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Columns - Recensione

Columns arriva sul catalogo di Wii dopo quindici anni e una grossa influenza sul genere dei puzzle. Le sue gemme continuano a brillare?

RECENSIONE di La Redazione   —   12/03/2007
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Cos’era ieri.

Durante l’epoca dello strapotere Nintendo, ai tempi del NES, la compagnia di Mario decise di lanciare una console portatile che avrebbe rivoluzionato il modo in cui si giocava in maniera paragonabile a quanto fece il walkman per la musica: il GameBoy. Nintendo non era stata la prima a pensarci, ne il GameBoy era il primo apparecchio portatile commercializzato. Eppure, una combinazione vincente di design, autonomia e parco software determinò il trionfo di quella console. La killer application, però, era proprio un puzzle: Tetris. Così, il Lynx di Atari si dotò di Klax, il cui nome era persino assonante con quello della console. Sega, invece, non si limitò a una conversione da home computer, ma produsse un titolo originale, profondo, che riscosse grosso successo di pubblico: Columns. Pubblicato su Master System e Megadrive e successivamente in versione portatile su Game Gear, Columns non raggiungeva la genialità di Tetris: ma il gioco si distingueva comunque per il suo fascino minimale e per l’originalità del congegno. La versione per Megadrive è quella oggi disponibile per Wii in tutta la gloria dell’originale.

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Cos’è oggi.

Columns è un puzzle semplice, nel quale il giocatore è costretto a eliminare le gemme che cadano dalla sommità dell’area di gioco allineandone un minimo di tre alla volta in senso verticale, orizzontale o verticale. Le gemme cadono a gruppi verticali di tre. Al giocatore, oltre che orientare il punto di caduta, è concesso di cambiare l’ordine verticale delle tre gemme del gruppo per orientarne i colori e, quindi, pianificarne l’eliminazione. Il meccanismo è semplice nelle premesse di base, ma si presta a una buona dose di complicazione strategica nella previsione delle combinazioni “ad accumulo” (che possono crescere fino a proporzioni deflagranti). La crescente velocità dei livelli di difficoltà obbliga inoltre il giocatore a risposte sempre più rapide, pianificazioni minimali ma perfette e a un accordo tra riflessi e strategia. Nel corso di una quindicina d’anni il genere dei puzzle game ha conosciuto, più che evoluzione, una certa ramificazione. Tetris ha continuato a costruire sulla formula originaria (a volte con l’ausilio della terza dimensione) senza particolare evoluzione della qualità del meccanismo originario, Nintendo ha lavorato grazie a diversi sviluppatori su una serie di puzzle inusitati come Tetris Attack e Wario’s Woods, e Columns stesso ha costituito la base di partenza, insieme a titoli come Puyo Puyo, per una serie di variazioni sul tema (senza dimenticare due seguiti su Megadrive e il discreto Columns Crowns). Il giocatore ha quindi molte alternative sul mercato, ma è pur vero che i puzzle game sono una tipologia di gioco in cui gli extra, la cosmesi grafica e i modi di gioco alternativo influiscono relativamente poco su una presentazione dotata di una modalità principale di alto livello. La pubblicazione degli episodi successivi, che peraltro aggiungono assai poco all'originale, appare improbabile. Pertanto, l’acquisto di Columns può dirsi consigliato a tutti gli appassionati del genere, a chi è affetto da nostalgia per una certa epoca (le musiche di Clotho, Lachesis e Atropos, esotiche e malinconiche, aiutano bene in tal senso) e a tutti quelli che vanno alla ricerca di una palestra cerebrale multiplayer che rimane di ottimo livello.

Se esiste un genere di giochi del tutto al riparo dal passare del tempo anche sotto il profilo tecnologico, si tratta di quello dei puzzle game. Mattoncini essenziali, formanti di base e semplicissime estetiche decorative, se minimali e stilose, continuano a dare un volto alla vera posta in gioco: l’ingranaggio logico e la sfida al giocatore. Columns è oggi disponibile nel catalogo della Virtual Console di Wii. Le sue gemme a sedici bit di risoluzione e la sua logica valgono 600 Wii Points?