L’alba di un impero
Per iniziare, togliamoci subito il pensiero dei freddi numeri: circa 20 ore di gioco per terminare la modalità “campagna” (e molte di più in caso si volesse anche affrontare le singole mappe e il sandbox), 75 diverse unità, 115 tipi differenti di edifici, 34 missioni e 27 mappe.
Una lezione che si impara ben presto, sin dai primi livelli, è che come in tutti gli strategici “seri” che si rispettino anche in CivCity Roma c’è poco spazio per l’approssimazione e viene richiesta una certa dose di pianificazione delle proprie azioni: anche il solo scegliere la giusta collocazione per un centro residenziale, un pozzo o una torretta di guardia può rivelarsi molto più importante di quanto si potrebbe pensare. Ragionare prima di cliccare è quindi la prima e più importante regola da tenere presente: giocare in modo sbadato e casuale porta nel 99% dei casi a compromettere la missione e dover quindi ricaricare l’ultimo salvataggio. Agendo sapientemente, il meccanismo verrà messo in moto e la città comincerà a prosperare.
Per capire quanto siano fini certe meccaniche, si può portare questo esempio: nella vita di tutti i giorni ogni cittadino ha un raggio d’azione ben preciso e delimitato, che lo fa propendere verso il frequentare solo i luoghi più vicini alla sua abitazione; per ottimizzare la praticità in tal senso, si può anche decidere di intervenire direttamente e far traslocare intere famiglie in zone più vicine ai luoghi di lavoro o ai servizi dei quali necessitano.
l’intelligenza artificiale è sviluppata in modo più che buono, e a differenza di quanto troviamo in giochi simili gli abitanti delle città non sono una semplice massa di entità senza cervello
L’alba di un impero
Per tenere tutto sott’occhio, il giocatore ha a disposizione la solita serie di menu e schermate di riepilogo dalle quali è possibile valutare in pochi click ogni singolo aspetto della vita cittadina, dal livello di felicità degli abitanti ai conti pubblici, dal numero di disoccupati alle statistiche sulla religione.
L’intelligenza artificiale è sviluppata in modo più che buono, e a differenza di quanto troviamo in giochi simili gli abitanti delle città non sono una semplice massa di entità senza cervello. Ogni persona è unica, ed ha un proprio nome e cognome, una famiglia, e se è abbastanza fortunato anche un lavoro (da questo punto di vista possiamo dire che in più di 2000 anni è cambiato poco o niente…). L’altissima cura dedicata ad animazioni e piccoli particolari permette di seguire un cittadino qualsiasi e vederlo mentre vive la sua vita: al lavoro, a casa con la famiglia, al tempio per pregare, all’anfiteatro per svagarsi e via dicendo.
La dura vita del governatore
Inizialmente il giocatore veste i panni di un governatore “itinerante”, che viene spostato da un piccolo insediamento all’altro con lo scopo di portare prosperità laddove esistevano solamente piccoli villaggi civilmente e tecnologicamente arretrati. Il primo grande incarico arriva solo dopo qualche missione, quando Roma affida al giocatore la costruzione della città di Taranto. Continuando ad avere successo i senatori romani rimarranno impressionati fino al punto che essi richiederanno i nostri servigi nella città eterna.
La strategia alla base del gioco, naturalmente, è quella di costruire una città dove regnino benessere e prosperità. Per far ciò si dovranno tenere a bada una miriade di aspetti: ci si dovrà assicurare che i cittadini siano felici fornendo loro posti di lavoro, abitazioni, giusti salari, tasse non troppo elevate, aree di intrattenimento; si dovrà pianificare al meglio la creazione di allevamenti, campi coltivati, miniere, frantoi; si dovranno anche allacciare accordi economici con altre città vicine o con Roma.
la strategia alla base del gioco, naturalmente, è quella di costruire una città dove regnino benessere e prosperità
La dura vita del governatore
Il gioco non si riduce solo ad una pacifica ed indisturbata costruzione della città, ma spazia anche nel campo dei servizi e in quello militare: sarà necessario infatti predisporre delle torrette di guardia per evitare attacchi di belve feroci, così come istituire i vigili del fuoco nelle zone con alto rischio di incendio; quando si saranno fatti determinati progressi nel gioco sarà poi necessario armare un vero e proprio esercito per difendersi dagli attacchi nemici. Ben lontano dalla complessità di un Rome: Total War, l’aspetto bellico vero e proprio si riduce al costruire fortini, caserme ed armerie da mettere a disposizione delle truppe, che verranno automaticamente arruolate. Oltre a pattugliare i confini della città, le truppe possono anche essere inviate all’esterno per intercettare eventuali forze nemiche (e prevenire quindi gli attacchi) o addirittura per conquistare città nemiche ed assoggettarle al glorioso impero romano.
La base sulla quale si poggia il sistema di gioco è solida, ma CivCity Roma paga una somiglianza troppo marcata col famoso Caesar 3, non rubando a Civilization 4 quegli elementi di gameplay che avrebbero portato una bella siringata di innovazione nel genere dei “city-builder” (a parte gli evidenti elementi sulla ricerca delle tecnologie e le meraviglie).
Impara giocando
All’interno di CivCity Roma possiamo trovare la “Civilopedia”, una sorta di piccola enciclopedia che raccoglie una nutrita quantità di veri fatti storici consultabili in qualsiasi momento (in totale più di mille). In questa sorta di “guida turistica” dell’antica Roma si trovano tutte le curiosità inerenti la vita e lo sviluppo della città. Non uno di quegli extra che spostano l’ago della bilancia a favore del gioco, ma senza dubbio una piccola aggiunta simpatica e, se vogliamo, anche con una certa componente culturale.
Grafica e sonoro
Le due serie delle quali CivCity Roma è figlio, soprattutto Civilization, non hanno mai strabiliato gli utenti dal punto di vista grafico, ma hanno sempre puntato alla funzionalità. Anche stavolta nessuna eccezione, ma pur non toccando vette tecniche finora inesplorate, CivCity Roma è sicuramente appagante, soprattutto in funzione della cura quasi maniacale impiegata per le numerosissime animazioni ed i piccoli dettagli relativi ad ogni diversa costruzione od ogni diverso abitante. Il motore, naturalmente, è completamente in tre dimensioni, e la visuale di gioco può essere ruotata e zoomata a piacimento tramite mouse o tastiera, ma non può venire inclinata, e ciò potrà dispiacere ai più curiosi poiché non permette di sbirciare come si deve dentro ogni struttura. Il motore grafico non è particolarmente pesante, e può essere spinto al massimo anche su PC di fascia media.
I menu sono di facile lettura e piuttosto pratici, ma forse occupano una porzione di schermo troppo vasta, sacrificando la visuale di una parte dell’area di gioco.
Gli effetti sonori e le musiche ambientali svolgono bene il compito a loro assegnato, mentre il doppiaggio, interamente in italiano, si attesta su livelli più che discreti.
Commento finale
Un buon titolo strategico/gestionale in tempo reale, che seppur non riesca a mantenere tutte le promesse che implicitamente vengono fatte dai nomi altisonanti coinvolti nel progetto e non arrivi ai livelli di profondità di Civilization IV, riesce a soddisfare anche i palati più fini ed offrire una sfida sufficientemente impegnativa. Il suo più grande difetto è quello di sapere troppo di già visto e non introdurre novità particolarmente degne di menzione. Le meccaniche risultano molto simili a quelle Caesar 3, che per la cronaca è un gioco uscito nel 1998 e del quale presto arriverà l’attesissimo sequel.
Un’altra pecca da non sottovalutare è la mancanza della modalità multiplayer, presente invece in Civilization IV nonostante la natura a turni. In poche parole: consigliato principalmente ai veri appassionati o ai totali novellini del genere, per i quali CivCity Roma potrebbe essere un’ottima “nave scuola”.
Pro
- Profondo e sufficientemente impegnativo
- Buona intelligenza artificiale
- Cura dei particolari
- Scarsa innovazione
- Tempi di caricamento lunghi e swapping con 1 giga di RAM o meno
- Mancanza di una modalità multiplayer
CivCity Roma è il risultato di una collaborazione tra due software house particolarmente apprezzate nell’ambito degli strategici: FireFly Studios, gli sviluppatori della serie Stronghold, e Firaxis Games, ai quali dobbiamo nientemeno che la serie Civilization.
Questa prima premessa basta già da sola a far venire l’acquolina in bocca agli appassionati del genere, sicuramente affascinati dalle potenzialità di un progetto portato avanti da menti così esperte. Una sorta di spin-off come lo è stato Alpha Centauri, insomma, ma con una forte impronta storica.
Volendo presentare CivCity Roma in poche parole, si potrebbe dire che esso può essere visto come un capitolo della serie Civilization dove invece che il sistema a turni viene utilizzato il sistema in tempo reale e invece che nella costruzione di immensi e sconfinati imperi viene focalizzata l’attenzione su una singola città, che nella fattispecie non è una città qualsiasi ma quella mitica, quella eterna: Roma. Volendo essere ancora più sintetici (e magari anche un po’ cattivelli), potremmo dire: “una specie di Caesar 3”.
Ma quello che conta è il risultato finale: sarà esso quello che tutti si aspettano, ovverosia un sapiente mix di intriganti meccaniche di gioco mutuate da due serie famosissime, o una brodaglia anonima che delude le aspettative? Andiamo a scoprirlo.