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Disaster: Day of Crisis - Recensione

Con un titolo del genere, la produzione Monolith e Nintendo può soltanto essere un disastro... o no?

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   07/11/2008
Disaster: Day of Crisis
Disaster: Day of Crisis
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Un disastro inatteso

Con una rara ma non inedita scelta “europeista”, Nintendo ha scelto di garantire al Vecchio Continente l’esclusiva per quanto riguarda la commercializzazione del prodotto in occidente; per gli USA si parla infatti di 2009, anche se Fils-Aime non sembra abbia intenzione di puntare molto su questo Disaster sul suolo statunitense. Una serie di premesse quindi poco confortanti che porterebbero ad etichettare prematuramente il titolo di Monolith come un gioco mediocre se non da dimenticare. Al contrario Day of Crisis, pur non rivelandosi certamente un capolavoro del calibro delle grandi perle Nintendo, rappresenta una piacevole sorpresa e -non meno importante- va a rimpolpare le altrimenti piuttosto prosciugate fila dei prodotti per Wii dedicati, o perlomeno adatti anche a quel famoso pubblico “hardcore” che sembra sentirsi abbandonato dalla grande N. La sostanza di Disaster fondamentalmente va ricondotta ai 3 stili di gioco che lo compongono: un’avventura in terza persona, uno sparatutto in prima persona su binari “alla Time Crisis” e un racing game. Il protagonista è Ray, ex membro dell’International Rescue Team, una sorta di organizzazione specializzata nel salvataggio in situazioni estreme; proprio durante una missione sul ciglio di un vulcano in eruzione, Ray assiste alla morte del fraterno amico Steve. Una tragedia che lo scuote particolarmente lasciandolo nell’apatia, fino al momento in cui un gruppo di terroristi rapisce la sorella di Steve imponendo quindi un suo ritorno all’azione. Peccato che, in una sorta di fantozziana e incredibile apoteosi di sfiga, a tale problema si aggiunga una serie di catastrofi naturali come terremoti, tsunami, inondazioni, frane e via dicendo che impongono al giovane protagonista di rimembrare le proprie attitudini originarie, dedicando così anche al salvataggio dei cittadini in difficoltà. Questo è fondamentalmente l’obiettivo della sezione adventure in terza persona, in cui si devono attraversare i vari livelli utilizzando la croce del nunchuck per muovere Ray e i tasti per interagire con ambientazioni e i personaggi. L’obiettivo è fondamentalmente quello di dare una mano ai feriti; una volta individuati tramite una specie di “intuizione” di cui dispone il protagonista, si verrà chiamati a risolvere una varietà di minigiochi tramite i quali pulire ferite, steccare fratture, praticare massaggi cardiaci e così via. Una ottima varietà che viene esaltata dalle sezioni sparatutto, che si presentano in diverse occasioni lungo le varie missioni e che richiedono un approccio del tutto diverso, molto simile come già detto a Time Crisis; puntando il Wiimote allo schermo è necessario eliminare tutta una serie di nemici, avendo cura di ripararsi dietro a qualsiasi cosa sia adatta allo scopo e provvedendo a ricaricare per non restare senza munizioni. Non mancano diverse armi da fuoco con caratteristiche differenti, che possono essere acquistate o potenziate tra un livello e l’altro grazie ai punti guadagnati. L’ultimo grosso troncone di gioco è quello rappresentato dalle sezioni di guida, in cui impugnando il Wiimote in orizzontale bisogna fuggire da situazioni pericolose a bordo di diversi veicoli.

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Disazutaaaa

Quando appena descritto concorre nel dare a Day of Crisis un feeling tipico da disaster movie americano, con l’eroe solo contro tutti e sempre pronto ad affrontare una escalation di situazioni al limite delle umane possibilità. Purtroppo lo script, soprattutto per quanto riguarda i dialoghi, si attesta più spesso nel campo dei b-movie trash, per non dire dei film (in questo caso involontariamente) comici; banale, piatta e scontata, la trama si rivela del tutto incapace di dare un senso di realismo alle vicende. Ma proprio per questo setting assurdo e sopra le righe, tipicamente da “giapponesi che fanno gli americani”, per qualche motivo Disaster si rivela davvero divertente, esilarante e coinvolgente. Prova a prendersi sul serio senza riuscirci, ed è così “ignorante” da risultare irrestibile. Ma il gameplay come funziona? Piuttosto bene, davvero. Senza dubbio se dovessimo immaginare dei giochi interamente basati sulle singole sezioni di questa produzione Nintendo, nessuno di essi raggiungerebbe la sufficienza. L’avventura in terza persona è afflitta da controlli legnosi e ben poco moderni, lo sparatutto ha una meccanica ormai superata e che sul lungo periodo non può che risultare ripetitiva, mentre al volante dei mezzi, malgrado il wiimote funzioni in maniera più che soddisfacente in tale contesto, ci si può imbattere in sezioni frustranti da ripetere alcune volte prima di avere un esito positivo. Ma è proprio l’idea di mescolare assieme il tutto che permette a Disaster di mantenersi fresco e divertente, spingendo il giocatore a chiudere un occhio su buona parte dei difetti appena citati. E’ il classico esempio di gioco in cui il tutto è migliore della somma delle singole parti. Per quanto riguarda la componente tecnica, la fatica di Monolith soffre soprattutto per i limiti della console, riconducibili nella bassa risoluzione delle texture e nella mancanza di pulizia dell’immagine. Le ambientazioni sono infatti nella maggior parte dei casi ben realizzate e ricche di dettagli, e la dinamicità legata al continuo susseguirsi di disastri di ogni tipo porta con sè un grande livello di spettacolarità. Peccato invece per le animazioni, decisamente da vecchia generazione, che stonano con la buona modellazione dei personaggi, Ray in testa. Il sonoro potrebbe essere stato invece sicuramente migliore; a parte gli esilaranti dialoghi (in inglese sottotitolati in italiano), alcuni effetti risultano essere davvero pessimi, su tutti il rumore del motore delle auto nelle sezioni di guida. Positivo invece l’accompagnamento musicale, capace di seguire l’azione in maniera convincente.

Disaster: Day of Crisis - Recensione
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Commento

Disaster: Day of Crisis è un inatteso e piacevole prodotto che probabilmente nessuno comprerà, complice una meccanica e un’atmosfera ormai lontana dalle attitudini della console Nintendo e avvilito da una spinta pubblicitaria pressochè inesistente. Un vero peccato dal momento che la fatica di Monolith Soft, pur non priva di difetti, riesce spesso e volentieri a far chiudere un occhio sulle proprie carenze a fronte di un gameplay variegato, coinvolgente e divertente, ben supportato da una trama così trash da risultare irresistibile.

Pro

  • Gameplay variegato e divertente
  • Trama meravigliosamente trash
  • Longevità più che discreta
Contro
  • Meccaniche sempre imperfette
  • Graficamente migliorabile
  • Effetti sonori spesso pessimi