La trama
Il terzo capitolo si era concluso con la vittoria di Crash sul Dr. Cortex ed il suo compagno Uka Uka, che qui ritroviamo entrambi pronti a minacciare il mondo con una nuova terribile arma. L’arma però necessita di quattro pietre particolari per funzionare ed ovviamente lo scopo del nostro personaggio è quello di impadronirsene prima dei due malvagi nemici.
E le novità?
Chi conosce Crash Bandicoot sa perfettamente che si tratta di un platform su un “falso” 3D, perché in effetti il personaggio si muove su traiettorie già assegnate e il vero punto di forza del gioco è la precisione oltre al divertimento dato del personaggio stesso. Ebbene, il maggior difetto di Crash Bandicoot: L'ira di Cortex è proprio quello di essere praticamente uguale ai suoi predecessori! Ovviamente i livelli e le ambientazioni sono nuovi ma la struttura di gioco è pressoché identica e non porta nessun tipo di novità tecnica, oltre alla grafica. Graficamente appunto, Crash si è sempre attestato su ottimi livelli, anche nelle versioni Psone, ma adesso, grazie alla potenza della PS2 i dettagli sono decisamente aumentati. E così i paesaggi si sono estesi, le texture sono migliorate, i poligoni sono lievitati e svariati effetti come luci ed ombre sono stati aggiunti. Ma come ho detto prima, il segreto del successo di Crash Bandicoot è stato da sempre il divertimento, dato da una giocabilità elevata e da un sistema di controllo efficace. Il nostro personaggio potrà correre, saltare, scivolare, ruotare su se stesso per colpire oggetti e nemici e acquisire nuove abilità durante i livelli, in alcuni dei quali ci ritroveremo nei panni della sorella di Crash, Cocoa, mentre in altri potremo anche utilizzare diversi mezzi di trasporto come aerei, jeep e roba del genere. I livelli sono strutturati in aree ed ogni area ha il suo boss finale da sconfiggere. Lo spessore del gameplay è altissimo anche se il livello di difficoltà risulta decisamente troppo basso risultando praticamente impossibile finire le vite. Infatti vi capiterà spesso di trovarvi con circa 20 o 30 vite a disposizione vista la facilità con cui se ne ottengono di supplementari. Ciò nonostante, non lasciatevi ingannare, perché molti livelli possono risultare decisamente impegnativi. Scopo del gioco è recuperare i diamanti nascosti nei vari percorsi per poi potersi dedicare ai boss, come scopo secondario c’è invece quello solito di rompere tutte le scatole di legno che troveremo lungo il tragitto per raggiungere il fatidico 100% alla fine del gioco e per chi è intenzionato a raggiungerlo, il livello di difficoltà si alza ulteriormente.
E’ sempre il solito Crash
Il controllo del personaggio è perfetto e dopo un po’ di allenamento riuscirete a padroneggiarlo con grande facilità. I comandi del joypad rispondono infatti con assoluta precisione. Per quanto riguarda l’aspetto sonoro, anche se di ottima fattura, bisogna dire che come il resto del gioco, non offre nulla di più rispetto ai capitoli precedenti ma comunque le musiche sono molto orecchiabili e i rumori di fondo decisamente azzeccati. Altra nota dolente di Crash Bandicoot: L'ira di Cortex, ma questa volta davvero frustrante, è data dai caricamenti, veramente lunghissimi. Ve ne accorgerete subito, già dalla prima volta che inserite il gioco nella vostra PS2. Davvero inspiegabile come mai si debba aspettare circa un minuto per passare da un livello all’altro, o semplicemente al menù principale.
Conclusioni
In definitiva, Crash Bandicoot: L'ira di Cortex è un ottimo titolo, ben realizzato, divertente e giocabile ma non esente da difetti, primo tra tutti quello di avere le stesse caratteristiche che aveva su Psone. E quindi viene da chiedersi se ce ne fosse veramente bisogno e se non sarebbe stato meglio aggiungere qualche novità in più. Il gioco è consigliato agli accaniti fan di Crash, ed è invece imperdibile per chi non lo ha mai giocato prima. Mentre per chi ha voglia di qualcosa di nuovo nel genere platform, il mio consiglio è di aspettare il prossimo capolavoro di Naughty Dog: Jak & Daxter.
Conclusioni
- Pro:
- Giocabilità elevata
- Controlli precisi
- Varietà di livelli
- Contro:
- Caricamenti infiniti
- Niente di nuovo rispetto al passato
Il ritorno della mascotte
Uno dei titoli più famosi per Psone è stato senza dubbio Crash Bandicoot che con ben 3 episodi si è ritagliato la sua fetta di successo. Il simpatico Crash è diventato così non solo molto conosciuto nel mondo dei videogames ma ha anche conquistato l'ambito ruolo di mascotte della vecchia scatola grigia di Sony che all’epoca sentiva la necessità di darsi un simbolo così come fece Sega con Sonic. Oggi che la Psone è stata messa nell’armadio dei ricordi per lasciar spazio alla più potente PS2 e a sei anni dalla prima uscita, il quarto capitolo della serie di Crash Bandicoot è arrivato puntuale sul monolite nero di Sony. Mentre i primi 3 titoli sono da sempre legati al nome dei ragazzi di Naughty Dog, questa volta il compito di realizzare Crash Bandicoot: L'ira di Cortex è stato affidato a Travellers' Tales, anche perché i creatori di Crash sono attualmente impegnati nel ben più vasto progetto di Jak & Daxter. Il cambio di sviluppatore non sembra però aver dato particolari vantaggi al nostro amico, visto che il nuovo capitolo non offre molte novità rispetto alle precedenti versioni.