Mentre al cinema l'ambizioso Spider-Man: No Way Home continua a incassare milioni su milioni, su Disney+ si conclude la miniserie incentrata sul personaggio di Occhio di Falco, che dalla prossima settimana lascia spazio a Star Wars con Il libro di Boba Fett. L'avventura in sei episodi di Clint Barton, che incontra anche nel Marvel Cinematic Universe la sua pupilla Kate Bishop, richiama il buddy movie a sfondo natalizio: una divertente commedia d'azione, che si ispira al ciclo di storie a fumetti firmate da Matt Fraction e David Aja, tutta incentrata sullo sviluppo di personaggi vecchi e nuovi. Ci è piaciuta? Sì, ma con riserva, perché secondo noi la serie fa qualche scivolone, specialmente nella parte centrale e nel finale.
A proposito del finale, l'entusiasmo è salito alle stelle quando è comparso un personaggio molto noto di una serie Marvel "parallela", per così dire. I Marvel Studios e Disney hanno giocato bene le loro carte. Si tratta di un'operazione molto simile a quella che è stata fatta nel nuovo film dell'Uomo Ragno, tanto per intenderci. Cosa significhi questo per il futuro delle serie Disney+ non è chiaro, ma sicuramente si è spalancata una porta che i fan avevano chiesto a gran voce di aprire.
L'unico problema è che questo momento è stato proprio uno dei punti più bassi della serie. Vi spieghiamo perché nella nostra recensione di Hawkeye 1x06, ma vi avvisiamo: le prossime righe conterranno inevitabili SPOILER, visto che faremo una carrellata di osservazioni sull'intera serie. Proseguite nella lettura a vostro rischio e pericolo!
Cosa ci è piaciuto
Hailee Steinfeld, per cominciare. L'attrice, che conoscevamo già per alcune sue ottime interpretazioni, si è rivelata una Kate Bishop forse ancora un po' ingenua e immatura, rispetto alla controparte cartacea o a quella videoludica di Marvel's Avengers, ma comunque convincente e irresistibile. Kate è un personaggio femminile forte e deciso, ma la sceneggiatura di Hawkeye ci racconta il suo lato più fragile e umano: la serie, ovviamente, è la sua "origin story" e funziona soprattutto grazie alla chimica tra la Steinfeld e l'ottimo Jeremy Renner, che nel corso di sei episodi passa da babysitter a mentore ad amico mentre affronta il suo personalissimo disordine da stress post traumatico che si porta dietro da Avengers: Endgame e dalla morte di Natasha Romanoff, la sua migliore amica. Nel rapporto con Kate, che lo idolatra fin da quando era una bambina, Clint ritrova gradualmente sé stesso.
Anche Yelena è stata una delle sorprese migliori di questa miniserie. Il personaggio interpretato dalla bravissima Florence Pugh entra in gioco solo nelle ultime due puntate, ma porta con sé una carica esplosiva. Dobbiamo dire che c'è un ottima chimica anche tra questa Vedova Nera e Kate Bishop: i loro dialoghi sono uno spasso, specialmente l'incontro/scontro nel finale, e abbiamo la netta sensazione che Disney+ stia imbastendo un'amicizia che rifletterà quella tra Clint e Natasha nei prossimi film del Marvel Cinematic Universe.
Purtroppo la risoluzione della sottotrama nell'ultimo episodio era abbastanza prevedibile: il fatidico incontro tra Yelena e Clint non funziona come avremmo voluto perché eravamo consapevoli fin dal primo momento che non sarebbe finito nel sangue, perciò mancava la tensione che precede il momento catartico in cui i due personaggi finalmente elaborano il lutto in comune.
Abbiamo anche apprezzato la scelta, da parte del creatore della serie Jonathan Igla, di non rispettare del tutto le fonti fumettistiche: in questo modo la storia ha saputo sorprenderci piacevolmente, soprattutto per quanto riguarda i personaggi di Eleanor Bishop, la madre di Kate, e il suo fidanzato Jack Duquesne. È stato in particolare quest'ultimo a giocarci un bel tiro mancino. Quasi tutta la serie lo rappresenta come una sorta di figura antagonistica nei confronti di Kate, e la sua controparte cartacea, il nemico noto anche come lo Spadaccino, ci ha fatto subito pensare al risvolto più scontato possibile. Ci siamo clamorosamente sbagliati, visto che la vera burattinaia dietro le quinte si è rivelata essere proprio Eleanor: chi conosce i fumetti Marvel probabilmente aveva previsto questa svolta, ma in ogni caso Hawkeye ha giostrato molto bene questo gioco delle parti e degli equivoci.
In generale, abbiamo apprezzato la messinscena dell'ultimo episodio, una vera e propria battaglia su più fronti che ha schierato sulla scacchiera praticamente ogni pedina. L'episodio bilancia ottimamente l'azione e la commedia, concedendosi alcune citazioni sibilline di Mamma, ho perso l'aereo e True Lies. Nello scontro tra i due Occhio di Falco e i Mafiosi in tuta, in particolare, gli studios si sono sbizzarriti con le famigerate frecce truccate di Clint, proponendone una varietà ancora più ampia e spettacolare rispetto al secondo episodio della serie. L'epilogo è un omaggio al filone natalizio più classico, un vero e proprio "lieto fine" - beh, non proprio lieto per la famiglia Bishop - in cui le promesse sono mantenute e il Natale è salvo per i protagonisti. Banale, per carità, ma siamo a Natale: chi poteva volere diversamente?
Cosa non ci è piaciuto
Veniamo, ora, alle dolenti note, la prima delle quali, purtroppo, si è rivelata essere proprio l'attesissimo ritorno di Kingpin. Insinuato da D'Onofrio stesso sui social, poi anticipato da una brevissima scena nel flashback dedicato a Eco dell'episodio 3, e infine svelato alla fine del penultimo episodio, questo importantissimo collegamento col micro-universo Marvel di Netflix non è stato gestito come avremmo voluto.
Il motivo è semplice: il Kingpin di Hawkeye sembra un altro personaggio. L'interpretazione di Vincent D'Onofrio non si discute, sia chiaro. L'attore caratterizza il massiccio villain con la sua solita flemma, gli impercettibili tic e un'espressività maniacale, senza contare che il doppiatore italiano, il sempre bravissimo Luca Ward, gli dona una marcia in più. Purtroppo, però, il personaggio appare per pochi minuti e solo nell'ultimo episodio, gran parte dei quali li passa a prendersi a cazzotti con Kate Bishop.
Il ritorno di Kingpin soffre, insomma, della mancanza di un'introduzione di un qualche tipo. Senza l'aura violenta e misteriosa che lo avvolgeva in Daredevil, il personaggio perde gran parte del suo carisma e diventa solo un altro gorillone incattivito. Chi ha visto la serie TV su Netflix sicuramente lo apprezzerà un po' di più perché sa di cosa è capace e la sua brutalità si intravede nello scontro con Kate, ma tutti gli altri spettatori a digiuno di Daredevil faticheranno a vedere in questo "boss finale" la machiavellica minaccia che ha rappresentato sull'altra piattaforma di streaming.
Diciamo che gli avversari sono stati i punti deboli di Hawkeye, perché anche Eco e Kazi hanno lasciato a desiderare. Kazi aveva grandi potenzialità e avremmo preferito forse una trasposizione più fedele al fumetto, per quanto stucchevole, ma tutto il suo rapporto con Eco mancava delle basi che avrebbero dovuto dare al loro scontro finale un sapore più drammatico.
Eco, invece, è stata una vera delusione. L'attrice Alaqua Cox ci prova, ma il materiale a disposizione non è sufficiente a restituire una caratterizzazione convincente di questa anti-eroina, più efficace nelle scene d'azione che in quelle introspettive. Il problema di fondo è che Eco sarà la protagonista di una miniserie tutta sua in uscita tra il 2022 e il 2023. Hawkeye è stato quello che si definisce un "backdoor pilot": praticamente la sottotrama di Eco è un incipit alla sua serie personale, ma alla fine della fiera non si può dire che ci abbia messo granché voglia di vederla. È un peccato perché la sua controparte a fumetti è molto interessante, ma Hawkeye ha stravolto le sue origini - tanto per dire, nei fumetti è Eco la prima Ronin, che poi cede costume e titolo a Occhio di Falco - e apparentemente esaurito il suo arco narrativo senza troppe ripercussioni.
Un'altra cosa che ci ha lasciati interdetti è stata la gestione dei comprimari. Il più importante di tutti, quello che ha fatto vincere a Matt Fraction un premio Eisner, ha avuto due scene in croce. Stiamo parlando ovviamente di Lucky, il Pizza Dog. Era difficile contestualizzarlo meglio in una miniserie così breve, siamo d'accordo, ma la sua presenza ci è sembrata più un omaggio al fumetto che un ruolo necessario, se non per qualche simpatica gag. Per assurdo, hanno avuto molto più spazio gli insopportabili LARPer che Occhio di Falco incontra nel secondo episodio e che per qualche motivo diventano i suoi instancabili alleati. Il meccanismo ci è sfuggito: è quasi come se mancasse un pezzo nella storia che spieghi meglio il rapporto che si instaura tra questi buffi personaggi e i nostri protagonisti. Fatto sta che ce li ritroviamo persino nell'ultimo episodio a battersi coi Mafiosi in tuta vestiti da eroi fantasy, il che da una parte è uno spasso e dall'altra è fin troppo surreale.
Tirando le somme
Hawkeye è stata una serie diversa da quelle che l'hanno preceduta semplicemente negli scopi. WandaVision, che era molto più sperimentale, era una gigantesca elaborazione del lutto. Falcon and the Winter Soldier, pur essendo un'avventura d'azione un po' banale, dedicava uno spazio importante a tematiche attuali e rilevanti. Loki non aveva nessun messaggio da raccontare, ma è servita a gettare le basi del multiverso su cui ha costruito prima What if...? e ora il cinema con Spider-Man: No Way Home e il prossimo film in uscita nel 2022, Doctor Strange nel Multiverso della Follia.
Hawkeye, invece, non ha nessun messaggio da trasmettere e non è una serie sperimentale. È una commedia d'azione a tratti spensierata, e a tratti molto meno, con cui passare qualche ora che introduce alcuni personaggi, ne definisce meglio altri e ci racconta qualche aneddoto interessante su di loro, per esempio il fatto che Yelena sia stata blippata o che la moglie di Clint fosse un'agente dello SHIELD. In questo senso, la nuova serie Disney+ rappresenta comunque un tassello importantissimo per il Marvel Cinematic Universe, ma se vi aspettate qualcosa di rivoluzionario o sorprendente, potreste rimanere fortemente delusi.
Conclusioni
Hawkeye è stata una serie divertente che ci ha intrattenuto il giusto, forte soprattutto del carismatico terzetto composto da Hailee Steinfeld, Jeremy Renner e Florence Pugh. Purtroppo non sfrutta bene tutte le frecce al suo arco - ah ah! - perché una caratterizzazione più curata degli antagonisti, e specialmente di Kingpin, sarebbe servita a dare un maggior peso agli eventi raccontati nell'episodio finale e suscitare più interesse nei confronti della miniserie Echo che arriverà prossimamente. Da vedere più che altro per i dettagli preziosi che aggiunge al Marvel Cinematic Universe, ma se apprezzate Occhio di Falco e Kate Bishop, vi consigliamo di recuperare assolutamente il ciclo di storie a fumetti che ha ispirato la serie TV.
PRO
- Le interpretazioni di Hailee Steinfeld, Jeremy Renner e Florence Pugh
- Le atmosfere scanzonate a metà tra il buddy movie e il film natalizio
- I piccoli particolari che definiscono meglio il MCU
CONTRO
- Gli antagonisti dovevano essere caratterizzati meglio, specialmente Eco
- Il Kingpin di Vincent D'Onofrio è meno carismatico rispetto a quello Netflix