La magia dei Bit
L'introduzione e' qualcosa di veramente orribile: immagini fisse con, in sottofondo, una voce che narra una sintesi degli episodi che hanno preceduto l'arrivo di Harry Potter a Hogwarts. Il problema, oltre alla mancanza di animazioni, e' che si da' per scontato che chi gioca a HP abbia visto il film: l'introduzione quindi, oltre che qualitativamente scarsa, ha dei contenuti lacunosi e, tirando le somme, poteva tranquillamente essere evitata.
Terminato questo incipit (che tra le altre cose non si puo' evitare di seguire completamente, dato che tutti i tasti vengono disabilitati), il gioco comincia mostrando tutto il suo splendore 3D: il castello, cosi' come gli esterni, sono fatti veramente bene, riprodotti con cura e sapienza. La grafica dei personaggi rende invece chiaro il motivo per cui questo gioco gira anche su processori di qualche "generazione" fa: i corpi umani, pur con delle texture di qualita', sono piuttosto grossolani e non cambiano espressione ne' muovono la bocca. Se da una parte una certa "goffaggine" e' certamente passabile, cosi' da far girare questo gioco anche su dei Pentium II 266 con schede video da 4 mega, dall'altra rende piuttosto ridicolo sentirli parlare tenendo la bocca completamente chiusa.
Ogni tanto penso: non serve che parlino muovendo la bocca, sono dei maghi! Ma un piccolo scuotimento di testa mi riporta a quelle ridicole bocche chiuse.
Un gioco per molti
Harry Potter e la Pietra Filosofale e', come accennato in precedenza, un calderone di generi diversi. Ne possiamo individuare principalmente quattro:
1) Ricerca: e' la fase meno attraente sul piano dell'azione ma forse quella piu' attraente sul piano "artistico": durante questa fase, in cui solitamente bisognera' o seguire qualcuno o recarsi in stanze precise, ci si puo' fermare ad ammirare un po' l'ambientazione fedelmente riprodotta. E' il lato "avventuroso" del gioco: a volte capitera' di dover dare delle gelatine ai fratelli Weasley (le gelatine Tuttigusti+1 o le cioccorane, che fanno recuperare l'energia di Harry, si trovano solitamente dentro a bauli o vasi) rendendo necessaria la ricerca di quante piu' gelatine possibili; capitera' anche di sfidare Malfoy, o di trovare qualche stanza segreta per raccogliere e collezionare figurine di maghi famosi (che si possono guardare in qualunque momento del gioco, andando in una voce del menu apposita).
2) Esercizi di incantesimi: chi ha un trackball puo' tranquillamente buttare questo gioco nel bidone: tramite il puntatore, infatti, e' necessario ripetere quattro volte una traccia lunga e stretta che appare su schermo e che identifica un incantesimo: non solo e' richiesta precisione, ma anche una notevole velocita'. E' il lato "rompicapo" del gioco, anche se piuttosto ripetitivo. E' sempre seguito da una dimostrazione pratica di come e contro chi/cosa usare successivamente l'incantesimo: da quel punto in poi per lanciarlo bastera' premere con il tasto sinistro del mouse sull'obiettivo.
Un gioco per molti
3) Raccolta di stelle/gelatine/figurine/varie & eventuali: e' il cardine di tutto il gioco. Tra una ricerca e l'altra capitera' infatti sempre di raccogliere qualcosa, superando impervi ostacoli e usando un po' di ingegno per proseguire l'azione. A volte capitera' di trovarsi di fronte a gnomi, fate, lumache o "nemici" del genere, che, nel tentativo di portare la barra di energia a zero, movimenteranno un po' l'azione. Tutti i percorsi sono comunque ben assortiti con "libri salva partita", che permetteranno, in caso di morte, fine energia o uscita dal gioco, di riprendere dall'ultimo salvataggio "attivato".
4) Quidditch: dal platform all'azione pura. Purtroppo ad una bella grafica e tutto sommato ad un sistema di gioco niente male, si affiancano alcuni difetti e mancanze. Vediamo di comprenderne i motivi.
Nei panni del cercatore lo scopo e' riuscire ad afferrare il boccino cercando di evitare il contatto con i bolidi o con altri giocatori. La cavalcata sul manico di scopa e' fluida e intuitiva (c'e' anche la possibilita' di invertire i tasti di direzione, cosi' da guidare la scopa come un aereo), la grafica e' come sempre ben fatta, ma mi permetto di fare un appunto sul sistema di gioco. Per afferrare il boccino e' necessario passare attraverso gli anelli che lascia nella sua scia dorata: non e' ben chiaro il motivo di tutto questo. Forse sarebbe stato meglio lasciare piu' liberta' ai cercatori di inseguirlo come meglio credevano. Un altro difetto e' che tutti gli altri ruoli vengono completamente lasciati in secondo piano, ed e' un vero peccato.
Personalmente ritengo che implementare anche la possibilita' di fare altri ruoli, come il portiere, avrebbe dato maggior longevita' al gioco. Il commento di Lee Jordan non e' niente male: avvincente, spiritoso, puntuale. Alla lunga i commenti diventano ripetitivi, ma il risultato generale si rivela sicuramente migliore della coppia Bulgarelli-Caputi...
Ricapitolando
Harry Potter e la Pietra Filosofale e' tutto sommato un gioco con una longevita', una difficolta', una trama e una grafica ideali per bambini amanti del piccolo mago piu' famoso del momento: e' longevo quanto basta ad un bambino che cambia idea in continuazione; e' difficile quanto basta per non fargli scaraventare la tastiera in testa al cane; ha una trama leggera ed avvincente quanto basta per farlo divertire senza fargli perdere troppo il senso della realta' (e per evitargli incubi notturni); ha infine una grafica che raggiunge un ottimo equilibrio tra qualita' e prestazioni.
Puo' anche rivelarsi un passatempo decisamente leggero per chi ha un'eta' piu' avanzata, ma rischia di annoiare dopo pochi minuti per l'estrema facilita' e la bassa adrenalina scatenante.
Risulta anche un'ottima "palestra" per imparare a destreggiarsi con il mouse e avere una certa dimestichezza con i tasti direzione della tastiera: poca concentrazione nell'uso di queste periferiche comprometterebbe l'esito di alcune ricerche o renderebbe frustranti le partite di Quidditch.
Ritornare bambini...
Harry Potter e la Pietra Filosofale non e' un gioco per tutti. Con questo non intendo dire che solo gli amanti di un certo genere potranno essere attratti da questo gioco, ma che il target di riferimento e' ben definito: bambini dai 5 ai 10 anni. Quello forse che lascia piu' perplessi e' che questo target non viene menzionato nel cofanetto DVD-style del gioco, rischiando di lasciare con l'amaro in bocca tutti coloro che, dai 10/15 anni in su, hanno acquistato un gioco che credevano piu' complesso.
La facilita', infatti, e' quanto contraddistingue questo gioco, il cui curioso genere rende decisamente omaggio agli intrugli che servono per creare le piu' variegate pozioni magiche: una mescolata di avventura, fette di platform e qualche pizzico di azione, in un mondo a tre dimensioni che riproduce ottimamente la scuola di Hogwarts (e dintorni), luogo in cui si svolgono le avventure di Harry Potter.
Cercando quindi di immedesimarmi in un maniaco informatico delle elementari (in teoria dovrei tornare indietro di vent'anni, in pratica di uno o due), ho iniziato a giocare a Harry Potter con curiosita' sul lavoro svolto dalla EA.