S'è parlato parecchio di Devil May Cry: Peak of Combat, e non poteva essere altrimenti: l'action RPG sviluppato da NebulaJoy sotto la diretta supervisione di Capcom punta a portare l'esperienza tipica di DmC su iOS e Android, riproducendo in particolare il solido e spettacolare sistema di combattimento che ha determinato il successo della serie fin dalle origini.
Ebbene, finalmente ci siamo: dopo un aggiornamento che ha sistemato alcune criticità del lancio, Dante, Lady, Nero e Vergil sono entrati in azione per consegnarci un'esperienza frenetica e divertente, a tratti persino sorprendente, sebbene lontana dal "picco" a cui il progetto ambiva: ve ne parliamo nella recensione di Devil May Cry: Peak of Combat.
Storia: l'agenzia è tornata
Esattamente come per il primo capitolo di Devil May Cry, nell'ormai lontano 2001, la trama di Peak of Combat non rappresenta che un semplice espediente per fare in modo che i protagonisti dell'avventura (al momento quattro: Dante, Nero, Lady e Vergil, mentre V arriverà prossimamente) affrontino una serie di missioni man mano più complesse.
È però simpatica la riproposizione dell'agenzia che dà il nome alla saga, rappresentata nella forma di un hub che avremo modo di sviluppare e da cui partire per le nostre spedizioni, seguendo le indicazioni legate alla progressione dei vari capitoli oppure accedendo alle tante sfide extra, anche in cooperativa, che si sbloccano man mano e vanno ad arricchire in maniera sostanziale l'esperienza.
La gilda di cacciatori di mostri si trova in questo caso a dover combattere contro una selezione di nemici e boss che si rifanno appunto alla tradizione di Devil May Cry, all'interno di ambientazioni che ricordano anch'esse gli scenari dei vari episodi pur perdendo qualsiasi riferimento a eventuali puzzle e assumendo il mero ruolo di sfondo per gli scontri.
Purtroppo il tentativo di raccontare una storia interessante non va in porto in Peak of Combat, complice anche una realizzazione delle sequenze d'intermezzo che lascia molto a desiderare, specie per quanto concerne la resa visiva del personaggio di Dante. La buona notizia è che le scene di intermezzo possono essere velocizzate o saltate del tutto.
Gameplay e struttura
I combattimenti sono dunque l'elemento centrale, quasi esclusivo, di Devil May Cry: Peak of Combat, e fa piacere scoprire fin dai primi minuti che in tal senso è stato fatto un ottimo lavoro: i comandi touch sono reattivi e ben disposti, si riesce a eseguire schivate all'ultimo secondo che possono fare la differenza fra vittoria e sconfitta, ci sono diverse concatenazioni e mosse spettacolari, e infine il feedback degli impatti è reso bene.
È possibile sferrare i propri attacchi di base toccando un unico pulsante, con la possibilità di variare la manovra a seconda della durata della pressione, andando poi ad agire su di una seconda icona che determina la disponibilità di un colpo speciale soggetto a ricarica. Di fianco ci sono i comandi per il salto e la schivata, quest'ultima da eseguire all'ultimo secondo per poter sferrare un potente contrattacco, e infine, una volta carica, compare l'icona per una spettacolare Ultimate.
Formata una squadra composta da tre personaggi, tutti potenziabili in vari modi e utilizzando varie risorse differenti, con anche la possibilità di evocare alcune varianti, potremo seguire l'ordine delle missioni e passare da uno scontro all'altro man mano che esploriamo le mappe. Se una sfida è troppo difficile, sulla carta, ci verrà chiesto se desideriamo potenziare i nostri combattenti.
Ecco, questo specifico aspetto delle produzioni free-to-play solitamente rappresenta un problema perché incide artificiosamente sul bilanciamento della difficoltà e costringe a lunghe sessioni di grinding nel tentativo di ottenere le capacità necessarie per poter andare avanti. Fortunatamente, nel caso di Devil May Cry: Peak of Combat possiamo dire che la cosa è stata gestita in maniera piuttosto permissiva e senza grossi vincoli.
Se infatti è vera la presenza di un'energia d'azione (le fette di pizza) richiesta per partecipare alle sfide, al tempo stesso è possibile giocare per ore senza che questo elemento si manifesti in alcun modo. La presenza di numerose attività extra al di là delle missioni principali della campagna permette inoltre di ottenere ciò che serve per potenziarsi.
Lo stesso discorso si estende all'elemento gacha, applicato in Peak of Combat a un roster composto unicamente da quattro personaggi (sebbene ognuno dotato di tre o quattro varianti dotate di mosse e caratteristiche differenti), nonché alle loro armi. Le inevitabili meccaniche di potenziamento, ascensione, promozione e quant'altro sono presenti, certo, ma non in una maniera davvero limitante.
Realizzazione tecnica
È un curioso mix fra soluzioni attuali e datate, il comparto tecnico di Devil May Cry: Peak of Combat. Di sicuro le sequenze di intermezzo lasciano a desiderare, specie per quanto riguarda il modello di Dante, che pure gli sviluppatori hanno cercato di migliorare rispetto a quanto visto durante il soft launch. In gioco la situazione è invece differente, specie laddove si utilizzino le impostazioni grafiche migliori.
Le opzioni consentono infatti di scalare la qualità visiva per andare incontro anche alle caratteristiche dei dispositivi meno recenti ma senza esagerazioni, come dimostra il fatto che su iPhone 14 Pro abbiamo potuto utilizzare le regolazioni migliori senza incorrere nei soliti fenomeni di surriscaldamento, godendo di 60 frame al secondo stabili.
Quello che si muove sullo schermo è dunque molto fluido e l'effettistica aggiunge senz'altro spettacolarità alle sequenze, peccato che il sonoro soffra di diversi glitch nella riproduzione degli effetti e che la traduzione dei testi in italiano risulti spesso molto approssimativa.
Conclusioni
Devil May Cry: Peak of Combat si pone come una valida trasposizione della serie Capcom su iOS e Android, nella forma di un action RPG visivamente bello ma non bellissimo, che si concentra appunto sui combattimenti e lascia ben poco spazio a qualsiasi altra meccanica, dall'esplorazione ai puzzle. Le combo, le special e le concatenazioni legate all'uso di diversi personaggi si traducono in un'esperienza immediata e divertente, che riesce peraltro a non far pesare molto gli inevitabili meccanismi gacha e le pur numerose microtransazioni.
PRO
- Gameplay solido e divertente
- Piuttosto ricco di contenuti
- Gli elementi free-to-play non pesano molto
CONTRO
- Graficamente si muove fra alti e bassi
- Piuttosto limitato sul piano strutturale
- Qualche glitch audio, traduzione italiana approssimativa