Wild Wild West
Evitando completamente qualsiasi cenno sulla trama, che vale la pena di essere seguita fino in fondo grazie a delle ottime scelte nell’evolversi della storia, passiamo direttamente ad analizzare il gameplay: la prima modifica visibile sin dalle opzioni consiste nella possibilità di scegliere tra 2 diversi livelli di difficoltà, cosa che sarà sicuramente gradita per tutti quanti visto che una delle critiche mosse al primo Desperados era proprio l’elevato livello di difficoltà che lo rendeva un gioco non adatto a tutti i tipi di videogiocatori, dato che a volte si finiva per scadere nella frustrazione vera e propria a causa dell’ennesimo tentativo di portare a termine un’azione. Nonostante sia stato fatto dunque per Desperados 2 qualche passo in questa direzione, non aspettatevi una differenza così abissale in termini di difficoltà col predecessore, in quanto anche la modalità facile metterà a dura prova le capacità del giocatore più incallito, mentre nel caso in cui non avete mai avuto modo di giocare al primo capitolo della serie sappiate “semplicemente” che Desperados 2 vi darà del filo da torcere, rimanendo talvolta frustrati ma comunque incollati davanti al monitor per cercare di portare a termine un’azione provata più e più volte, per non parlare del senso di appagamento offerto dalla fine con successo di una missione, che più di una volta ha portato anche il sottoscritto a festeggiare con gesti inconsulti.
Per quanto riguarda la varietà dei livelli, possiamo sicuramente appuntare una delle prime note positive di questo gioco: ci troveremo infatti ad attaccare senza risparmiare pallottole così come a difendere noi stessi insieme a civili innocenti, ad introdurci all'interno di aree senza farci notare e con l'obbligo di non uccidere nessuno, ad agire in solo e a cooperare con gli altri protagonisti, e così via. [C]
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Il mucchio selvaggio
Fatta la dovuta premessa sull’impegno richiesto da questo gioco, possiamo passare allo svolgimento delle varie missioni: che il gameplay del titolo uscito nel 2001 fosse già di per sé di ottimo livello non è sicuramente un mistero né per la schiera di fan della serie western né tantomeno per gli sviluppatori, i quali hanno saputo intervenire chirurgicamente mettendo a posto tutte le imperfezioni che vi erano presenti, aggiungendo ovviamente la parte in più che va a giustificare il nome di seguito a discapito di quello di espansione. La più importante delle novità introdotte consiste nel nuovo motore del gioco, completamente 3D, cosa che non avrebbe potuto essere altrimenti dato che se 5 anni fa un 2D isometrico con alcuni trucchi ottici era accettabile, ai giorni nostri sarebbe praticamente stato un suicidio per Desperados 2. Rinviando la discussione sulla qualità del motore grafico all’apposito paragrafo, fermiamoci ad analizzare quali sono gli elementi che grazie ad esso vengono introdotti nel sistema di gioco: in primis abbiamo la nuova visuale soggettiva (in terza persona), la quale ci permette all’occorrenza di prendere il controllo da vicino di un determinato personaggio facendolo muovere come se fosse praticamente un action 3D, correndo, camminando, strisciando e sparando a nostro piacimento.
Il mucchio selvaggio
Vi assicuro che in alcuni frangenti di gioco questo nuovo aspetto cadrà letteralmente come il cacio sui maccheroni, semplificandovi la vita se non addirittura togliendovi dai problemi, ma guai a fare l’errore di utilizzare solo la visuale soggettiva dato che stiamo pur sempre parlando di uno strategico in tempo reale dove i 6 personaggi devono necessariamente cooperare tra di loro per completare con successo gli obiettivi proposti dal gioco: l’abilità del giocatore, ora come sempre, sta dunque nella capacità di far interagire i protagonisti sfruttando questo nuovo strumento a disposizione. I nemici dal canto loro non rendono minimamente facile la vita, visto che possono godere di un’IA raramente vista in precedenza, collaborando anch’essi in maniera talvolta sorprendente al fine di mettere ko la nostra squadra di cacciatori di taglie. Oltre ai naturali avversari occorre però fare attenzione anche ai civili, dotati di un comportamento per niente prevedibile e perciò riconducibile ad una specie di diversificazione anche tra i loro caratteri: una persona superficiale vedendo uno dei nostri personaggi compiere qualche strana azione non si preoccuperà più di tanto, mentre magari qualcun altro s’insospettirà anche al solo vederci correre. Dato che come detto fino alla nausea l’interazione tra i 6 è d’obbligo, esiste la possibilità di programmarne le azioni per mettere a punto strategie complesse, assistendo allo svolgersi degli eventi o completamente da esterni oppure intervenendo prendendo il controllo del personaggio che si vuole tenere fuori dai movimenti automatizzati, avviabili tramite la pressione del tasto invio per un massimo di 5 azioni diverse. [C]
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Il buono, il brutto, il cattivo
I personaggi a nostra disposizione sono praticamente gli stessi del primo capitolo, fatta eccezione per il sesto componente costituito adesso da un nativo americano, comunemente chiamato indiano, chiamato Hawkeye (Occhio d’Aquila) e capo della tribù dei Lupi Bianchi. Ma andiamo a vedere uno per uno i protagonisti del gioco:
Cooper
E’ il protagonista della vicenda, nonché capo della compagnia. Pistolero molto abile, è dotato anche di un coltello per uccidere silenziosamente i propri nemici e di un orologio che usa per distrarli facendo rumore.
Kate
La femme fatale del gruppo, conosce il proprio fascino e lo usa per raggirare chiunque gli capiti a tiro, nemici inclusi: finge svenimenti, stordisce con la cipria e seduce gli uomini per poi metterli a posto con un calcio al posto giusto (esatto, proprio lì). Può anche sparare ma non è il suo forte.
Doc
Probabilmente il personaggio più carismatico del gioco, completamente vestito di nero ed in grado di risolvere le questioni più complicate da solo: è un abile pistolero ma risulta letale soprattutto col fucile da cecchino, può mettere fuori uso i nemici con un potente veleno e curare i propri compagni feriti.
Sam
Simpaticissimo ragazzo di colore, è anch’egli abile con le armi da fuoco ma la sua specialità sono le esplosioni: è infatti esperto nel maneggiare candelotti di dinamite e nel preparare trappole col botto per i nemici.
Sanchez
Il messicano del gruppo, personaggio molto vicino al classico “tutto muscoli e poco cervello”: ha dalla sua un’impressionante mitragliatrice automatica e grazie alla propria forza può stendere i nemici tirando loro in testa sassi di grandi dimensioni. Può anche piazzare trappole di vario tipo, inducendo anche gli avversari a litigare per un sorso di tequila.
Hawkeye
Come già detto è la new entry del gruppo: da buon indiano sa cacciare egregiamente e pertanto risulta tanto letale quanto assolutamente silenzioso, dato che utilizza tutte armi che non fanno il minimo rumore. E’ inoltre l’unico che può sorpassare ostacoli come fiumi ed altri scogli naturali.
Finalmente 3D
I 5 anni di distanza tra i due Desperados hanno dato modo a Spellbound di pensare con tutta calma ad un nuovo motore grafico, che ovviamente risultasse al passo coi tempi. Come ben sappiamo, dato che ormai il 3D appartiene a praticamente tutti i giochi presenti sul mercato, ciò che fa la differenza è la cura dei dettagli e sempre più la fisica, che va a determinare il grado di realismo di un videogioco. Anche da questi punti di vista Desperados 2 dimostra di sapere pienamente il fatto suo, con una cura dei fondali maniacale così come le realizzazioni dei vari personaggi, sia protagonisti che non, sulle cui animazioni è stato dedicato molto lavoro per migliorare quella che era una delle carenze del primo della serie. Per quanto riguarda la fisica è sorprendente vedere il calcolo della traiettoria nel caso in cui si lanci un candelotto di dinamite oppure una pietra, con tanto di calcolo dei rimbalzi in base a ciò che si va a tirare.
Il sonoro è costituito da un’ottima colonna sonora (la quale fa egregiamente il suo lavoro dando il proprio apporto all’ambientazione western), degli effetti abbastanza nella norma ed un doppiaggio in lingua italiana di tutto rispetto, da fare invidia alla stragrande maggioranza dei titoli presenti sul mercato.
Desperados 2 costituisce un’esperienza che un videogiocatore che vuole definirsi tale deve prima o poi fare
Commento finale
Se il primo Desperados era una chicca videoludica, Desperados 2 costituisce un’esperienza che un videogiocatore che vuole definirsi tale deve prima o poi fare, a patto che ovviamente ami il genere a cui esso appartiene, all’interno del quale gli ultimi capitoli di Commandos hanno stentato e non si vedono altri giochi particolarmente degni di nota. L’unico appunto che si può fare a questa nuova fatica di Spellbound è quella di essere eccessivamente difficile anche a livello facile, il che costituisce un paradosso anche fermandosi al semplice livello linguistico: l’introduzione di una modalità “normale” insieme alle due presenti avrebbe probabilmente aggiustato le cose, ma purtroppo non è presente e quindi mi trovo a dover mettere in guardia coloro che pensano di potersi scoraggiare facilmente davanti alla ripetizione di un qualcosa che può raggiungere in rari casi anche la decina di volte. Per il resto, dopo essersi armati di pazienza per i caricamenti un po’ più lenti della media, Desperados 2 è un gioco che può tranquillamente essere promosso a pieni voti, sperando di non dovere attendere altri 5 anni per un eventuale Desperados 3.
Pro
- Nuovo motore 3D
- Trama coinvolgente
- Divertente al punto giusto
- Difficoltà sopra la media
- Caricamenti lenti
Il ritorno di Cooper
Quando nel 2001 uscì il primo Desperados, fu da molti etichettato immediatamente come un clone di Commandos, probabilmente perché il titolo di Pyro era in quel periodo in maniera decisa sulla cresta dell’onda. A testimoniare tale ingiusto paragone anche alcune impressioni da hands-on delle riviste specializzate e pareri più o meno fondati in giro per la rete, che Desperados riuscì però ampiamente a smentire dimostrando a tutti quanti di condividere con Commandos il solo genere, grazie ad aspetti come caratterizzazione dei personaggi, trama e gameplay di livello decisamente alto. Tanto fu il successo che Spellbound ottenne, che i fan del primo capitolo hanno sperato per 5 lunghi anni in un seguito, vedendosi però consegnare dal team di sviluppo tedesco il solo, contestato Chicago 1930, mentre Pyro sfornava sebbene tra alti e bassi due nuovi titoli della serie Commandos. Il 2006 è dunque l’anno in cui i fan di John Cooper possono finalmente tornare a maneggiare la rivoltella indossando il cappello da cowboy, visto che dopo avere a lungo atteso il suo ritorno il cugino alla lontana di Tex Willer è finalmente tornato e, come dice il titolo di Desperados 2, è più arrabbiato che mai. [C]
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