In questa recensione di Good Job!, nuovo titolo degli olandesi di Paladin Studios, proveremo a far tornare la voglia di fare cose e sentirvi bravi nel fai-da-te a tutti coloro ai quali, chiusi in casa, si stanno atrofizzando i muscoli di ogni arto. Può sembrare surreale il tempismo di rilascio di un software da presidente operaio che, partendo dai bassifondi di un'azienda, deve imparare a svolgere ogni incarico per raggiungere il vertice di babbo, l'imprenditore capo: la capacità di Good Job! di prendervi per mano e farvi spremere le meningi per capire come si lavora in ogni reparto è intrigante, così come quel twist da Tazmania che vi porterà, volente o nolente, a distruggere parecchia roba, tanto paga papà. C'è da dire, al netto dell'obiettivo sempre vario - plauso al level design - la strada da intraprendere permette al giocatore di scegliere sempre quanta dignità certosina infondere nel proprio operato, provando o meno ad avere la grazia di un elefante nel devastare vasi, casse e sfondare pacifiche mura di cartongesso. Presentato durante il recente Nintendo Direct Mini, Good Job! ricalca le orme di titoli più anziani, giocando però su stile, fisica e perizia di analogico per portare grande leggerezza, stile e tanta simpatia nel nostro attualissimo contesto casalingo.
Scalata sociale
Good Job! è un piccolo viaggio dentro l'operosità di un'azienda molto variegata, in cui ogni piano raccoglie attività e dinamiche uniche; il cappello di design spinge a rendere ognuno dei 4 livelli a piano (tranne gli ultimi) un enigma capace di divertire nella propria autonomia, prendendo poco per mano e lasciando ragionare, esplorare e tentare strade. Con una visuale isometrica che segue ma non si sposta, la geografia di ogni spunto alterna asimmetrie a linearità di design, rendendo ogni livello un micro mondo a sé sia in termini di lettura sia di intelligenza artificiale dei dipendenti presenti. Nella sua breve avventura, Paladin Studios raccoglie le idee e regala ricchi ambienti professionali dove fare cose, trasportare oggetti, muovere macchine e tanto altro.
Un percorso dall'inizio alla fine di Good Job! renderà corrieri, giardinieri, facchini, scienziati, magazzinieri e via dicendo, caratterizzando praticamente ogni ostacolo con un'attività differente dalla precedente. Ciò che accomuna ogni obiettivo è il parco azioni di interazione, naturalmente limitato, al quale corrisponde di riflesso una quantità di attivazioni piuttosto ampia, quindi infinite modalità di risoluzione. Nella nostra esperienza, ammettiamo di aver cercato di equilibrare la (poca) frustrazione di assenza di grazia con il desiderio di immedesimarsi nella scena e fare le cose nel miglior modo possibile. Risultato? Abbiamo ricominciato giusto 3 livelli, a fronte di un equivalente di una piccola bomba nucleare esplosa in altrettanti uffici; in tutti gli altri casi siamo andati avanti, convinti che quelle migliaia di dollari di danni erano sacrificabili alla nostra bravura e tecnica.
Vasi rotti
Al netto della vostra capacità di entrare mentalmente tra i ranghi aziendali e mostrare la vostra parte migliore nello svolgimento delle faccende da inserviente, stupisce quanto la caratteristica trasportante di Good Job! sia la simpatia trasversale che l'impianto stilistico e di animazioni regala nel silenzio. Essendo un gioco sostanzialmente muto - accompagnato però da un piacevole e leggero chill jazz di sottofondo - tutto l'impatto scenico e di trasmissione della situazione è affidato a un'amalgama coerente di sufficienza e serenità con la quale il nostro personaggio da cartello stradale avanza imperterrito e menefreghista. Può essere un ufficio divelto da un mobile usato come palla di cannone per fare breccia, o un viaggio in muletto con una scia di distruzione di vasi alle nostre spalle, o magari una stanza inondata di acqua solo per innaffiare poche piante, fa veramente sorridere il modo in cui tutto avanza noncurante delle nostre azioni, quasi come se effettivamente il resto dell'azienda sapesse chi siete voi e non dice nulla, vi lascia fare ma si limita a presentare il conto. E quasi come se ciò che accade sia effettivamente specchio di una routine da fai-da-te che effettivamente, spesso, si porta dietro dei danni quando dentro casa si spostano cose o si rompono cose per sistemarne altre.
La fisica è il fiore all'occhiello di Good Job!: il motore è assolutamente credibile e le sensazioni di dinamismo, gravità e peso che restituisce sono realistiche, gestibili e ben dosate per non essere particolarmente frustranti. Tutto il titolo, peraltro, può essere giocato in co-op offline grazie a un intelligente meccanismo di split screen dinamico che in base alla distanza tra i due personaggi allarga o spacca la regia, confezionando con grande dignità questa ulteriore possibilità.
Come siamo andati?
Ci siamo lasciati andare a una run solitaria molto convinta, completando in poche ore la storia, una media di 10-15 minuti a livello; il software fornisce elementi di rigiocabilità piuttosto sfidanti ma limitati nell'ambizione, relegando a tre metriche - tempo di completamente, valore dei danni e cose distrutte nella scena - la valutazione finale. Per quanto nel suo piccolo trascinante, riconosciamo con sincerità che il mix e la conseguente valutazione finale sono calcolate su base premiante, tirando fuori una votazione spesso tarata verso una media alta che non verso quella bassa e più in generale abbiamo apprezzato molto più il fare che non il fine del fare per ottenere un bel voto. Il mordente delle metriche a noi ha funzionato sull'elemento economico - ci siamo sentiti parte dell'azienda e moralmente non volevamo fare troppi danni - ma non ad esempio su quello temporale, però sono considerazioni puramente personali. In generale, il titolo trasporta grazia alla varietà: ogni livello ha un obiettivo diverso e implementa un'attività sempre diversa. Chiaro, userete alla lunga gli stessi attrezzi, ovviamente, ma per regalare sempre un differente beneficio all'azienda e ogni azione è veramente gratificante, specie quando più avanti nella scalata riuscirete a interagire attivamente con l'intelligenza artificiale.
Conclusioni
Divertente e vario, con il suo immaginario semplice ma ben confezionato Good Job! va a solleticare delle corde ludiche assolutamente sopite. La scalata professionale del nostro piccolo protagonista è costellata di varietà, allegria, spontaneità e talvolta un bel pizzico del nostro io, attento o meno all'attenzione per i dettagli e la precisione di un lavoro ben fatto. Good Job! è un'esperienza non corposa ma curatissima, con un'ottima risposta ai comandi grazie a una fisica equilibrata, capace di trascinare e far immedesimare in tanti piccoli lavori del quotidiano che normalmente magari non si fanno, ma esistono. Poca fiction e tanta operosità da inserviente, il tutto condito da un buon level design e un cappello da gioco a enigmi da risolvere che non guasta. Semplice, spassoso, consigliato per staccare dai soliti generi. Speriamo in un seguito.
PRO
- Variegato e ingaggiante
- Stile artistico immediato ma subito caratteristico
- Allegro, leggero e ben calibrato
CONTRO
- Per sua natura un po' limitato
- Non è lunghissimo