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Dead To Rights

Avete presente uno di quei bei "filmacci" d'azione? Quelli pieni di violenza, proiettili e belle donne discinte?

RECENSIONE di Andrea Franzone   —   11/11/2003
Dead to Rights
Dead to Rights
Immagini

Fido, Vieni Fido!

Nel gioco viene posta abbastanza enfasi su Shadow, lo splendido cane di Jack Slate. Questo cucciolone si rivela un arma letale dato che è in grado di uccidere all'istante un nemico e di riportarvi l'arma che questo utilizzava. A volte dovrete anche guidarlo alla ricerca di ordigni esplosivi facendo affidamento sul suo fiuto. Peccato che all'atto pratico più che come un fedele compagno si riveli essere una sorta di Smart Bomb molto limitata. Quello che invece è incredibile è il fatto che Shadow è un cane fantasma! Infatti una volta chiamato in causa comparirà magicamente addosso al nemico per poi sparire di nuovo nel nulla una volta compiuta la sua azione... Non sarebbe stato molto più scenografico un cane che animato decentemente seguisse attivamente l'azione? Una buona idea decisamente mal sfruttata. 1

Violenza

Tanta, di violenza se ne vede veramente tanta, molto cruda, molto seriosa quasi naturale nella nostra assuefazione cinematografica. Come tanto è anche il sangue che schizza dai corpi per rimanere ad insozzare il pavimento. Ma perché usare tutta questa violenza? Perché spargere tutto questo sangue? Per prima cosa per vendicare l’assassinio di vostro padre. In seguito per difendere la vostra pelle, perché voi siete Jack Slate, poliziotto di una città corrotta e nera dove sembra che tutti, amici o nemici, abbiano intenzione di farvi saltare le cervella. Lasciato a voi il compito di farvi sorprendere dalla fin troppo pretestuosa e raffazzonata trama. DTR si presenta come un gioco sorretto da una colonna molto grossa e solida, le sezioni sparatutto in terza persona, un trave un po’ più piccolo e debole, le sezioni picchia picchia, e tanti puntelli robusti e utili, i vari sottogiochi. In quello che una volta si sarebbe chiamato multievento e che ora chiamiamo “action game”, guidando il nostro alter ego dovremo attraversare un cospicuo numero di locazioni, armati di tutto punto e aiutati da un comodo sistema di puntamento azionabile con R, saremo chiamati ad uccidere uno spropositato numero di nemici in sparatorie molto veloci, divertenti e cariche di tensione. Attenzione però, se nei primi livelli la velocità caciarona la farà da padrona, più si prosegue -diciamo dal cimitero in poi- più la componente casuale lascerà il posto ad una sana dose di tattica. Ve ne accorgerete quando al decimo tentativo di buttarvi nella mischia senza un minimo di cognizione otterrete il decimo timbro “fallito”. Il gioco infatti mette a disposizione fin da subito una serie di abilità molto interessanti. Volete disarmare un avversario uccidendolo o lasciandolo in vita per usarlo come scudo umano fino a quando crivellato di colpi si accascerà al suolo? Volete saltare nel vuoto e, sfruttando lo slow motion, uccidere decine di nemici prima di toccare terra? Potrete fare tutto questo, ma anche accovacciarvi dietro un tavolo ed aspettare il momento giusto per uscire o ripararvi grazie ad un container o sparare con un fucile da cecchino. Prima di capire e riuscire a mettere in pratica quale è la combinazione giusta di azioni per superare stanze e corridoi ci metterete un bel po’ di sudore. Perché la vostra energia scende a velocità paurosa e basta molte volte un colpo per stendervi, perché i nemici sono in quantità mostruosa e molto abili nell’infilarsi nei punti più pericolosi o a spararvi prima che riusciate a capire che cosa sta succedendo. Tutto questo ben consapevoli che i nemici dispongono comunque di una certa "stupidità artificiale" sebbene sia ben nascosta. Come nel migliore dei tiro a segno il bersaglio comparirà quando meno ve lo aspettate. In DtR ci si esalta molte volte, ci si diverte come bimbi cattivi, si impreca con soddisfazione. Tutto cercando di far passare il mirino del lock da verde (lo vedo ma non lo prendo) a rosso (lo vedo e posso fargli del male) a blu (è morto!). A spezzare l’azione, che potrebbe diventare ripetitiva, ci pensano le meno esaltanti e rifinite sezioni di Picchia Picchia dove a mani nude e con calci e pugni si è chiamati a stendere numerosissimi avversari. Namco ben sapendo che queste sezioni non offrono uno spessore di gioco elevatissimo ne ha messe nella giusta e non troppo elevata dose che permette di trovarle sì confusionarie e superficiali, ma comunque divertenti ed appaganti. Ci sono poi una serie di minigiochi -giocabili anche in maniera separata- in puro stile Track ‘n Field. Che siano lotte a braccio di ferro, il dover far danzare una ballerina di lap dance o il disinnescare una singolare bomba, si rivelano una piacevolissima aggiunta che ben viene integrata nella struttura di gioco dal dipanarsi della trama.

Dead To Rights
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Proiettili

Fin qui tutto bene, ma passiamo ad analizzare qualche difettuccio. Partiamo innanzitutto da una lieve ripetitività dell’azione di gioco che potrebbe portare a stancarsi di affrontare in continuazione ondate di nemici tutti uguali e poco differenziati. Nel senso, ci sono i poliziotti, i galeotti, i pagliacci (!) e i superpoliziotti della Gac in decine di cloni tutti uguali eanimati allo stesso modo. La sensazione è veramente quella di sparare ai piattelli del tiro a segno. Ad aggravare questa sensazione c’è il fatto che le locazioni si assomigliano un po’ tutte. Gli elementi tendono ad essere parecchio simili sia che ci si trovi in un porto, in una prigione, in un cantiere o in una fabbrica. Aggiungete al tutto la suddivisione in “stanze” dove si devono affrontare più volte diversi gruppi di nemici e capirete il perché di questa critica. Questa è però più una sensazione dato che poco influisce sulla varietà comunque notevole di situazioni in cui ci si ritrova. Altro difetto è la mancanza di linearità nell’incremento della difficoltà: non è detto che la locazione dopo sia più difficile di quella prima ma a ben vedere potrebbe non essere un difetto ma un modo per farvi respirare! Quella che invece avrebbe potuto essere maggiormente implementata è la necessità si utilizzare la tattica che risulta quasi frenata dalla necessità di mantenere il titolo nel genere Action, ma anche qui potrebbe non essere un difetto! Insomma alla struttura di gioco potrete sollevare critiche solo se siete palesemente in ricerca di un genere più realistico e meno esagerato.

Dead To Rights
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E belle donne

Tecnicamente il gioco si presenta con un comparto grafico grazioso e funzionale ma che non riesce mai a colpire il giocatore. Alcuni modelli poligonali sono decisamente brutti e ricoperti da brutte texture, come ad esempio il protagonista a torso nudo. La comparsa dal nulla dei nemici non è proprio piacevole, ma forse non ci si poteva inventare altro data la velocità con cui tutto accade, come non sono piacevoli i vari effetti speciali come l’acqua o le esplosioni. A loro volta gli effetti di luce sono molto antichi e le animazioni fanno il più delle volte pena. Pure i filmati di intermezzo sono abbastanza deludenti. Cito ancora qualche accostamento cromatico troppo audace (il cimitero sembra uscito da una rappresentazione caricaturale). Dalla sua ha la fluidità ed il numero di nemici visualizzati contemporaneamente. Il sonoro non rimane minimamente nella testa del giocatore, gli effetti sono solo discreti, pessimo quello “schiocco” emesso dai passi. Le musiche in compenso non si fanno troppo notare. Con oltre sei ore di gioco effettivo e la possibilità di riaffrontarlo in modalità più difficile offre una buona longevità. La rigiocabilità potrebbe essere elevata se riuscirete a farvi acchiappare dalla voglia di provare nuove combinazioni di mosse per arrivare alla fine.

Dead To Rights
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Commento

Se si dovesse dare un voto a questo titolo per il divertimento e l’adrenalina che offre sarebbe sicuramente ben più alto di quello che ha ottenuto complessivamente. La struttura di gioco è indubbiamente solida, le sparatorie sono veramente divertenti, la difficoltà invoglia ad usare tutte le varie possibilità offerte dai designer ed a sfruttare tutto quello che offre lo scenario di gioco per arrivare alla fine della missione. Si sentirebbe magari la necessità di una ulteriore dose di profondità e di una maggiore spruzzata di tattica per farne un capolavoro, ma non è detto che un gioco debba essere per forza un capolavoro per divertire. Peccato per una realizzazione tecnica non eccelsa che avrebbe avuto decisamente bisogno di una maggiore cura.

    Pro:
  • Divertente, veloce e pieno di elementi cool
  • Tante situazioni diverse anche se a volte poco originali
  • Costringe a mescolare azione e tattica
    Contro:
  • Personaggio principale poco carismatico
  • Realizzazione tecnica solo discreta
  • A volte tende ad essere ripetitivo

La violenza, i proiettili e le belle donne non sono altro che le fondazioni su cui si basa questo Dead to Rights, l'ultima fatica di Namco. Già, perché questo gioco rappresenta proprio una trasposizione videoludica abbastanza fedele di film quali “Arma Letale” o “Die Hard” e non fa nulla per nasconderlo! Anzi ne esalta le caratteristiche per consentire al giocatore di calarsi in una serie veloce e pressante di situazioni adrenaliniche.