For Honor non ha avuto vita facile. Sin dal giorno del lancio alcune scelte legate allo sviluppo hanno portato la community a sfaldarsi e ad abbandonare i server piuttosto velocemente, salvo poi tornare saltuariamente a verificare la situazione con i vari aggiornamenti. Purtroppo, a differenza del potente Rainbow Six: Siege, l'opera di recupero da parte di Ubisoft non ha sortito l'effetto desiderato e nemmeno l'arrivo dei nuovi combattenti o dei tanto attesi server dedicati è riuscita a ripristinare una situazione particolarmente complessa. Dal canto nostro invece non abbiamo mai smesso di tenere sotto braccio il titolo, un po' perché il sistema di combattimento è sempre stato vivace ed esaltante e un po' perché, diciamocelo, sarebbe folle non amare una produzione dove cavalieri, vichinghi e samurai se le suonano di santa ragione. In un mercato dunque abituato ad avere tutto e subito, riuscire a mantenere le redini di un progetto così coraggioso non è cosa da tutti e Ubisoft ci sta provando davvero in tutti i modi spendendo risorse ed energie laddove altri avrebbero già alzato bandiera bianca. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e oggi, con l'arrivo della nuova espansione Marching Fire i giocatori hanno un ottimo, nuovo, motivo per dare una seconda chance al titolo.
Arrivano i cinesi!
Nel caso non ne aveste avuto abbastanza di ninja, di cavalieri con mazzafrusti o di enormi omaccioni a petto nudo armati di spade a due mani ecco che alla bagarre di For Honor si aggiungono le truppe cinesi Wu Lin. Una mossa non facile da digerire per il pubblico occidentale - anche perché dal cestone si sarebbero potute pescare razze combattenti ancora più carismatiche - ma forse, in ottica di rilancio del progetto, appoggiarsi anche al mercato orientale potrebbe essere la mossa per salvare capra e cavoli. Ecco allora che non stupisce vedere sui server ben quattro nuovi combattenti per questa fazione, venduti in un unico pacchetto o acquistabili, come sempre, con la classica valuta in acciaio. A colpirci maggiormente non poteva che essere il monaco Shaolin, armato di bastone e dotato di equipaggiamenti che lo fanno somigliare in maniera impressionante alla leggenda di Son Goku, il re delle scimmie. Con la capacità di teletrasportarsi in salto e di interrompere le proprie combo improvvisamente è uno dei nuovi guerrieri più affascinanti e imprevedibili e nelle mani giuste vi possiamo assicurare che è una terribile macchina di morte.
Nuxia invece è l'assassino del gruppo: veloce e spietata, ricorda vagamente la pacificatrice nelle movenze ma, cosa non da poco, Ubisoft è stata decisamente abile nel saper sempre dare uno stile e un'anima propria a tutti e ventidue i guerrieri presenti nel roster, e anche questa volta le cose non sono andate diversamente. Tiandi e Jiang Jun invece sembrano essere usciti direttamente da un Dynasty Warriors qualsiasi, catapultati dai racconti dei Tre Regni e ora invischiati in una battaglia senza epoca e senza fine. Inutile scendere nello specifico, ovviamente, sulle mosse, gli stili e le nuove abilità speciali di questi quattro guerrieri, vi basti quindi sapere che il loro acquisto, per chi ama la tradizione orientale, è ovviamente consigliato. Non male ovviamente la differenziazione dagli altri eserciti, con i guerrieri cinesi che basano gli stili sulla mobilità e le schivate, capaci altresì di grandi danni in contrattacco e di una gestione dell'energia davvero particolare. Ottime introduzioni insomma che fanno capire quanto spazio ci sia ancora per le sperimentazioni su For Honor e quanto, volendo, il gioco possa venir ulteriormente espanso nei prossimi anni.
Cambiamenti completi a tutti gli equipaggiamenti
La cosa che ci ha lasciato più spiazzati di questo aggiornamento, tuttavia, è stato il completo redesign degli equipaggiamenti. Sono state eliminate del tutto le caratteristiche, sostituite in maniera similare dai Privilegi: invece di aumentare l'attacco, il danno o la penetrazione ogni pezzo di equipaggiamento ora garantirà una quantità specifica di punteggio per i singoli Privilegi e lascerà al giocatore la completa libertà per ciò che concerne la personalizzazione delle build dei vari eroi. I Privilegi funzionano sostanzialmente come i perks di Call of Duty, innestando abilità passive sui personaggi. Alcuni riceveranno un bonus alla velocità, altri vi permetteranno di assorbire una quantità di danno ulteriore se siete prossimi alla morte, rianimare più velocemente i compagni o ancora ricevere scudi sulla salute dopo essere usciti dalla modalità Vendetta. Sarà interessante vedere i prossimi mesi come queste combinazioni influiranno sul bilanciamento, soprattutto con l'aggiunta di nuovi pezzi o addirittura nuovi Privilegi, che potrebbero rivoluzionare le build di volta in volta. Con Marching Fire arrivano ovviamente decine di nuovi equip, anche per i vecchi personaggi, oltre che per la fazione cinese, così come non mancano le personalizzazione estetiche con oggetti da ottenere anche attraverso il completamento delle nuove sessioni di addestramento ora completamente riviste e molto, molto più approfondite. Un lavoro eccellente insomma sotto molteplici aspetti, inclusa la guerra tra fazioni con un'interfaccia più chiara e più leggibile per l'invio di truppe e rinforzi.
Un enorme quantitativo di contenuti
L'arrivo di Marching Fire segna anche la comparsa di due nuove modalità di gioco, molto interessanti e particolarmente riuscite. Partiamo allora con quella PvP che rappresenta la quintessenza di For Honor. Due squadre da quattro giocatori si dovranno scontrare su una mappa dalle discrete dimensioni e completare un assedio. Un team si troverà in difesa mentre uno attaccherà, dovendo scortare un ariete attraverso diversi checkpoint sfondando i portoni difensivi. Funziona pressapoco come la modalità Payload di Overwatch con un pizzico di strategia rubata al genere dei MOBA. Ondate di minion dalle due fazioni infatti cercheranno di danneggiare o proteggere l'ariete e i giocatori dovranno sfoltire i guerrieri controllati dall'intelligenza artificiale per permettere alla propria fazione di ottenere un vantaggio.
Non mancano nemmeno boss da sconfiggere per ottenere bonus temporanei e un combattimento finale contro il comandante della fortezza che rappresenta sostanzialmente il Core della base avversaria. Sul percorso sono altresì piazzate balestre e arcieri così da non trasformare le partite in una mera battaglia confusionaria, una scelta che apprezziamo visto che aggiunge quel pizzico di strategia in più che non guasta mai. Gli attaccanti avranno poi una serie di ticket di rientro da tutelare, così da evitare ignoranti cariche a testa bassa fino al raggiungimento dell'obiettivo. Unico neo di questa modalità è probabilmente la durata, con le partite più bilanciate che possono protrarsi anche per una mezz'ora di gioco. Un plauso va poi fatto al nuovo sistema di matcmaking che ora non solo abbina i giocatori prima della partita ma che mischia le squadre in automatico anche durante i vari round, così da trovare un equilibrio perfetto tra i team e regalare partite che siano il più entusiasmante possibile. La seconda modalità invece si chiama banalmente Arcade ed è un contenuto interessante ma dall'accessibilità particolare. Iniziamo con il dire che questa specifica opzione è disponibile solo per chi ha acquistato l'intera espansione e per ora non ci sono piani di scorporarla dal pacchetto. Questo è un peccato perché Arcade è semplice ma interessante e, a modo suo, virtualmente infinita: in questa modalità potrete scegliere il vostro combattente preferito e lanciarvi in una serie di cinque scontri generati casualmente di difficoltà crescente con diversi buff e debuff a rendere più interessanti i match. Divertente e soprattutto utile visto che i progressi e l'esperienza accumulata saranno condivisi con il profilo PvP permettendovi di sperimentare tattiche e strategie in tranquillità e poi gettarvi online con il personaggio già di livello più alto. Non mancano infine miglioramenti al motore grafico, che presenta ora effetti di luce migliorati e texture ancora più definite.
Conclusioni
Se volete dare una seconda chance a For Honor, questo è il momento giusto. Marching Fire è un'espansione eccellente da qualsiasi parte la si guardi: i quattro nuovi combattenti sono iconici e ben caratterizzati, sono state aggiunte due nuove modalità convincenti e persino il matchmaking è migliorato. Il picchiaduro Ubisoft è un gioco da non sottovalutare, estremamente difficile da padroneggiare ma in grado di regalare enormi soddisfazioni a chi sarà in grado di domarlo. Il nostro consiglio è quello di fare una capatina sui server per assaggiare tutte le novità, sicuramente non ne rimarrete delusi.
PRO
- Il nuovo matchmaking funziona egregiamente
- Caratteristici i nuovi personaggi
- Una vagonata di contenuti
CONTRO
- Modalità arcade solo a pagamento
- Tempi di attesa piuttosto lunghi per le modalità meno giocate