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Conan

Conan di Cimmeria torna sul campo di battaglia, in un action game che attinge a piene mani dal patrimonio narrativo firmato Robert E. Howard e non manca di citare in molteplici situazioni gli indimenticabili due capitoli della saga cinematografica che ha consacrato Arnold Schwarzenegger.

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   06/04/2004
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Immagini
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Vendetta!

Alla vista del villaggio distrutto, di donne e bambini bruciati vivi nelle loro case, anche al giocatore prende una gran voglia di affilare la spada di Conan sui premolari dei cavalieri fuggiti. Prima che la vendetta si compia, però, c’è da prendere familiarità con il sistema di controllo del gioco e affrontare qualche lupo feroce per fare un po’ di pratica. Tramite il Dual Shock 2, è possibile menare due tipi di fendenti (alto e basso), saltare e parare. Il tasto del salto serve anche a interagire con alcuni elementi del paesaggio. La levetta analogica sinistra è deputata al controllo del personaggio, quella destra alla gestione della visuale (scomoda nell’impossibilità di essere regolata in verticale). Infine, i tasti dorsali attivano la mappa o vengono utilizzati insieme a quelli di attacco per ottenere particolari sequenze di colpi.
I combattimenti si basano fondamentalmente sul tempismo: bisogna bloccare l’attacco del nemico di turno e premere dei tasti in successione per eseguire delle mosse dall’efficacia variabile: ce ne sono tantissime a disposizione. Ogni volta che si uccide un avversario, si guadagnano punti esperienza che è possibile spendere per potenziare gli attacchi (alla Super Robot Wars, va’). Lungo i livelli, inoltre, si possono raccogliere nuove armi, generalmente più efficaci della spada di partenza ma con cui è impossibile effettuare delle combo. A proposito di combo, c’è da dire che il sistema di controllo risulta piuttosto ostico da addomesticare: ciò si traduce nell’impossibilità di produrre le mosse nella maggior parte dei casi, con la grave conseguenza di costringere il giocatore a farne a meno.

Conan
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Struttura di gioco e realizzazione tecnica

I livelli sono generalmente brevi, caratterizzati dalla presenza di alcuni semplici enigmi (“da che parte vado?”) e da qualche nemico da affettare. I combattimenti spesso si svolgono in inferiorità numerica, dunque è importante decidere quando colpire e quando parare, anche e soprattutto perché le collisioni non sono sempre rilevate in modo corretto. Quando si viene sopraffatti dal nemico, ci si ritrova (previa sequenza alla “Stargate”) nel regno nebbioso di Crom, la divinità di terra venerata da Conan. Qui al giocatore è data una seconda possibilità: se riesce a sconfiggere degli avversari, potrà tornare al combattimento che lo ha visto cadere. Altrimenti nisba. È interessante notare che questo accade solo quando si viene sconfitti, non quando, ad esempio, si precipita per sbaglio in un dirupo. Dal punto di vista tecnico, Conan mostra tante cose buone. Alcune delle musiche sono tratte dall’eccezionale colonna sonora dei film, gli effetti sonori sono abbastanza “poderosi” e la versione italiana è contraddistinta da un doppiaggio di buona qualità, afflitto da un grave difetto: il doppiatore è uno solo per narratore, personaggio e nemici.
Per quanto concerne la grafica, c’è un ottimo sistema di gestione delle luci (simile a quello visto in Gladiator – Sword of Vengeance, ma non della medesima qualità) che non manca di essere esaltato nella presenza di ambienti dalle tonalità diverse. Conan è ben disegnato, deve molto alle pose plastiche di Schwarzenegger e dà piuttosto bene l’idea della sua costituzione massiccia. Anche in nemici sono ben fatti, mentre i livelli si presentano con alti e bassi, soprattutto nelle texture.
Dunque, Conan è un titolo valido dal punto di vista estetico. Se avesse goduto del feeling di Devil May Cry nei combattimenti, sarebbe stato un capolavoro. Purtroppo, però, le cose non stanno così e si trova un’altra (triste) similitudine con il già citato Gladiator – Sword of Vengeance nella pessima gestione dei combattimenti. Gli impatti non sono resi bene, le mosse sono difficili da eseguire, le collisioni non sono ben rilevate. Addirittura è possibile sconfiggere anche gli avversari più forti semplicemente continuando a premere lo stesso tasto. Insomma, si procede per la qualità della storia e per l’atmosfera, ma non certo perché il gioco sia davvero divertente. In quest’ottica, l’aggiunta della modalità “arena” finisce per non avere alcun valore, basandosi completamente su quello che è il punto più debole di questo prodotto.

Conan
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Commento

Un’occasione sprecata. Conan è bello da vedere ed è dotato di una storia avvincente, ma avrebbe meritato un trattamento migliore per quanto concerne la programmazione pura e semplice. Invece finisce per ribadire ancora una volta l’incapacità di tanti team occidentali di produrre delle buone routine di combattimento, aggiungendosi a una purtroppo troppo lunga lista di esempi…

    Pro:
  • Ottima colonna sonora
  • Storia coinvolgente e d’atmosfera
  • Grafica ben realizzata
    Contro:
  • Combattimenti completamente da rivedere
  • Motore grafico a volte incerto
  • Livelli corti
Conan
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Ci troviamo ancora una volta a parlare della riscoperta del genere fantasy, avvenuta fondamentalmente grazie alla riduzione filmica de “Il Signore degli Anelli” di Tolkien. In questo caso è Conan il personaggio che torna alla ribalta, dopo aver conosciuto negli anni ’80 un periodo d’oro su tutti i fronti. Il videogame sviluppato dal team Cauldron ha il gran merito di riferirsi al Conan cinematografico per quanto di buono le due pellicole hanno saputo mostrare a livello visivo, e di possedere una trama coinvolgente, scandita da una moltitudine di evocative sequenze narrate.
Conan, di avventura in avventura, fa ritorno al proprio villaggio natale per rivedere i pochi parenti ancora in vita. Prima di arrivare, viene quasi travolto da un gruppo di misteriosi cavalieri che corrono in direzione opposta: un pessimo segno. Il guerriero trova infatti il villaggio distrutto: morti sulle strade, case bruciate e le ultime parole di un vecchio, crocifisso per aver opposto più resistenza degli altri. La vendetta è uno dei valori fondamentali per il cimmero, che giura di massacrare gli autori dello scempio non appena li avrà trovati e si lancia in un inseguimento senza sosta, che lo porterà a fronteggiare ancora una volta forze malvagie e sovrannaturali.