Gli anni passano, Dante
I programmatori della casa nipponica hanno voluto modificare, con questa riedizione, il principale aspetto di discussione che ha allontanato molti giocatori da Devil May Cry 3; ci riferiamo ovviamente al livello di difficoltà, tarato inizialmente davvero verso l’alto con il risultato di esaltare gli hardcore gamer ma di frustrare profondamente invece i videogiocatori meno pazienti o abili. Ecco quindi che nella Special Edition fa la comparsa un nuovo livello facile, mentre medio e difficile fanno uno “scatto in basso” andando a rappresentare quelli che in precedenza erano invece facile e medio. Una differenza sostanziale, che si accompagna al rinnovato sistema di continue; in DMC3 infatti, oltre al reale impegno necessario per proseguire nell’avventura, era stato adottato un velatamente malvagio espediente che obbligava il giocatore ad acquistare i costosissimi orb gialli per poter proseguire dall’ultimo check point in caso di morte prematura. Niente orb giallo? Perfetto, l’intero livello andava percorso da capo, il più delle volte solo per arrivare nuovamente al boss e soccombere tra imprecazioni e maledizioni varie. In questo caso invece fanno la loro comparsa i nuovi orb dorati che, se acquistati, permettono addirittura di ripartire dal punto esatto della propria morte; in assenza di questi ultimi, il boccone resta comunque meno amaro dal momento che tutto si risolve nel dover ripercorrere solamente il tratto a partire dall’ultimo check point. E’ semplice capire quindi come tali modifiche vadano ad intaccare in maniera decisamente marcata la meccanica di gioco della produzione Capcom, che da gratificante action game per duri e puri diventa un prodotto molto più abbordabile e non particolarmente selettivo. Una scelta positiva dal nostro punto di vista, che a differenza di tante altre riedizioni, modifica realmente il prodotto ponendo delle basi credibili per un eventuale secondo acquisto ovviamente soprattutto per chi, pur affascinato dallo stile del carismatico protagonista e dalle tematiche trattate, non è riuscito ad accettare il livello di difficoltà dell’originale. Ma Devil May Cry 3: Special Edition non è un prodotto indirizzato solo agli utenti “vorrei ma non posso” della prima edizione, ma anche a chi si è innamorato della saga di Dante e vuole approfondire la vicenda con un succoso extra.
Fratello mio
Tale extra risponde al nome di Vergil, o meglio alla facoltà di utilizzarlo come personaggio giocabile in alternativa al protagonista. Purtroppo in larga parte tale possibilità, potenzialmente esaltante, è stata sviluppata con poca attenzione da parte del team di Capcom, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto narrativo. Parlando di giocabilità pura e semplice infatti, controllare il malvagio fratello di Dante rappresenta una più che sensibile variazione, dato che Vergil può contare su differenti stili, armi e abilità rispetto al protagonista del gioco; più forte e con l’abilità Devil Trigger disponibile fin dall’inizio, giocare con Vergil si rivela quindi un ulteriore passo indietro sul fronte della difficoltà complessiva, ma non per questo poco intrigante. Dove però tale soluzione mostra gravi lacune è appunto nel suo inserimento all’interno della trama, o meglio nel suo NON inserimento; sì perchè a parte una nuova sequenza introduttiva, l’avventura del fratello di Dante si limita a calcare pedissequamente gli stessi livelli e boss del consanguineo, senza però un filo narrativo nè con perlomeno una variazione dello scontro finale, che al contrario vede Vergil scontrarsi con sè stesso. Un peccato, dal momento che una maggiore attenzione avrebbe permesso a questo extra di guadagnare importanza e peso specifico sicuramente superiori. Tra le altre novità vanno citati il theater mode, per godersi tutte le seguenze del gioco, il turbo mode per aumentare del 20% la velocità dell’azione, e il Bloody Palace, ovvero un survival mode composto da 9999 livelli (skippabili però anche a colpi di 10 o 100 alla volta). Per il resto la produzione Capcom è rimasta intatta, sia dal punto di vista tecnico -ancor oggi apprezzabile- che per i livelli presenti.
Commento
Partiamo da un presupposto: Devil May Cry 3: Special Edition costa meno di 30 euro. Sulla base di tale prezzo budget, è molto facile giustificare questa riedizione del blockbuster Capcom di un anno e mezzo fa, soprattutto a fronte delle modifiche effettuate al livello di difficoltà. Grazie a tali cambiamenti, DMC3 è ora un gioco che chiunque può affrontare senza grossi timori reverenziali, e che anzi potrebbe benissimo riavvicinare alla serie chi è rimasto scottato dalle eccessive richieste dell’originale. D’altra parte, la leggerezza con cui è stata sviluppata la possibilità di controllare Vergil e la generale scarsa consistenza degli altri extra rendono questa Special Edition un prodotto che chi ha già giocato ed apprezzato la prima edizione può benissimo evitare di acquistare.
Pro
- Un livello di difficoltà finalmente per tutti
- Divertente e frenetico come sempre
- Prezzo budget molto interessante
- Extra non molto intriganti
- Quasi inutile per chi ha l’originale
Ad otto mesi di distanza dalla sua uscita sul mercato americano, attesa questa estremamente consistente dal momento che parliamo di un action game, la Special Edition di Devil May Cry 3 fa finalmente la sua comparsa anche sul territorio europeo, riproponendo e rinfrescando il blockbuster di Capcom a circa un anno e mezzo dalla sua prima apparizione.