene mani dalla produzione dello scrittore, riadatta in modo ottimo i suoi temi, i suoi orrori e la sua follia, e li trasmette al pubblico attraverso il prodotto videoludico. Atmosfere, ambienti e personaggi vi resteranno impressi nella memoria. Purtroppo vi ricorderete anche di un gameplay e di un albero delle abilità tutto sommato superficiali, nonostante l'apparenza di profondità che ispirano nei primi momenti di gioco. Poco importa che vogliate specializzare Edward Pierce in Psicologia, in Medicina o nell'Occultismo: proseguire nell'avventura è semplice e quasi sempre scontato, ed enigmi banali si alternano a interrogatori dove una risposta il più delle volte vale l'altra. Godetevi la narrazione fine a se stessa: quella funziona bene. Sempre che l'orrore cosmico possa davvero essere raccontato.
PRO
- Narrazione piacevole e affascinante
- Rende onore all'opera di riferimento
- Le idee alla base del gameplay sono buone...
CONTRO
- ... purtroppo sono anche sviluppate in modo superficiale
- Fin troppo guidato
- Comparto tecnico non eccezionale