Il panorama indipendente negli ultimi anni ci ha fatto scoprire diversi gioielli, opere sviluppate da una manciata di persone dal grande talento in grado di creare un ottimo gioco anche con poche risorse a disposizione. In alcuni casi, però, le luci della ribalta illuminano un determinato indie non tanto per le sue qualità, ma per le idee folli che propone.
Sviluppato da Gavin Eisenbeisz, unico membro dello studio Two Star Games, Choo-Choo Charles è un gioco che prende ispirazione dal libro Charlie the Choo-Choo (Charlie Ciu-Ciu in italiano), scritto da Stephen King e pubblicato con lo pseudonimo di Beryl Evans. Si tratta di un racconto per bambini con protagonista un macchinista e la sua fedele locomotiva: si capisce subito che le due opere, oltre ad alcuni elementi superficiali, hanno pochissimo in comune, dato che Choo-Choo Charles è un'esperienza survival a tinte horror.
Tocca riconoscere che l'idea alla base del gioco può apparire intrigante, e in questo senso non sorprende che sia ai vertici delle classifiche di visualizzazioni di Twitch. Ma dietro al fenomeno, si nasconde davvero qualcosa di buono? Se siete curiosi di sapere cosa succede ad essere costantemente inseguiti dalla versione diabolica e omicida del trenino Thomas, addentratevi con noi nella recensione di Choo-Choo Charles, un indie il cui successo è a dir poco inspiegabile.
Ciuf Ciuf
Seppure si tratti di un horror che punta tutte le sue cartucce su di una formula di gameplay abbastanza originale, Choo-Choo Charles non rinuncia a raccontare una storia, nella quale si interpreta il ruolo di un ambizioso museale alla ricerca di una nuova attrazione da esporre nella sua collezione. L'occasione di ottenere un pezzo unico si trova sull'isola di Aranearum, la cui popolazione è minacciata da Charles, un mostro che ha l'aspetto di uno strano ibrido metà treno e metà ragno. Dopotutto, chi non risponderebbe positivamente a questa invitante proposta?
La mappa di gioco è un open world dalle ridottissime dimensioni, esplorabile a piedi o a bordo di una locomotiva sgangherata, unica arma utilizzabile contro Charles. Dopo i primi di minuti di gioco, che servono a dare un'idea della storia, e apprese le semplicissime meccaniche di gioco, può finalmente iniziare la caccia all'abominio motorizzato. Di base, lo scopo è quello di potenziare la locomotiva mentre si esplora l'isola, cercando nel frattempo di sopravvivere alle imboscate di Choo-Choo Charles grazie all'arma posizionata sul retro dell'automotrice. L'open world è disseminato di personaggi che assegnano al giocatore un esiguo numero di missioni e, se alcune di queste sono obbligatorie e portano avanti la storia, altre sono del tutto opzionali ma premiano con armi aggiuntive che saranno decisive nella lotta al malefico treno.
Tutti a bordo
La locomotiva, come detto in precedenza, incarna l'unica possibilità di sopravvivere agli attacchi di Charles, che non può essere contrastato in alcun modo mentre si è a piedi. L'esplorazione prosegue quindi sempre lungo i binari che solcano l'isola, dato che non è mai una buona idea allontanarsi dall'unico strumento che garantisce la sopravvivenza del protagonista. Guardarsi attorno e visitare i diversi punti d'interesse di Aranearum vi garantirà non solo di incontrare gli NPC, ma anche di acquisire rottami, una valuta di gioco che può essere impiegata per riparare o potenziare le statistiche della locomotiva come i danni, la sua velocità e la resistenza agli attacchi di Charles. I rottami si ricevono principalmente completando le missioni secondarie offerte dagli abitanti, ma ma molti altri si ottengono esplorando le strutture disseminate per il mondo di gioco.
Choo-Choo Charles, come avrete capito, è piuttosto basilare e lo testimonia anche l'interfaccia, che si limita a mostrare una barra della vita che si ricarica automaticamente e un'altra che indica la resistenza del treno. La semplice storia vede anche la presenza di altri antagonisti, persone al soldo di Warren, un imprenditore che ha trovato la sua fortuna nelle miniere di Aranearum. Il tesoro che vi si cela all'interno è rappresentato da uova fosforescenti custodite da alcuni nemici umani con delle maschere da pagliaccio, una scelta stilistica bizzarra ma assolutamente in linea con l'assurdità generale dell'horror di Eisenbeisz. Le miniere rappresentano l'unica variazione sul tema del gameplay, dato che qui bisogna necessariamente affidarsi a un rozzo sistema di movimenti furtivi utili a eludere il controllo delle guardie. La cosa non funziona benissimo, e il più delle volte si viene inseguiti da orde di scagnozzi armati di fucili a pompa, giusto per aggiungere quel pizzico di frustrazione in più a quella che già si prova scappando da Charles.
Arrivati a destinazione
L'isola è colma di minacce letali per il giocatore, eppure non si respira mai quell'angoscia che dovrebbe caratterizzare ogni horror che si rispetti. La cosa è dovuta non solo al design degli antagonisti, quasi più ridicolo che spaventoso, ma anche all'assenza di reali ripercussioni per un game over. La morte, ad esempio, provoca solo la perdita di una ridottissima quantità di rottami, mentre i salvataggi sono anche troppo permissivi, col giocatore che non si sente mai davvero in pericolo.
Durante la nostra prova è capitato per esempio di morire all'interno di una miniera dopo aver raccolto le uova, inseguiti dagli scagnozzi di Warren; dopo il respawn, ci siamo accorti di avere l'oggetto già nell'inventario senza dover ripetere la sezione, a causa di un salvataggio automatico posto all'uscita della miniera. Questo abbatte ogni tipo di difficoltà all'interno di Choo-Choo Charles, spingendo quasi a ignorare la meccanica furtiva del gioco, l'unica che aggiungeva un minimo di varietà al continuo andare su e giù per la mappa a bordo di una locomotiva. Senza contare che i combattimenti sono banali e poco emozionanti, andando a noia dopo le prime due volte che si ha a che fare con Charles. Le hitbox sono poco precise e l'unica difficoltà che si può avere è far surriscaldare l'arma e rimanere esposti agli attacchi di Charles per qualche secondo.
Fa quasi sorridere constatare che la cosa più orrorifica di Choo-Choo Charles non siano i mostri al suo interno, ma la realizzazione tecnica di cui gode il gioco, molto simile a una demo realizzata con asset preimpostati. Sul piano delle prestazioni il titolo fila sufficientemente bene, ma i nemici non hanno alcuna animazione facciale mentre parlano, gli oggetti poligonali sono ridotti all'osso e si ripetono con disarmante continuità, e tutto il comparto dell'illuminazione è talmente rudimentale da creare vistose imperfezioni che spezzano ogni genere di immersività. Non ci si può aspettare molto di più da un'esperienza realizzata da una sola persona, e sarebbe ingiusto penalizzare eccessivamente il gioco per il suo impatto grafico, ma l'aspetto tecnico di Choo-Choo Charles è solo la ciliegina su un'enorme torta di pressapochismo e superficialità che siamo pronti a non consigliare a nessuno, nemmeno ai fanatici degli horror con la passione per i trenini.
Conclusioni
Choo-Choo Charles vuole essere un gioco che oscilla tra lo spaventoso e il demenziale, ma purtroppo tocca ammettere che non riesce ad eccellere in nessuno dei due tentativi. L'idea da film horror di serie B incuriosisce, non c'è dubbio, ma purtroppo non si concretizza mai a pieno. Il gioco soffre di problemi tecnici e cade fin da subito in meccaniche ripetitive e monotone, e il povero Charles dopo i primi attacchi non si dimostra essere così spaventoso quanto vorrebbe.
PRO
- La versione assassina del Trenino Thomas
- L'idea è almeno originale
CONTRO
- Fin troppo ripetitivo
- Tecnicamente lascia a desiderare