Strana la vita: solo qualche anno fa ci scandalizzavamo per il primo trailer di Sonic the Hedgehog, con quel pupazzone orribile in computer grafica che poi una sommossa popolare ha fatto cambiare, e oggi ci prepariamo a vedere il terzo film di una serie di successo, che ha saputo portare sul grande schermo uno dei videogiochi più amati della storia. Non solo. Forte di questa striscia positiva, Paramount ha voluto produrre una miniserie in sei episodi dedicata solo a Knuckles, l'echidna rosso che non ha bisogno di presentazioni e che ha fatto la sua entrata in scena nel secondo film.
La domanda più ovvia è anche la solita: ce n'era bisogno? La risposta non è così scontata, perché c'è del buono nella miniserie, ma nella nostra recensione di Knuckles, disponibile dal 27 aprile su Paramount+, vi spieghiamo anche perché qualche fan potrebbe storcere il naso.
Serie breve ma... intensa?
Sono sei episodi da mezz'oretta ciascuno che scivolano via in un pomeriggio, quelli di Knuckles, e che non restano particolarmente impressi nella memoria se non per il più grande pregio di questa produzione televisiva: il coraggio. Non quello di Knuckles o del suo amico umano Wade Whipple, ma quello degli sceneggiatori che hanno deciso di incentrare sul bellicoso guerriero alieno una vera e propria commedia on the road per tutta la famiglia con elementi fantascientifici e avventurosi che si ricollegano ai film precedenti. I toni sono sempre sopra le righe, stravaganti nella maggior parte dei casi per non dire proprio stucchevoli - ma la parola che stiamo pensando è l'abusata cringe - e questo forse non piacerà a chi si aspettava maggiore grinta, considerato il protagonista.
Il fatto, però, è questo: sebbene gli dia il titolo, Knuckles non è il protagonista di questa storia. Anzi, nel giro di qualche episodio sparisce gradualmente dalla scena e scompare quasi del tutto in una puntata o due. I riflettori si spostano su Wade e la sua stramba famiglia che, per assurdo, è la parte migliore della miniserie.
Sonic, Tails e Maddie (Tika Sumpter) compaiono solo nel primo episodio in ruoli secondari - grande assente il Tom Wachowski di James Marsden - mentre la storia comincia a Green Hills quando Knuckles, che non si è ancora riuscito ad ambientare sulla Terra, decide di intraprendere una missione importantissima: trasformare Wade Whipple in un eroe facendogli vincere un... torneo di bowling. I due si mettono in viaggio per Reno, ma sulle loro tracce o, per meglio dire, su quelle di Knuckles ci sono due sicari che lavorano per un misterioso meccanico (interpretato da un barbuto Rory McCann, era il Mastino ne Il Trono di Spade) che ha un passato col dottor Robotnik e vuole i poteri dell'echidna.
Ma la componente avventurosa di cui si parlava è diluita nel corso degli episodi, tra rapimenti, scazzottate e inseguimenti che si incrociano con le dinamiche disfunzionali della famiglia Whipple: la sorella di Wade, Wanda, interpretata dall'ottima Edi Patterson, e Stockard Channing nei panni di mamma Wendy. Sì, si chiamano Wade, Wanda e Wendy. Questo già dovrebbe suggerirvi l'assurdità di questo nucleo famigliare, minato dal rapporto conflittuale col patriarca Pete, il solito ed eccezionale Cary Elwes.
Diciamo che molto del successo di Knuckles dipende dal rapporto che avete col personaggio interpretato da Adam Pally e con la sua comicità: Wade è il tipico, irresistibile perdente dal cuore d'oro che Pally incarna nelle scene più surreali che, via via che la serie prosegue, si fanno sempre più numerose. Simpatiche sicuramente, esilaranti non proprio. L'umorismo in larga parte funziona, ma alcuni momenti pretendono una tenace sospensione dell'incredulità: se si abbraccia intenzionalmente questo aspetto goliardico e assurdo della serie, che in più situazioni fa la parodia a una pletora di altri film - da James Bond a E.T. - allora ci si diverte anche. La trama però è davvero debolissima, la morale scontata e l'interpretazione di Pally non sempre convince, finendo per essere in varie circostanze troppo sopra le righe anche per lui.
In tutto questo, Knuckles è sostanzialmente il gioiello della corona nelle scene d'azione, specialmente quando rimanda ai videogiochi che l'hanno reso famoso, tra cappelli da cowboy e planate d'emergenza, ma come personaggio in sé è appena abbozzato e la sua sottotrama personale si risolve in modo abbastanza posticcio in uno scontro finale frettoloso ma spettacolare. È chiaro che il budget è andato tutto in quei pochi minuti conclusivi, anche perché in termini di computer grafica i film hanno fatto decisamente meglio e si nota spesso un certo distacco tra il modello dell'echidna - doppiato in lingua inglese dal mitico Idris Elba - e gli attori in carne e ossa.
Diretti da James Madejski, Brian Schacter e John Whittington, i sei episodi di Knuckles spaziano tra diversi generi senza soffermarsi su un'identità precisa: una scelta voluta che rende la miniserie assurdamente schizofrenica ma anche imprevedibile e stranamente riuscita, grazie anche a una colonna sonora di prim'ordine.
Tuttavia, se in generale la somma delle parti funziona, alcuni aspetti appaiono molto meno riusciti, compresa la caratterizzazione praticamente inesistente degli antagonisti: McCann in primis, che ha pure poche scene dietro le quinte prima dell'inevitabile faccia a faccia finale, ma anche i suoi sicari (Ellie Taylor e Kid Cudi) e i vari comprimari che si susseguono sullo schermo. Sono personaggi pensati per soddisfare il pubblico con un conflitto da videogioco, ma è chiaro che la serie creata da Toby Ascher puntava soprattutto sul family drama e sulla comicità. Eppure il cinema è pieno zeppo di storie simili da prendere come esempio, dal summenzionato e iconico E.T. al più recente Bumblebee. Possibile che non si potesse trovare un maggiore equilibrio senza sacrificare quello che avrebbe dovuto essere il protagonista?
Conclusioni
Multiplayer.it
6.5
Non essendo una miniserie lunga né ambiziosa, Knuckles si lascia guardare e in certi momenti riesce anche a stupire, più che altro per il coraggio con cui gli autori spaziano tra i generi più diversi in quella che, alla fine, è una commedia avventurosa piena di scene surreali, comicità e buoni sentimenti. Incentrata più sul personaggio di Wade e sulla sua famiglia, la serie finisce per perdere di vista l'echidna rossa che le dà il nome, allontanandosi dai videogiochi se non per qualche riferimento più o meno vistoso: non siamo sicuri che tutti i fan di Sonic the Hedgehog apprezzeranno ma, come produzione in sé, bisogna ammettere che è decisamente originale anche se riuscita solo a metà.
PRO
- È una commedia avventurosa breve e stravagante
- Le scene in cui si ricorda che il protagonista è Knuckles
- La famiglia Whipple è esilarante
CONTRO
- Il Wade di Adam Pally diventa troppo stucchevole
- La lacunosa caratterizzazione degli antagonisti
- La computer grafica qualche volta lascia a desiderare