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Ghost Rider - Recensione

Dopo l'avventura cinematografica, Ghost Rider arriva su PSP privo di Nicholas Cage e di una personalità ben definita...

RECENSIONE di Fabio Palmisano   —   29/05/2007
Ghost Rider
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Fantasma formaggino

Tanto per cominciare, Ghost Rider per PSP non segue pedissequamente la trama del film con Nicholas Cage: il che, considerando la pochezza della pellicola, potrebbe essere anche un pregio, se non fosse che lo storyline del titolo Climax è praticamente nullo. L’intro del gioco non fa altro che introdurre l’utente al background del protagonista, mentre non esiste praticamente alcun nesso narrativo che tenga incollati l’un l’altro i vari stage. Ma non è certo questo il demerito peggiore di Ghost Rider, che infatti presenta una struttura ludica visibilmente “ispirata” a capolavori quali God of War e Devil May Cry e che tuttavia non riesce ad essere minimamente appassionante. Proprio come nel prodotto Capcom, il gioco è suddiviso in missioni e l’azione è arricchita da un sistema di rating che premia le combo più spettacolari con un maggior numero di punti; e come nell’avventura di Kratos, anche qui esistono colpi veloci e pesanti, un sistema di upgrade delle armi che sfrutta gli orb raccolti dai nemici caduti e un po’ di sano slow-motion ad enfatizzare i colpi più spettacolari. Tutti elementi sostanzialmente di contorno che non riescono a sorreggere un titolo affossato da un gameplay noioso e monotono, pallidissima copia dei videogame sopraccitati. Questo perché Ghost Rider è anzitutto troppo facile e lineare: gli stage sono oltremodo circoscritti e contraddistinti da un level design elementare, e l’azione è resa sonnolenta da nemici incredibilmente stupidi e da alcune combo eccessivamente potenti fornite al giocatore già dopo le prime battute dell’avventura. Aggiungiamo a ciò del costante e fastidioso backtracking e una longevità sotto la media (bastano una manciata d’ore per portare a termine lo story mode) e apparirà chiaro come Ghost Rider sia tutt’altro che un piacevole svago.

Ghost Rider - Recensione
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Non è una moto, è un chopper

Oltre alla canonica azione di gioco, Ghost Rider annovera anche alcune sezioni a bordo della motocicletta del nostro supereroe: queste dovrebbero servire a spezzare il ritmo dell’avventura, ma l’unica cosa che riescono a rompere è la volontà dell’utente di proseguire, visto quanto sono approssimative e mal implementate. In questi sub-levels bisogna semplicemente passare dal punto A al punto B nel più breve tempo possibile, facendo fuori i nemici che casualmente si fanno avanti ed evitando qualche ostacolo sparso qua e là. I problemi dei segmenti di guida sono molteplici, a partire da un sistema di controllo “scivoloso” e proseguendo con ambientazioni ripetitive e -anche qui- tanto backtracking figlio del maldestro tentativo di annacquare l’esperienza ludica. Anche se ugualmente mediocri, le sezioni in moto acquistano uno spessore leggermente superiore nel contesto della modalità Challenge, che le arricchisce di alcune varianti e di un supporto multiplayer che tollera perfino il game sharing (tutte esclusive della versione PSP del gioco). Ma è davvero troppo poco per poter aiutare Ghost Rider ad elevarsi oltre una globale insufficienza, considerando anche come la cosmesi del prodotto non sia delle migliori. L’unico aspetto realmente positivo dell’opera Climax è il modello poligonale del protagonista, ben definito ed animato, ma tutto il resto è assolutamente da dimenticare: gli stage sono imbruttiti da un design piatto e impersonale, il look dei nemici è quanto di più anonimo si possa immaginare, le texture sono poco definite e sussistono persino problemi di frame rate -soggetto a drastici cali- e di telecamera, che quasi sempre taglia fuori gli avversari impedendo di capire da dove arriva la minaccia.

Commento

Ghost Rider è, molto semplicemente, un tie-in davvero mal riuscito. Quasi totalmente slegato dalla pellicola di riferimento e colpevole di un gameplay che si risolve in una brutta copia di elementi rubati a Devil May Cry e God of War, il prodotto 2K non è consigliabile né ai fan del film né tanto meno agli appassionati di action game: alla luce di tutto questo, Ghost Rider potrebbe interessare solo ai veri patiti del fumetto alla ricerca di un costoso soprammobile.

Pro

  • Struttura ludica vincente sulla carta...
Contro
  • ...ma realizzata in maniera pessima
  • Grafica più che mediocre
  • Noioso e poco longevo

Essere il degno tie-in di un blockbuster cinematografico è un’impresa ardua, ma lo è ancora di più se il film di riferimento è stato accolto tiepidamente nel migliore dei casi. Proprio a questa seconda categoria appartiene Ghost Rider, action game ispirato all’omonima pellicola reduce da incassi al botteghino piuttosto magri e da impressioni prevalentemente negative di pubblico e critica. La domanda sorge spontanea: meglio il film o il gioco?