Se nelle prime missioni gli errori si pagavano a caro prezzo, in quelle avanzate commetterne troppi diventa letale.
Esagoni?
Le prime mosse sono avventate. Per selezionare un’unità basta cliccarci sopra con il tasto sinistro del mouse e, scelta la sua destinazione sulla mappa esagonale, cliccare di nuovo per farla muovere. Combattere è altrettanto semplice: basta selezionare un’unità e cliccare su un nemico nel suo raggio d’azione ed il gioco è fatto. Tutto sembra talmente immediato che si è portati a sottovalutare una serie di fattori di cui parleremo nel corso della recensione. Anche la presenza dell’eroe è foriera d’inganno: si spera/teme che, come avviene nella maggior parte degli strategici di recente pubblicazione, basterà farlo diventare invincibile per avere vita facile. Niente di più sbagliato. Un eroe è sicuramente una truppa più forte delle altre, ma è comunque estremamente fragile e, in determinate condizioni, può subire danni ingenti anche da truppe di livello molto inferiore (ad esempio un generale a cavallo lasciato su un terreno improprio come una foresta può essere abbattuto da truppe più piccole e agili come i goblin). Ovviamente lo si può potenziare, ma non pensate minimamente che, anche se di alto livello, un eroe possa da solo vincere una guerra sbaragliando decine di nemici. Anzi, sopravvalutarlo è letale perché la morte del leader comporta la sconfitta totale.
Azzardo
Dicevamo che la semplicità iniziale inganna, nel senso che le prime mosse sono dettate più dall’esperienza avuta con altri titoli, in cui le prime missioni sono dei meri tutorial superabili anche muovendo il mouse con la lingua e premendo i tasti con le sopracciglia; quindi si avanza con tranquillità, si affrontano i pochi nemici senza farsi troppi problemi e si tengono poco in considerazione i danni subiti. Questo modo di fare si rivela però ben presto deleterio. Dopo pochi turni di gioco ci si rende conto che non si può recuperare energia, che la CPU non è la solita sprovveduta e che le mosse azzardate portano alla disfatta totale.
Andiamo sul concreto: bisogna superare un fiume per arrivare a conquistare una roccaforte tenuta da un’unità di orchi spalleggiata da due unità di goblin (una di arcieri e l’altra di fanti). L’unico punto per passare è un ponte collegato con un villaggio distrutto. L’alternativa è passare per una palude alla destra del ponte. Presi dall’emozione della prima partita spostiamo alcune truppe nella palude e ne facciamo passare una dal ponte. La tattica si rivela deleteria: le truppe nella palude vengono bersagliate e distrutte dai goblin, le truppe passate per il ponte, indebolite dagli scontri precedenti, non riescono a fare abbastanza danno agli orchi nella roccaforte e subiscono altre ferite che le rendono deboli. Quando riprendiamo in mano la situazione ci ritroviamo a dover fare i conti con una triste realtà: non possiamo più farcela. Il limite di quindici turni necessari per completare la missione si avvicina e non abbiamo più abbastanza forze per affrontare i nemici. È in questo momento che ci troviamo a ripensare a tutti gli errori fatti e comprendiamo la natura del gioco. Ed è sempre ora che siamo costretti a riconsiderare tutti gli altri fattori che compongono il campo di battaglia, tra cui le capacità delle truppe, il tipo di terreno su cui è meglio farle combattere, le modalità di esplorazione della mappa e tutto quanto rende il simil sconosciuto Fantasy Wars una gemma come non se ne vedevano da tempo.
La speranza è l’ultima a morire
Superata la prima missione al secondo tentativo, ci accingiamo ad affrontare la seconda, che è molto simile alla prima, pur essendo più difficile. È però dalla terza che il gioco svela tutte le sue carte mostrando tutta la sua profondità. Il posizionamento delle truppe in due zone differenti, da compiere all’avvio della battaglia, ci rende subito coscienti che c’è qualcosa di diverso rispetto a prima. È solo quando ci ritroviamo accerchiati dalle truppe rivali che però capiamo: le cose si fanno serie. Se nelle prime missioni gli errori si pagavano a caro prezzo, in quelle avanzate commetterne troppi diventa letale. Avanzare malamente ci espone ad attacchi portati da più fronti. Puntare tutto sulla forza bruta porta a delle vittorie iniziali che si rivelano deleterie a causa dell’eccessivo indebolimento dell’esercito dovuto agli scontri indiscriminati. D’altro canto avanzare troppo lentamente comporta una sconfitta sicura a causa dello scadere dei turni. Che fare?
Un eroe è sicuramente una truppa più forte delle altre, ma è comunque estremamente fragile e, in determinate condizioni, può subire danni ingenti anche da truppe di livello molto inferiore
La speranza è l’ultima a morire
Quando le unità in campo diventano molte, bisogna imparare a conoscerle a dovere, farle crescere in modo razionale (ad esempio su una mappa piena di boschi può tornare utile avere truppe con assegnati dei bonus difensivi quando si trovano fra la vegetazione) e sfruttarle al meglio senza compiere mosse avventate ma anche senza mostrare una remissività eccessiva. Diventa quindi importantissimo sviluppare delle strategie dinamiche intercambiabili che permettano di affrontare le diverse situazioni e che cerchino di tenere conto anche di potenziali sorprese, come attacchi improvvisi da parte di nemici inaspettati che possono causare veri e propri capovolgimenti nelle sorti dello scontro. È anche essenziale preparare al meglio ogni battaglia, valutare gli errori fatti quando si è stati sconfitti, ripensare il posizionamento iniziale in base alle truppe che ci si è trovati ad affrontare, valutare al meglio se conviene avere più truppe a lunga gittata, volanti o abili nel corpo a corpo e acquistare quelle necessarie all’inizio di ogni scontro senza credere che basti avere quelle più potenti per vincere. A volte, anche in caso di vittoria, conviene riaffrontare la missione appena svolta se il numero di truppe perdute è troppo elevato; il rischio è quello di influire negativamente sulla missione successiva (ogni truppa può essere utilizzate nell’arco di tutta la campagna, a patto che rimanga in vita, ovvio).
Un'ultima nota prima di passare al commento: il gioco è completamente tradotto in italiano: sia i testi scritti che quelli parlati. Il livello della traduzione è ottimo e il doppiaggio è di buon livello.
Commento
Insomma, avrete capito che non stiamo parlando di un gioco per tutti. Soprattutto le missioni avanzate di ogni campagna fanno sputare sangue e richiedono una certa dedizione. Chi è alla ricerca di soddisfazioni facili e immediate rimarrà profondamente deluso.
Quindi, prima di andare ad acquistarlo spinti dal voto e dalla recensione più che positiva (le leggete le recensioni, vero?) tenete in considerazione alcuni fattori. Amate i giochi strategici veri dove conta la strategia più che l’ammucchiamento indiscriminato e casuale di truppe? Non vi fate spaventare da sfide estremamente impegnative? Non vi mettete a piangere se il vostro esercito, pur numeroso, viene fatto fuori da uno sparuto gruppo di nemici perché avete sbagliato completamente approccio alla battaglia? Se la risposta è sì a tutte e tre le domande, allora fiondatevi ad acquistare Fantasy Wars. Se invece siete meno propensi ad affrontare difficoltà che mettono alla prova il cervello e le capacità tattiche, lasciatelo perdere; potrebbe non fare per voi.
Pro
- Longevo e profondo
- L'interfaccia è semplice e chiara sin dalla prima partita
- Finalmente un gioco di strategia in cui bisogna usare la strategia!
- Difficile per i neofiti
- Anonimo negli elementi di contorno
- Certe sconfitte possono portare a mangiare la tastiera
Box Hardware
Requisiti Minimi:
- Processore: Intel Pentium 4 1500 MHz o AMD equivalente
- RAM: 512 MB
- Scheda Video: NVIDIA GeForce FX 5700/ATi Radeon 9600 con 128 MB di memoria o superiore
- DirectX 9.0C
- Spazio libero HD: 3 GB
- Processore: Intel Pentium 4 3,4 Ghz
- RAM: 2 Gb
- Scheda Video: NVIDIA 7800GT
Esagoni?
Nel 2008 non ci saremmo mai aspettati di appassionarci ad uno strategico a turni con una mappa divisa ad esagoni, e invece eccoci qui a parlare di un piccolo capolavoro che, rifuggendo dalle ultime tendenze commerciali, pur presentandosi con un look accattivante per quanto stereotipato, riesce a ridare forza ad un genere ormai considerato di nicchia.
Che la strada intrapresa dalla Nobilis sia di tipo poco convenzionale per questi tempi caratterizzati dalla ricerca dell’immediatezza a tutti i costi lo si capisce sin dalla prima missione della prima campagna (le campagne in totale sono tre): a livello di difficoltà medio bisogna faticare parecchio per superarla, mentre già dalla seconda missione la difficoltà va ben oltre la media di altri e più famosi rappresentanti del genere come Heroes of Might & Magic V che, già di suo, non era affatto una passeggiata. Eppure, ad uno sguardo superficiale, tutto sembra nella norma: l’eroe c’è, le truppe livellabili pure, la trama è molto classica e banalotta e l'interfaccia è molto semplice ma nasconde una grande profondità di gioco.