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Graveyard Keeper, la recensione

La vita del becchino medievale è più complessa di quanto si possa pensare

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   24/08/2018
Graveyard Keeper
Graveyard Keeper
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Non capita spesso di trovarsi di fronte a una quantità quasi soverchiante di informazioni, dati e meccaniche da gestire nel giro di pochi minuti dall'avvio di un gioco, almeno nel panorama videoludico attuale. Siamo talmente assuefatti ai tutorial continui e ridondanti, agli inserimenti graduali e senza scossoni che è facile trovarsi disorientati, per non dire sconcertati, di fronte agli strani menù, alle piccole icone e alle decine di interazioni possibili all'interno di ogni singola schermata di Graveyard Keeper. E questa non è una cosa negativa, intendiamoci: un titolo che ci spinge a studiare e applicarci, addirittura a dover cercare aiuto in guide poste all'esterno del gioco stesso, vista l'esiguità di istruzioni presenti e la quantità di parametri da gestire, ha degli aspetti indubbiamente intriganti e il supporto che già emerge sostanzioso da parte della community tra wiki e forum vari è un evidente indice dell'interesse che questo gioco sta riscuotendo tra gli utenti.

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È una situazione un po' d'altri tempi che può verificarsi solamente all'interno dei progetti indipendenti, che non si presentano come prodotti adatti a tutti e anzi si distinguono proprio per la loro particolarità in termini di struttura, accessibilità e gusto. Graveyard Keeper è particolare, in effetti, in tutti e tre i campi menzionati: si tratta di uno strano ibrido tra gestionale, farming simulation e RPG, si presenta decisamente profondo, stratificato e complesso e infine mette in scena situazioni che tendono ad essere alquanto lontane dal politicamente corretto, affacciandosi in territori rischiosi come la religione, la rappresentazione della vita ultraterrena e i riti funebri con una feroce e macabra ironia che potrebbe non essere apprezzata da tutti. Spuntato un po' a sorpresa, questo titolo di Lazy Bear Games (il team di Punch Club) e TinyBuild si è imposto all'attenzione anche per la sua uscita direttamente all'interno del catalogo di titoli scaricabili liberamente dagli abbonati a Xbox Game Pass, trovandosi dunque in una distribuzione su larga scala che l'ha catapultato in una situazione forse inaspettata anche da parte degli sviluppatori, amplificando così il suo effetto dirompente.

Una strana storia

La storia ha un incipit drammatico ma tende ben presto all'ironico, per non dire al macabro grottesco. Il protagonista è un uomo qualunque che viene investito sulla strada di casa e si ritrova in una sorta di limbo, dove un essere misterioso lo proietta in una regione medievale per coprire il ruolo di gestore del cimitero locale, senza troppe spiegazioni a corredo. La linea narrativa principale ci vede dunque impegnati nel tentativo di tornare a casa, cosa che passa necessariamente per l'assecondare le assurdità del fato e cercare di portare avanti il proprio ruolo nel migliore dei modi, ma si interseca con una fitta trama di storie secondarie e personaggi variopinti che arricchiscono in maniera notevole il mondo di gioco. La narrazione non è proprio un elemento preponderante in Graveyard Keeper, che per la maggior parte del tempo ci vede impegnati in occupazioni molto pragmatiche, tuttavia la stranezza dei comprimari e delle comparse dipinge una sorta di teatro dell'assurdo che mette in scena qualcosa di veramente peculiare, con tanto di scelte non banali affidate al giocatore per le quali spesso ci troviamo a dover tirare fuori un cinismo che non è comune nel mondo dei videogiochi.

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Siamo insomma ben lontani dal clima rilassato di simulatori agresti come Stardew Valley, titolo a cui è facile pensare guardando anche solo le immagini di Graveyard Keeper, ma da cui si distanzia sotto diversi aspetti. La presenza di una storia e di una costruzione specifica già configurata per il protagonista, sebbene non molto approfondite, sono aspetti che contribuiscono a rendere questo titolo alquanto peculiare, inserendolo all'interno di una cornice narrativa più definita, così come la scrittura dei dialoghi e la caratterizzazione del bizzarro cast stupiscono per acume e anche per una certa profondità di vedute e temi trattati. Di converso, manca in gran parte quell'ampia personalizzazione che è invece alla base di giochi come Stardew Valley, dove la caratterizzazione vaga e aperta mette il giocatore al centro di tutto. È tutto piuttosto diverso da quanto ci si potrebbe aspettare: il teschio parlante Gerry ci espone una visione cinica e spietata della vita, l'asino parlante che rifornisce di corpi il cimitero ha un'indole ribelle e sembra afferire tendenzialmente a una corrente politica di estrema sinistra, mentre l'irreprensibile rigore dell'inquisitore ispira un certo terrore ma potrebbe rappresentare un elemento chiave per poter oltrepassare più in fretta gli ostacoli che ci frappongono verso il ritorno alla vita normale. Questo tanto per fare alcuni esempi sulle bizzarrie a cui il gioco ci sottopone, mentre ci carica di impegni senza lasciare un attimo di respiro.

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La dura vita del gestore di cimitero

Il nucleo centrale del gameplay è la gestione del cimitero, ma si tratta solo di uno dei tanti elementi da tenere presente e seguire con estrema cura all'interno dello sfaccettato mondo di gioco di Graveyard Keeper. Per quanto riguarda la gestione cimiteriale, gli elementi sono quelli tipici del genere, con la disposizione delle bare e la necessità di renderle sempre più piacevoli alla vista arricchendone gli elementi estetici con lo sblocco progressivo di ornamenti, simboli religiosi, fiori e altro. Questo, almeno, per quanto riguarda gli aspetti più superficiali, ma dietro a questi primi elementi di facciata si nascondono meccaniche decisamente più oscure: la valutazione generale del cimitero dipende infatti da un insieme di fattori, che prendono in considerazione anche le condizioni delle salme all'interno delle tombe. Per questo motivo è importante incrementare le proprie conoscenze sul piano dell'anatomia e della scienza per accedere a sistemi di conservazione migliori e trattare i cadaveri con una certa celerità subito dopo la consegna da parte dell'asino parlante, per evitare che si decompongano e rovinino la media cimiteriale.

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Quando ci si rende conto che un cadavere non può portare a risultati positivi entrano in campo eventuali soluzioni che danno una buona idea di come questo gioco ci ponga di fronte a situazioni decisamente macabre, con la possibilità di bruciare i corpi ma anche di eliminarli gettandoli nel fiume. Fin qui siamo ancora in un ambito piuttosto delicato, ma il grottesco emerge ben presto quando si scopre che tra le funzioni standard del gestore cimiteriale ci sono anche le autopsie, con la possibilità di ricavare pezzi di cadavere per utilizzarli a scopi scientifici, rubare ossa e pelle per ottenere materiali per armi ed equipaggiamento ma anche semplicemente tagliare fette di carne da rivendere come cibo alla taverna o utilizzarle nelle bancarelle delle feste di paese. Abbiamo parlato nel dettaglio di questi aspetti più vicini al nucleo centrale del gameplay per far capire un po' lo spirito generale che pervade Graveyard Keeper, ma bisogna considerare che le faccende che circondano il cimitero sono solo una piccola parte delle azioni che ci troviamo a svolgere ogni giorno. Tenendo sempre presente la propria energia come punto di riferimento, il cui esaurimento ci costringe a tornare a casa a dormire con una certa frequenza, è possibile prendere parte a una quantità immane di azioni.

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Un mondo sfaccettato

Praticamente qualsiasi elemento presente sullo schermo, nell'esplorazione del villaggio e degli scenari naturali circostanti, si apre a un qualche tipo di interazione all'interno della struttura ibrida che prevede elementi di esplorazione, raccolta risorse, crafting, gestione, commercio e anche combattimento e scoperta di dungeon. Gli aspetti da tenere in considerazione sono talmente tanti da rendere impossibile una loro esposizione completa in una singola recensione, basti sapere che le varie azioni consentono di raccogliere ben tre differenti tipi di punti esperienza, i quali possono essere impiegati per sbloccare varie scoperte all'interno di numerosi skill tree con biforcazioni assortite che consentono di ottenere varie tecnologie, utensili e possibilità di azione diverse nel mondo di gioco. Disseminati per le ambientazioni si trovano zone di lavoro differenti, dove mettere in opera i progetti nel caso in cui si siano sbloccate le giuste tecnologie.

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Sebbene tutto questo possa attirare e soddisfare i più appassionati del genere misto gestionale-simulazione, l'idea che emerge è che gli sviluppatori abbiano voluto complicare in maniera eccessiva il gioco, caricandolo di elementi farraginosi che rendono difficile mantenere le idee focalizzate su alcuni scopi particolari, disseminando le quest di mini-traguardi da dover oltrepassare per poter avanzare in una sorta di grinding continuo per poter portare a termine ogni minima azione, in modo da sbloccare gli upgrade necessari di volta in volta. D'altra parte, il fatto di potersi occupare in ogni momento di una miriade di azioni diverse e quest assortite favorisce anche la varietà dell'esperienza, addolcendo in questo modo la monotonia tipica del grinding selvaggio, che resta comunque alla base della meccanica di gioco. A favorire l'immedesimazione in un gioco in cui l'immersione non risulta propriamente facile, sulle prime, concorre anche l'ottima caratterizzazione grafica. Il 2D in alta definizione, ricco di particolari e rappresentato con un ottimo stile risulta sempre piacevole da vedere, anche a prescindere dalla morbosità di alcuni elementi mostrati sullo schermo. Tuttavia, almeno su Xbox One si rileva una certa inconsistenza nella fluidità con qualche calo di frame-rate e una certa scattosità nello scrolling durante le traversate sulla mappa, cose che potrebbero comunque essere risolte con i prossimi aggiornamenti.

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Conclusioni

Versione testata Xbox One
Digital Delivery Steam, Xbox Store
Prezzo 19,99 € / 16,79 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (1)
7.9
Il tuo voto

Graveyard Keeper non è proprio un gioco che si impegna per farsi apprezzare da tutti: al di là dei controversi temi trattati, le spigolosità del gameplay emergono evidenti fin da subito e vengono riversate come un fiume in piena sul giocatore nelle primissime ore di gioco, quando ancora si fa fatica a capire cosa fare e ci si trova già alle prese con menù incomprensibili e meccaniche farraginose. Se nelle fasi iniziali si riesce a entrare in sintonia con un titolo talmente esigente, con una buona dose di pazienza e volontà nell'imparare i suoi segreti, documentandosi anche all'esterno del gioco stesso, allora la scintilla si accende e tutti gli elementi positivi di Graveyard Keeper - che sono tanti, tra ambientazione, dialoghi, varietà di situazioni, complessità degli elementi gestionali e caratterizzazione - cadono al loro posto rendendo questa una delle migliori esperienze di questo strano genere ibrido, altrimenti la frustrazione può prendere facilmente il sopravvento.

PRO

  • Ambientazione e caratterizzazione molto originali e interessanti
  • Una quantità enorme di cose da fare
  • Alcune possibilità di scelta non sono banali
  • Sistema di progressione farraginoso ma anche logico

CONTRO

  • La mancanza di istruzioni a volte è disorientante, anche nel capire gli obiettivi
  • Troppo macchinoso su molti fronti della gestione
  • Ritmo estremamente lento
  • Qualche sbavatura tecnica almeno su Xbox One