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Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, la recensione del finale di stagione

Si conclude la prima stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, la serie TV targata Amazon Prime Video: riflettiamo sul finale e tiriamo le somme.

RECENSIONE di Christian Colli   —   14/10/2022

Giunti all'ottavo e ultimo episodio di questa prima stagione, possiamo dire che Gli Anelli del Potere è stata senza dubbio una produzione divisiva. Basta fare un giro della rete per leggere i più svariati commenti: c'è chi l'ha adorata, chi l'ha odiata senza riserve, chi si è trovato nel mezzo, e le ragioni sono le più disparate perché quando si parla de Il Signore degli Anelli, ogni fan del libro, dei film o delle opere tolkienane in generale reagisce in modo diverso. In questo caso, la faccenda è ancora più delicata perché gli showrunner J. D. Payne e Patrick McKay si sono presi parecchie libertà nell'adattamento delle Appendici de Il Signore degli Anelli, mentre comprimevano millenni di storie per raccontare gli antefatti della nota trilogia.

Col passare delle settimane, abbiamo imparato a calarci nei panni di chi non ha mai approfondito l'argomento, e magari non ha neppure visto i film di Peter Jackson: che ci crediate o no, queste creature mitologiche esistono davvero. Così facendo, comunque, abbiamo apprezzato quello che Amazon Prime Video ha portato sullo schermo spendendo un fantastiliardo di dollari, ma non possiamo negare che alcune cose ci hanno fatto storcere il naso.

Nella nostra recensione del finale di stagione de Gli Anelli del Potere vi spieghiamo perché la conclusione non è stata tra queste... ma attenzione: ci saranno inevitabili spoiler nelle prossime righe, quindi fermatevi qui e tornate solo dopo aver visto l'episodio!

Il finale di stagione

Gli Anelli del Potere, la tanto attesa scena della forgiatura
Gli Anelli del Potere, la tanto attesa scena della forgiatura

Com'era prevedibile, la stagione si è conclusa con la forgiatura dei primi tre Anelli, ma il modo in cui ci si è arrivati non è stato del tutto lineare, e ci ha riservato anche qualche sorpresa che la sceneggiatura a sei mani si è giocata abbastanza bene.

Prima di soffermarci su di esse, vale la pena sottolineare che il finale ha messo completamente da parte i personaggi di Durin e Arondir, riservando alla sottotrama di Númenór solo un piccolissimo spazio a metà episodio, in cui abbiamo visto la regina reggente Miriel e un Elendil a lutto approdare in città per scoprire che il re è passato a miglior vita.

Per il resto, invece, l'episodio, che dura un'oretta e un quarto, si è concentrato sulle due sottotrame ancora in piedi - quella di Galadriel e degli Elfi, e quella dello Straniero e dei Pelopiedi - montandole in modo da manipolare le nostre aspettative fino all'ultimo. Quella dei Pelopiedi è stata la più movimentata, dato che ci ha mostrato uno scontro tra i misteriosi cultisti e lo Straniero.

La serie TV ha giostrato per tutta la sua durata due misteri in particolare che hanno fatto scervellare i fan del Legendarium tolkienano, e cioè le vere identità di Halbrand e dello Straniero. I cultisti in quest'ultimo hanno riconosciuto nientepopodimeno che Sauron, rivelando di essere sulle sue tracce per aiutarlo a tornare in sé.

Nel mentre, Galandriel ha raggiunto il Lindon in slow motion, perché a quanto pare ogni volta che sale a cavallo riesce a rallentare il tempo, e ha portato in salvo Halbrand, il quale ha fatto subito comunella con Celebrimbor: fra fabbri ci s'intende, comprensibile. E l'intervento del Re del Sud ha permesso all'Elfo di trovare una soluzione all'infausto destino della sua specie, sciogliendo il nodo sulla forgiatura del Mithril. Che bravo guaglione, questo Halbrand!

Gli Anelli del Potere, lo Straniero affronta i cultisti
Gli Anelli del Potere, lo Straniero affronta i cultisti

Si scopre però che lo Straniero non è Sauron manco per niente quando i cultisti mettono in pericolo Nori e i Pelopiedi accorsi a cercarlo: dobbiamo dire che lo scontro tra queste forze della natura è stato spettacolare, complice una buona scenografia, una sana dose di effetti speciali e qualche riferimento ai film di Peter Jackson e alla battaglia tra Gandalf e Saruman nella torre di Orthanc. Il motivo è semplice: lo Straniero è un Istar - proprio come avevamo previsto - e nella fattispecie, da come parla, e da quello che dice, sembrerebbe proprio essere Gandalf in persona.

Insomma, ripete praticamente le stesse battute dei film di Peter Jackson, alcune delle quali sono prese direttamente dai libri di Tolkien, e in un certo senso questa soluzione ci apparsa anche un tantino stucchevole (specialmente quando invita Nori a "seguire sempre il suo naso") ma non possiamo negare che ci abbia strappato un gran sorriso. Ora bisogna capire solo se l'attore Daniel Wayman riuscirà ad essere all'altezza di sir Ian McKellen (spoiler: no) e se saprà consegnarci un'interpretazione soddisfacente di un "giovane" Gandalf (da quanto abbiamo visto, è già più probabile).

Gli Anelli del Potere, Charlie Vickers è Halbrand
Gli Anelli del Potere, Charlie Vickers è Halbrand

Sciolto il nodo sullo Straniero, resta quello su Sauron. E il resto dell'episodio gioca a carte scoperte quando Galadriel, che aveva cominciato a sospettare dell'interesse di Halbrand nei confronti di Celembribor e delle sue opere, lo mette spalle al muro. E insomma, Halbrand è proprio Sauron. Diciamo che era un po' il segreto di Pulcinella, ma fino alla fine abbiamo voluto credere che fosse, per dire, il Re stregone di Angmar o uno degli altri Nazgûl, e invece era proprio l'Oscuro Signore in persona. Dobbiamo ammettere di aver temuto che il "duello" mentale con Galadriel stesse per sfociare in una specie di rilettura in chiave anti-eroica di uno dei più grandi cattivi nella storia della letteratura fantasy, ma per fortuna gli showrunner si sono fermati al momento giusto.

Se non altro, questo confronto ha allungato le ombre che la serie ha proiettato su Galadriel fin dall'inizio, presentandola come un personaggio tormentato da un conflitto interiore che sembrerebbe essersi lasciata alle spalle consegnando il pugnale di suo fratello. Ora che Elrond ha messo insieme i pezzi del puzzle, e che Celebrimbor è già evidentemente sotto scacco, dovremo aspettare la prossima stagione per scoprire le conseguenze che avrà la scelta di Galadriel su lungo termine: vi ricordiamo che c'è ancora un marito scomparso da riesumare, tra le altre cose.

Gli Anelli del Potere, Galadriel incontra Celebrimbor
Gli Anelli del Potere, Galadriel incontra Celebrimbor

La stagione si è chiusa con un epilogo incalzante e persino commovente. L'attesissima scena della forgiatura, montata ad arte e accompagnata da una colonna sonora che proprio non si può criticare, è stata solo una piccola parte della chiosa.

Dobbiamo dare credito agli attori che interpretano i Pelopiedi, e in particolare a Markella Kavenagh e Megan Richards, per averci strappato qualche lacrimuccia nel momento dei saluti. Una scena commovente e significativa che ci ha rassicurato sul fatto che ritroveremo Nori nella prossima stagione: la giovane Pelopiedi è diventata uno dei nostri personaggi preferiti nel giro di qualche episodio e siamo contenti che non sia stato un addio definitivo. Peccato solo per quei rimandi un po' troppo diretti ai film di Jackson, di cui abbiamo parlato prima: la stagione si conclude letteralmente con Halbrand che guarda al Monte Fato, richiamo evidente alle scene finali de La compagnia dell'Anello e Le due torri.

Riflessioni sulla stagione

Gli Anelli del Potere, Morfydd Clark è Galadriel
Gli Anelli del Potere, Morfydd Clark è Galadriel

Il regista Wayne Che Yip non ci aveva particolarmente colpito nelle settimane precedenti, ma al finale di stagione ha lavorato sicuramente meglio. È un po' il problema principale di tutta la serie: un potenziale gigantesco in mani poco appropriate.

Gli Anelli del Potere è una serie dritta, senza incredibili colpi di scena, intrighi o complotti, e forse è stato rigenerante vedere un fantasy in TV che non si appoggiasse a sesso e violenza per catturare l'attenzione degli spettatori (ogni riferimento al comunque straordinario House of the Dragon è puramente casuale), ma è anche un serial scritto maldestramente da autori che non hanno chissà quali curricula alle spalle. In questo senso, è incredibile che Amazon Prime Video abbia affidato una produzione multimilionaria, ispirata a un'immaginario che è praticamente una religione, a due showrunner sostanzialmente anonimi. Se paragoniamo lo staff con quello di Star Wars: Andor, dove il più sfigato ha vinto come minimo un Emmy, il confronto è impietoso.

Gli Anelli del Potere, Charles Edwards è Celebrimbor
Gli Anelli del Potere, Charles Edwards è Celebrimbor

D'altra parte, raccontare questa storia non dev'essere stato affatto semplice, perché bisognava trovare la quadra anche - e soprattutto! - per chi non ha mai visto o letto Il Signore degli Anelli, sfruttando un materiale, quello delle Appendici, che non è esattamente facilissimo da trasformare in una sceneggiatura. In questo senso, Gli Anelli del Potere funziona. È un'opera chiara e didascalica - forse troppo? - che non confonde gli spettatori a digiuno di Tolkien e si appoggia a una realizzazione tecnica assolutamente straordinaria, sia sul fronte visivo - che include non solo gli effetti speciali, ma anche il trucco e i costumi - sia su quello musicale, anche perché Bear McCreary è la solita garanzia di qualità.

Noi vogliamo metterci anche il doppiaggio italiano, che impreziosisce alcuni dei dialoghi più ispirati grazie al talento dei nostri doppiatori e alle proprietà della nostra lingua, che conferisce una solennità ancora maggiore alle battute migliori della serie, solitamente affidate a Galadriel, Elrond e Durin.

Gli Anelli del Potere, Nori si prepara a lasciare i Pelopiedi
Gli Anelli del Potere, Nori si prepara a lasciare i Pelopiedi

Come abbiamo detto, però, non tutto ha funzionato per il verso giusto, e una scrittura migliore avrebbe sicuramente risollevato alcune sottotrame che, vuoi per il montaggio, vuoi per l'interpretazione di un cast non sempre all'altezza, hanno assunto tratti più banali e... televisivi, per così dire. Nonostante la maestosità della fotografia, spesso dovuta più alla computer grafica che al talento umano, Gli Anelli del Potere è una serie che non ha caratteri distintivi specifici, che non corre rischi e che non azzarda riprese o soluzioni tecniche particolarmente creative o autoriali. È anonima, in questo senso, e si rifà anche un po' troppo alle creazioni cinematografiche di Peter Jackson, come un allievo timido che non ha ancora scelto che strada percorrere.

C'è un potenziale enorme in questa serie TV, che prescinde dalla sua fedeltà o meno alle fonti, e la nostra speranza è che gli showrunner abbiano imparato dai loro sbagli e siano maggiormente pronti ad affrontare la sfida delle prossime riprese, anche grazie a una situazione pandemica apparentemente più rilassata rispetto alla lavorazione di questa prima stagione.

Conclusioni

Multiplayer.it

7.0

Gli Anelli del Potere si conclude con un finale che non farà cambiare idea agli spettatori che hanno preso in odio la serie Amazon Prime Video ma che sicuramente coinvolgerà e commuoverà quelli che hanno saputo apprezzarla per quello che è: una nuova interpretazione di un immaginario iconico che solo fino a dieci anni fa ci saremmo sognati di guardare sul piccolo schermo. Il potenziale per fare di meglio c'è sicuramente, ma forse servirebbero autori più coraggiosi e talentuosi per esprimerlo, e magari anche qualche vera star in un cast buono ma non sempre sul pezzo.

PRO

  • La sottotrama dello Straniero e dei Pelopiedi
  • La tanto attesa scena della forgiatura
  • La colonna sonora di Bear McCreary

CONTRO

  • I colpi di scena erano abbastanza prevedibili
  • Le macchinazioni di Sauron meritavano una spiegazione più chiara
  • Davvero ci tocca aspettare un anno per sapere che Isildur è vivo?