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DOOM 1 e 2, la recensione mobile

Abbiamo recensito le versioni mobile di DOOM 1 e 2, ossia dei classici che hanno reso grande id Software nella prima metà degli anni '90

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   12/08/2019
Doom
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Una recensione di DOOM e DOOM 2 Hell on Earth di id Software non può che iniziare con un momento di nostalgia. Attualmente gli apparecchi mobile più performanti possono far girare titoli infinitamente più complessi, dal punto di vista tecnico, dei primi due DOOM. Nondimeno chi nel 1993 combatté per farli girare sul suo PC proverà inevitabilmente una fitta al cuore nel vederli riprodotti in maniera praticamente perfetta sullo schermo di un telefono. Il marine spaziale armato fino ai denti contro i demoni; Aliens incontra La Casa 2; I Carmack, Romero e Tom Hall che sviluppavano alternando il lavoro a lunghe sessioni di D&D, condite da patatine fritte e altro cibo spazzatura; le idee sulla trama di Tom Hall che venivano scartate (poi sarà scartato egli stesso) perché per Carmack la trama nei videogiochi è come quella dei film porno: magari deve esserci, ma non è così importante.

L'importante era l'orgia di tecnologia e brutalità che doveva riempire lo schermo, disegnata da un motore grafico che faceva letteralmente cadere la mascella. I DOOM per mobile sono un'altra cosa. Di base sono una mera celebrazione, che in quanto tale è completamente superflua. Non hanno niente di nuovo da dire e non pretendono nemmeno di farlo. Sono semplicemente un tentativo di trapianto di una delle coppie di videogiochi più importanti di sempre su dei sistemi che rischiavano di rigettarle senza troppi complimenti, tanta è la distanza ideologica con la piattaforma per cui i DOOM sono stati creati. Quindi, mito a parte, qui non c'è niente che miri a sconvolgere chicchessia.

DOOM 1 e 2, la recensione mobile

Anzi, giocati oggi i DOOM hanno un che di naif, con quell'ultraviolenza che ormai è stata ampiamente digerita e superata e con quelle soluzioni di level design e di concezione della campagna single player che sono praticamente sparite dal mercato, perché troppo complesse e, secondo alcuni, innaturali, in nome dell'apertura del genere (e del mondo dei videogiochi tutto) alle masse.

Per sempre DOOM

In DOOM il marine spaziale, meglio conosciuto come il Doomguy, viene spedito su Marte dopo essersi rifiutato di uccidere dei civili disarmati sulla Terra e aver preso a pugni un suo superiore. Il nostro deve indagare su di un incidente causato da alcuni esperimenti fatti con il teletrasporto tra Fobos e Deimos, le due lune di Marte. Al suo arrivo la situazione è già precipitata: il personale della base è stato sterminato, Deimos è irraggiungibile via radio e la base di Fobos è piena di mostri infernali. Al Doomguy non resta che impugnare la sua pistola e darsi alla strage, perlustrando i livelli che compongono la base alla ricerca di armi più potenti, protezioni, kit medici per curarsi in caso di ferite (l'energia non si ricarica da sola) e aree segrete in cui solitamente si trovano le risorse migliori.

DOOM 1 e 2, la recensione mobile

In DOOM 2 Hell on Earth l'azione si sposta sulla Terra (come intuibile anche dal sottotitolo): visto che il Doomguy si è dimostrato troppo coriaceo per loro su Marte, i demoni decidono di attaccare il nostro amato pianeta massacrando tutti. Raggiunta la Terra, il marine aiuta alcuni sopravvissuti a scappare, ottenendo in cambio indicazioni sulla sorgente del male, che ovviamente decide di fermare a colpi di doppietta. In generale i due DOOM condividono le stesse meccaniche di gioco, nonché lo stesso motore grafico. DOOM 2 ha dei nemici e il super shotgun in più, ma per il resto è semplicemente DOOM rivisto e corretto. È un po' più pesante dal punto di vista grafico, ma oggidì è davvero difficile rendersene conto. Va detto che i due giochi sono strutturati in modo leggermente differente: DOOM è diviso in cinque episodi selezionabili, formati ognuno da circa otto livelli, mentre DOOM 2 ha una sola campagna divisa in trenta livelli e come extra include i venti 'Master Levels', all'epoca venduti come un'espansione vera e propria.

Controlli touch

Il gameplay dei DOOM è sempre quello che ha canonizzato (non inventato, badate bene) il genere degli sparatutto in prima persona, ma francamente rende maluccio con i controlli touch. Di default, la parte sinistra dello schermo viene usata per i movimenti, quella centrale per le interazioni e quella destra per le armi. Nonostante il blocco dell'asse Y (era così anche l'originale) renda il sistema di controllo più semplice rispetto a quello degli FPS più recenti, dopo pochi minuti di gioco diventa evidente come i DOOM si adattino maluccio ai controlli touch, che risultano fin troppo scivolosi. Il problema è però anche un altro: gli FPS moderni per sistemi mobile sono già pensati con in testa i controlli touch, non solo a livello di interfaccia, ma anche nel level design e nell'intelligenza artificiale dei nemici.

DOOM 1 e 2, la recensione mobile

I DOOM hanno invece una struttura labirintica che obbliga a continue svolte e i nemici sono quelli di allora, quindi assolutamente indifferenti ad alcune imprecisioni imposte dal nuovo sistema di controllo. Insomma, con i controlli touch non siamo riusciti a giocare decentemente oltre il terzo livello di difficoltà (su cinque). Probabilmente con un po' d'impegno è possibile fare meglio anche nei due avanzati, ma la nostra esperienza in tal senso è stata abbastanza frustrante, pur partendo da un'ottima conoscenza dei due DOOM. Provati invece con un controller bluetooth (il Gamesir 4Gs ndr) la situazione è migliorata enormemente e siamo riusciti a giocare entrambi i capitoli senza problemi anche a difficoltà più elevate.

Dettagli tecnici

Come già detto, dal punto di vista tecnico i DOOM mobile sono identici alle altre versioni. Tre appunti possono essergli mossi: il primo riguarda la mancanza completa di configurazioni grafiche, che impone la presenza dell'interfaccia a schermo, decisamente inutile per chi è sempre stato abituato a giocare senza. Altro appunto riguarda la necessità di connettersi all'account di Bethesda per giocare (solo al primo avvio), account di cui non si capisce bene la funzione. Del resto il lato multiplayer è completamente assente, quindi a che pro? Molti l'hanno letto come un fastidioso DRM per dei titoli che non ne hanno bisogno, visto a chi sono rivolti.

DOOM 1 e 2, la recensione mobile

Il terzo appunto riguarda il supporto per le mod. Considerate che su Android è possibile scaricare l'applicazione Freedom che permette di prendere i file degli originali per PC e avere i giochi completi, oltretutto molto più configurabili. Freedom consente anche di lanciare mod, quindi, perché non aprire maggiormente la versione mobile? Ossia, perché esporsi a un confronto che va impietosamente a favore di una produzione amatoriale? Per il resto non ci sono particolari appunti da muovere a due giochi che ormai dovreste conoscere tutti molto bene, anche solo di nome: sono DOOM e DOOM 2, se vi sono piaciuti, vi piaceranno anche in versione mobile.

Conclusioni

Versione testata Android, iPhone
Digital Delivery App Store, Google Play
Prezzo 5,49 €
Multiplayer.it
6.9
Lettori
ND
Il tuo voto

Difficile definire quanto DOOM e DOOM 2 possano interessare i giocatori mobile moderni. Di nostro continuiamo a trovarli per certi versi ancora superiori a molti titoli attuali, in particolare per il design labirintico che li caratterizzava, che rende l'azione più varia e consente soluzioni ormai dimenticate nella costruzione dei livelli. Detto questo è impossibile non sottolineare che proprio il pubblico di riferimento dei DOOM, ossia quello che conosce gli originali su PC, potrebbe trovare insopportabili i controlli touch, secondo noi poco adatti a un titolo simile. Trattandosi di una mera operazione celebrativa a molti non importerà, ma è giusto sottolineare che è meglio giocarli con un controller compatibile se si vuole avere un'esperienza affine a quella originale. Considerate anche che se avete seguito i DOOM fino a oggi, probabilmente avete installato più di qualche mod su PC, mentre le versioni ufficiali per mobile sono monche in tal senso. Ciò significa: niente livelli extra, niente arricchimenti grafici, niente total conversion, niente revisioni dell'interfaccia e così via. In particolare la versione iOS non ha alcuna prospettiva di essere aperta, mentre la versione Android è più libera, anche se offre qualche difficoltà di troppo rispetto alle soluzioni non ufficiali. Insomma, la nostalgia va bene, avere i DOOM sempre con sé anche, ma in ultima analisi è impossibile non notare che i port ufficiali sembrano essere delle versioni castrate di entrambi i giochi.

PRO

  • Sempre piacevoli da giocare
  • Level design da riscoprire
  • Due classici immortali
  • La celebrazione di un mito

CONTRO

  • Controlli touch non proprio eccezionali
  • Manca molto di ciò che i DOOM sono diventati
  • Nessuna opzione di configurazione
  • Niente multiplayer