Ombre e polvere
L’inizio del gioco è sicuramente dei più promettenti: un epico FMV introduce il giocatore nella non troppo articolata trama di D&D Heroes. Il preludio mostra la battaglia finale, avvenuta 150 anni prima dei fatti che si andranno ad affrontare, fra quattro indomiti eroi ed un potentissimo mago di nome Kaedin, reo di aver portato morte e distruzione al fine di colmare la sua sete di potere. Stremati e praticamente in ginocchio, i quattro paladini della giustizia riescono a sconfiggere il tiranno che, nonostante l’avanzata agonia, scatena un ultimo devastante incantesimo, con conseguente morte di tutti i combattenti. Passati 150 anni, e dunque arrivati nell’epoca in cui si svilupperà il plot narrativo del gioco, il mondo torna nuovamente ad essere minacciato da Kaedin, riesumato da un gruppo di incoscienti chierici, sprovveduti a tal punto da credere di poter governare un simile potere. La contromossa dei “buoni” verte in un’unica direzione: resuscitare coloro che ebbero il coraggio e l’abilità di sconfiggere in passato il potente mago. Quattro giustizieri, quattro eroi. A questo punto la palla passa al giocatore, che dovrà optare per una delle classi disponibili nel gioco.
Classi di razza, razze di classe
- Guerriero-Umano
- Mago-Elfo
- Ladro-Elfo
- Chierico-Nano
Al mio segnale scatenate l’inferno
L’attesa per questo titolo targato Atari è stata giustificatamente elevata per due fattori: il grande interesse che si cela dietro tutto ciò che concerne Dungeons & Dragons e la possibilità di giocare contemporaneamente con tre amici senza l’ausilio dello split screen. I più attenti infatti ricorderanno la pecca più grossa che affliggeva Baldur’s Gate: Dark Alliance, ovvero una modalità multiplayer che permetteva soltanto a due giocatori di cooperare all’interno dell’avventura. Per questo Atari s’è prodigata al fine di dare alla sua creazione tutte le varianti del caso. Il gioco è un action-RPG di stampo occidentale fortemente votato al hack&slash, che presenterà folte orde nemiche prese direttamente dai set del gioco originale. S’inizia con la consueta selezione del proprio alter ego fra quattro personaggi di classe, razza ed attributi ben precisi: un guerriero umano, un chierico nano, un ladro ed un mago appartenenti alla razza degli elfi. Creare un personaggio equilibrato sarà un’opera minuziosa, in cui necessiterà tener conto di tanti particolari: l’equipaggiamento ed il relativo peso; le abilità offensive, difensive e di evasione; nonché tutti i parametri delle caratteristiche, che s’evolveranno a discrezione del giocatore. Una volta selezionato l’eroe più consono alle proprie esigenze si parte con un tutorial, giusto per impratichirsi con l’intuitivo sistema di controlli. Atari in questo senso ha realmente lavorato bene, dotando il suo action-Rpg di un’interfaccia controlli semplice da utilizzare, nonostante l’ampio numero di possibilità offerte al giocatore. Sostanzialmente la storica software house altro non ha fatto che destinare alcuni tasti del pad Xbox ad azioni ben precise, lasciando invece liberi di essere configurati in- game tre dei quattro frontali; inoltre, al fine di non rendere troppo caotica la manovra, ha implementato una sorta di rallentamento dell’azione. Il risultato è ottimo, come ottimo è anche il variegato battaglione di nemici: Hobgoblin, Draw, Golem e Mind Flayer giusto per citarne alcuni; tutti con le loro peculiari caratteristiche, abilità e pattern d’attacco. Affrontare un Hobgoblin che predilige lo scontro frontale non porterà il giocatore ad avere lo stesso approccio che combattere con un Mind Flayer, uno stregone dai poteri telecinetici devastanti.
La linea d’ombra
Ad inficiare un gameplay fin qui ricco di spunti è proprio l’ombra del passato, in parole povere Baldur’s Gate: Dark Alliance, il massimo esponente del genere su console. Sin dai primi passi effettuati nel gioco si avrà la nitida e netta sensazione di deja vu. Tutto riconduce al titolo Snowblind Studios: dai menù di gioco alla creazione del personaggio, dalle ambientazioni alle abilità. Addirittura sarà presente un boss identico e collocato grossomodo allo stesso punto dell’evolversi della storia di BGDA, ovvero a metà gioco. Certo, entrambi i titoli si avvalgono del medesimo set di regole del gioco da tavolo, però Atari non ha fatto molto per togliere quell’alone di già visto al suo prodotto. Sembra quasi che abbia attinto a piene mani da un prodotto di successo per andare sul sicuro, ottenendo, però, l’effetto contrario a quello voluto.
Alchimie poligonali
Come dire: dalle stelle alle stalle. Siamo partiti in pompa magna, per poi scemare lievemente, fino ad arrivare alla realizzazione tecnica, vero punto debole del titolo Atari. Graficamente Dungeons & Dragons: Heroes se la cava senza infamia e senza lode, presentando modelli poligonali poco definiti e con animazioni non sempre all’altezza. Le ambientazioni tutto sommato non sfigurano, anche se da un hardware come quello Xbox è lecito aspettarsi molto di più. Stesso dicasi per gli effetti che, tranne l’azzeccato motion blur presente su tutte le sorgenti di calore, sono praticamente ridotti all’osso. La nota più dolente riguarda il frame rate, reso insicuro da un motore poligonale spesso in affanno, anche se parzialmente giustificato dal gran numero di nemici presenti perennemente su schermo. La camera dal canto suo se la cava proprio bene, offrendo al giocatore tutto il dinamismo e la libertà d’inquadratura necessari. Piuttosto anonimo è il comparto sonoro, che se da un lato presenta effetti buoni e precisi, dall’altro sfigura per dei motivi di sottofondo tutt’altro che ispirati.
Commento
Dungeons & Dragons Heroes è un titolo godibile, che si eleva a potenza se giocato in compagnia. Le buone idee proposte da Atari perdono parte del loro valore se confrontate con una realizzazione tecnica tutt’altro che encomiabile, nonché con l’eccessiva somiglianza a Baldur’s Gate Dark Alliance. In definitiva il titolo in questione si rivolge soprattutto agli appassionati del genere e a chi è alla perenne ricerca di una buona avventura da affrontare spalla a spalla con gli amici. Attenzione però a quanto detto sopra: chi ha avuto a che fare con il gioco Snowblind Studios, e non ne sia rimasto affascinato, potrebbe deporre prematuramente armi e pad.
- Pro:
- Sistema di controlli intuitivo.
- Divertente in multiplayer.
- Buona verietà di nemici.
- Sottotitoli in italiano.
- Contro:
- Il doppiaggio purtroppo no.
- Deja vu.
- Relizzazione tecnica sottotono.
Dungeons & Dragons l’abbiamo sempre interpretato come un gioco di ruolo da tavolo che necessita di carta, matita, dadi di ogni forma trigonometrica ed una schiera di irriducibili amici votati al mondo fantasy proposto dai vari set di gioco. Chi ha mai avuto la fortuna d’incappare in una serata ambientata nei reami di D&D, sa quanto il master abbia un ruolo predominante nello sviluppo del gioco. Il master, detto in parole brevi, è colui che inventa gli scenari, popola i dungeons di nemici di ogni specie e si propone come giudice assoluto delle vicissitudini a cui andranno in contro i restanti giocatori. Atari, attratta dal mondo fatato di quest’opera maestosa di fantasia e divertimento, ha deciso di scendere sul campo proponendosi ai giocatori occidentali come master di questa nuova incarnazione videogiocosa di Dungeons & Dragons, per l’occasione dotata del suffisso Heroes ad incorniciarne l’essenza. Il titolo nacque con propositi multipiattaforma, ma Microsoft, anch’essa affascinata dal progetto, non esitò ad acquisirne i diritti.