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Fire Emblem: The Sacred Stones, recensione

Una delle saghe strategiche più amate torna su GameBoy Advance con un episodio nuovo di zecca. Affilate le vostre spade, c'è un mondo da salvare!

RECENSIONE di Christian Colli   —   17/06/2005
Fire Emblem: The Sacred Stones
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Le Pietre Sacre

Una leggenda narra che in un'epoca ormai remota cinque guerrieri sfidarono e sconfissero un temibile e potentissimo demone, sigillandolo per sempre grazie al potere di cinque pietre sacre, che ognuno di loro custodì nel proprio regno, garantendo per secoli pace e prosperità ai propri popoli. Ora, qualcosa è cambiato: l'impero di Grado, da sempre pacifico e benevolo, ha invaso il regno di Renais, occupandone il trono. I due eredi gemelli del re di Renais sono divisi: il giovane e coraggioso Ephraim combatte al fronte, senza sapere che al suo fianco trama un traditore, mentre la bella e agguerrita Eirika riesce a salvarsi dall'assalto al castello reale grazie al sacrificio del padre e all'aiuto del capitano delle guardie Seth. Adesso l'obbiettivo di Eirika e Ephraim è quindi reincontrarsi e fare luce sull'assurda guerra scoppiata tra regni da sempre in pace tra loro, e sopratutto sull'apparizione, sempre più inquietante ed estesa, di orribili creature demoniache. E se è vero che l'imperatore di Grado ha ordinato la distruzione delle Pietre Sacre appoggiandosi a misteriosi quanto loschi figuri, e una di queste Pietre è nascosta nel braccialetto che il re di Renais ha consegnato a Eirika poco prima della fuga, è facile intuire come i guai stiano solo per cominciare. Tra intrighi di palazzo, traditori, ribelli, deserti sconfinati, navi fantasma, uomini-drago, mostruosi demoni e molto altro ancora, Ephraim ed Eirika costruiranno un piccolo e valoroso esercito, ma riusciranno a salvare il loro mondo dal caos?

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Battaglie Triangolari

Anche in The Sacred Stones fa ritorno il Weapon Triangle System, ovvero la semplice regola di base sulla quale si fonda il sistema di combattimento di Fire Emblem. Durante il turno delle proprie truppe, il giocatore muove un'unità e se desidera ne attacca un'altra, purchè questa sia nel suo raggio d'azione ovviamente: a quel punto entra in gioco il Triangle System, che in pratica è una sorta di "forbice, sasso e carta". Le spade vincono sulle ascie, le ascie sulle lance, le lance sulle spade. Questo è tutto quello che serve sapere per poter padroneggiare le strategie principali di Fire Emblem. Anche la magia si basa su un sistema analogo, per il quale gli incantesimi elementali sono più potenti di quelli divini, quelli divini sconfiggono la magia nera e la magia nera è più efficace contro gli elementi naturali. Ovviamente ci sono altri dettagli che complicano le cose, altrimenti non potremmo neanche parlare di strategico: ad esempio, gli arcieri e le loro freccie, assolutamente devastanti contro le unità volanti (draghi e pegaso) ma carne da macello nel combattimento ravvicinato, senza contare le svariate armi magiche in grado di infliggere maggior danno contro determinate unità. Tuttavia, Intelligent System questa volta di carne al fuoco ne ha messa davvero tanta: mentre nel precedente episodio i possessori di GBA si sono trovati ad affrontare unicamente unità "umane" per una lunga serie di missioni, in The Sacred Stones a minacciare i nostri eroi troviamo anche creature soprannaturali e mostruose, contro le quali bisognerà adottare nuove strategie, dato che il Triangle System non influenza certo gli artigli dei ragni giganti o le zanne dei lupi mannari. Da notare che questi mostri, oltre ad essere talvolta il nemico da abbattere in determinate missioni, appariranno anche sulla mappa, come scontri occasionali e opzionali durante i quali sarà possibile allenare le proprie unità e, con un po' di fortuna, guadagnare qualche soldino in più. A differenza degli ultimi episodi della serie, infatti, in The Sacred Stones è stata inserita una mappa sulla quale spostare le proprie truppe, per rifornirsi di equipaggiamento o altri item in un paesino, magari, o per esplorare i "dungeon" opzionali che appariranno in alcune fasi dell'avventura. Questa libertà di movimento e azione, per quanto limitata, dona al gioco una maggiore profondità, che negli altri Fire Emblem mancava: in The Sacred Stones, se una missione è troppo difficile, è possibile potenziare i personaggi che si vuole in qualsiasi momento, sempre nei limiti della tattica, ovviamente, visto che per la morte di un'unità si paga un caro prezzo, ovvero la sua scomparsa definitiva. Tanti personaggi, come da copione, da ottenere progredendo nella splendida storia, o da reclutare risolvendo semplici quest (in genere basta parlare con uno di essi con il protagonista o un'altra unità affine, ma a volte bisogna soddisfare determinati requisiti segreti), tutti splendidamente caratterizzati, e che una volta sconfitti saranno perduti per sempre: il sistema di salvataggio automatico e continuo crea ancora qualche problema, costringendo il giocatore a ripetere una missione da capo se non si vuole portare sulla coscienza la morte di uno o più compagni, ma è il prezzo da pagare per potersi definire dei veri strateghi.

Fire Emblem: The Sacred Stones, recensione
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Come prima, più di prima

Ancora una volta Intelligent System dimostra di saper usare le capacità tecniche del GameBoy Advance senza strafare, concentrandosi su cio' che conta maggiormente, il gameplay, e regalandoci al contempo un contorno di altissima qualità. A fare la parte del leone, come da tradizione, sono le eccezionali animazioni che mostrano lo scontro tra le varie unità, fluide e spettacolari, impreziosite da effetti luce in trasparenza o colorate esplosioni nel caso di magie et similia. Gli sprite, di dimensioni modeste, sono dettagliati e colorati, anche se spesso le unità di una stessa classe tendono a somigliarsi troppo tra loro. Splendidi gli artwork che mostrano i personaggi o le location che fanno da sfondo all'azione, mentre restano sempre un po' blande le mappe delle battaglie, anche se in The Sacred Stones si nota chiaramente una maggiore attenzione per la loro composizione, che le rende più varie e piacevoli a vedersi per tutta la durate delle sempre più lunghe missioni. Resta comunque la colonna sonora l'aspetto tecnico più soddisfacente di questa cartuccia: ancora una volta, i brani che ci regala il seppur modesto speaker del GameBoy Advance sono di una qualità elevatissima, sempre azzeccati alle situazioni e di gran varietà compositiva, tra fanfare, ritmati motivetti da battaglia o traccie dal sapore più tragico che accompagnano alcune tra le sequenze più struggenti della narrazione. Insomma, il brano trionfale che fa da sound-theme classico della serie esplode nel menù principale anticipando, ancora una volta, un'esperienza audiovisiva di grande impatto.

Fire Emblem: The Sacred Stones, recensione
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Fire Emblem è un must-buy per ogni appassionato di RPG e/o strategici che si rispetti. Lo è sempre stato, fin dal primo episodio per NES, e ancora oggi tiene fede alla sua grande fama: Intelligent System ci propone una nuova avventura nel mondo dell'Emblema di Fuoco che eccelle in praticamente tutti gli aspetti. Personaggi splendidamente caratterizzati, una trama eccellente narrata con grande abilità, una meccanica ludica tanto semplice quanto profonda e appagante, e una longevità fuori dal comune: non solo The Sacred Stones è un prodotto decisamente difficile, anche se ben bilanciato, ma con la sua miriade di personaggi da reclutare tra le proprie fila, di missioni segrete, con una trama che si biforca lasciando al giocatore il piacere di scoprire, in una seconda partita magari, i suoi complessi risvolti, la cartuccia regala al giocatore decine di ore di avventura. Consigliato a tutti gli amanti del genere e, più semplicemente, agli amanti dei bei videogiochi.

    Pro:
  • Narrazione eccellente
  • Gameplay semplice e profondo
  • Longevo come pochi altri titoli
  • Tecnicamente ottimo
    Contro:
  • Il sistema di autosalvataggio potrebbe non piacere a tutti

E' bello sapere che adesso Fire Emblem è diventato un appuntamento fisso anche per noi occidentali. Fino a un paio di anni fa, la splendida saga strategica ideata da Intelligent System ai tempi del NES era rimasta relegata al mercato orientale in tutte le sue incarnazioni per NES e SNES, per motivi davvero oscuri. Il primo spiraglio di luce ha illuminato i giocatori d'occidente con Super Smash Bros Melee: nel roster di combattenti, infatti, facevano capolino Roy e Marth, due dei protagonisti più amati della serie Fire Emblem, che proprio in quel periodo combattevano per i loro ideali in una cartuccia per GBA che riscosse enormi consensi in Giappone. L'avventura di Roy non è arrivata nè in America nè in Europa, per via dei numerosi collegamenti narrativi a vecchi episodi, ma la successiva, ambientata vent'anni prima, ha fatto da apripista alla saga dell'Eblema di Fuoco in lingua inglese, e così dopo lo splendido episodio che abbiamo recensito l'anno scorso e che è considerato uno dei migliori videogiochi disponibili per GBA, ci ritroviamo con una nuova avventura che, in attesa dell'inedito capitolo per Game Cube previsto nei prossimi mesi, mantiene altissimo il livello qualitativo di una delle migliori produzioni videoludiche seriali di sempre.