La commistione tra caratteristiche diverse e dissonanti danno vita a formule alchemiche esplosive, che proprio per tale natura possono essere meravigliosi fuochi d'artificio o terribili pasticci, e qualche volta un po' di tutte e due le cose, come dimostra la recensione di Felix the Reaper. Sviluppato da Kong Orange e pubblicato da Daedalic Entertainment, questo gioco sarà rimasto probabilmente impresso in chiunque ne abbia visto almeno un trailer di presentazione, perché non c'è veramente nulla che a prima vista rientri nelle regole standard del videogioco (o nelle regole un po' in generale) in questo titolo. Il protagonista è Felix, un Agente della Morte che lavora per il rispettivo Ministero, ma non è esattamente l'angelo oscuro o il demone che potremmo aspettarci da una siffatta occupazione: si tratta di un personaggio con giusto qualche caratteristica inquietante (tipo lo strano teschio al posto della testa) e qualche altra decisamente fuori dal physique du rôle che sarebbe d'uopo. Appare dunque come uno strano ometto alquanto sovrappeso, vestito di tutto punto con camicia, gilet e cravatta, intento a danzare in continuazione mentre porta avanti il suo lavoro quotidiano. Ah, ed è guidato dalla voce di Sir Patrick Stewart in persona.
È una notevole sdrammatizzazione quella attuata dal faceto Felix danzerino, considerando che il suo compito è comunque falciare anime e portarle a miglior vita, ma il fatto che tutto questo venga fatto al ritmo di danza e da parte di un personaggio che ispira una tale simpatia diventa quasi consolante, tanto più che la missione finale del protagonista è ricongiungersi con la propria anima gemella, di fatto ponendo l'amore come motore principale di tutta l'azione. Eros e Thanatos, tanto per cambiare, ma il cui contrasto è messo in scena in una maniera leggera e delicata, come un piacevole e buffo balletto effettuato da un bislacco impiegato della morte dall'animo romantico.
Di fatto, è la storia di un uomo innamorato: che poi si tratti di un impiegato del Ministero della Morte impegnato a falciare anime e che la donna dei suoi sogni lavori invece al Ministero della Vita, non sono che dettagli in quel canovaccio tipico che è l'amore ostacolato e sofferto, ma proprio per questo ancora più forte e irresistibile. È facile pensare che Felix pensi a Betty in ogni istante in cui porta avanti il suo inesorabile lavoro, sempre a passo di danza e con le cuffie ben calcate sulle orecchie, e non possiamo fare altro che tifare per lui, nonostante la sua posizione lo renda a tutti gli effetti un essere decisamente temibile.
Il danzante mietitore
La storia resta più che altro accennata sullo sfondo del puzzle, che è protagonista assoluto in Felix the Reaper, e lo stesso protagonista comunica soprattutto con le sue strane e tenere movenze visto che di fatto non parla mai nel corso del gioco. La narrazione appare insomma rarefatta e cede il posto quasi subito al rompicapo, ma mantiene degli elementi tangibili all'interno dei livelli, a caratterizzare in maniera decisa tutta l'esperienza di gioco. Le missioni, che riguardano sempre la raccolta di anime all'interno di vari livelli, sono costellate da frammenti di racconto, approfondimenti sulle vittime e sui contesti, che dimostrano come tutto il mondo di gioco sia fortemente caratterizzato e carismatico in ogni suo aspetto, peraltro impostato secondo diverse epoche temporali, tanto per aggiungere un tocco di eclettismo ulteriore alla ricetta già ricca di contrasti.
Felix si muove su livelli suddivisi in griglie, cercando di far raggiungere ai malcapitati delle fini piuttosto tragiche, agendo in base a un principio di base che è poi quello su cui è strutturato tutto il puzzle: muoversi nelle ombre. Perché sarà pure un tipo sopra le righe, inguaribile romantico e musicofilo ballerino, ma non può sottrarsi all'elemento caratterizzante di qualsiasi agente della Morte, ovvero il fatto di agire nelle tenebre. Su questa esigenza e sul fatto di eliminare gli obiettivi disposti nei livelli, si imposta tutta la meccanica del puzzle, che prevede sostanzialmente due tipi di interazione con cui il giocatore può agire: il sollevamento e spostamento di vari elementi dello scenario e la possibilità di ruotare tutto il livello in modo da cambiare la posizione del sole e delle ombre fra due impostazioni.
Le idee di base sono molto intelligenti e sembrano aprire la strada a un puzzle design ricco e interessante, solo che a lungo andare risultano facilmente ripetitive, sostanzialmente riproponendo le stesse situazioni che si possono riscontrare nel corso dei primissimi livelli anche per tutto il resto del gioco. La ricerca dell'ombra porta all'organizzazione dello scenario in modo da creare un percorso libero dal punto di partenza di Felix fino all'obiettivo da raggiungere, che coinvolge lo spostamento degli oggetti e dell'angolazione del sole, senza praticamente alcun arricchimento progressivo della meccanica. Le missioni non sono molte e la conclusione è raggiungibile anche intorno alle cinque ore di gioco, ma al di là di un livello di difficoltà più alto con cui intraprendere nuovamente lo stesso percorso, non si rilevano grandi potenzialità in termini di rigiocabilità.
Stile da vendere, con qualche problema
C'è una certa mancanza di istruzioni esaustive all'inizio, nonostante la fascinosa voce di Patrick Stewart a sottolineare alcuni momenti della storia, ma che può essere considerata comunque parte integrante della sfida. Una volta capiti i pochi concetti principali alla base del gameplay, questo scorre piacevolmente a passo di danza tra morti atroci e la costante leggiadria di Felix e dei suoi passi tra le caselle dei livelli. Su dispositivi portatili iOS si riscontra qualche problema aggiuntivo nel controllo del personaggio, alquanto ostacolato da un'interfaccia non perfettamente reattiva. La selezione delle caselle per lo spostamento può risultare imprecisa, mentre l'inquadratura sembra non riuscire a trovare un giusto mezzo tra quella più distanziata, che rende complicato lo spostamento, e quella ravvicinata, che risulta fin troppo stretta sul protagonista, tanto da non far vedere bene i dintorni. Trattandosi comunque di un gioco dal ritmo alquanto compassato, questi non sono difetti che inficiano più di tanto i risultati, anche se rendono meno fluida l'esperienza complessiva.
Dove Felix the Reaper eccelle davvero senza incertezze è il suo impeccabile stile, che riesce a fondere con grande disinvoltura elementi inquietanti ad altri buffi e teneri, a partire dallo stesso protagonista che è praticamente costruito su tali contrasti. Le azioni che portiamo a termine potrebbero essere crimini efferati, se l'atmosfera generale e le movenze di Felix non rendessero il tutto quasi poetico. Allo stesso modo, anche gli altri mortali di cui dobbiamo reclamare le anime sono trasfigurati secondo lo strano stile generale del gioco, con lineamenti che potrebbero essere inquietanti ma che hanno sempre qualcosa di quasi tenero. Questo strano equilibrio che emerge da una caratterizzazione forte e giocata su opposizioni altrettanto decise è quello che rende questo puzzle in qualche modo memorabile, anche al di là delle sue lacune strutturali.
Conclusioni
Felix the Reaper riesce ad essere insieme tenero, poetico e raccapricciante in una maniera talmente armoniosa da meritare sicuramente una lode, ed è impossibile non restare affascinati da questo strano mondo e dal suo carismatico anti-eroe danzante. D'altra parte, il tutto si gioca sul contrasto più antico del mondo quando si parla di amore e morte, e Kong Orange ha affrontato il tema con grande personalità e originalità, costruendo un mondo fascinoso e un protagonista con una forte presenza scenica. È proprio questa strana caratterizzazione il punto di forza di un gioco rompicapo che si basa su idee valide ma non riesce a costruirci sopra un puzzle design abbastanza variegato e stimolante, cedendo un po' alla monotonia nella sua estensione, ma riuscendo comunque facilmente a restare impresso nella mente di chi lo prova.
PRO
- Grande atmosfera e stile
- Le idee di base sono interessanti e funzionano bene per un po'
- Tecnicamente valido, con qualche sbavatura
CONTRO
- La struttura del puzzle non progredisce più di tanto
- Non molto lungo e con poca rigiocabilità (ma in linea con il prezzo)
- Qualche incertezza nell'interfaccia su iOS