Quando Naoki Yoshida ha presentato al pubblico la sua originale visione di Final Fantasy 16, si è lasciato sfuggire in un paio d'occasioni che il progetto non avrebbe previsto DLC o contenuti aggiuntivi di sorta. Oggi le cose sono profondamente cambiate: forse per rispondere alle incessanti richieste degli appassionati, desiderosi di scoprire di più del mondo di Valisthea, o forse per i chiaroscuri risultati dell'opera, che non si è rivelata il folgorante successo sperato da Square Enix, la Creative Business Unit 3 ha improvvisamente alzato il sipario su due pacchetti d'espansione volenterosi di ravvivare l'avventura di Clive Rosfield. Se per The Rising Tide, l'atteso contenuto dedicato all'Eikon Leviatano, bisognerà attendere la primavera del 2024, la nottata dei The Game Awards si è invece resa protagonista dello "shadow drop" di Echoes of the Fallen, divenuto immediatamente disponibile per tutti i giocatori PS5.
E Final Fantasy 16 Echoes of the Fallen è un DLC che trasuda l'esperienza della Creative Business Unit 3 da tutti i pori, tanto nella luce quanto nelle ombre: come già capitato nel corso dell'avventura principale, la squadra capitanata da Yoshida ha pescato grande ispirazione dai suoi trascorsi con Final Fantasy XIV, confezionando una sorta di grossa patch che non è dissimile dagli aggiornamenti che storicamente caratterizzano il suo MMORPG. Si tratta, infatti, di una parentesi integrata nella narrazione che non ha alcuna intenzione di stravolgere l'esperienza, per raccontare invece una piccola vicenda collaterale di fine gioco della durata di circa quattro ore. L'offerta si presenta sufficientemente corposa per pensare di rituffarsi nel mondo di Final Fantasy 16? Scopritelo nella nostra recensione di Echoes of the Fallen.
L'eredita dei Decaduti
Cuore pulsante della narrazione di Echoes of the Fallen è la storia dei Decaduti che già parzialmente affrescava i fondali di Valisthea: questo antico popolo, tecnologicamente avanzato al punto da solcare i cieli dei continenti, commise in passato il peccato di attentare al potere degli dei tentando d'impadronirsene in prima persona, ragion per cui fu punito duramente facendo precipitare il globo in un secondo medioevo. Quando un nuovo tipo di cristalli artificiali - ovvero le varianti crepuscolari - iniziano a fare la comparsa sul mercato nero, la vecchia commerciante Charon capisce che è il caso di coinvolgere nella questione anche Clive Rosfield: assieme a Joshua, a Jill Warrick e al fedele Torgal, il protagonista darà il via a un'indagine sull'origine delle pietre che si presenta come una grossa missione secondaria di fine gioco, una sezione pensata esclusivamente per i giocatori che hanno già concluso l'avventura o che quantomeno sono giunti di fronte ai cancelli dell'ultimo scontro.
Non si tratta di un'iniezione di contenuti sostanziosa, bensì di un piccolo tuffo nella lore del mondo, un pretesto per scoprire di quale terribile peccato si siano macchiati i Decaduti e cosa sia stato della loro civiltà: esattamente come le patch trimestrali che tracciano la crescita del quattordicesimo capitolo online, il DLC mette in scena qualche nuovo personaggio - che non brilla certo per ispirazione - e una grossa sezione di gameplay in tutto e per tutto assimilabile ai classici "dungeon" parte della storia principale. In poche parole si tratta di un capitolo extra della durata di circa quattro ore che alimenta ulteriormente la scrittura alla base dell'opera, spingendo l'acceleratore sulla componente endgame del sistema di combattimento attraverso una serie di boss particolarmente impegnativi; non ha assolutamente intenzione di stravolgere l'esperienza né soprattutto di raccontare una grande storia originale, riempendo invece qualche buco rimasto nel grande puzzle di Valisthea e aggiungendo al quadro qualche nota di fanservice di troppo.
Un DLC (troppo) breve ma intenso
La speranza di assistere a un aggiornamento più corposo dell'esperienza deve slittare all'esordio dell'espansione dedicata a Leviatano, perché una volta esaurita la vicenda dei Decaduti si torna immediatamente sul binario principale: Echoes of the Fallen si limita infatti alle sopracitate quattro ore di contenuti, senza introdurre nulla di nuovo nell'ecosistema di gioco - né segreti, né aree, né cacce - con l'eccezione di una manciata di equipaggiamenti. Questo primo DLC si configura dunque come una sorta di "bis" della Creative Business Unit 3, volenterosa di mettere in scena uno spettacolo in tutto e per tutto simile a quello già andato in onda, limandone qualche aspetto ma conservando invariati tutti gli evidenti pregi e difetti che lo caratterizzavano.
Il design degli avversari è come sempre fantastico, il nuovo dungeon si presenta spettacolare sul fronte estetico ed è senza mezzi termini il migliore dell'intero pacchetto, le musiche sono un'ulteriore testimonianza dell'eccezionale talento di Masayoshi Soken, mentre chiunque abbia giocato il quattordicesimo capitolo online potrà godere - o soffrire, a seconda del punto di vista - di diversi riferimenti all'universo di Eorzea. D'altra parte, l'avventura resta estremamente lineare, i contenuti si esauriscono in un battito di ciglia, la caratterizzazione dei nuovi comprimari ne arriva a scalfire a malapena la superficie, ma più d'ogni altra cosa la missione si configura come una semplice costola del grande viaggio di Clive Rosfield: una sezione che sarebbe stato decisamente meglio se fosse stata integrata nell'offerta base fin dal momento dell'esordio, come un piccolo ricettacolo di fine gioco vicino alla trentennale tradizione della serie.
La più grande nota positiva risiede senza ombra di dubbio dalle parti dei boss, che alzano parecchio l'asticella della difficoltà offrendo un tasso di sfida più che adeguato anche in modalità normale, mettendo invece a dura prova chiunque scelga di affrontarli in Final Fantasy Mode. Ma non si tratta solo di modifiche al bilanciamento: le animazioni, le colonne sonore, l'estetica e anche il design degli scontri sono notevolmente cresciuti rispetto all'esperienza tradizionale, culminando in una battaglia finale che senza mezzi termini incarna l'apice di quanto sia possibile realizzare attraverso il sistema di combattimento architettato da Ryota Suzuki, fra l'altro musicata e animata alla perfezione. Nella pratica, è come se gli sviluppatori avessero voluto racchiudere un classico raid di Final Fantasy 14 all'interno dell'immaginario di Valisthea.
Qualche limatura ha toccato anche i nemici base, ora al centro di un paio di meccaniche avanzate - fra scudi e incantesimi curativi prima presenti solo in modalità Final Fantasy - che riescono finalmente a ritagliare un piccolo spazio per la componente strategica e a donare dignità alla magia, ma tali aggiunte finiscono per passare in secondo piano a causa della grezza durata dell'espansione, davvero troppo breve per portare un reale impatto sulla percezione dell'avventura nel suo insieme. Forse un giorno potremo mettere le mani su una vera e propria versione 2.0 di Final Fantasy 16, che trarrebbe enormi benefici da un adeguamento di questo genere, ma fino ad allora resteranno aggiustamenti confinati in una singola missione estemporanea.
Un nuovo inizio?
Riducendolo ai minimi termini, Echoes of the Fallen è sostanzialmente un DLC che aggiunge a Final Fantasy 16 la classica attività "endgame" di cui si è terribilmente sentita la mancanza al momento della pubblicazione, un'appendice necessaria che tuttavia rischia di presentarsi fuori tempo massimo all'appuntamento con il pubblico. Se, da una parte, avrebbe dovuto assolutamente essere inclusa fin dal day one - tanto che il cancello dell'espansione era già presente nella versione base - dall'altra si presenta fin troppo asciutta e sbrigativa per giustificare un intero contenuto aggiuntivo autosufficiente. A trarre il massimo dall'esperienza sarà infatti chi ancora deve giocare al sedicesimo capitolo: Echoes of the Fallen completa infatti la storia di Clive Rosfield, avvicinando l'architettura dei contenuti alla più classica tradizione della saga.Non bisogna tuttavia dimenticare che si tratta solamente della prima nella coppia di espansioni al centro del pass: se questa prima iniezione ha arricchito il mosaico narrativo e ha spinto l'acceleratore sui contenuti di fine gioco, è molto probabile che a The Rising Tide toccherà l'arduo compito di chiudere il cerchio attraverso una nuova avventura fatta e finita. La nostra speranza è che le lezioni apprese dalla Creative Business Unit 3 attraverso la pubblicazione del sedicesimo capitolo e dei contenuti aggiuntivi possano suggerire la necessità di una revisione più profonda dell'esperienza, portando un giorno all'emersione di una versione di Final Fantasy 16 capace di comunicare a ogni genere di appassionato lo straordinario talento della squadra di Naoki Yoshida.
Conclusioni
Il DLC Echoes of the Fallen orbita attorno a un'idea e una soltanto: aggiungere a Final Fantasy 16 la componente "endgame" di cui si è sentita fortemente la mancanza al momento del lancio originale. Le sue quattro ore di contenuti rappresentano una gradevole appendice all'avventura di Clive Rosfield, ma non hanno alcuna intenzione di introdurre grandi novità, lasciando invariati la maggior parte dei pregi e dei difetti dell'opera originale. Il design, le musiche, la "lore" e la messa in scena sono infatti come sempre sensazionali, ma l'architettura dell'esperienza resta intoccata: se da una parte sarà difficile che l'espansione possa far cambiare idea ai critici della prima ora, sarà invece una gradita sorpresa per chiunque debba ancora vivere il sedicesimo capitolo, che troverà ad accoglierlo un raid in puro stile Creative Business Unit 3.
PRO
- Un dungeon fantastico, più simile a un raid
- Scontri con i boss eccellenti
- Musiche sensazionali
CONTRO
- Durata molto breve
- Nessuna aggiunta oltre la nuova missione
- Davvero troppi elementi già visti in Final Fantasy XIV