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House of the Dragon 2, la recensione della nuova stagione dopo il finale

La seconda stagione di House of the Dragon si è conclusa: ci rivediamo nel 2026 ma prima facciamo qualche considerazione su un'annata tra alti e bassi.

RECENSIONE di Christian Colli   —   06/08/2024
La locandina di House of the Dragon 2

Comincia a diventare difficile scegliere tra Il Trono di Spade e House of the Dragon: i difetti del primo sono ben noti così come i suoi straordinari pregi televisivi e chi pensava che il prequel/spin-off tratto dal libro Fuoco e sangue potesse essere una becera capitalizzazione su un nome importante, specialmente dopo le controverse stagioni finali, è stato messo a tacere da una realizzazione sopraffina, una storia avvincente e, soprattutto, un cast di enorme, enorme talento.

Ora che siamo a metà giro - House of the Dragon si concluderà con la quarta stagione tra circa quattro anni, scioperi e pandemie permettendo - potrebbe aver senso esprimere una preferenza... ma questa stagione potrebbe aver grossomodo sollevato qualche perplessità sul confezionamento del tutto. Perplessità che secondo noi sono affrettate ma legittime, specialmente dopo il finale. Vi spieghiamo perché nella nostra recensione di House of the Dragon 2 ma occhio che potrebbe esserci qualche spoiler.

I draghi volano ma non decollano

Quando abbiamo visto in anteprima i primi quattro episodi di House of the Dragon 2, vi avevamo avvertito: la stagione ci metteva un po' a ingranare. E in effetti dopo quel quarto episodio dal finale esplosivo, ne abbiamo avuto un quinto ancora migliore. Poi, il tracollo. Non fraintendete: House of the Dragon 2 resta nel suo complesso una produzione di livello altissimo, anche soltanto per i costumi, il trucco e gli effetti speciali, per non scomodare il talento di alcuni attori veramente eccellenti, ma la seconda metà della stagione è sensibilmente più lenta e questo ritmo avrebbe avuto senso alla luce di un climax significativo nel finale di stagione, che però non c'è stato.

Il finale del settimo episodio sarebbe stato forse il momento giusto per chiudere la seconda stagione
Il finale del settimo episodio sarebbe stato forse il momento giusto per chiudere la seconda stagione

La nuova stagione si è infatti conclusa con un finale davvero anticlimatico su una carrellata - anche abbastanza banale - che sembra riassumere in pochi minuti le situazioni in cui si trovano tutti i personaggi prima della battaglia imminente, come a dire: "Preparatevi perché sta per arrivare il mega colpo di scena in stile Game of Thrones!" peccato che questo colpo di scena non arrivi perché la storia continuerà non prima del 2026. Le riprese della terza stagione cominceranno infatti il prossimo anno.

Questo non significa che il finale di stagione sia stato insoddisfacente: ha anzi mosso la storia, riportato finalmente Daemon al fianco di Rhaenyra e spostato in generale tutte le pedine sulla scacchiera. Tuttavia gli è mancata una potenza risolutiva - seppur temporanea - come quella che aveva invece l'episodio precedente, con la sfida lanciata a Aemond da Rhaneyra e i suoi nuovi cavalieri di draghi. Quello sarebbe stato un finale di stagione probabilmente più adeguato, e infatti la seconda stagione di House of the Dragon ha sofferto soprattutto due problematiche. La prima riguarda la lunghezza della stagione e forse di tutta la serie TV: al fine di spalmare una storia tutto sommato contenuta su ben quattro stagioni, si è pensato di ridurre gli episodi per stagione da dieci a otto.

Per assurdo, questa seconda tranche sarebbe stata più efficace se fosse durata un paio di episodi in più, chiudendosi sulla battaglia del Gullet e le sue immediate conseguenze. Non avrebbe cambiato la lentezza degli episodi centrali ma a un certo punto la narrazione avrebbe accelerato verso un finale di stagione molto più esplosivo: per come stanno le cose, il finale che abbiamo avuto sembra quasi un inizio di stagione, non una conclusione, e forse sarebbe servito un cliffhanger più avvincente.

L'altro problema che secondo noi ha afflitto particolarmente questa stagione è il budget. Ora che i draghi a schermo si sono moltiplicati e le battaglie prevedono spettacolari zuffe aeree in computer grafica, da qualche altra parte si è dovuto tagliare, e quindi hanno pagato il casting e i set. Sul cast c'è poco da dire, in realtà, perché anche l'attore più mediocre della serie è nettamente sopra la media, ma alcuni personaggi si vedono troppo poco e certe nuove aggiunte non sono esattamente al livello altissimo di Emma D'Arcy, Olivia Cooke o Rhys Ifans.

La sottotrama di Daemon a Harrenhal dimostra che si potrebbe fare una serie TV di Dark Souls
La sottotrama di Daemon a Harrenhal dimostra che si potrebbe fare una serie TV di Dark Souls

Detto questo, gran parte di questa stagione sembra girare in cerchio negli stessi locali e negli stessi contesti: troppe riunioni di questo o di quell'altro consiglio, moltissime scene al chiuso in camere che sono quasi sempre le stesse. La storia viene portata avanti come sempre da dialoghi scritti benissimo ma è evidente che in certi momenti si stia tirando per le lunghe, rimestando su questioni abbondantemente chiarite ed espresse per aggiungere qualche minuto a episodi che sono già parecchio lunghi.

La questione di Daemon a Harrenhal, che il web ha allegramente ribattezzato "Matt Smith gioca Daemon Souls" è esemplare. Fermo restando che il produttore Ryan Condal e il suo team hanno assolutamente azzeccato le atmosfere lugubri del castello - e che tutto sommato nelle prime scene rievocano veramente quelle dei giochi FromSoftware - la sottotrama di Daemon e delle sue allucinazioni è diventata frustrante in pochissimo tempo e si è trascinata per metà stagione, probabilmente solo per dare qualcosa da fare all'attore Matt Smith. È un arco narrativo che ha un senso ma che diventa ridondante e stucchevole, tra l'altro concludendosi in una visione del futuro che strizza l'occhio ai fan de Il Trono di Spade fino a farselo sanguinare come un Albero-Diga.

I primi combattimenti tra i cavalieri di draghi sono stati spettacolari
I primi combattimenti tra i cavalieri di draghi sono stati spettacolari

Alla fine, quindi, sono ancora la D'Arcy e la Cooke a tirare le fila di una storia che è cominciata in una maniera e si conclude per il momento con un rovesciamento dei ruoli che è figlio di un percorso forse eccessivamente lungo ma sensato. Le aggiunte al cast, nello specifico i cavalieri di draghi con i loro retroscena, sono promettenti anche se hanno avuto poco margine di manovra, eccezion fatta per le timide gag di Ulf e la ricerca di Rhaena nell'ultimo episodio (un'altra scena forse troppo stirata).

Ma i veri protagonisti di questa stagione sono stati indubbiamente i draghi, e se vogliamo prenderla come una season di riassestamento in previsione delle battaglie che scuoteranno Westeros nelle prossime due annate, House of the Dragon 2 è una promessa efficace. Fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile vedere sul piccolo schermo delle battaglie tra draghi così ben realizzate, chiare e comprensibili nonostante tutto, ma HBO ha fatto la magia con quello che è un vero e proprio antipasto delle portate principali in arrivo prossimamente.

Non è mancato il fanservice per gli amanti de Il Trono di Spade
Non è mancato il fanservice per gli amanti de Il Trono di Spade

Ora bisogna solo capire come riusciranno a contenere tutta la Danza dei Draghi in altri sedici episodi (a patto che non cambino questa formula) senza perdere di vista la pletora di personaggi che si svilupperanno in tante direzioni diverse: superato questo momento di passaggio, il resto dovrebbe essere tutto in discesa.

Conclusioni

Multiplayer.it

7.0

House of the Dragon 2 resta una TV di qualità, ma una qualità sensibilmente inferiore alla prima stagione, forse a causa di alcune scelte infelici nella trasposizione della storia di George R.R. Martin e nella ripartizione degli episodi tra le stagioni previste. Ha avuto i suoi momenti di assoluta eccellenza, specie le prime battaglie tra i draghi e alcuni dialoghi serratissimi grazie anche al sempre ottimo cast, ma alla fine ha assunto le sembianze di una stagione d'intermezzo tirata un po' troppo per le lunghe. Ora l'attesa per il 2026 si fa ancora più insopportabile, sebbene siano in cantiere nuove produzioni televisive legate alle Cronache del ghiaccio e del fuoco che potranno saziare la fame dei suoi fan.

PRO

  • Le battaglie tra i draghi, spettacolari e ben realizzate
  • Livelli produttivi sempre altissimi

CONTRO

  • Finale di stagione poco entusiasmante
  • Alcune sottotrame ridondanti