Anche i diavoli piangono
Fin dalle prime battute, Ghost Rider si rivela fortemente ispirato alla saga di Devil May Cry: il personaggio combatte utilizzando delle catene (in questo potremmo vederci un po' di God of War...), un fucile e una serie infinita di combo più o meno devastanti e spettacolari, all'interno di location che hanno l'unico scopo di ospitare i combattimenti contro demoni e creature infernali di ogni tipo. Tali ambientazioni (e qui si vede il maggiore riferimento al prodotto Capcom) vantano piccole dimensioni e vengono inquadrate in modo particolare dalla visuale del gioco, con una musica che parte ogni volta che appaiono dei nemici e un varco che al termine degli scontri si “sblocca” e permette a Ghost Rider di accedere alla zona successiva, con tanto di effetto “vortice distorto” a rappresentare la chiusura dello stage. La meccanica di gioco è chiara nella sua linearità: il personaggio accede a una nuova zona, compaiono dei nemici (che variano nel tipo, nel numero e nelle capacità a seconda del livello) e si combatte finché non sono tutti eliminati, quindi si procede oltre. In Ghost Rider non ci sono enigmi e la mappa a cui è possibile accedere dal menu di pausa è puramente accessoria, laddove non è difficile capire dove bisogna andare, anche perché la maggior parte degli stage è pensata in modo da essere un “circuito”: si prosegue fino a un certo punto, poi si torna indietro. Per spezzare la monotonia di questo pattern, gli sviluppatori hanno inserito un gran numero di sessioni “di guida”, in cui il personaggio sale a bordo della sua moto infernale e deve farsi largo fra nemici e ostacoli per arrivare al luogo in cui si terranno i successivi combattimenti. Queste fasi si rivelano profondamente diverse nel gameplay rispetto alle sessioni “action”, dato che bisogna avere i riflessi pronti per i salti, le “scivolate” e quant'altro ci permetta di superare indenni le trappole posizionate sul tragitto.
Lo Spirito della Vendetta
Il gioco è diviso in cinque grandi “capitoli”, formati in tutto da ben trenta stage, e alla fine di ogni capitolo c'è l'immancabile combattimento con i boss, in questo caso presi dalle pagine dei fumetti di Ghost Rider più che dal film. Tenendo conto che ogni capitolo richiede tre o quattro ore per essere completato, ne risulta una durata superiore alla media degli action game. Di più, completando il gioco vengono sbloccati nuovi personaggi con cui affrontare l'intera avventura daccapo: Blade (il personaggio interpretato sul grande schermo da Wesley Snipes), Vengeance (la nemesi di Ghost Rider), Ghost Rider in versione 2099 e Ghost Rider in versione “classica”. Nel caso dell'ammazzavampiri di colore, non avremo a disposizione delle supermosse ma solo la spada e le arti marziali...
Il sistema di combattimento presente nel gioco funziona bene e si rivela davvero ricco di varianti, con tanto di numerose possibilità di potenziamento: eliminando i nemici, si raccolgono degli elementi luminosi che poi è possibile spendere attraverso la voce “Potenziamento” del menu di pausa. In quel frangente potremo acquistare non solo numerose nuove combo, ma anche tutta una serie di extra: fumetti, foto, disegni e videointerviste agli sviluppatori. I pulsanti Quadrato e Triangolo corrispondono rispettivamente all'attacco leggero (catena) e pesante (pugni), e la loro pressione combinata dà origine alle combo, come già detto numerosissime. Il pulsante X serve per saltare, laddove il Cerchio viene utilizzato come “tasto azione” ma anche per effettuare le prese. I tasti dorsali attivano l'Anello di Fuoco (una potente smart bomb), la “modalità punizione” (una specie di bullet time in cui è possibile eliminare un nemico divorandolo fra le fiamme infernali), il fucile (i cui colpi dipendono dalla barra dell'energia mistica) e la parata, essenziale non appena la difficoltà comincia a salire. L'esecuzione delle combo viene premiata con dei bonus, e talvolta tale procedura non è puramente estetica ma serve per rompere le barriere magiche che avvolgono taluni avversari. Durante le sessioni in moto, i tasti dorsali servono per accelerare e frenare, usare il boost e la scivolata, laddove i pulsanti centrali ci permettono di sparare proiettili di fuoco, colpire con la catena a destra e sinistra e saltare.
Realizzazione tecnica
La grafica di Ghost Rider è ben realizzata, seppure lungi dall'essere perfetta. Da un lato c'è un protagonista molto ben realizzato, per cui non si è lesinato nelle animazioni vista l'enorme quantità di combo e mosse speciali. I nemici con cui si combatte non vantano un design ispiratissimo, ma risultano vari e ben animati. Le ambientazioni, per una scelta degli sviluppatori, possiedono un aspetto di chiara ispirazione fantasy e dunque si discostano dagli scenari urbani che certamente non mancano nel film; basti pensare che si parte dalle prigioni infernali e solo dopo un po' si torna in superficie. Le inquadrature “storte” in alcune zone sono molto interessanti e contribuiscono all'atmosfera generale. L'unico difetto nella grafica di Ghost Rider, purtroppo non da poco, sta nell'efficacia del motore grafico, incapace di garantire un frame rate costante non appena lo schermo si affolla. A questo va aggiunto un piccolo bug che “sposta” il nostro personaggio di qualche metro durante i combattimenti, ma che per fortuna si verifica davvero di rado. Per quanto riguarda le sessioni di guida, il discorso è molto diverso e purtroppo la qualità scende parecchio: gli scenari scorrono senza difetti nella costruzione poligonale, ma sono decisamente anonimi e abitati da nemici ancora più anonimi, che la particolare natura “corsistica” non riesce a valorizzare per nulla.
Il comparto sonoro è nella media: gli effetti sono funzionali e fanno bene il proprio lavoro, mentre le musiche hanno difficoltà a farsi notare se non quando appaiono i nemici: in quel caso si ripete lo stesso brano (un altro riferimento a DMC). Il doppiaggio in Italiano è fatto molto bene, però purtroppo è mixato malissimo: bisogna alzare molto il volume per sentirlo durante le sequenze narrative, mentre fortunatamente non ci sono problemi per le frasi pronunciate da Ghost Rider durante i combattimenti.
Commento
Ghost Rider è un action game con chiare ispirazioni capcomiane, ed è di più di quanto ci aspettassimo dal tie-in del film. Tenendo conto del fatto che questo personaggio Marvel in Italia non è certo fra i più popolari, è ovvio che le qualità del gioco non sono state “amplificate” agli occhi di chi scrive: al di là della buona realizzazione tecnica, il nuovo prodotto sviluppato dai Climax Studios è molto solido, longevo e con momenti spettacolari. Se si fosse trovata qualche soluzione diversa per le sezioni su moto, purtroppo mediocri, avremmo potuto raccomandare questo titolo ad un numero maggiore di persone. Conoscete Ghost Rider e vi piacciono i giochi in stile Devil May Cry? Beh, molto probabilmente vi divertirete con le decine di combo che questo tie-in vi mette a disposizione. Non ci troviamo di fronte a un prodotto perfetto, ma sicuramente si tratta di una bella sorpresa.
- Pro:
- Buona realizzazione tecnica
- Molto solido e longevo
- Combo numerose e spettacolari
- Contro:
- Motore grafico incerto
- Volume del parlato basso nelle cutscene
- Sezioni in moto mediocri
In occasione dell'uscita del film “Ghost Rider”, 2K Games affida ai Climax Studios lo sviluppo di un tie-in che prende spunto dalla pellicola per raccontare le avventure di uno dei più tenebrosi personaggi della Marvel. E così vestiremo i panni di Johnny Blaze, un “motocliclista acrobatico” che stringe un patto con il diavolo per proteggere i suoi cari: in cambio, dovrà ospitare nel proprio corpo lo Spirito della Vendetta ed eseguire gli ordini di Mefisto. Ma fino a quando?