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Knights of the Temple II - Recensione

Paul de Raque torna ad indossare l'armatura di gran maestro dei templari, questa volta per inseguire e e catturare la sua dolce amata ormai volta alle forze delle tenebre. Quanto è difficile l'amore...

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   23/12/2005
Knights of the Temple II
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Paul, non ti riconosco più…

…e non tanto per dire. Le differenze fra il primo e il secondo capitolo sono veramente molte. La prima e più evidente è il cambio di prospettiva: da inquadrature in terza persona a schermate fisse (alla Alone in the Dark, tanto per intenderci) si è passati ad una terza persona dalle spalle del protagonista (alla Tomb Raider, insomma) facendo perdere al titolo una delle sue caratteristiche principali (e più discussa… oltre che realizzata peggio) e rendendolo decisamente più dinamico sia nell’azione che nei combattimenti. La nuova prospettiva (dovuta a scelte commerciali o al cambio di sviluppatore? Chi può dirlo…) rende veramente bene, soprattutto grazie ad un motore grafico di buona fattura che permette un’ottima resa di dettagli e la creazione di una convincente atmosfera dark/medievale, fatta di città distrutte da un male incurabile, da isole della morte che sembrano proprio isole della morte (sono tutte uguali in qualsiasi gioco, le individueresti in mezzo a mille altre isole), da paludi putrescenti piene di sanguisughe assetate, guarda un po’, del vostro sangue; insomma, i luoghi dell’immaginario fantasy sono stati visitati un po’ tutti aggiungendo qualche elemento fuori contesto (come un livello che sembra uscito da Alien), ma non rischiando mai di avventurarsi per strade non battute altrove. Anche i nemici sono quelli di sempre (ghoul, sacerdoti corrotti, saraceni inferociti, demoni e molte altre bestiacce di natura piuttosto convenzionale) ma sono particolarmente ben fatti con animazione fluide e una decente quantità di dettagli.

Knights of the Temple II - Recensione
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Paul, potresti levarti l’armatura prima di venire a letto?

Il sistema di controllo di Knights of the Temple II è piuttosto standard: quattro tasti (o la levetta analogica di sinistra, nel caso delle versioni console) per il movimento, il mouse (o la levetta analogica di destra) per orientare la visuale e per attaccare (con il tasto sinistro si porta un attacco normale mentre con il destro un attacco più potente… nelle versioni console dovrete utilizzare due tasti), un tasto per parare, un altro per cambiare arma (si può combattere corpo a corpo o optare per l’utilizzo di una comoda e potente balestra), un altro ancora per saltare e un paio per far apparire le interfacce delle abilità speciali (ci sono abilità magiche e abilità di combattimento) più altri che svolgeranno compiti vari (apertura inventario, consultazione della mappa e altro).

Non abbiamo mangiato pesante che vediamo tutto verde... solo che queste paludi sono piene di robaccia velenosa!
Non abbiamo mangiato pesante che vediamo tutto verde... solo che queste paludi sono piene di robaccia velenosa!

La struttura di gioco è molto differente rispetto a quella del capitolo precedente: lì bisognava affrontare in sequenza lineare una serie di livelli, qui si potrà scegliere la propria destinazione fra i luoghi conosciuti e si dovrà tornare più volte a far visita agli stessi posti per riuscire a completare tutte le quest. Già; questo KOTT II ha una struttura molto più aperta rispetto al predecessore, con svariate venature GDR. Dovremo quindi parlare con i personaggi che popolano le varie locazioni per ottenere lavori da svolgere o informazioni che ci aiutino a far avanzare la nostra non facile missione. Risolvendo quest e uccidendo nemici si ottengono punti esperienza che possono essere utilizzati per migliorare le proprie caratteristiche o le varie abilità. Alcune quest possono essere affrontate in modo differente così da determinare l’allineamento del protagonista (la classica dicotomia bene/male). In sostanza avremo molte più cose da fare e oggetti da trovare rispetto al primo capitolo.

KOTT II ha una struttura molto più aperta rispetto al predecessore

Multipiattaforma

Le differenti versioni del gioco (PS2, Xbox e PC) sono identiche tra di loro tranne che per la grafica meno rifinita della versione PS2 (texture peggiori e qualche piccolo calo di framerate). Per il resto non ci sono differenze da segnalare.
Va invece citato il fatto che il gioco è completamente localizzato in italiano (sia il testo che il parlato). La qualità complessiva dell’adattamento è veramente molto buona e non fa rimpiangere i doppiatori inglesi.

Maledetti insetti… non riesco ad affettarli con la mia spada!

Purtroppo la revisione dell’armatura di Paul non ha tolto tutte le ammaccature. Questa fine allegoria serve per introdurre il fatto che nel gioco i difetti ci sono e sono pure molto fastidiosi. In primo luogo andate al box hardware per leggere di un bug che mi ha costretto a provare il gioco su un computer non mio (ovviamente il problema non riguarda le versioni console, che si sono avviate senza problemi).

Al povero Paul toccherà imitare anche Sam Fisher!
Al povero Paul toccherà imitare anche Sam Fisher!

Parlando di problemi di gameplay, come non citare l’intelligenza artificiale che, a tratti, tocca il livello Lecciso (un nuovo standard di infimità)? Non fa piacere vedere nemici che corrono contro un muro, nella direzione opposta a quella in cui ci troviamo, cercando di venirci addosso (sembra strano ma è così); come non è piacevole camminare a pochi passi da loro, con una torcia accesa in mano, e vederli immobili ignari della nostra esistenza. In alcuni casi si sfiora il ridicolo con nemici appostati nell’ombra per tenderci delle imboscate che… ci fanno passare come se nulla fosse subendo i nostri colpi senza dire una parola (sovraesposizione da reality show?). Ovviamente non pretendiamo che tutti i nemici dei videogiochi siano paragonabili per intelligenza a quelli di F.E.A.R., ma sarebbe bello vedere dei mostri un po’ più reattivi al posto di questi spaventapasseri che spesso sembra non sappiano bene cosa fare (lo attacchiamo o ci facciamo massacrare in allegria?).

sarebbe bello vedere dei mostri un po’ più reattivi al posto di questi spaventapasseri che spesso sembra non sappiano bene cosa fare

Maledetti insetti… non riesco ad affettarli con la mia spada!

Altro problema, non di secondaria importanza, deriva dal cattivo equilibrio del sistema di combattimento. Sostanzialmente i tatticismi con armi veloci ma poco potenti non pagano ed è meglio affidarsi a spadoni grossi come Paul che, con un paio di colpi ben assestati, possono distruggere i nemici. Anche realizzare combo serve a poco visto che attaccare a testa bassa permette di uscire indenni dalla maggior parte delle situazioni. Non fraintendete, comunque, visto che il combattimento, in KOTT II è molto divertente… a patto di non voler fare troppo i raffinati.
Per ultimo va segnalato qualche bug di troppo, di cui uno piuttosto fastidioso che mi ha impedito di andare avanti nel gioco costringendomi a ricaricare un salvataggio piuttosto vecchio (un paio di ore di gioco perse… detto in soldoni).

Knights of the Temple II - Recensione
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Box Hardware (versione PC)

I requisiti minimi per usufruire del gioco parlano di un Pentium IV (o equivalenti) a 1,5 GHz, 256 MB di RAM e una scheda grafica GeForce 3 o Ati Radeon 8500 con 64 MB (le GeForce 4MX non sono supportate). I requisiti raccomandati sono, ovviamente, maggiori: un Pentium 4 a 2,4 GHz (o equivalente), 512 MB di RAM e una scheda grafica della generazione della GeForce FX 5900 e della ATI Radon 9800 con 128 MB. Il gioco è stato testato su un Pentium 4 a 3,4 GHz con 2 GB di RAM e una scheda grafica GeForce 7800 GT dando come unico risultato una schermata blu di errore critico del sistema operativo (il sistema è stato riformattato da poco, è ben ottimizzato e normalmente non da problemi di sorta con i giochi). È stato quindi testato su un Athlon 2,8 GHz con 1 GB di RAM e una scheda GeForce FX 5900 XT da 128 MB senza dare alcun errore ed è risultato fluido in quasi tutte le occasioni, anche con i dettagli settati al massimo consentito.

Commento finale

Knights of the Temple II è un bel gioco d’azione con qualche difetto di troppo. Qualche settimana in più di sviluppo non gli avrebbe fatto male, visto che la maggior parte dei problemi riscontrati sembrano risolvibili con pochi ritocchi (soprattutto i vari bug). Detto questo non possiamo che consigliarlo a tutti quelli che amano questo tipo di ambientazione e sono alla ricerca di un gioco leggero e ben fatto che abbia anche una buona longevità.

Pro

  • Atmosfera molto curata
  • Migliorato nettamente rispetto al primo capitolo
  • Buon sistema di crescita del personaggio
Contro
  • Molti bug
  • Intelligenza artificiale dei nemici ai minimi storici
  • Sistema di combattimento poco equilibrato

Eroi si diventa!

Alla fine del primo Knights of the Temple, Paul de Raque, gran maestro dei templari, aveva ottenuto il pregevole risultato di sconfiggere il male che minacciava il mondo… purtroppo la donna amata (una certa Adele) era finita fra le braccia del demonio con l’ovvio risultato di trovarsela di fronte, vent’anni dopo (in Knights of the Temple II, appunto), nelle vesti di una specie di divinità malefica vestita di rosso come Babbo Natale e celebrata in tutti i templi corrotti del pianeta. Che fare se non fregarsene godendosi gli anni della pensione e spendendo i soldi accumulati con anni di militanza nei cavalieri del tempio, comprandosi l’ultimo modello di spada a due mani, con tanto di slot per le memory card in modo da poter registrare i migliori fendenti portati alla testa di qualche fellone? Purtroppo Paul de Raque non la pensa così e, ancora forte e vigoroso, decide di partire alla ricerca di tre artefatti dal potere indicibile che gli serviranno per cancellare il male dal pianeta e, soprattutto, per ottenere uno sponsor migliore per la prossima giostra equestre dei templari. Uscito a piedi dal suo castello s’incammina, bardato di tutto punto, verso il primo artefatto finché, arrivato davanti al vasto mare… torna indietro e chiede a Francesco de Lama (noto baro nei giochi online), di accompagnarlo con la sua nave, in modo da non far arrugginire l’armatura nuotando per chilometri. È a questo punto che inizia il gioco facendoci scegliere la nostra prima destinazione.