Saint Seiya è una di quelle serie che si adattano perfettamente allo spirito dei picchiaduro, esattamente come Dragon Ball. Dunque la latitanza della relativa trasposizione videoludica, finora, risulta come minimo inconsueta: manga e anime hanno riscosso un grande successo sia in Giappone che all’estero. Bandai aspettava forse che la tecnologia fosse matura abbastanza da inserire i luccichii delle armature d’oro nel pacchetto? Lo scopriremo solo vivendo. Nel frattempo, vediamo cosa ci riserva questo tie-in tutto nuovo…
Le modalità di gioco
Come suggerisce il sottotitolo, I Cavalieri dello Zodiaco – Il Santuario porta su PlayStation 2 gli scontri dei Cavalieri di Athena sul territorio greco, quando il gruppo composto da Pegasus, Sirio, Crystal e Andromeda (ai quali si unirà, ovviamente, il solitario Phoenix) decide di attaccare in modo diretto il Grande Sacerdote e si ritrova, per urgente necessità, a dover attraversare le dodici case dei Cavalieri d’Oro alla ricerca disperata di qualcosa che possa estrarre dal petto di Lady Isabel la freccia maledetta scoccata da uno dei tirapiedi di Arles. Lo story mode, intitolato appunto “Le Dodici Case”, vi vedrà dunque impegnati in una accurata ricostruzione di quanto accade nell’anime: i Cavalieri di Bronzo affrontano le case e i loro guardiani una alla volta, sacrificandosi a turno per superare nemici dotati di capacità molto superiori alle loro. Non avremo la possibilità di scegliere un personaggio in particolare tra i cinque della rosa, ma ci alterneremo al comando di Pegasus, Crystal ecc. a seconda di come si evolve la storia, fino allo scontro con il potentissimo Arles. Man mano che si superano gli stage, è possibile notare la presenza di “bivi” che ci mostrano vicende inedite, pensate appositamente per il gioco (lo scontro tra Mur e Cancer, oppure la pazzia di Phoenix, ecc.).
È ormai un dato di fatto che il livello qualitativo dei prodotti Bandai si sia alzato notevolmente negli ultimi anni, e l’apporto degli sviluppatori Namco non potrà che produrre ulteriori benefici nel prossimo futuro.
Le modalità di gioco
Terminare “Le Dodici Case” in modo normale e prendendo le strade alternative ci permetterà di accedere alla modalità “Grande Sacerdote”, che a conti fatti rappresenta ben più di un extra nell’economia del gioco. In questa modalità, infatti, ci troveremo dall’altra parte della barricata, nelle vesti di Arles, e dovremo bloccare l’avanzata dei Cavalieri di Bronzo posizionando un Cavaliere a nostra scelta (tra quelli d’Oro, quelli d’Argento e anche quelli di Bronzo) in ogni casa. La difficoltà, in questo caso, è molto più alta che nello story mode e gli elementi RPG sono più di uno: il nostro Grande Sacerdote guadagna punti esperienza ad ogni scontro (vinto o perso), per salire di livello e diventare sempre più forte. Ad ogni nuovo livello, infatti, corrisponde anche l’arrivo di un nuovo “potere divino”, che è possibile utilizzare prima dei combattimenti per influenzarne l’esito: ripristinare l’energia del nostro Cavaliere, mandare un certo numero di soldati semplici a ferire l’avversario prima dello scontro, modificare la forza di gravità all’interno della casa per avvantaggiarci, e via dicendo. [C]
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Brucia, cosmo, brucia!
Il gioco è molto simile a Dragon Ball Z Bodokai a livello filosofico, dunque gli scontri vengono decisi soprattutto in base alla prontezza di riflessi e a un pizzico di strategia. I Cavalieri dispongono di svariate manovre offensive e difensive, ma il clou è naturalmente rappresentato dalle mosse speciali, eseguibili una volta riempita l’apposita barra che si trova nella parte bassa dello schermo. Ci sono tre livelli di potenza, e ad ognuno corrisponde una mossa speciale. Nel caso di Pegasus, al primo livello lanceremo il “Fulmine di Pegasus”, al secondo livello la “Spirale di Pegasus” e al terzo la “Meteora di Pegasus”. Come in Budokai, è possibile invertire l’effetto di tali mosse agendo con tempismo e poi premendo come dei forsennati tutti i tasti del joypad. È anche possibile consumare tutta l’energia spirituale per produrre una specie di onda d’urto che scaraventa lontano un nemico che si trova nelle vicinanze.
Sebbene gli scontri siano diretti, è possibile suddividerli in “round” vista la possibilità di tornare in vita le prime volte che si esaurisce la propria barra d’energia: il personaggio viene chiamato a gran voce dal proprio “spirito guida” (che per i Cavalieri di Bronzo è Lady Isabel, mentre per i Cavalieri d’Oro e il Grande Sacerdote) e bisogna premere molto velocemente i pulsanti del Dual Shock 2 per rimettersi in piedi e riacquistare un po’ di energia.
Gli elementi strategici e la precisione raggiungono livelli esasperati nella modalità Grande Sacerdote: i Cavalieri di Bronzo che affronterete sono dotati di una forza eccezionale, dunque dovrete sconfiggerli usando i riflessi e la furbizia, bandendo completamente le mosse speciali (tornerebbero indietro nel 90% dei casi). [C]
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Mamma, voglio diventare un sacerdote!
La modalità Grande Sacerdote, che è possibile sbloccare una volta terminato lo story mode prendendo le strade normali e quelle alternative, incorpora svariati elementi presi in prestito dal mondo dei giochi di ruolo. Il nostro sacerdote, infatti, sale di livello grazie ai punti esperienza guadagnati negli scontri e diventa quindi più forte, cosa assolutamente necessaria vista la difficoltà dei combattimenti: dovrete affrontare nuovamente tutto l’iter almeno tre volte prima di riuscire a sconfiggere i cinque Cavalieri di Bronzo, data la loro forza. Posizionare i Cavalieri all’interno delle case richiede anche un pizzico di strategia e di conoscenza della serie animata, in quanto il mix tra personaggio e casa vi permette di ottenere o meno svariati potenziamenti (per la resistenza, per l’attacco, per l’energia, ecc. ecc.).
Realizzazione tecnica
È ormai un dato di fatto che il livello qualitativo dei prodotti Bandai si sia alzato notevolmente negli ultimi anni, e l’apporto degli sviluppatori Namco non potrà che produrre ulteriori benefici nel prossimo futuro. I Cavalieri dello Zodiaco – Il Santuario, nella fattispecie, si presenta con una veste grafica validissima: i personaggi del cartone animato sono riprodotti con dovizia di particolari, i Cavalieri d’Oro non sono mai stati così splendenti e le stesse case mostrano un ottimo livello di dettaglio, unitamente a una serie di effetti di luce e a una grande interattività (le colonne crollano sotto la furia degli scontri). La particolare natura del gioco, che tende ad assumere i tratti di un vero e proprio cartone animato laddove la trama lo richiede, non fa che esaltarne la qualità estetica. Se poi pensiamo che sono presenti TUTTE le mosse speciali di TUTTI i Cavalieri presenti (e sono tanti), e che le stesse sono state riprodotte graficamente in modo assolutamente fedele, c’è di che riflettere sull’impegno profuso da Bandai. Se proprio vogliamo trovare un limite a tutto ciò, dobbiamo guardare con occhio critico le capacità di animazione delle texture di PS2 (in questo caso relativamente ai visi dei Cavalieri), di cui però gli sviluppatori non hanno alcuna colpa. Insomma, a livello tecnico l’obiettivo è stato centrato in pieno: sarebbe stato difficile fare di meglio per un gioco dei Cavalieri dello Zodiaco. E il discorso può essere esteso al comparto sonoro: nonostante alcuni “tagli” misteriosamente operati da Bandai per la versione europea del prodotto, il livello è piuttosto alto, sicuramente sopra la media: le voci giapponesi creano una certa atmosfera (quelle in Francese la disintegrano, occhio quindi a entrare subito nelle opzioni audio) e gli effetti riproducono alla perfezione ciò che si è visto nella serie animata, mentre le ottime musiche riescono a sottolineare in modo perfetto le varie fasi della storia. Mancherà pure “Pegasus Fantasy”, ma davvero non c’è di che altro lamentarsi. [C]
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Commento
I Cavalieri dello Zodiaco – Il Santuario rappresenta un ottimo compromesso tra esigenze estetiche (le numerose sequenze di intermezzo, la grafica in generale) e ludiche, con un sistema di gioco molto simile a quello di Dragon Ball Z Budokai. Non è possibile paragonare questo titolo a un “picchiaduro puro” come Tekken o Soul Calibur, ovviamente, ma nella “realtà alternativa” dei tie-in tratti da serie animate I Cavalieri dello Zodiaco – Il Santuario riesce a ritagliarsi uno spazio importante. I fan del cartone lo adoreranno, letteralmente, anche per la sezione “per collezionisti” in cui è possibile visualizzare foto dei giocattoli e delle card, oppure le schede tecniche di tutti i personaggi. Il voto finale, dunque, va interpretato di conseguenza.
- Pro:
- Buona grafica
- Ottimo commento sonoro
- Ottima traduzione in Italiano…
- Contro:
- …peccato manchi un doppiaggio nella nostra lingua
- Qualche imprecisione nelle collisioni
- Non molto longevo
Lo spirto guerrier ch’entro mi rugge…
È d’obbligo fare puntualizzazione, visto che molti appassionati sono rimasti contrariati dall’edizione italiana del gioco. Quando, svariati anni fa, l’anime di Saint Seiya fu portato in Italia, subì un adattamento “pesante”: i nomi furono quasi tutti cambiati (generando delle “coincidenze” quantomeno ridicole: un cavaliere che si chiama come la propria costellazione di appartenenza deve come minimo ambire all’armatura per diritto di nascita…), probabilmente per renderli più facilmente assimilabili, e anche i dialoghi subirono delle modifiche che li resero, er, più “poetici” e meno violenti. Ivo De Palma ne sa qualcosa. Chi si è occupato dell’adattamento italiano de I Cavalieri dello Zodiaco – Il Santuario (con ogni probabilità l’ottimo Emanuele “Shin” Scichilone), ha dovuto rimanere fedele alla versione più popolare dell’anime (che in Italia ha anche goduto di una versione “rivista e corretta”, identica all’originale), dunque ha lasciato intatti i nomi di Pegasus, Andromeda, Phoenix e via dicendo. Bandai, purtroppo, ha “limato” inspiegabilmente alcune musiche della serie (su tutte la sigla “Pegasus Fantasy”) e doppiato il gioco in Francese ma non in Italiano. È vero che un doppiaggio in Italiano, magari con le voci originali (complicatissimo da realizzare, credo) e tutte le musiche al proprio posto avrebbe rappresentato l’apoteosi per i fan più accaniti del cartone animato. È altrettanto vero, però, che il gioco in sostanza non perde nulla a causa di queste mancanze, quantomeno all’occhio dell’appassionato “medio”, e che il livello qualitativo delle musiche rimane comunque alto. La presenza delle voci in Giapponese unitamente ai sottotitoli in Italiano, infine, rende il prodotto perfettamente godibile per tutti.