Sono passati poco più di due mesi dall'uscita di Darksiders: Genesis su PC e Airship Syndacate, come promesso, ha portato la sua ultima fatica anche su console. È il primo Darksiders a essere sviluppato dai creatori della serie dopo il fallimento del publisher THQ e il temporaneo passaggio di testimone a Gunfire Games, che si è occupato di sviluppare il controverso Darksiders III: per questo motivo, gli ex Vigil Games sono tornati alle radici del franchise che li ha lanciati con una produzione a budget ristretto che tuttavia ha soddisfatto i fan e gettato le basi, si spera, per proseguire con una storia rimasta in sospeso davvero troppo a lungo. Nella nostra recensione della versione PlayStation 4 vi spieghiamo nuovamente perché.
Ricominciamo da capo
Darksiders Genesis è un prequel che si svolge molto tempo prima di quanto narrato nel primissimo Darksiders uscito dieci anni fa, e che racconta le disavventure di Guerra e Conflitto: costretti ad allearsi col demone Samael, i due cavalieri dell'Apocalisse dovranno sterminare eserciti di mostri seguendo le tracce di Lucifero per fermarlo prima che combini altri disastri. Airship Syndacate racconta la storia attraverso dialoghi scritti e ottimamente doppiati in italiano, aiutandosi occasionalmente con le illustrazioni in cui si nota chiaramente la mano del direttore esecutivo nonché ex fumettista Joe Madureira, noto soprattutto per Battle Chasers - il videogioco è stato sviluppato proprio da questo stesso team - e per alcune importanti collaborazioni con Marvel Comics. Purtroppo la campagna, che si completa in circa quindici ore, è quasi un pretesto che conduce i due protagonisti da una missione all'altra, e col suo finale frettoloso questo Darksiders Genesis non aggiunge quasi nulla al quadro complessivo della serie. Il gioco serve più che altro a introdurre efficacemente Conflitto, un personaggio scanzonato, ironico e decisamente più divertente dei suoi tetri fratelli, che ci ha intrattenuto spesso con battutine e scoppi d'ira esilaranti e che non vediamo l'ora di tornare a giocare.
Non fatevi ingannare dalla visuale isometrica: Darksiders Genesis è un Darksiders in miniatura, un titolo più simile al primo episodio della serie che a Darksiders II coi suoi elementi RPG, qui quasi del tutto assenti. Il budget evidentemente contenuto tradisce la cura riposta nella realizzazione di scenari, animazioni e modelli poligonali. Darksiders Genesis è uno di quei casi in cui la direzione artistica trionfa sulla complessità grafica, e tutto grazie alla varietà delle ambientazioni e alle atmosfere che il team è riuscito a creare scegliendo accuratamente i colori, i particolari e anche l'eccellente accompagnamento musicale a opera di Gareth Coker. Non essendo un titolo particolarmente complesso dal punto di vista grafico, Darksiders Genesis mantiene fedelmente tutti i pregi - e i difetti - riscontrati nella versione PC anche su PlayStation 4. Il principale svantaggio della visuale isometrica si avverte infatti nelle sequenze platform dove l'angolazione impedisce di calibrare i salti con precisione, nulla che non si riesca a superare dopo qualche tentativo.
Dopo ogni missione si torna nel Vuoto, una specie di hub parzialmente esplorabile dov'è possibile acquistare i potenziamenti venduti da Vulgrim e Dis. In ciascuno dei sedici capitoli dovremo raggiungere un obiettivo principale preciso, completando alcuni incarichi secondari obbligatori: il level design è brillante e porta a scoprire i nuovi strumenti necessari a risolvere i puzzle ambientali in modo organico e naturale. Questi puzzle diventano sempre più complessi e ci obbligano a utilizzare i gadget cambiando personaggio al volo a meno che, naturalmente, non si stia giocando in modalità cooperativa insieme a un amico. I gadget sbloccano nuove vie anche nelle missioni già completate, incentivando a rigiocarle per raccogliere tutti i collezionabili in sospeso, collezionabili che sono tantissimi e che servono a comprare combo, attacchi speciali, potenziamenti, miglioramenti e altri bonus.
Trofei PlayStation 4
Darksiders Genesis conta 31 trofei, suddivisi in 14 bronzo, 10 argento, 6 oro e l'immancabile trofeo di platino. Sbloccarli tutti non è un'impresa titanica: dovrete completare la campagna, trovare ogni collezionabile, superare ogni sfida nell'Arena e così via.
Guerra e Conflitto combattono in modo quasi completamente diverso. Entrambi possono attaccare in mischia con almeno una combo base, ma Guerra può concatenare gli attacchi più a lungo grazie ai potenziamenti della sua spada Divoracaos che raggiungono diversi livelli di potenza. In più, Guerra può anche incastrare nelle sue combo le abilità Collera che consumano le tacche sotto l'indicatore della salute, parare i colpi e contrattaccare e usare gli utensili secondari per danneggiare i nemici vicini e lontani: la sua predisposizione al combattimento ravvicinato lo rende molto resistente, ma anche lento e vulnerabile quando i nemici possono attaccare da lontano. Conflitto è molto più agile e veloce e può scattare in ogni direzione per schivare i nemici. Ciò lo rende meno resistente ai colpi ravvicinati, anche perché la sua salute massima è minore rispetto a quella di Guerra. Conflitto si gioca quasi come se fossimo in un twin stick shooter grazie alle sue due pistole e ai diversi tipi di munizioni. Il suo asso nella manica è la cosiddetta serie vincente, un indicatore che si riempie colpendo i nemici e che, una volta caricato, potenzia temporaneamente i proiettili. Imparare a capire quando cambiare personaggio è, ovviamente, una parte importante del gioco.
I due cavalieri hanno accesso anche a varie capacità comuni, per esempio la possibilità di eliminare i nemici indeboliti con un colpo di grazia, quella di scendere in campo con un attacco che colpisce tutti i bersagli a schermo e di trasformarsi nelle demoniache forme supreme. Il sistema di combattimento è poi personalizzabile grazie ai modificatori di un curioso sistema di potenziamento. I nemici sconfitti talvolta lasciano cadere i loro nuclei che noi potremo poi collocare in un'apposita griglia la categoria. Raccogliendo più volte lo stesso nucleo, esso aumenta di livello e migliora i bonus associati. Non tutti gli slot nella griglia possono alimentare un nucleo potenziato al massimo livello, senza contare che i nuclei devono essere adiacenti per alimentarsi a vicenda. Proseguendo nell'avventura si ottengono moltissimi nuclei, ma il problema è potenziarli accumulando la quantità richiesta: il gioco ci viene incontro con l'Arena che serve proprio a evitare il "farm" nei capitoli completati. Non è la più elegante delle soluzioni, ma è un incentivo a sviscerare il sistema di combattimento visto che gli stage avanzati sono abbastanza impegnativi.
Conclusioni
Se Airship Syndacate avesse scritto una storia più avvincente e curato il finale sottotono, Darksiders Genesis sarebbe stato un titolo ancora migliore. Si tratta comunque di un esperimento riuscito con una durata di tutto rispetto anche in versione PlayStation 4. Limando qualche sbavatura, il team di Joe Madureira potrebbe tranquillamente sfruttare questa nuova impostazione per riunire i quattro cavalieri nel capitolo finale che attendiamo da quasi dieci anni.
PRO
- Il level design
- Il sistema di combattimento
- La colonna sonora e la direzione artistica in generale
- Tanti collezionabili da trovare da soli o in compagnia
CONTRO
- La visuale isometrica può dare qualche noia nelle sequenze platform
- La storia è quasi irrilevante e si esaurisce in un finale insipido
- Non sarebbe stato male avere 60 fotogrammi al secondo anche su console