I videogiochi sembrano non riuscire a trovare una soluzione ufficiale alla questione della preservazione storica dei titoli al di là di qualche lodevole iniziativa da parte dei publisher stessi, come vediamo anche in questa recensione di Capcom Arcade Stadium. La strana situazione deriva dalla particolare condizione del videogioco come medium sistemico, ovvero legato a una piattaforma specifica, che sottoposta al processo di obsolescenza tecnologica rischia di sparire dalla circolazione portandosi dietro tutta la sua libreria. La cosa è ironica, se si pensa che i videogiochi sono al tempo stesso anche perfettamente conservabili e fruibili sempre, vista la loro essenza digitale, almeno finché esiste il loro codice sorgente.
Lasciando perdere gli interessanti approfondimenti su quale possa essere il sistema migliore per recuperare le glorie del passato, che spingerebbero a prendere in considerazione necessariamente i sistemi FPGA, comunque non ufficiali, il problema maggiore della preservazione deriva dai mille cavilli legali che impediscono di considerare l'emulazione come sistema ufficialmente valido, cosa che rende preziose le iniziative da parte delle singole compagnie di riproporre sul mercato i cataloghi del passato, come in questo caso. Il problema, di non poco conto, è che queste selezioni sono necessariamente sempre parziali e sebbene prevedano, come in Capcom Arcade Stadium, la possibilità di espandere il catalogo, propongono comunque sempre dei limiti ben precisi ed escludono giochi anche di enorme importanza, come vediamo in questo caso. La nuova raccolta Capcom fa veramente tutto bene per quello che offre, il problema casomai è che non riesce a proporre tutto quello che vorremmo rivedere sui display delle piattaforme moderne, anche se grandi passi avanti in questo senso sono stati comunque fatti rispetto ai precedenti tentativi da parte della stessa compagnia (tra Capcom Generations, Capcom Classics Collection e Capcom Beat'em Up Bundle).
Una selezione modulare
Capcom Arcade Stadium propone una soluzione interessante: invece di un catalogo fisso, si tratta di un sistema "modulare", che consente di acquistare i titoli da giocare suddivisi in tre pacchetti da € 14,99 l'uno, ognuno contenente dieci giochi e caratterizzati da un certo tema, anche se sostanzialmente si tratta di una normale scansione cronologica dagli anni 80 agli ultimi 90. Oppure è possibile acquistare tutto in un'unica soluzione al prezzo di €39,99, ovvero in linea con il prezzo di altre raccolte simili: per un totale di 32 giochi (Ghosts 'n Goblins gratuito fino al 25 febbraio, data di uscita di Ghosts 'n Goblins Resurrection e 1943 The Battle of Midway è invece gratis per tutti) risulta un buon affare, considerando anche il modo in cui questi vengono riproposti. C'è un buon assortimento in ognuno dei tre pacchetti, con titoli storici ben distribuiti in tutti, a dimostrazione di come Capcom sia sempre stata un elemento centrale nella produzione di videogiochi, anche in ambito arcade. Si tratta di giochi funzionanti su schede originali CPS, il "cuore" dei cabinati che ospitavano i classici Capcom, che si è evoluto nell'arco di 20 anni in diverse versioni e le cui differenti capacità risultano ben visibili anche tra le varie raccolte. Si va dunque dal Pacchetto 1 con "L'Alba degli Arcade", contenente classici dal 1984 all'88, al Pacchetto 3 "L'Evoluzione degli Arcade", che propone giochi usciti tra il 1992 e il 2001, la cui grafica risulta notevole ancora oggi. A dire il vero, il bello del bitmap stiloso come quello Capcom è che affronta la prova del tempo a testa alta e riesce ancora ad essere perfettamente affascinante come all'epoca, al contrario di quanto accade alla maggior parte della grafica in 3D, dunque praticamente tutti i giochi di Capcom Arcade Stadium sono ancora splendidi da vedere e parecchi di questi anche da giocare.
L'alba degli Arcade ('84-'88) | La rivoluzione degli Arcade ('89-'92) | L'evoluzione degli Arcade ('92-'01) |
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Vulgus | Strider | Warriors of Fate |
Pirate Ship Higemaru | Dynasty Wars | Street Fighter II: Hyper Fighting |
1942 | Final Fight | Super Street Fighter II Turbo |
Commando | 1941: Counter Attack | Powered Gear: Strategic Variant Armor Equipment |
Section Z | Senjo no Okami II | Cyberbots: Fullmetal Madness |
Tatakai no Banka | Mega Twins | 19XX: The War Against Destiny |
Legendary Wings | Carrier Air Wing | Battle Circuit |
Bionic Commando | Street Fighter II: The World Warrior | Giga Wing |
Forgotten Worlds | Captain Commando | 1944 The Loop Master |
Ghouls 'n Ghosts | Varth: Operation Thunderstorm | Progear |
Sala giochi virtuale
La particolarità di Capcom Arcade Stadium è il fatto di presentare i giochi come veri e propri cabinati, rappresentati in 3D all'interno di una sorta di sala giochi virtuale. L'ambientazione è costruita con RE Engine e risulta realistica, applicando peraltro un notevole effetto anche alla grafica dei singoli giochi, simulando in maniera convincente la curvatura dello schermo originale e la sua tipica inclinazione. Se si mantiene questo tipo di visualizzazione, è possibile anche girare lo sguardo e sbirciare i cabinati posti di fianco, incrementando la sensazione di trovarsi all'interno di una vera sala giochi, con la plancia dei comandi ben visibile nella parte bassa. Tuttavia, il sistema migliore per giocare è probabilmente utilizzare le visualizzazioni più standard con lo schermo posto al centro dell'attenzione e la possibilità di applicare un'ampia serie di filtri. Ci sono in totale 7 filtri da poter utilizzare, proponendo diversi sistemi di scanline, reticoli, smussamento o raddoppiamento dei pixel in modo da soddisfare un po' tutti i gusti.
Ci sono anche diverse possibilità di riprodurre la curvatura dello schermo, tutti sistemi atti a rendere il più possibile fedele la resa di giochi 2D che erano disegnati per funzionare al meglio su schermi a tubo catodico e risoluzioni molto più basse di quelle attuali. Dal punto di vista dell'emulazione sembra essere stato fatto un ottimo lavoro, derivante d'altra parte da anni di esperienza sulla riproduzione dei sistemi CPS su hardware moderni: i giochi si presentano in grande forma e sostanzialmente identici agli originali, con la possibilità di scegliere tra la ROM USA e quella giapponese e arricchiti dalle suddette numerose possibilità di visualizzazione offerte da Capcom, compresa anche la possibilità di ruotare lo schermo in verticale, stretchare l'immagine a riempire il display o utilizzare vari cornici e interfacce ampliabili anche sbloccando nuovi elementi. Il multiplayer è previsto solo offline ma sono presenti classifiche online e un sistema di punteggio complessivo con i punti "CASPO" che consente di ottenere varie ricompense.
In termini di gameplay, l'unico appunto che ci sentiamo di fare riguarda il sistema di controllo: i Joy-Con di Nintendo Switch non sono proprio gli strumenti più adatti con cui affrontare sfide di questa portata (sebbene abbiano l'indubbio pregio di consentire il multiplayer "al volo" ovunque), dunque il consiglio è di utilizzare il Pro Controller o ancora meglio un arcade stick compatibile, la differenza si sente.
Giochi per tutti i gusti, ma con alcune mancanze
Parlando di un publisher in attività da oltre 40 anni e sempre sulla cresta dell'onda, è inevitabile che una raccolta dei giochi usciti nell'arco dei vari decenni non possa che essere parziale. Le scelte di Capcom Arcade Stadium sono generalmente azzeccate ma si notano assenze importanti, tra vecchi classici come Three Wonders, Area 88 (U.N. Squadron), Cadillacs and Dinosaurs, The King of Dragons, Willow, Aliens vs. Predator e titoli anche più recenti e ancora attuali come Darkstalkers, X-Men vs. Street Fighter i Dungeons & Dragons e Knights of the Round, tanto per citarne alcuni. In ogni caso, i giochi presenti bastano a coprire in maniera soddisfacente i grandi settori classici dell'arcade: picchiaduro, sparatutto e action-platform, con alcuni dei giochi più seminali che si siano visti per ognuno dei generi in questione, e scusate se è poco. Valutare titoli del genere dal punto di vista qualitativo, al giorno d'oggi, sembra quasi inappropriato, trattandosi di veri e propri classici, ma ci sono alcuni giochi che sicuramente spiccano più di altri e valgono da soli il prezzo di ingresso.
Sul fronte degli sparatutto, la raccolta comprende davvero una grande quantità di titoli come la serie ad ambientazione fanta-storica 1941-42-44-XX, tra gli action c'è Ghouls 'n Ghosts, Mega Twins, Dynasty Wars mentre fra i picchiaduro c'è il leggendario Street Fighter 2 anche nelle versioni Hyper Fighting e Super (e tre versioni sono forse anche un po' ridondanti), oltre alle digressioni fantascientifiche come Powered Gear e Cyberbots, un misto di titoli che cercano di spaziare il più possibile tra le offerte di Capcom in sala giochi e che possono offrire una grande quantità di ore di gioco. Sono tutti grandi giochi e oltretutto affrontabili in diverse modalità e con la possibilità di salvare la posizione, la qualità dell'offerta è veramente alta. Il pacchetto 2 è forse quello più equilibrato in termini di varietà di generi e situazioni, contando pietre miliari come Street Fighter 2, Strider, Final Fight, Mega Twins e Carrier Air Wing e può rappresentare la migliore introduzione per l'utente anche meno esperto, ma il consiglio è comunque di acquistare tutti i pacchetti.
Al di là della deludente ma inevitabile assenza di alcuni giochi, quello che manca davvero in Capcom Arcade Stadium sono soprattutto i contenuti "enciclopedici", che sono diventati una caratteristica standard di questo tipo di operazioni e hanno elevato titoli come SNK 40th Anniversary Collection e Arcade Classics Anniversary Collection di Konami al di sopra di una semplice raccolta di riedizioni. Parliamo di concept art, illustrazioni, materiali promozionali originali o note degli sviluppatori che avrebbero impreziosito ulteriormente Capcom Arcade Stadium incrementando l'effetto nostalgia e facendoci calare ancora di più nel magico mondo della golden age degli arcade. Ovvio che si tratta di elementi marginali rispetto al gameplay, ma in un prodotto che comunque fa leva sulla rievocazione storica avrebbero importanza non proprio secondaria.
Conclusioni
Una tempesta di grafica e gameplay d'altri tempi: questo è quanto possiamo dire dei giochi presenti in Capcom Arcade Stadium, la cui valutazione riguarda allora più l'operazione di raccolta e riproposizione che il valore, indiscutibile, dei titoli. La qualità dell'emulazione è buona e la quantità di opzioni per la visualizzazione rende questa una delle migliori raccolte uscite di recente, inoltre la sua proposta "modulare" consente approcci diversi e progressivi, accontentando un po' tutti. La scelta dei titoli è interessante e c'è una buona varietà fra i tre generi principali (sparatutto, picchiaduro e action-platform), dunque le uniche note stonate sono alcune assenze particolarmente pesanti nella lineup e la totale mancanza di elementi di contorno e documenti di approfondimento documentaristico che avrebbero fatto veramente un gran piacere, aggiungendo tocchi preziosi all'operazione nostalgia.
PRO
- Tanti e ottimi titoli, disponibili anche in diverse selezioni
- Buona emulazione, con abbondanza di opzioni per la visualizzazione grafica
- Classifiche online, salvataggi e opzioni aggiuntive, oltre al multiplayer "al volo" di Switch
CONTRO
- Ci sono, necessariamente, delle assenze pesanti
- Totale mancanza di elementi documentaristici di contorno in stile "museo"
- I Joy-Con non sono forse gli strumenti migliori per giocare a questi classici