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Dreams, la recensione

Media Molecule ci regala un vero e proprio inno alla creatività, dove il videogioco è soltanto una delle tante possibilità a nostra disposizione. Ecco la nostra recensione di Dreams

RECENSIONE di Francesco Serino   —   15/02/2020
Dreams
Dreams
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Dopo tanta attesa, ecco a voi la recensione di Dreams, il nuovo progetto Media Molecule che esce dalla sua lunga beta perfezionato sotto ogni aspetto. Ma la nuova esclusiva PlayStation non è il classico videogioco, sarebbe riduttivo trattarlo come tale: Dreams è più uno strumento, una chiave, che ci fornisce l'accesso a un laboratorio creativo globale come non ne esistono altrove. Un'idea coraggiosa sia per chi la concepisce e sviluppa, che per gli impavidi che devono sovvenzionarla credendoci fino in fondo, proprio come ha fatto Sony con questo originale generatore di sogni.

Somnium

Del resto di cosa sono fatti i videogiochi? Sicuramente di linguaggio macchina, di tanti uno e altrettanti zero, di fatica umana. Eppure, nonostante i tanti elementi in ballo, l'ingrediente più importante di tutti è quello metafisico: come noi siamo fatti prevalentemente di acqua ma la nostra essenza è l'anima, quella del videogioco è, al netto dei tecnicismi, il sogno. I videogiochi sono composti da sogni umani che grazie a una cura digitale acquistano colori, forme e gameplay. Chi vuoi essere oggi? Un guerriero senza macchia o il più infido dei pirati, un comandante di una nave spaziale o un soldato al fronte, un tycoon dei trasporti o un condottiero giapponese? Scegli e verrai accontentato. Vuoi volare tra le nuvole come un super eroe, essere Spider-Man e volteggiare per New York, visitare posti mai visti attraverso la realtà virtuale? Nessun problema amico mio, c'è sicuramente il software che fa per te, pronto ad esaudire ogni tuo desiderio, pronto a concretizzare ogni tuo sogno.

Materia creativa

Con Dreams, Media Molecule spoglia il videogioco della sua scocca per mostrarci l'onirico magma che ribolle al suo interno, e questo è un flusso composto da numerosi filamenti, ognuno associato a diversi campi dell'arte. Come il cinema, più del cinema, il videogioco infatti racchiude in sé ogni forma artistica: i poligoni vanno scolpiti, le texture sono un dipinto, le musiche vengono composte, gli attori diretti e i gameplay immaginati e costruiti. Per questo, mentre in LittleBigPlanetil videogioco è quasi sempre il fine ultimo, di chi crea e di chi si limita a fruire delle creazioni altrui, in Dreams è soltanto uno dei possibili risultati del computo finale. Qui ognuno è libero di utilizzare tutta o solo parte di questa iridescente materia prima messa a disposizione, rendendo possibile dar forma a idee di ogni tipo, dal videogioco più complesso al più elementare disegno bidimensionale, per poi indicizzare ogni opera in modo che gli interessati possano trovarla con facilità.

Puoi tirar fuori la testa di Beethoven da un poligono come uno scultore farebbe dal marmo, utilizzare una tela virtuale per un autoritratto improvvisato, comporre un brano musicale o creare una marionetta di un tirannosauro, e tutto attraverso i potenti quanto intuitivi strumenti di Dreams. Media Molecule ha praticamente applicato il concetto di gamification all'arte, oltretutto costruendoci attorno una straordinaria piattaforma di libero scambio: ogni creazione può essere messa a disposizione degli altri utenti in modo che diventi parte dello scenario di un'installazione artistica, come nel caso di un fondale particolarmente ben fatto, o il protagonista di un action a tutto tondo, e il tirannosauro di prima sarebbe un ottimo candidato. Non c'è nemmeno il rischio di non essere ringraziati: qualora venisse utilizzata la creazione di un utente all'interno di un'opera altrui, Dreams inserirà automaticamente il suo nome/nick nei crediti della stessa.

Ma la cosa più interessante è il poter formare un vero e proprio team di sviluppo, in modo che più persone possano lavorare contemporaneamente sullo stesso progetto, per esempio un videogioco particolarmente complesso. Del resto pochi sanno fare tutto, e viste le potenzialità di Dreams è lecito anche puntare in alto, a giochi con tanta dignità da non sfigurare in vendita sul PlayStation Network (Non dimentichiamoci che To The Moon è fatto con RPG Maker!), ma per arrivare a tanto è necessario che ci sia un gruppo dotato di diverse specializzazioni.

Dreams, la recensione

Passo dopo passo

Tanto potente quanto facile, è questo il punto di forza di questo ultimo lavoro targato Media Molecule. Dreams non può limitarsi ad essere il classico quanto noioso ambiente di lavoro, altrimenti non sarebbe diverso dall'Unreal Engine o da Unity, i classici motori utilizzati in ambito professionale. La forza di Dreams è l'aver trovato un punto di contatto quasi perfetto tra facilità d'uso e complessità, e il merito va al tentativo di simulare ogni impeto creativo in modo che l'esecuzione sia il più possibile simile a quella reale. Il Dualshock, e con più efficacia i PlayStation Move, si trasforma così in martello e scalpello, in mani virtuali capaci di dar forma a questa sorta di plastilina magica che esiste solo al di là dello schermo, ma con la potenza di un ambiente digitale che permette di copiare e incollare montagne, ruotarle e ridimensionarle a piacimento. Il resto è affidato a una miriade di menù che andranno a gestire gli effetti più avanzati, tutti accompagnati da un testo a comparsa che ne descrive le funzione.

Naturalmente non saremo lasciati totalmente a noi stessi: per insegnarci a lavorare con Dreams, Media Molecule ha messo in piedi una serie di tutorial molto divertenti, perfezionati e arricchiti nel corso della fase beta, dove si impara mettendo subito in pratica la teoria, quindi a tutti gli effetti giocando. Non vogliamo però illudervi, finire i tutorial a volte non basta: Dreams è facile, facilissimo, ma non così tanto da trasformare una motozappa in Shigeru Miyamoto in una sola settimana. Per quanto intuitivi e stratificati, in modo da accedere alle loro funzioni più complesse solo se necessario, i colorati menù di Dreams richiedono un certo allenamento per essere sfruttati a dovere. Inoltre alcuni di questi menù sono più semplici di altri: trasformare un parallelepipedo in un grattacielo, tirar su la classica casetta sulla collina con il comignolo fumante è sorprendentemente facile, ma lo stesso non si può dire delle logiche che permettono di costruire i gameplay, funzioni che richiederanno diversi passaggi sugli stessi tutorial per essere comprese appieno.

Dreams, la recensione

Il sogno di Art

Per fornirci un'idea concreta di quanto è possibile fare utilizzando Dreams, in questa versione finale Media Molecule ha aggiunto una piccola ma efficacissima avventura dalla durata di circa tre ore. Il titolo dell'opera è Il sogno di Art, un musicista depresso che decide improvvisamente di abbandonare la jazz band in cui suona da una vita. Un pretesto perfetto per un viaggio surreale, esistenziale, tra il sogno e la realtà, per un'esperienza interattiva che si fa strada trasformandosi in tanti generi diversi: a tratti avanzerà come un platform, poi come un avventura punta e clicca che non lesina momenti in cui l'azione è preponderante. Il tocco Media Molecule si vede nello stile grafico, si legge nei divertenti testi, si ascolta nella mastodontica colonna sonora e soprattutto si gioca, attraverso dozzine di invenzioni e reinvenzioni. Attenzione però, il sogno di Art non è assolutamente paragonabile alle avventure principali incluse nei precedenti giochi Media Molecule: i Little Big Planet infatti venivano venduti come platform con l'editor incluso, a prezzo pieno tra l'altro, in questo caso è Dreams stesso l'editor, mentre Il sogno di Art rappresenta l'optional di gran classe. Non che manchi da giocare: tutto ciò che è stato realizzato dagli utenti in questo primo anno passato in beta è ancora a disposizione di chiunque abbia una copia di Dreams.

Dreams, la recensione

Usalo come vuoi

Attualmente ci sono centinaia di giochi più o meno completi e di ogni genere immaginabile, tra questi ci sono anche giochi multiplayer, con classifiche globali e record da battere. La maggior parte sono prodotti estremamente semplici, imperfetti, ma tra questa bolgia inconcludente di cloni e prototipi si nascondono un bel po' di gemme, a dire il vero sono anche piuttosto numerose se consideriamo che Dreams è uscito ufficialmente soltanto ora. Ancora una volte dobbiamo sottolineare il fatto che Dreams non è soltanto questo, e che di conseguenza il suo utilizzo cambia a seconda del momento: in questo anno passato in sua compagnia, abbiamo caricato Dreams come se stessimo aprendo il cassetto delle chine e dei colori, in piena botta creativa o per rilassarci vedendo le nostre creazioni prender vita, ma lo abbiamo anche fatto per un po' di sano zapping che in compagnia di qualche amico e una bottiglia si è sempre rivelato estremamente piacevole (saltare tra un'opera e l'altra non richiede praticamente nessun tipo di caricamento).

Ci si ritorna volentieri anche per controllare la risposta a ciò che si è pubblicato: non c'è niente di meglio che veder spuntare un mi piace o addirittura un commento positivo sotto un proprio lavoro. E poi ci sono i contest organizzati da Media Molecule: ogni due settimane viene proposto agli utenti un tema ben preciso su cui lavorare (al momento è "Sogno Medievale", il precedente è stato "Cibo"). Una volta iscritto un lavoro a un contest, questo potrà essere votato dagli altri utenti fino a quando non verranno decretati i vincitori; da notare che è possibile iscrivere qualsiasi tipo di progetto, da un brano musicale a un logo animato, l'importante è che sia in linea con il tema proposto.

Dreams, la recensione

Tanti, pochi, nessuno

Rispetto alla beta, oltre all'aggiunta de Il sogno di Art e di altre piccole sfide che ci permetteranno di sbloccare nuovi asset da usare nelle nostre creazioni, la versione finale di Dreams porta con sé una grafica più morbida e nuovi e più esplicativi tutorial. Aggiunto anche il supporto ai PlayStation Move e al Dualshock senza l'uso dei sensori di movimento, per chi si confonde ad usare il giroscopio all'interno del pad PlayStation. Naturalmente usare i Move è totalmente diverso dall'usare il pad, ma i due diversi tipi di controller non si escludono a vicenda, per questo è possibile tenerli tutti accessi e a portata di mano in modo da cambiarli al volo senza bisogno di entrare in un menù o mettere in pausa. Questo è quanto, e non è affatto poco.

Il problema, come già detto dopo i nostri primi contatti con Dreams, è che per convincere gli utenti a fare qualcosa di davvero sorprendente, quindi a sfruttare appieno ciò di cui questo software è capace, è necessario offrirgli molto più di una manciata di like, o un primo posto a un concorso senza premi. Perché imparare ad usare Dreams per non tirarne fuori nulla di concreto, quando con un po' di sforzo in più si può imparare a usare un engine da mettere nel curriculum? Inoltre con prodotti come RPG Maker puoi distribuire i tuoi giochi, sperare di guadagnarci sopra, mentre con Dreams questo non è (ancora) possibile. Certo, nessuno rende così divertente creare come Dreams, ma la nostra paura è che la potenza di questo software abbia superato e di tanto quanto l'utente medio è disposto a fare in cambio di... niente. Poi è vero che un lavoro particolarmente brillante, un autore che viene costantemente selezionato tra i migliori, potrebbe comunque attirare l'attenzione di qualche software house, magari della stessa Media Molecule come già è accaduto strada facendo durante lo sviluppo dello stesso Dreams, ma sarebbe comunque un caso tra tanti, e per questo stesso motivo quei tanti potrebbero diventare sempre meno, fino a diventare pochi, pochissimi, nessuno.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (75)
8.6
Il tuo voto

Come strumento creativo, Dreams è senza dubbio un capolavoro. Qui dentro troverete tutto quel che serve per sfogare digitalmente i vostri attacchi d'arte. Volete mettere alla prova le vostre teorie sul game design? Volete farvi un nome modellando animali? Volete creare la miglior colonna sonora fantasy mai fatta? Con Dreams potrete fare tutto questo e moltissimo di più, sempre che troviate la giusta motivazione.

PRO

  • Uno strumento potente e intuitivo
  • Fare zapping tra le creazioni è uno spasso
  • Contest creativi sempre nuovi

CONTRO

  • Il sogno di Art non giustifica l'acquisto
  • Facile... ma mica così facile
  • Trovata l'ispirazione, va cercata la motivazione