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Final Fantasy 7 Ever Crisis, la recensione del gacha game dedicato alla compilation

Tanto gacha, poco gioco: nella recensione di Final Fantasy 7 Ever Crisis scopriamo una produzione con grandi valori che ha dovuto combattere una formula ostile.

RECENSIONE di Lorenzo Mancosu   —   14/09/2023
Final Fantasy 7 Ever Crisis, la recensione del gacha game dedicato alla compilation
Final Fantasy VII Ever Crisis
Final Fantasy VII Ever Crisis
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Al momento del primo avvio, Final Fantasy VII Ever Crisis si presenta come una magia: le inconfondibili note composte da Nobuo Uematsu riscaldano l'atmosfera, il verde acceso degli occhi di Aerith s'irradia dal centro dello schermo, poi lo skyline della metropoli di Midgar si spalanca in tutto il suo splendore, poco prima che lo sferragliare di un vecchio treno accompagni l'ingresso in scena di Cloud e Barret. Bastano una manciata di secondi per tornare dritti al 1997, assaporando per qualche meraviglioso istante l'emozione che in molti hanno trovato - e tanti altri speravano di trovare - nei confini del remake di uno fra i videogiochi più amati di tutti i tempi.

Così l'operazione era stata presentata da Square Enix, come l'opportunità perfetta per rivivere l'intera "compilation" di Final Fantasy 7 in totale purezza, compiendo un tuffo nel passato volenteroso di limare gli spigoli di una formula ormai arcaica, ridando spolvero ai fondali del pianeta Gaia. Poi, un annuncio dopo l'altro, la produzione ha iniziato ad avvolgersi in una fitta coltre di mistero. L'entusiasmo è stato smorzato da Tetsuya Nomura che inizialmente ha confermato la volontà di pubblicare contenuti su base mensile, dopodiché ha parlato dell'integrazione di un sistema ricompense casuali, per poi concludere sottolineando la volontà di aggiungere nuove sfumature inedite alla storia che il pubblico ha imparato ad amare, risvegliando qualche brutto ricordo nel cuore degli appassionati di Kingdom Hearts.

Quello che era stato interpretato come "il remake che il pubblico di vecchia data meritava" ha lentamente svelato la sua reale natura, alzando il sipario su una formula che al netto di straordinari successi fa ancora storcere il naso a tantissimi appassionati: quella del gacha game. Final Fantasy VII Ever Crisis è prima di tutto un gacha, poi una reinterpretazione dell'universo narrativo del settimo capitolo e, solo in ultima istanza, un videogioco: sviluppato da Applibot e Square Enix sotto la direzione di Tetsuya Nomura e Motomu Toryiama, nasce accompagnato dalla grande grande promessa di ripercorrere e ampliare l'intera vicenda dei Soldier, ma finisce rapidamente sepolto sotto le regole e i limiti del genere di riferimento, inadatti a sorreggere un tale monumento del passato.

È molto difficile approcciarlo in modo lucido e distaccato, perché lo schermo ospita costantemente un fortissimo scontro fra ciò che l'opera avrebbe potuto essere e ciò che infine si è rivelata, mettendo in scena sequenze che scaldano il cuore, ma smorzandole sempre con meccaniche e deviazioni capaci di farlo sobbalzare. Quali? Scopritelo nella nostra recensione di Final Fantasy 7 Ever Crisis.

La trama: "Non lo so, Rick"

Come da tradizione recente Square Enix fa una fatica pazzesca a non retconnare i propri racconti
Come da tradizione recente Square Enix fa una fatica pazzesca a non retconnare i propri racconti

Lasciando per un attimo da parte le questioni inerenti il gameplay, è necessario trattare l'anima della produzione, l'elemento che di per sé sarebbe sufficiente a giustificarne l'esistenza. Le dozzine di vicende che si sono intrecciate sulla superficie del pianeta Gaia sono state in grado di far innamorare milioni di persone, al punto tale che è sufficiente solo il primo tuffo nel mare dei ricordi per risvegliare antiche emozioni sopite. In Ever Crisis, tuttavia, anziché intervenire con il bisturi si è optato per le cesoie, realizzando un'operazione di taglia e cuci che - sin dalla prima missione, ovvero la celebre Bombing Mission - riduce sequenze e dialoghi ai minimi termini, eliminando grossi segmenti dell'avventura per far spazio a contenuti d'altra natura. La discesa nel cuore del reattore Mako con cui si apriva il settimo episodio dura giusto una manciata di secondi, mentre la sequenza di fuga è stata sostituita con una più fredda e pratica transizione al nero che lascia molto spazio all'immaginazione.

Senza contare che, sempre nel corso dell'apertura, si prende rapidamente coscienza del fatto di non trovarsi nei medesimi confini dell'originale Final Fantasy VII, ma in un contesto di rilettura che strizza l'occhio alle deviazioni del recente Remake: è come se, a differenza di produttori quali Capcom, la casa giapponese non potesse fare a meno di riscrivere i propri lavori passati. Una grande differenza risiede nelle improvvise incursioni nei meandri della cosiddetta "compilation", ovvero l'insieme di opere maturate attorno al settimo capitolo della saga, che intervengono con tempismi quantomeno strani: non appena s'incontra Aerith sul meraviglioso fondale della chiesa del Settore 6 di Migdar, l'intreccio decide che è giunto il momento di iniziare a narrare la vicenda di Zack, lasciando in sospeso una fra le istantanee più poetiche e significative emerse dai confini della serie. Bisogna inoltre tener conto del fatto che nessuna delle storie integrate fino a questo momento - ovvero Final Fantasy 7, Crisis Core e The First Soldier - arriva a pieno compimento nel corso delle 30 ore necessarie per vedere tutto, lasciando nelle mani degli aggiornamenti futuri il compito di completare questa prima enciclopedia.

Le storie originali sono senza dubbio l'ingrediente migliore dell'intera ricetta
Le storie originali sono senza dubbio l'ingrediente migliore dell'intera ricetta

Andando oltre le incertezze nel ritmo, c'è una caratteristica particolare che sarà sicuramente in grado di dividere il pubblico: gli scrittori hanno scelto il teatro di Ever Crisis per mettere in scena una serie di vicende inedite riguardanti gli storici personaggi del settimo episodio e qualche carattere originale. Se, da una parte, si tratta di una grande occasione per approfondire ulteriormente il passato di diversi iconici membri del cast, dall'altra non si può celare il timore di assistere a una replica di quanto avvenuto sulle sponde di Kingdom Hearts, che ha visto l'universo narrativo frammentarsi lungo piattaforme e generi spesso distanti dai gusti degli appassionati.

La storia originale per eccellenza è quella di The First Soldier, già protagonista di diversi teaser precedenti all'uscita, su tutti quello che ha solleticato il palato degli appassionati mostrando il ritratto di Sephiroth da giovane. Ricamata attorno all'immaginario dell'omonimo Battle Royale, questa parentesi si tuffa nella missione di Glenn, Lucia e Matt, tre Soldier di prima generazione inviati dalla Shinra sull'arcipelago di Rhadore per inseguire la creazione di un nuovo reattore Mako nel cuore di una regione da anni isolata dal resto del mondo. Sfortunatamente, il segmento integrato al lancio s'interrompe proprio nel momento clou, generando attorno all'affascinante figura di "Young Sephiroth" ancor più domande di quante già non ne fossero emerse e impedendo di fatto di arrivare a provare vera empatia nei confronti dei nuovi eroi.

Se da una parte i filler sono interessanti, dall'altra la trama è stata tagliata con l'accetta
Se da una parte i filler sono interessanti, dall'altra la trama è stata tagliata con l'accetta

Ciò detto, la cornice di Ever Crisis resta un palcoscenico volenteroso di sottrarre all'immaginazione diverse storie inedite, ed è proprio in queste sequenze che l'operazione arriva a dare il meglio di sé. Per lo più si tratta di piccoli filler, alcuni pescati da romanzi quali Traces of Two Pasts di Kazushige Nojima, per esempio il racconto di come Cloud si è ricongiunto con Tifa prima di unirsi ai membri di Avalanche, oppure la vicenda che ha segnato l'arrivo della ragazza nei sobborghi di Midgar in seguito all'abbandono di Nibelheim. Se, da una parte, si tratta di avventure davvero ben confezionate che si muovono nel totale rispetto della caratterizzazione originale e s'incastrano perfettamente nel canone, dall'altra riuscire a goderne diventa spesso un supplizio, perché è proprio in questi frangenti - ben consapevole dell'interesse generato - che Ever Crisis ha deciso di alzare la muraglia della progressione gacha.

Troppo gacha, troppo poco game

Dopo ogni capitolo si attiva un timer di 12 ore nel quale accedere a oggetti a tempo limitato a pagamento
Dopo ogni capitolo si attiva un timer di 12 ore nel quale accedere a oggetti a tempo limitato a pagamento

Volente o nolente, i recenti cambiamenti apportati alla scena dei gacha dalle fatiche di Hoyoverse - Genshin Impact e Honkai Star Rail su tutte - hanno impartito una grossa lezione al medium: quando l'esperienza di gioco si presenta allo stato dell'arte, la componente di monetizzazione diventa un elemento sul quale si arriva a soprassedere molto facilmente. È ormai lontana l'epoca in cui un videogioco si poteva criticare esclusivamente in ragione di questa sua natura: al giorno d'oggi, numerosi sviluppatori hanno imparato a stregare gli appassionati a colpi di pennelli e di gameplay, per poi alzare solo in seconda istanza il sipario su Pull e valute. Final Fantasy 7 Ever Crisis, tuttavia, ha scelto di rendersi impermeabile a tale massima, costellando la schermata di banner e pacchetti extra neppure un secondo dopo la conclusione di ciascun capitolo.

Affrontando alcune fra le missioni narrative più interessanti - quelle dedicate al background dei personaggi - capita invece di arrivare a un punto nel quale per andare avanti è richiesto un livello potere di oltre 60.000, mentre quello dei personaggi ondeggia ancora attorno ai 30.000, celando dietro i cancelli di un farming sfrenato - o di un pesante esborso economico, dato che i prezzi non sono bassi - i segmenti migliori della produzione. Si tratta di una scelta a tratti inspiegabile, perché proprio Square Enix, nell'orbita di pubblicazioni analoghe quali per esempio Brave Exvius, sembrava aver compreso l'importanza della costruzione di una narrativa fruibile per qualsiasi genere di giocatore, destinata prima di tutto ad acchiapparlo emotivamente e ludicamente.

Il sistema di combattimento è un costrutto totalmente passivo che scorre in autonomia
Il sistema di combattimento è un costrutto totalmente passivo che scorre in autonomia

Dove Ever Crisis pecca davvero è tuttavia nel sistema di combattimento: sulla carta si tratta di un cocktail fra l'Active Time Battle tradizionale e la formula di Final Fantasy VII Remake, ma nella pratica si traduce in un amalgama estremamente ripetitivo nel quale, alternando fra la posa offensiva e quella difensiva, non si deve far altro che scagliare distrattamente abilità, magie e la saltuaria Limit Break contro gli avversari. È una ricetta pensata per funzionare del tutto passivamente, al punto tale che attivando l'opzione Auto è possibile abbandonare lo smartphone sul cuscino e godersi lo spettacolo dell'intelligenza artificiale intenta a sbaragliare qualsiasi nemico, anche i boss più impegnativi, ovviamente a patto di aver raggiunto il livello di potere necessario. Ed è un'opzione che tutti finiscono inevitabilmente per sfruttare a causa dell'intrinseca ripetitività delle attività, tanto che affrontandole in co-op capita sempre di assistere a un concerto di Cloud che si muovono in maniera perfettamente sincronizzata secondo il ritmo scandito dalla IA.

Ever Crisis mette in scena anche diverse storie inedite
Ever Crisis mette in scena anche diverse storie inedite

Oltre alla modalità storia, Applibot ha pensato di inserire tutta una serie di attività "Solo" che coprono ciascuna diversa sfumatura del complicatissimo sistema di progressione, ovvero le missioni giornaliere e quelle orientate al potenziamento dei PG e dell'arsenale, tutte radicate solo nel combattimento con l'eccezione dei Criterion Dungeon, nei quali si esplorano mappe già visitate per sfidare boss aggiuntivi. È allora che si apre un immenso panorama fatto di materiali, valute, minerali e strumenti destinati alla progressione che, se inizialmente sembrano avere un impatto marginale, si rivelano presto indispensabili per godere del racconto. Le Materia, nello specifico, si presentano come ulteriori loot box inserite a forza nel già carico sistema di monetizzazione, quasi fossero un secondo gacha all'interno del gacha, senza contare che per essere sintetizzate richiedono di attendere ore di tempo reale, spalancando un pozzo senza fondo di tempo o investimenti necessari.

Arrivederci amore ciao

Come andrà avanti il progetto quando le storie da raccontare saranno finite?
Come andrà avanti il progetto quando le storie da raccontare saranno finite?

L'operazione inseguita da Square Enix non ha bisogno di troppe spiegazioni: Final Fantasy 7 è ancora stretto in un abbraccio d'amore sfrenato da milioni di appassionati, e realizzando un'opera di questo genere sarebbe stato possibile soddisfare quell'antica sete e rimpinguare al tempo stesso le casse della compagnia. Final Fantasy 7 Ever Crisis non è un prodotto manchevole in quanto gacha game, ma lo è alla luce del peso del suo marchio e soprattutto degli standard imposti da altri esponenti del genere: l'avventura si svolge per la maggior parte del tempo in mezzo a menù e interfacce confuse, adottando un sistema di combattimento passivo e una struttura frammentaria, senza riuscire a far prevalere le nature di videogioco e specialmente di racconto sull'ingombrante architettura economica. In poche parole, è prima di tutto un "gacha" e solo successivamente un "game".

I più grandi valori della produzione - oltre all'eccellente costruzione tecnica - si trovano nei pilastri che hanno portato al successo la compilation di Final Fantasy 7, i cui personaggi non hanno perso un'oncia del loro fascino magnetico e sono stati ricreati in maniera impeccabile, lasciando alla versione riarrangiata della colonna sonora originale il compito di chiudere l'incantesimo. Tale risultato, tuttavia, non fa altro che alimentare il conflitto fra quel che l'opera avrebbe potuto essere e ciò che infine si è rivelata, solleticando ulteriormente il desiderio di poter rivivere una delle più grandi avventure mai realizzate come fosse la prima volta. Ciò che preoccupa, d'altra parte, è l'essenza stessa del progetto: analizzando lo stato in cui attualmente versano titoli simili, emerge la paura concreta che il prodotto possa chiudere prima della conclusione della trama, mentre risulta davvero difficile - e a tratti disturbante - immaginare in cosa l'opera possa trasformarsi una volta esaurite tutte le storie da raccontare.

Conclusioni

Versione testata iPhone
Digital Delivery App Store, Google Play
Multiplayer.it
5.0
Lettori (11)
5.1
Il tuo voto

Final Fantasy 7 Ever Crisis non rappresenta un'occasione mancata a causa della sua natura di gacha game, ma in ragione dell'esecuzione frammentaria e anacronistica che ne tratteggia l'intera struttura. I menù e le interfacce confuse nelle quali si svolge la maggior parte dell'esperienza portano l'elemento della monetizzazione a prevalere su quelli del gioco e del racconto, ricamando un sistema di combattimento intrinsecamente passivo su una lunga serie di attività ripetitive. La straordinaria forza del materiale originale - disegnato, animato e musicato con grandissima cura - arriva a brillare nel contesto delle vicende inedite che arricchiscono la narrazione della compilation; ma anziché elevare la produzione nell'insieme, questo elemento finisce per far rimpiangere ciò che avrebbe potuto essere, lasciando spazio a forti dubbi riguardo quel che potrebbe diventare una volta esaurite le storie da raccontare.

PRO

  • Le storie originali sono davvero ben realizzate
  • Musiche, animazioni e modelli eccellenti

CONTRO

  • Tante diverse meccaniche gacha e di farming, tutte invasive
  • Le missioni sono ripetitive e si giocano letteralmente da sole
  • Narrazione prima tagliata e modificata, poi ostacolata dalla progressione
  • L'80% del gameplay si svolge fra menù e interfacce confuse