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Disgaea 7: Vows of the Virtueless, la recensione di un ritorno in grande stile

Nippon Ichi ci riprova: Disgaea 7: Vows of the Virtueless riporta la serie sui binari dopo il trascurabile sesto episodio. La nostra recensione.

RECENSIONE di Christian Colli   —   26/09/2023
Disgaea 7: Vows of the Virtueless, la recensione di un ritorno in grande stile
Disgaea 7: Vows of the Virtueless
Disgaea 7: Vows of the Virtueless
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Nippon Ichi non ha gestito proprio benissimo il presunto rilancio della sua serie di punta: Disgaea 6 doveva rompere col passato, rappresentare un soft reboot con un'inedita veste grafica per fare breccia sui nuovi giocatori e invece, come abbiamo visto nella recensione del gioco, ha fatto un tonfo mica da ridere. Contrordine, facciamo un passo indietro, si devono esser detti in quel di Kakamigahara, e nel mentre hanno preso a frustrate i principali fautori del disastro tecnico precedente. In questo senso, si potrebbe dire che Disgaea 7: Vows of the Virtueless sia un titolo riparatore sotto diversi aspetti.

Se amate Disgaea, ecco probabilmente la domanda che vi starà frullando in testa in questo momento: è meglio di Disgaea 5, che in molti considerano l'apice della serie? Se volete saperne di più dovete solo continuare a leggere la nostra recensione di Disgaea 7, che abbiamo provato in versione Nintendo Switch, ma tenete presente che ci rivolgeremo anche e soprattutto ai nuovi giocatori, a quelli che si avvicinano per la prima volta a Disgaea e vogliono capire se investire o meno i loro denari in uno dei migliori GDR strategici in circolazione.

Storie di demoni e Bushido

La trama di Disgaea 7 è idiota come al solito e molto divertente
La trama di Disgaea 7 è idiota come al solito e molto divertente

Non è che abbia molto senso parlare di narrativa in un gioco come Disgaea, che è praticamente un insieme di gag e doppi sensi a ripetizione, dialoghi doppiati in inglese o in giapponese - sottotitoli solo in inglese - tra illustrazioni statiche che seguono un sommario filo conduttore. Qualche Disgaea si è preso più seriamente di altri, ma non è il caso di Vows of the Virtueless che è anzi uno dei più folli episodi che abbiamo giocato in questi vent'anni.

Ormai non ha neanche più senso parlare di cronologia; questa volta ci troviamo a Hinomoto, un universo costituito da diversi Netherworld in cui i demoni seguivano il codice d'onore del Bushido finché non è arrivato il Demmodoro Opener a imporre un regime sadico, roba tipo che chi non paga le tasse va ammazzato finché non muore (sic!). Vabbè, non è terribile come sembra e i demoni tutto sommato l'hanno presa anche bene, soprattutto Fuji, il nostro protagonista, che odia il Bushido, ma odia anche il Demmodoro per ragioni che si scopriranno nel corso dell'avventura.

Perciò Fuji e Pirilika formano una strana coppia: lei invece è ossessionata dal Bushido, praticamente una otaku di prima categoria che intende restaurarlo mettendo insieme le sette armi leggendarie dei Fondatori, manufatti potentissimi che conferiscono poteri straordinari a chi li impugna. E la storia in sostanza è tutta qui. Divisa in episodi, con tanto di stacchetto pubblicitario tra uno e l'altro, segue le peripezie dei protagonisti e degli strambi alleati che si uniranno alla loro causa tra una missione e l'altra. Le dinamiche sono le solite di sempre: c'è un quartier generale e da lì si accede alla campagna o a tutte le varie funzionalità che si sbloccano poco a poco.

Mettersi a fare una sterile lista di quello che Disgaea 7: Vows of the Virtueless aggiunge o toglie alla serie avrebbe poco senso, così come sarebbe una perdita di tempo concentrarsi sui parametri, le statistiche, le percentuali e le innumerevoli possibilità e sinergie che offre il nuovo GDR strategico di Nippon Ichi. Se siete dei fan sfegatati della serie, abituati a costruire per centinaia di ore la squadra perfetta che può infliggere miliardi di danni in un colpo, probabilmente non avete bisogno di nessuna infarinatura.

Le basi del combattimento di Disgaea 7

Le classi di Disgaea 7: Vows of the Virtueless sono più di quaranta e includono mostri e varianti
Le classi di Disgaea 7: Vows of the Virtueless sono più di quaranta e includono mostri e varianti

Noi ci rivolgiamo anche a chi Disgaea non l'ha mai sfiorato, e la prima domanda che si starà ponendo è: si può cominciare da Vows of the Virtueless? Assolutamente sì, e a livello narrativo non ci sono collegamenti agli altri giochi se non vaghi rimandi, mentre in termini di gameplay la questione è più complicata. Disgaea 7 spiega ogni benedetta meccanica con tutorial chiari ed esaurienti. Bisogna leggere le didascalie, assimilarle e poi mettere insieme i pezzi per trarne il massimo. Non è un gioco facile, sicuramente non quanto lo era Disgaea 6, e in generale ci è sembrato più impegnativo rispetto alla media della serie, per una serie di ragioni che andremo a spiegarvi.

In particolare, il sistema di combattimento asincrono potrebbe mettere in difficoltà i neofiti. Il giocatore può schierare un certo numero di personaggi sul campo di battaglia a scacchiera, e durante il suo turno può spostarli e farli agire senza seguire un ordine logico o preciso. Può, per dire, muovere un personaggio vicino a un guaritore, farlo curare, spostarlo da un'altra parte e fargli attaccare un bersaglio. Finché non si usa il comando Execute è possibile annullare ogni decisione, e il turno si conclude solo quando lo decide il giocatore. A quel punto tocca al nemico, poi si ricomincia.

Il quartier generale di Pirilika è bellissimo da vedere
Il quartier generale di Pirilika è bellissimo da vedere

Le basi si intuiscono abbastanza facilmente, ma Disgaea 7 è un titolo che sommerge il giocatore di statistiche, percentuali, parametri, numeri e funzionalità fin dai primissimi minuti. Le nuove leve potrebbero avere qualche difficoltà a barcamenarsi con tutte queste informazioni e descrizioni, specialmente perché il gioco non spiega in modo chiaro il loop centrale, che dipende più che altro da come ci si approccia alle battaglie e da come si torna al quartier generale di Pirilika. A differenza del titolo precedente, per esempio, ora bisogna guarire manualmente i personaggi dopo ogni battaglia, passando per l'Ospedale a pagamento: le missioni lisce sono avare di HL, la valuta principale di Disgaea, e per accumularli bisogna ricorrere a diverse soluzioni che nelle prime ore di gioco sono abbastanza limitate.

Questo significa che, a seguito di qualche battaglia sfortunata in cui magari avete preferito sperimentare invece di andare a colpo sicuro, potreste ritrovarvi con meno HL di quanti ne servano per guarire tutta la squadra, e quindi potreste essere costretti a ripetere le primissime missioni solo per accumulare il denaro necessario a rimettere in sesto i personaggi.

Le armi leggendarie conferiscono l'Hell Mode ai personaggi unici
Le armi leggendarie conferiscono l'Hell Mode ai personaggi unici

È una soluzione abbastanza infelice, bisogna dirlo, ma c'è un rovescio della medaglia: ogni cura pagata si traduce in un'altra valuta con cui si può partecipare a una sorta di estrazione a premi che ricompensa il giocatore con consumabili utili, equipaggiamenti interessanti, HL e Mana. E questo loop serve per superare le prime ore, almeno finché non si sbloccano gli incarichi secondari, ripetibili e non, o l'Item World. A quel punto Disgaea 7 comincia a ingranare davvero. Si aprono molte più possibilità di personalizzazione e sperimentazione, soprattutto ora che Nippon Ichi ha riprogettato l'Item World e l'utilità dell'equipaggiamento, che torna a essere in primo piano. Mettendo insieme le diverse funzionalità che offre il quartier generale, si possono pianificare vere e proprie strategie con cui accumulare risorse a profusione.

Serve davvero tutto questo? In realtà no, a meno che non vogliate spulciare nel profondo quello che Disgaea 7 può offrirvi. La campagna si completa senza troppe paranoie, anche se ogni tanto bisogna fermarsi a lavorare sui personaggi per superare certi scogli o picchi di difficoltà, ma bisogna ammettere che non ha tantissimo senso giocare Disgaea solo per la storia che, come abbiamo detto, è spassosa ma non esattamente memorabile, anche perché il nuovo cast, eccezion fatta per certi personaggi di primo piano, è abbastanza stereotipato.

Tanto o troppo?

La Dark Assembly questa volta si ispira al sumo
La Dark Assembly questa volta si ispira al sumo

Affondare gli artigli in Disgaea 7 significa studiarsi con calma ogni opportunità e sbagliare e riprovare, a volte investendo più tempo del dovuto. Un aspetto di questo settimo capitolo che ci ha lasciato l'amaro in bocca, per esempio, è l'eccessivo numero di funzionalità blindate dietro la consueta Dark Assembly: bisogna pagare in Mana - una valuta che i personaggi guadagnano individualmente - e non è detto che il concilio voti a favore della nostra richiesta. Si può sempre ricaricare la partita, naturalmente, ma non è questo il punto. Per sbloccare certi contenuti bisogna necessariamente investire tempo e sforzi aggiuntivi, soprattutto ora che, a differenza di quanto accadeva in Disgaea 6, l'esperienza che si guadagna in combattimento non è più condivisa e assegnata a fine missione, ma elargita individualmente ogni volta che un personaggio compie certe azioni.

Da una parte, questo significa che si possono manipolare le dinamiche di gioco per sfruttarle a proprio vantaggio. Se volete crescere alla svelta un certo personaggio, potete passare dalla Dark Assembly per fargli guadagnare il triplo dei punti esperienza nella prossima missione e fargli assorbire quella ottenuta dai compagni di squadra: a quel punto potete metterlo in un angolino, spedire in battaglia i personaggi più forti e fargli ottenere tutta la loro esperienza.

La Demonic Intelligente è stata riveduta e corretta
La Demonic Intelligente è stata riveduta e corretta

D'altro canto, Disgaea 7 offre scorciatoie come la Juice Bar, in cui si accumulano i punti esperienza bonus che poi si possono distribuire a piacimento, e la Reincarnazione, che permette di resettare il livello di un personaggio, mantenendo però una percentuale dei valori raggiunti. Tutte cose che i fan di Disgaea hanno già fatto in passato. Si sente una mancanza di innovazione, in questo senso, perché alcune meccaniche sono cambiate, altre sono state stravolte, ma in generale siamo arrivati alla settima iterazione di una serie che è rimasta uguale a sé stessa per vent'anni, e la stanchezza comincia a farsi troppo importante per ignorarla.

Naturalmente ci sono delle novità che mettono un po' di pepe al gameplay. I personaggi unici che mettono le mani sulle armi dei Fondatori possono soddisfare alcuni requisiti per attivare un potenziamento temporaneo, chiamato Hell Mode, che li rende molto più forti e conferisce loro abilità e mosse speciali aggiuntive. In questo senso, Nippon Ichi ha lavorato meglio sui personaggi unici, che ci sono parsi più equilibrati e versatili rispetto al passato: i super appassionati probabilmente continueranno a preferire le unità personalizzabili, che possono attingere a una pletora di classi diverse, ma i giocatori dell'ultima ora potranno tranquillamente schierare Fuji, Pirilika, Ceefore e compagnia per finire la storia.

Le Squadre conferiscono diversi vantaggi
Le Squadre conferiscono diversi vantaggi

Disgaea 7: Vows of the Virtueless è pur sempre un titolo in cui si possono raggiungere livelli ridicoli tipo 9.999, infliggere danni nelle misure di miliardi, assistere a catene di contrattacchi che non finiscono più. Lo sviluppatore giapponese ha anche rivisto e corretto la maestria nelle armi - ora ogni categoria sblocca un certo numero di abilità - e i mostri, che sono stati diversificati meglio che in passato e ora hanno un loro perché. Meccaniche come il sollevamento e il lancio oppure il sistema dei Geo Panel - porzioni di mappa che si possono influenzare con vantaggi o svantaggi conferiti da piccole piramidi spostabili - tornano in misure tali e quali ai precedenti episodi, ma il level design delle mappe ci è sembrato nettamente più ragionato, specialmente nella campagna, mentre nell'Item World procedurale si è preferito optare per mappe da completare a spizzichi e bocconi.

Nippon Ichi ha anche cambiato la Demonic Intelligence, cioè la funzionalità che permette di impostare una serie di parametri logici - tipo i Gambit di Final Fantasy XII, per intenderci - per automatizzare gli scontri. Non solo ora consuma una risorsa limitata che bisogna accumulare combattendo, ma non si possono automatizzare i combattimenti se non nelle mappe della campagna già completate. Mappe che, peraltro, potremo visitare in un secondo momento come in un normale GDR per trovare collezionabili e missioni secondarie speciali.

Un Prinny ingigantito dalla nuova Jumbification
Un Prinny ingigantito dalla nuova Jumbification

La dinamica di gameplay più innovativa di Disgaea 7 è la cosiddetta Jumbification. Soddisfatti alcune condizioni, è possibile ingigantire un personaggio della squadra che si ergerà sulla mappa per tre turni come un vero e proprio kaiju, con tanto di scenetta introduttiva che fa il verso ai disaster movie. Il personaggio jumbificato può attaccare in due modi: può colpire un'ampia area della mappa, infliggendo caterve di danni - che scalano per giunta - a tutte le unità prese nel mezzo, oppure puntare a un personaggio nemico che si è jumbificato a propria volta.

Dapprincipio, la Jumbification non ci aveva particolarmente entusiasmato. Serve a chiudere le missioni in fretta; una volta riempito l'indicatore, si ingigantisce un personaggio e si fanno a pezzi i nemici rimasti in un batter d'occhio. Ma proseguendo nel gioco, via via che la difficoltà aumenta e l'intelligenza artificiale si incarognisce, la Jumbification assume contorni sempre più strategici: i nostri kaiju servono ad attirare l'attenzione di quelli nemici, che preferiranno colpire loro che le nostre unità normali, e contemporaneamente bisogna correre contro il tempo perché la durata è limitata e non si può restare sguarniti alla mercé di un Godzilla avversario.

Miglioramenti tecnici

I modelli 3D sono curati ma Disgaea 7 è un titolo antiquato
I modelli 3D sono curati ma Disgaea 7 è un titolo antiquato

Stiamo omettendo diverse particolarità nella nostra disamina, come le Squadre in cui è possibile riunire i personaggi per ottenere dei bonus specifici, la riprogettazione delle Innocence nell'Item World, gli attributi casuali che influenzano le armi e gli accessori... Ce ne sarebbe da dire, ma sono tutte informazioni che interesseranno soprattutto una certa nicchia di giocatori, quelli che a questo punto hanno già capito se vogliono giocare o meno a prescindere questa nuova iterazione di Disgaea e che troveranno pane per i loro denti.

Lo strategico Nippon Ichi può durare una trentina di ore come trecento, tutto dipende da come lo si approccia, e i contenuti extra sono significativi: missioni secondarie, personaggi unici segreti da sbloccare, super boss da sconfiggere e così via. Lo stesso Item World, ora che si possono rincarnare anche gli oggetti, rappresenta un contenuto praticamente infinito, e la modalità multigiocatore, per quanto scarna, merita comunque una menzione.

Oggetti, armi e accessori hanno più importanza di prima
Oggetti, armi e accessori hanno più importanza di prima

Certo il problema sta tutto nel superare lo scoglio della ripetitività, non solo in termini di gameplay, ma anche nelle somiglianze tra questo Disgaea 7 e i precedenti. Le tante opzioni permettono di personalizzare la partita, velocizzando animazioni e movimenti, cancellando automaticamente le scenette in combattimento, saltando a piè pari gli intermezzi della storia: si può giocare un po' come si vuole, ma resta il fatto che la serie ha cominciato da tempo ad arroccarsi su sé stessa anche in senso tecnico.

Rispetto a Disgaea 6, che era un mezzo disastro, per fortuna si sono fatti passi avanti. L'engine è sempre lo stesso, ma i modelli 3D sono molto più definiti e particolareggiati, a questo giro, con animazioni maggiormente fluide e curate, sia nelle scenette d'intermezzo di incantesimi e attacchi speciali, sia sul campo di battaglia vero e proprio. Disgaea 7 è in generale un titolo coloratissimo, che riflette la brillante vivacità degli scenari di Hinomoto soprattutto sullo schermo OLED, con un character design tagliente che farà impazzire gli amanti dell'animazione nipponica.

Con le prestazioni di Disgaea 6 al lancio della versione Nintendo Switch non c'è neppure paragone: le due modalità grafiche garantiscono l'una una maggiore fluidità e l'altra una migliore definizione dell'immagine, con visibili rallentamenti solo nelle mappe più affollate che comunque non infastidiscono troppo. È tutto migliorato - e anche le musiche di Takeshi Matsumoto e Tomohiro Horihata, che sostituiscono lo storico Tenpei Sato, si difendono bene - ma forse si comincia a sentire veramente il bisogno di un salto generazionale che proietti Disgaea nel futuro senza snaturarlo.

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 59,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (1)
8.2
Il tuo voto

Pur non essendo un trionfo di originalità e innovazione, Disgaea 7: Vows of the Virtueless è un ritorno alla complessità che ha fatto della serie Nippon Ichi una delle più amate nel genere degli strategici a turni. Lo sviluppatore giapponese ha messo il cuore in questa iterazione che, nonostante i suoi limiti tecnici, garantirà ai fan sfegatati di Disgaea tantissime soddisfazioni. Lo consigliamo anche agli amanti del genere che si avvicinano per la prima volta a questo marchio, ma li dobbiamo avvertire che la scalata è ripida e il gioco si prende i suoi tempi, anche piuttosto maldestramente, prima di ingranare davvero la marcia.

PRO

  • Forse l'iterazione di Disgaea migliore e più completa
  • Una maggiore possibilità di personalizzazione e sperimentazione

CONTRO

  • La progressione non è proprio bilanciata a puntino
  • Costante senso di déjà vu per i veterani della serie