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Dynasty Warriors 6 - Recensione

Grandi mischie, spadoni e turbanti gialli in salsa orientale. Questo è Dynasty Warriors 6!

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   12/03/2008
Dynasty Warriors 6
Dynasty Warriors 6
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Renbu Vs Combo

Musou è la modalità campagna vera e propria, Free Mode invece ci permette di rigiocare le missioni precedentemente superate anche con personaggi sbloccati man mano. Caratteristica importante di queste due modalità è data dal fatto che i punti esperienza guadagnati dagli eroi sono persistenti, dando quindi la possibilità di iniziare una nuova partita, o di giocare un singolo livello, con il proprio alter ego essendo gia sufficentemente skillati. Se a questo si aggiunge un roster di 41 personaggi molto ampio e variegato, ognuno con armi, tecniche e abilità peculiari, ne viene fuori un quadro di tutto rispetto sul versante della longevità.
Il metodo di controllo è quanto di più semplice e immediato, alla luce soprattutto delle nuove features inserite. Un tasto per la parata, uno per un attacco speciale ad area, uno per un attacco debole, uno per il colpo potente e uno per il devastante attacco Musou. Il sistema Renbu, novità di questo sesto episodio, è legato al numero di nemici uccisi in successione senza mai essere colpiti dagli avversari. Più alto sarà questo numero, anche dell'ordine delle centinaia, più gli attacchi effettuati saranno potenti, diversi e devastanti. Quindi essere sempre al centro della battaglia, visto che l'inattività fa scendere il Renbu, è l'imperativo categorico di questo nuovo sistema di offesa.

Dynasty Warriors 6 - Recensione
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Renbu Vs Combo

Visto quanto scritto sin'ora, Dynasty Warriors 6 sembrerebbe essere un titolo decisamente intrigante e ben fatto, e invece tutte le migliorie apportate, incluse quelle cosmetiche, non fungono da valore aggiunto a un titolo sempre uguale a se stesso, sempre preda delle ormai usuali criticità. Il Renbu system, invece di innovare le meccaniche di gioco, le mortifica eliminando il gusto di variare gli attacchi, in favore di un continuo e veloce attacco "debole".
In pratica si usa quasi sempre un solo tasto, visto che caricando il colpo potente si resta spesso e volentieri alla mercè degli avversari il tempo necessario per essere colpiti, vanificando la catena di uccisioni effettuata atta a sbloccare il Musou. L'attacco potente lo si usa praticamente prima di entrare in una mischia come colpo di apertura, per decimare le file avversarie, finendole poi a colpi di attacco normale. Ripetendo questa operazione almeno 100 volte ogni livello si avranno buone chance di completare il titolo Omega Force in tempo ragionevole. Tutto il gioco è quindi un continuo spingere un solo tasto, e solo occasionalmente gli altri, dorsali deputati alla parata e alla schivata inclusi.

Il salto su macchine di nuova generazione, nonostante la rinnovata veste grafica, alcune nuove features e piccoli miglioramenti, non riesce ad andare oltre i difetti storici della serie. Monotonia e ripetitività sono purtroppo le criticità che emergono nettamente da questa prova, causate anche da un nuovo sistema di offesa che privilegia quello che gli anglosassoni chiamano button mashing, ovvero spingi i tasti fino al sopraggiungere dei crampi, piuttosto che attacchi combinati e combo effettuate con rapidità e tempismo. Ne lo sviluppo progressivo e persistente degli eroi, ne tantomeno i minigiochi del Challenge Mode riescono a far emergere il titolo KOEI da una mediocrità, figlia della scarsa innovazione e della poca voglia di rinnovarsi, di una serie purtroppo sempre uguale a se stessa da troppo tempo.

Pro

  • Grafica rinnovata
  • Semplice e immediato
  • Interessante sviluppo del personaggio
Contro
  • Monotono e alla lunga ripetitivo
  • Meccanismo combo troppo semplificato
  • Elementi di contorno scarsamente dettagliati

Il troppo storpia?

Dopo i primi momenti di euforia dati dalla furia dei combattimenti, la ripetitività e la noia giungono presto, visto che aggirarsi su mappe molto vaste alla ricerca dei punti rossi da conquistare, spingendo furiosamente un tasto senza nemmeno mai dare tropo preso alle richieste di aiuto dei propri alleati diventa una noiosa routine, difficile da spezzare nonostante i molti personaggi e le molte possibilità di upgrade degli stessi. Anche gli oggetti che donano dei bonus momentanei ai valori di attacco e difesa, che dovrebbero variare l'azione, non sembrano influenzare tangibilmente i nostri attacchi: si è troppo presi dallo spingere come forsennati il tasto X per notare dei benefici veri e propri. L'intelligenza artificiale dei nemici non è poi un campione di aggressività e scaltrezza, visto che molte volte soldati distanti un paio di metri dal protagonista si attiveranno solo quando questi gli si avvicinerà, problema questo che affligge anche gli ufficiali nemici, sorta di mini midboss che si trovano a presidio dei punti esterni delle fortezze da conquistare o di alcuni porte, torri e cancelli, zone queste di necessario passaggio per arrivare alla vittoria finale. Un altra nota stonata è la mancanza di una modalità cooperativa on line: è possibile purtroppo giocare solo in locale.

Dynasty Warriors 6 - Recensione
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Il troppo storpia?

Anche da un punto di vista grafico il titolo KOEI non ha particolari punti di eccellenza.
Se è finalmente scomparsa la nebbia che oscurava i nemici vicini, tipica delle versioni precedenti per PlayStation 2, in questo sesto episodio sono fastidiosamente ricorrenti episodi di pop up di soldati, non solo su elementi in lontananza, ma anche su quelli a brevissima distanza che compaiono magicamente all'improvviso, come se ci trovassimo in presenza di una zona di respawn. Sempre parlando di truppa, non si può non menzionare la povertà di dettaglio e di modellazione di questa, con modelli tutti uguali e poche animazioni. Stessa cosa dicasi per le strutture, decisamente scarne e poco belle da vedere, anche se piuttosto varie, con una serie di forti, vallate, laghi e palazzi imperiali a fare da teatro da di battaglia.
Ad onor del vero bisogna dire che, il motore del gioco, nonostante l'altissimo numero di modelli a schermo non fa una grinza, l'azione è sempre fluida senza il minimo segnale di cedimento, fissa sui 60 fps. Gli eroi invece brillano dove tutti gli altri aspetti del gioco più soffrono: textures, costruzione poligonale e animazioni sono di alto livello, così come gli effetti speciali associati alle attacchi più devastanti. Particolare menzioni per i visi e i vestiti, decisamente ben realizzati.

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