Trovandosi a che fare con la trasposizione per PlayStation VR di una serie di cui si occupa oramai da vent'anni, Clap Hanz avrebbe potuto tranquillamente limitarsi a fare il compitino: sarebbe stato sufficiente prendere tutti gli elementi che hanno decretato il successo di Everybody's Golf nel corso di tutti i suoi capitoli e aggiungerci soltanto quell'elemento di immersività tipico della realtà virtuale per ottenere un titolo sicuramente più che valido. Gli sviluppatori giapponesi hanno invece preferito osare con il qui presente Everybody's Golf VR, troncando di netto con alcune scelte stilistiche e di gameplay tipiche del franchise e abbracciando un modello di gioco certamente più verosimile ma che al contempo può dare adito a qualche problematica in termini di facilità d'uso e quantità e varietà di contenuti. Una scelta tanto coraggiosa quanto rischiosa, insomma: andiamo a scoprire nella nostra recensione se il risultato finale è stato all'altezza o se sarebbe stato meglio non abbandonare la vecchia via...
Più golf che everybody
Il primo e più importante elemento distintivo di Everybody's Golf VR rispetto ai precedenti episodi (e alla stragrande maggioranza dei giochi di golf in generale) è l'abbandono del consueto meccanismo di gameplay legato ai colpi: scordatevi le barre di potenza e precisione con un cursore da fermare al momento opportuno, perché qui l'approccio è decisamente più realistico, con tutte le conseguenze positive e negative che ciò può comportare. Stringendo fra le mani un controller Move (o un convenzionale Dual Shock, anche se si tratta di una soluzione meno soddisfacente) proprio come se fosse l'impugnatura di una mazza da golf, è necessario fisicamente mettersi in una posizione consona, abbassare lo sguardo per visualizzare la pallina ed eseguire lo swing con velocità e angolazione adeguate alla potenza e alla direzione che si vogliono imprimere.
Una simulazione nel vero e proprio senso del termine, che funziona in maniera incredibilmente precisa soprattutto considerando l'hardware non proprio avveniristico di PlayStation VR: il software è in grado di recepire fedelmente i movimenti espressi dal corpo del giocatore, con risultati che esalteranno immediatamente gli utenti più abili o magari già avvezzi al golf nel mondo reale e che viceversa potrebbero provocare qualche frustrazione in tutti gli altri. La curva di apprendimento di Everybody's Golf VR è quindi estremamente variabile da un soggetto all'altro, ma non si può dire che Clap Hanz non abbia fatto del suo meglio per venire incontro a tutti: un tutorial iniziale dà dei preziosi consigli su come colpire la pallina, le impostazioni consentono di definire sesso, altezza e mano dominante del giocatore per migliorare la rilevazione, prima di ogni colpo è possibile effettuare tutti gli swing di prova che si desidera e c'è un utilissimo campo di allenamento per impratichirsi prima di affrontare le buche vere e proprie. Queste sono suddivise in tre ambientazioni da sbloccare progressivamente assieme a nuovi set di mazze, modificatori di gioco e persino diversi caddie ognuno con più capi di abbigliamento.
Purtroppo è proprio sul fronte dei contenuti puri e semplici che Everybody's Golf VR mostra il suo tallone d'Achille: si possono solo fare delle partite singole senza avversari con l'unico scopo di migliorare il proprio rendimento, senza neanche l'ombra di una modalità torneo o di una qualsiasi componente multiplayer. C'è qualche modificatore che può sparigliare le carte, ma in generale si sente davvero la mancanza di un po' di sostanza in più. L'azione sul campo è però così soddisfacente da consentire agli appassionati di sorvolare sulle gravi mancanze in termini di offerta ludica del prodotto Clap Hanz. Eseguire un drive lunghissimo che porta a un passo dal green, uscire da un bunker con un colpo sotto da manuale o prodursi in un putt perfettamente calibrato per poi osservare col fiato sospeso la pallina che si dirige in buca sono tutte azioni che acquistano un sapore nuovo e più gustoso in questa versione per PlayStation VR. La componente tecnica poi fa la sua parte, a cominciare da una veste grafica di tutto rispetto che abbandona lo stile fumettoso dei precedenti capitoli per sposare un taglio realistico: le ambientazioni sono ben realizzate e dettagliate, e anche i modelli poligonali dei caddie che ci accompagnano sul campo (protagonisti peraltro di alcune scenette dal sapore squisitamente giapponese che a un occhio occidentale possono risultare agghiaccianti) sono decisamente validi e animati in maniera convincente. Ottimo anche il lavoro svolto dagli sviluppatori sull'interfaccia, con pochi indicatori essenziali e chiari che stanno sospesi sul tee di partenza come una sorta di realtà aumentata dentro la realtà virtuale.
Conclusioni
Everybody's Golf VR è un titolo per molti versi sorprendente, e non soltanto perché abbandona praticamente tutti gli aspetti che hanno caratterizzato il franchise negli ultimi vent'anni. Il debutto di Clap Hanz su PlayStation VR stupisce infatti per la sua assoluta competenza nel trattare la materia del golf con un perfetto connubio tra simulazione e divertimento, riuscendo peraltro a sfruttare appieno le potenzialità del visore Sony. Peccato che quello che si potrebbe facilmente definire come uno dei videogame sportivi più immersivi mai realizzati venga penalizzato da un'offerta di contenuti davvero troppo povera, anche considerando il prezzo abbordabile. Everybody's Golf VR resta comunque un'esperienza che un appassionato di golf non dovrebbe assolutamente lasciarsi sfuggire.
PRO
- Esperienza di golf incredibilmente immersiva
- Gameplay simulativo e divertente al punto giusto
- Tecnicamente impeccabile
CONTRO
- Una sola modalità di gioco
- Niente avversari né componente multiplayer
- Curva di apprendimento non per tutti