Quando il Marvel Cinematic Universe ha preso finalmente piede grazie allo strapotere economico e tecnologico di Disney, il divario con i film targati Fox è diventato evidente. Spesso mediocri, qualche volta imbarazzanti, a un certo punto si è cercato anche di infilarli sotto un tappeto nella speranza che il pubblico se li dimenticasse. Ma proprio mentre Disney si comprava Fox, succedevano due fatti interessanti: pellicole come Deadpool e Logan risollevavano gli X-Men da un'agonia lunga anni, mentre i Marvel Studios, pur avendo superato brillantemente la prova della loro prima saga interconnessa, cominciavano a inciampare troppo e troppo spesso.
Fortemente voluto da Ryan Reynolds e Hugh Jackman, Deadpool & Wolverine rappresenta il tentativo di spostare il Marvel Cinematic Universe su una rotta più adulta, rispettando l'anima irriverente e sboccata dei primi due film, in totale contrasto con la narrazione più edulcorata e politicamente corretta dei Marvel Studios. Ma è anche una porticina sul retro per l'attesissimo rilancio dei mutanti al cinema, una lettera d'amore ai film che hanno sdoganato i cinecomic, una fanfiction scritta da amici che è costata 200 milioni di dollari e un'operazione nostalgia totalmente sfacciata e autocelebrativa. È tutto questo e non solo questo... ma è anche un buon film? Scopritelo nella nostra recensione senza spoiler.
Il bello della Fox
Deadpool & Wolverine è uno di quei film che finiscono in un attimo. Le luci si spengono, la proiezione inizia, e cinque minuti dopo sono passate due ore: centoventotto minuti, per l'esattezza, di turpiloqui, mutilazioni, sangue a fiumi e battute politicamente scorrette che strappano un sorriso anche al più stoico degli spettatori. Shawn Levy dirige un film ben confezionato che bilancia commedia, azione e drammaticità, senza rallentare mai e, anzi, montando pure alcune scene tra le più memorabili nella lunga e altalenante storia dei cinecomic, grazie anche a una colonna sonora da urlo.
Ma è anche un nuovo film del Marvel Cinematic Universe che non appartiene al Marvel Cinematic Universe. È una pellicola fuori luogo come il suo protagonista che, avendo appeso il costume al chiodo dopo i fatti di Deadpool 2, non trova un posto nel mondo. Deadpool & Wolverine racconta l'inadeguatezza dei suoi eroi, che sono anche un intero universo cinematografico perlopiù sgradito a un nuovo corso che, dal canto suo, è in un momento di assoluta crisi.
La chiamano "superhero fatigue", che è un modo forbito per dire che il troppo stroppia, ma il problema del MCU è un pelo più complicato della semplice saturazione. Perduti i suoi pilastri fondamentali - gli Avengers intorno ai quali sono girati dieci anni di film - il MCU ha faticato a trovare una nuova strada nella attuale Saga del Multiverso, un pasticcio di film e serie TV che non riescono ancora a trovare una quadra mentre gli spettatori, confusi e disorientati, perdono sempre più interesse. È significativo che i migliori film dopo Avengers: Endgame siano stati un trip nostalgico (Spider-Man: No Way Home) e il capitolo conclusivo di una trilogia praticamente slegata da filone principale (Guardiani della Galassia Vol. 3).
Sotto molti aspetti, Deadpool & Wolverine ha molto in comune con i film di Jon Watts e James Gunn: è una cafonata, ma è una cafonata con un gran cuore e, soprattutto, è un film più intelligente di quanto non lo facciano sembrare le sparate del suo protagonista. Deadpool in questo film è l'intero universo Fox: inadeguato, imbarazzante, non lo vuole più manco la sua ragazza. Però esiste e non si può cancellare; anzi, deve essere ricordato e celebrato perché anche lui è un pezzo del puzzle. Reynolds interpreta il mercenario in rosso come nei film precedenti - è lo stesso, identico personaggio - ma si sente la carica emotiva delle grandi occasioni.
Il Wolverine di Hugh Jackman è un discorso a parte. Non è quello dei film di Bryan Singer né tanto meno il Logan di James Mangold ma una variante del Multiverso. La variante "peggiore", nella fattispecie: questo Wolverine rappresenta il fallimento, l'eroe che si vergogna di se stesso e del proprio passato. Un cliché dei fumetti che rappresenta anch'esso il corso Marvel della Fox. Però è qui che la sceneggiatura di Deadpool & Wolverine si fa furba: insieme, i due protagonisti incarnano un pubblico - una società, se vogliamo - disincantata, fragile e insicura. Il film di Levy parla sia ai quarantenni che andavano al cinema a vedere gli X-Men, sia alle generazioni più moderne che si sono affezionate ad Iron Man e compagnia.
Hugh Jackman indossa questo costume sfaccettato - che giustamente è quello fedele ai fumetti che desideravamo vedere per anni, anche se effettivamente la maschera gli sta malissimo - con un'energia straordinaria. Wolverine è la sua seconda pelle e questo Wolverine, in particolare, esce direttamente dai fumetti nell'aggressività, nelle movenze e nella stronzaggine. Se avete giocato un Marvel Vs. Capcom a caso, riconoscerete praticamente metà delle sue mosse: si vede che Jackman si è proprio divertito e ha dato tutto in quello che potrebbe essere il suo ultimo cinecomic.
I due attori protagonisti hanno un'alchimia incredibile, tant'è che si fatica quasi a bere la loro iniziale rivalità: Reynolds e Jackman però riescono a venderla senza sconti come in un vero e proprio buddy movie e il loro rapporto - nel film e fuori dal film - è una vera delizia. La pellicola praticamente gira intorno a loro e a due antagonisti: il Mister Paradox del bravissimo Matthew Macfayden, che però è una specie di macchietta, e la Cassandra Nova di Emma Corrin.
Cassandra Nova, per chi non lo sapesse, è la gemella cattiva di Charles Xavier: come suo fratello possiede poteri psionici straordinari, solo che è fuori come un balcone. Un personaggio che forse avrebbe meritato un film più tradizionale ma che comunque ha carisma da vendere; Corrin è eccellente e riesce a essere una minaccia credibile nonostante il ruolo contenuto.
Il resto del cast è sostanzialmente composto da una quintalata di comparse, anche insospettabili e impreviste, e in questo senso i Marvel Studios e Disney sono riusciti a mantenere la sorpresa con grandissima abilità per tutta la fase di produzione: alcuni cammeo proprio non ce li aspettavamo. Se avete dimestichezza con l'universo Marvel della Fox - e magari nutrite anche soltanto un pelino di affetto nei suoi confronti - allora Deadpool & Wolverine è uno Spider-Man: No Way Home agli steroidi. C'è letteralmente un riferimento ogni dieci secondi, che sia una battuta, un personaggio, un meme da social o un elemento visivo di rimando ai vecchi film e anche a quelli che non si sono mai fatti. Il film è proprio una celebrazione di quel percorso che ha fatto da apripista perché, volenti o nolenti, senza quelle pellicole non avremmo il Marvel Cinematic Universe e, più in generale, i cinecomic come li conosciamo oggi.
Il problema MCU
Però, se andiamo oltre la celebrazione divertente e divertita di una storia cinematografica con i suoi alti e bassi, Deadpool & Wolverine rappresenta tutto ciò che non va nel Marvel Cinematic Universe dopo Endgame, e questo in un certo senso è voluto, dato che Reynolds ci scherza sopra, sfondando la quarta parete nei panni del suo mercenario boccaccia. Per esempio, abbiamo menzionato varianti e Multiverso ma, non temete, sebbene la Time Variance Authority abbia un ruolo fondamentale nella storia, non vi servirà guardare due stagioni di Loki per capirci qualcosa. A conti fatti, Deadpool & Wolverine è un film praticamente autonomo e contenuto che apre solo vaghissime porte sul futuro del MCU e sull'attesissimo ritorno dei mutanti al cinema.
In un certo senso, è questo il problema più grande del film: non smuove di un millimetro la perniciosa Saga del Multiverso in cui si sono infognati i Marvel Studios da anni. Tendenzialmente si potrebbe pensare che vada bene così, che non tutti i film debbano rispettare lo slogan "It's all connected" del Marvel Cinematic Universe, ma il problema è che in questo momento di immobilità che va avanti da troppo tempo serviva un blockbuster più significativo e centrato. E questo, invece, ha una storia sottilissima e caotica che è solo il pretesto di una gigantesca rimpatriata.
I fan hanno bisogno di capire dove stiano andando, hanno bisogno di sapere quale sia la nuova posta in gioco, quale pericolo minacci il mondo e perché serve assolutamente che gli Avengers si riuniscano. La Saga dell'Infinito poteva contare su dieci anni di origini, su eroi e attori carismatici, su uno spunto a fumetti iconico e su un antagonista titanico (ah ah!) come Thanos. La Saga del Multiverso dovrebbe essere già a metà e non abbiamo ancora niente su cui valga la pena investire; in più bisogna metterci una sana dose di sfortuna tra attori che purtroppo sono scomparsi, altri che picchiano le fidanzate e giustamente vanno licenziati e sostituiti sul più bello, per non parlare del COVID che ha rallentato ogni lavorazione e obbligato a frequenti riscritture e nuovi ciak che certo bene non hanno fatto a una visione d'insieme sempre più frammentaria.
Deadpool & Wolverine, che pure si fa beffe della cosa, rappresenta forse una decisa sterzata, uno spartiacque che potrebbe portare a un ripensamento del grande disegno del mega produttore Kevin Feige. Però siamo convinti che in questo periodo incerto sarebbe servito un film più significativo, un passo in più nella costruzione di un progetto costosissimo e ambizioso come la Saga del Multiverso che riunirà tutti i personaggi nel capitolo finale: un momento che di sicuro non riuscirà mai a bissare il primo, storico "Avengers uniti!" di Endgame, e questo lo ha capito anche la Disney.
Quindi, trovandosi di fronte a un'impasse come questo, i Marvel Studios hanno forse preferito ristabilire un contatto con gli spettatori attraverso la nostalgia, l'autoironia e il riconoscimento dei propri errori. E in questo senso Deadpool & Wolverine è un successo perché centra l'obiettivo dei cinecomic in quanto tali: puro intrattenimento senza fronzoli, senza trame interconnesse, senza colpi di scena epocali o scene dopo i titoli di coda che promettono nuovi film per cui ricominciare ad aspettare appena si spegne il proiettore e si riaccendono le luci in sala.
E tra parentesi, questa volta la scena dopo i credits è solo una e per giunta una specie di scherzo autoreferenziale, ma vale la pena restare seduti per i titoli di coda perché è una carrellata che stringe il cuore e ci ricorda come siamo arrivati a questo punto, nel bene e nel male, fallibili e imperfetti, ma con tanta passione e il desiderio di diventare qualcosa di più.
Conclusioni
Multiplayer.it
7.5
Deadpool & Wolverine è un enorme esercizio di onanismo cinematografico, una fanfiction da duecento milioni di dollari che va avanti per due ore tra parolacce, smembramenti e battute che non sempre colgono nel segno e che nella maggior parte dei casi prevedono una conoscenza più o meno approfondita dei cinecomic e della loro bolla social. È insomma il film ideale per passare una serata spensierata, specie se si sono apprezzati i primi due Deadpool, altrimenti tanto vale lasciar perdere anche con tutto l'amore che si può nutrire per il Wolverine di un Hugh Jackman in grande spolvero. Ma il nuovo blockbuster dei Marvel Studios non sembra sviluppare significativamente un Marvel Cinematic Universe in grave difficoltà: non siamo di fronte a un imprescindibile tassello del mosaico narrativo ma a una pellicola di puro intrattenimento, ben confezionata, che riesce anche a veicolare un messaggio per nulla scontato.
PRO
- Reynolds e Jackman in forma smagliante
- È un popcorn movie divertente ma anche significativo
- Girato molto bene con alcune scene particolarmente memorabili
CONTRO
- La trama è caotica e pretestuosa
- Non smuove più di tanto la stazionaria Saga del Multiverso
- Moltissime gag sfuggiranno a chi non conosce bene l'industria dei cinecomic