La fine di quest'estate, perlomeno per gli amanti delle serie televisive, non poteva essere più entusiasmante. A distanza di poche settimane, infatti, due delle serie fantasy più amate e di successo degli ultimi decenni tornano sui piccoli schermi con delle produzioni che hanno molto in comune.
Sia House of the Dragon, la serie HBO che racconta le gesta dei Targaryen 200 anni prima di Game of Thrones, sia Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, la serie Prime Video in arrivo il 2 settembre, sono due prequel, ovvero raccontano quello che è successo prima delle storie conosciute da tutti, parlano di donne forti in cerca di una certa emancipazione e, soprattutto, sono produzioni colossali, in grado di rivaleggiare coi più costosi film di Hollywood.
Se HBO ha speso 200 milioni di dollari per tornare a Westeros, la società di Jeff Besoz ha fatto persino meglio (o peggio, dipende dai punti di vista) superando i 700 milioni d'investimento. Pari a 5,1 milioni d'iscrizioni ad Amazon Prime, secondo una divertente semplificazione.
Milioni che, però, si vedono tutti, perlomeno da quanto abbiamo potuto vedere in anteprima per la recensione dei primi 2 episodi de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere. Lo spettacolo messo in scena dagli showrunner J. D. Payne and Patrick McKay, infatti, è sicuramente all'altezza di quanto visto nell'amatissima trilogia di Peter Jackson, ma anche in quella di The Hobbit, sicuramente meno riuscita, ma sempre notevole sotto il profilo della produzione.
La storia de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
La storia de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere racconta degli eventi che hanno portato Celebrimbor, un Elfo Noldo e il più grande fabbro dell'Eregion, a creare durante la Seconda Era gli Anelli del Potere, ovvero quegli strumenti di potere che Sauron avrebbe poi controllato con l'Unico Anello, gettando scompiglio nella Terra di Mezzo.
Nello specifico, però, la serie degli Amazon Studios è incentrata su una giovane Galadriel, impegnata in una missione apparentemente folle: dimostrare che il male sconfitto decenni prima in realtà è ancora presente, si sta solo celando prima d'infliggere il colpo finale.
Il suo viaggio ci consentirà di vedere la Terra di Mezzo sotto un nuovo punto di vista: siamo ancora in un'epoca nella quale le civiltà elfiche e naniche vivono il loro massimo splendore, mentre gli hobbit non hanno ancora trovato un loro posto ben definito nel mondo. Questo consente non solo di conoscere meglio alcuni grandi del passato (lo stesso Celebrimbor, ma anche Galadriel ed Elrond), ma di visitare anche luoghi che abbiamo sempre conosciuto come in declino o in rovina, come Gran Burrone o Moria, nel pieno della loro attività e della loro magnificenza.
Un processo di riscoperta che non si fermerà qui e che progressivamente riscriverà la geografia della Terra di Mezzo, portando in vita molte leggende solo accennate non solo nei film, ma anche nell'opera di Tolkien. Gli sceneggiatori de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, infatti, per imbastire la trama hanno utilizzato i frammenti di storia che lo scrittore inglese ha lasciato nelle note de Il Signore degli Anelli, o le informazioni scritte nel Silmarillion e nei Racconti Incompiuti. A differenza delle due trilogie cinematografiche, infatti, non c'è un singolo racconto dal quale attingere, ma tutta una serie d'informazioni che hanno tratteggiato un quadro generico tra le cui maglie si sono infilati J. D. Payne e Patrick McKay per creare la serie TV di Amazon.
Empowerement
Uno dei maggiori punti di contatto tra Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere e House of the Dragon è la protagonista principale. Entrambe le produzioni raccontano storie articolate, con intrighi e personaggi che arrivano da tutte le parti dei rispettivi mondi, ma è indubbio che il centro delle vicende sono due figure molto simili. Due donne (in realtà Galadriel è una elfa, ma avete capito...) forti, decise, che devono faticare il doppio per farsi ascoltare da una società comunque piuttosto maschilista. Persino il colore dei capelli è molto simile.
Ne Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, quella che sarà la regina di Lothlórien, è ancora un elfo giovane, ma mostra già il suo carattere deciso e spigoloso. In seguito alla promessa fatta a suo fratello, caduto nelle prime scene della serie TV, si mette alla ricerca delle prove che dimostrano che il male non è stato sconfitto e per farlo si inimica praticamente tutto il suo popolo.
Ovviamente - non è un grande spoiler, non ci sarebbe una serie senza questo - si scoprirà presto che ha ragione e che qualcosa di oscuro si muove nell'ombra. Per combatterlo si cominceranno a mobilitare tutte le razze, che progressivamente si renderanno conto dalla minaccia incombente. Ma come affrontarla quando i potenti vogliono negare la presenza del pericolo?
I primi due episodi servono a introdurre i personaggi principali e i luoghi in cui si muovono e al provare a stringere i legami più forti possibile con le pellicole cinematografiche. Gli Amazon Studios lo fanno in maniera intelligente, riprendendo chiaramente la fotografia e la scenografia che hanno contribuito a rendere l'opera di Jackson così celebre, così come le musiche e il tono epico delle vicende. Ovviamente si è scelto di guardare più allo stile de Il Signore degli Anelli che a quello de Lo Hobbit, nonostante si veda una forte continuità tra i tre progetti.
Continuità garantita anche dalla presenza di alcuni dei personaggi che già abbiamo incontrato nelle pellicole (grazie alla longevità degli elfi) e soprattutto da alcuni dei luoghi più amati, qui rappresentati nella loro veste migliore.
È anche il ritmo pacato, ma incessante della narrazione, la regia che non disdegna di mostrare la Terra di Mezzo con scorci spettacolari in grado di mettere in mostra la potenza di fuoco degli Amazon Studios, un cast sempre all'altezza e la sceneggiatura che non si perde nelle frivolezze tipiche dell'opera di Jackson, che danno una cifra stilistica da vero e proprio colossal, un film hollywoodiano che per comodità è stato diviso in 8 episodi. In questo modo i due episodi pilota scorrono via velocemente, colpendo per la loro granitica bellezza e lasciando la voglia di scoprire cos'altro potrà succedere.
Perché a ben guardare J. D. Payne e Patrick McKay hanno solo apparecchiato la tavola in vista dei conflitti futuri e raccontato appena una frazione di quello che i conoscitori dell'opera di Tolkien sanno che succederà.
Conclusioni
I primi due episodi de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere sono in grado sia di mostrare la capacità produttiva degli Amazon Studios, qui capaci di creare una serie TV che non ha nulla da invidiare a un colossal cinematografico, sia d'introdurre efficacemente una storia che, nelle loro intenzioni, dovrebbe tenerli occupati per diverse stagioni. Un lavoro che, nonostante il budget, poteva essere molto rischioso, ma che sembra di poter soddisfare sia gli amanti dei film, grazie a una fotografia magistrale e a musiche epiche, sia quelli dei libri, che potranno veder prendere vita uno dei momenti cardine dell'universo di Tolkien, seppur con qualche inevitabile licenza necessaria per tappare i buchi e rendere la storia televisiva. Come dicevamo, però, per ora abbiamo visto solo l'inizio e Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere dovrà mantenere per tutta la stagione le qualità mostrate finora.
PRO
- Scenografia impressionante
- Valori produttivi alle stelle
- Intenso e spettacolare
CONTRO
- Abbiamo visto solo l'inizio, come evolveranno le storie?