Con i suoi oltre novanta milioni di copie vendute, Jujutsu Kaisen si pone senza dubbio come uno dei manga di maggior successo degli ultimi anni. Dall'opera di Gege Akutami, pubblicata in Giappone a partire dal 2018, è stato tratto un anime altrettanto popolare ed era dunque solo questione di tempo prima che la feroce lotta fra Stregoni e Maledizioni si trasformasse anche in un videogioco.
Il tie-in prodotto da Bandai Namco e sviluppato da Byking e Gemdrops, già disponibile da alcuni giorni su PC, PlayStation, Xbox e Nintendo Switch, parte dall'idea di tradurre gli spettacolari combattimenti che si vedono nella serie animata nella forma di un arena fighter sulla falsariga dei vari episodi di Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm.
Per un motivo o per l'altro, tuttavia, quella formula così collaudata non è stata sfruttata al meglio, mettendo in evidenza tutti i limiti di un progetto evidentemente nato solo per sfruttare l'entusiasmo che circonda le avventure di Yuji Itadori e dei suoi compagni: vi spieghiamo perché nella recensione di Jujutsu Kaisen: Cursed Clash.
Storia e narrazione: dov'è l'anime?
Sebbene sia ovviamente la storia, con i suoi personaggi e i suoi intrecci, a rappresentare il punto di forza di una trasposizione come Jujutsu Kaisen: Cursed Clash, la relativa modalità è curiosamente collocata nettamente in secondo piano nella schermata di avvio del gioco, dopo le tre differenti opzioni disponibili per il multiplayer online.
Purtroppo le ragioni di questo bizzarro declassamento appaiono evidenti non appena ci si cimenta con la campagna single player, che attraverso cinque capitoli ripercorre gli eventi della prima stagione dell'anime per poi dedicare un sesto capitolo al prequel, Jujutsu Kaisen Zero. La trama viene infatti narrata attraverso semplici sequenze statiche che utilizzano singoli fotogrammi della serie animata, sprecando in maniera clamorosa l'enorme potenziale di un prodotto che fa dell'impatto visivo il proprio vanto.
È evidente che il fascino del racconto viene a mancare completamente, riducendo il tutto a banali recap talvolta fini a sé stessi, nel senso che i dialoghi in alcuni casi non vengono corredati da un combattimento bensì svolgono la mera funzione di collegamento narrativo rispetto alla scena successiva. E non basta la presenza dei doppiatori originali a salvare questo aspetto della produzione.
Le ragioni di una scelta simile possono dipendere unicamente dal budget messo a disposizione per lo sviluppo, visto che realizzare cutscene altamente spettacolari come quelle descritte, ad esempio, nella recensione di Naruto x Boruto: Ultimate Ninja Storm Connections o nella recensione di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba - The Hinokami Chronicles avrebbe richiesto investimenti non da poco.
Gameplay e struttura: sangue e arena
Era insomma lecito immaginare, alla luce di una modalità storia raccontata in maniera così essenziale e sgangherata, che gli autori di Jujutsu Kaisen: Cursed Clash si siano concentrati sul confezionare un gameplay strepitoso, capace di valorizzare al massimo i personaggi e le dinamiche che i fan della serie conoscono bene, donando una rinnovata freschezza al genere degli arena fighter, con particolare riferimento alle modalità multiplayer.
Invece no, anche sul piano delle meccaniche il tie-in realizzato da Byking e Gemdrops lascia molto a desiderare, cercando di differenziarsi in qualche modo dagli appena citati titoli firmati CyberConnect2 ma utilizzando degli espedienti che si rivelano ben presto una lama a doppio taglio. Alla fine dei conti, infatti, i combattimenti si riducono a una pura e semplice questione di tempismo, opportunità e pressione frenetica dei pulsanti.
I personaggi, che si muovono all'interno di scenari relativamente ampi ma mediocri sul piano del design e delimitati da vere e proprie mura invisibili, dispongono di tre attacchi combo che, quando messi a segno, vanno a caricare due (tre, in alcuni casi) manovre speciali basate sull'Energia Malefica, mentre la difesa viene affidata a una parata statica, a una schivata e alla capacità di compiere lunghi scatti in corsa.
Se è vero che anche i migliori arena fighter soffrono spesso per via di scontri che si trasformano in ridicoli inseguimenti, andando a deprimere qualsiasi strategia o tecnicismo, nel caso di Cursed Clash questo aspetto risulta amplificato dalla mancanza di contrattacchi che possano liberarci da una combo, trasformando l'esperienza in una sorta di banale toccata e fuga, supportata dalla scarsissima intelligenza dei nemici.
Peraltro il sistema di combattimento fa una leva esasperata sul lock-on, per poi accorgersi che nelle battaglie di gruppo, in teoria il fulcro dell'esperienza, questo aspetto si trasforma rapidamente in un ostacolo, esponendoci a continui attacchi da parte dell'avversario che non abbiamo agganciato e da cui, di fatto, non possiamo difenderci fintanto che ci stiamo dedicando al suo compagno.
Se dunque da soli il gioco appare mostruosamente banale e semplicistico, nel multiplayer a questi problemi si aggiunge anche la straordinaria approssimazione di un impianto povero di idee e di capacità, che ci vede spesso incastrarci negli elementi dello scenario e deve persino fare i conti con fenomeni di eccessiva latenza durante gli scontri online.
A questi ultimi Jujutsu Kaisen: Cursed Clash dedica ben due differenti modalità: lo scontro online, classificato o casuale (ma quest'ultimo restituisce quasi sempre un misterioso errore di rete), in cui due coppie di personaggi si affrontano all'interno di dieci ambientazioni; e la co-op online, che permette di partecipare a singole missioni o a un vero e proprio survival in collaborazione con un altro giocatore.
In termini contenutistici, i sedici personaggi che compongono il roster, pur al netto di alcune mancanze, rappresentano l'aspetto probabilmente più curato del progetto e provano a portare sullo schermo le peculiarità dei vari protagonisti della serie, introducendo anche un interessante sistema di relazioni e mosse combinate da sviluppare procedendo nella storia.
Realizzazione tecnica: minimo sindacale
Dicevamo dei personaggi: realizzati come da tradizione in cel shading, i sedici combattenti di Jujutsu Kaisen: Cursed Clash vantano un design che riprende in maniera fedele le controparti dell'anime, un discreto set di animazioni, delle buone scene introduttive e conclusive, nonché alcune spettacolari sequenze legate alle tecniche più potenti, le Mosse del Risveglio.
La grafica gira a 60 fps stabili su PS5, ma è davvero il minimo considerando quanto sono vuoti e scialbi gli scenari e l'effettistica, frutto evidente di una serie di compromessi che riguardano non soltanto la natura cross-gen del prodotto ma anche e soprattutto le sue ambizioni, che non si spingono oltre la banale intenzione di monetizzare sulla popolarità dell'opera di Akutami.
Conclusioni
Jujutsu Kaisen: Curse Clash è un prodotto mediocre, una trasposizione che non valorizza in alcun modo l'opera di riferimento (peraltro una delle più seguite degli ultimi anni), rinunciando a rappresentarla all'interno di spettacolari sequenze di intermezzo sulla falsariga di Naruto e Demon Slayer, e perdendo così un importantissimo gancio tanto nei confronti dei fan della serie quanto di chi ancora non la conosce ma ne è incuriosito. Una mancanza che potrebbe starci a fronte di una solida interpretazione degli arena fighter, ma anche lato gameplay il titolo di Byking e Gemdrops si rivela tristemente inconsistente.
PRO
- Buon roster di personaggi
- Alcune mosse spettacolari
- Ci sono i doppiatori originali
CONTRO
- Gameplay semplicistico e inconsistente
- Niente sequenze in stile anime, grafica modesta
- Multiplayer online confusionario e problematico