Nell'anteprima di Last Train Home avevamo già evidenziato la stretta interconnessione tra game design e ricostruzione storica promossa da questa particolare esperienza. Molto più di quanto visto negli Assassin's Creed per esempio, dove le coordinate temporali e spaziali fungono da perfetto sfondo per un'avventura che di realistico ha ben poco, la creatura di Ashborne Games, pur prendendosi tutte le licenze poetiche del caso, si basa interamente su un evento accaduto all'indomani della fine della Prima guerra mondiale, che in qualche modo ricalca fedelmente.
Come spiega in modo esaustivo la pagina Wikipedia dedicata, le legioni cecoslovacche di rientro verso la madrepatria, con tappa obbligata a Vladivostok, meta che combacia con la conclusione del videogioco, furono loro malgrado coinvolte nella guerra civile russa a seguito della Rivoluzione d'ottobre.
Come vedremo nel dettaglio, l'espediente narrativo è funzionale alla doppia anima della produzione, fulcro su cui si sviluppa un gameplay stratificato e bipartito in sezioni separate ma strettamente interdipendenti. Al di là della sua componente prettamente ludica, già di suo validissima, Last Train Home ci ha conquistato per come sa arrivare al cuore e all'emotività del videogiocatore, facendolo affezionare al manipolo di soldati che tuttavia sarà puntualmente costretto a mettere a rischio sul campo di battaglia.
Nella nostra recensione di Last Train Home vi spiegheremo perché il gioco di Ashborne Games è consigliatissimo agli amanti del genere, ma anche a chi di solito si tiene a distanza di sicurezza da prodotti di questo tipo.
Io ciuff ciuff ti acciuffo!
Un po' Train Simulator, un po' Commandos. Volendo riassumere il più brevemente possibile Last Train Home, basterebbe l'accostamento a questi due giochi per offrire ai curiosi un'idea sommaria sulla tipologia d'esperienza offerta. L'azione, che a tratti abbonda, è comunque circoscritta a sezioni ben specifiche, frutto di accorte e prolungate valutazioni, di analisi del campo di battaglia, di fasi preparatorie gestite proprio a bordo del treno.
La mappa che ne mostra il lento avanzamento verso Vladivostok, difatti, è la schermata che vedrete più spesso e su cui passerete la maggior parte del tempo. Nonostante l'interfaccia sia occupata per lo più dai luoghi che circondano i binari, spaccati ricchi di punti d'interesse come diremo tra poco, sui bordi si arrampicano e sviluppano una lunga serie di indicatori che consentono la gestione di ogni vagone e, soprattutto dei suoi passeggeri.
In primis, la locomotiva avrà bisogno di costante rifornimento di carbone e di tecnici in grado di manovrarla. Fucilieri, scout, granatieri e più in generale tutti i membri della legione che controllerete, saranno candidati più o meno ideali per il compito. Solo analizzandone l'indole caratteriale, le attitudini, l'esperienza accumulata e le abilità sbloccate troverete chi sarà in grado di svolgere il lavoro con il massimo dell'efficienza. Vi ritroverete così a scorrere di continuo la lista dei soldati disponibili, mettendo in discussione chi già si occupa della cosa ogniqualvolta nuove reclute si aggregheranno alla compagine, o cercando un sostituto nel caso di tristi dipartite.
Non solo. Anche eventi più o meno casuali possono influire sulle capacità dei singoli. L'assunzione di pillole per mantenere alta la stamina, che tenderà a consumarsi per ogni ora lavorativa e battaglia effettuata sul campo, può condurre ad una deleteria dipendenza con pesanti ripercussioni sulle statistiche dell'unità. Riportare ferite negli scontri a fuoco può mettere fuori gioco per diversi giorni il malcapitato di turno. Il morale troppo basso può spingere all'insubordinazione.
Naturalmente un treno non è solo composto dalla locomotiva. Ecco perché dovrete prendere provvedimenti simili anche per garantirvi un'infermeria sempre pronta ad accogliere i feriti, una cucina in grado di rifocillare come si deve la truppa, un reparto d'artiglieria che possa garantire una buona difesa e fornire attacchi dalla distanza in alcune missioni.
Ogni vagone, inoltre, necessiterà di manutenzione, riparazioni mirate, risorse per poter offrire i servizi necessari per la sopravvivenza della legione. Da questo punto di vista, torneranno utilissimi alcuni luoghi d'interesse in cui vi imbatterete lungo il cammino. Boschi, laghi, villaggi abbandonati e borghi muniti di taverne e mercati, possono fornire cibo, materie prime, medicinali, munizioni. Per mettere le mani su questi beni dovrete comporre delle squadre di almeno tre unità che, allontanandosi autonomamente dal treno, possano raggiungere il luogo designato. Durante queste escursioni bisogna ovviamente interrompere la marcia lungo i binari, assistere al trascorrere del tempo, sperare che la spedizione non incontri imprevisti e che ritorni alla base con sufficienti guadagni da giustificare tutti i rischi annessi.
Anche in questo caso, ovviamente, l'intervento del giocatore può influenzare molto l'andamento delle cose. Comporre un team idoneo al compito da svolgere è fondamentale. Un soldato dotato di carisma può convincere i mercanti ad abbassare i prezzi. Un esperto di pesca recupererà più risorse lungo i corsi d'acqua. Al tempo stesso, un temperamento votato alla rissa può rivelarsi un discreto malus in certe circostanze. Qualità e difetti dei singoli vanno insomma sempre messi sulla bilancia, sperando contestualmente nella buona sorte, visto che il fattore fortuna, all'attivarsi di eventi casuali, ha pur sempre il suo peso, per quanto relativamente ridotto.
Sarà proprio imparando a conoscere ogni soldato che scoprirete l'aspetto più intimo di Last Train Home. Per quanto anche altri congeneri facciano leva sul permadeath e sull'accumulo di esperienza dei singoli per creare affezione alle unità, spesso ben al di là della loro progressiva efficacia sul campo di battaglia, nella produzione THQ Nordic il tutto è ulteriormente amplificato proprio dal contesto storico nel quale la vicenda si sviluppa.
Missione dopo missione, chilometro percorso dopo chilometro percorso, scoprirete le storie di caporali, soldati semplici, rifugiati che decideranno di imbracciare le armi. Non tutte le biografie sono curate allo stesso modo, ma è facile prendere a cuore le sorti di qualcuno con cui si scopre qualche affinità. Al tempo stesso, è inevitabile sviluppare un certo attaccamento nei confronti di un personaggio particolarmente utile nel reperimento di risorse o tremendamente esemplare nell'eliminazione dei nemici in battaglia.
Similmente a Fire Emblem, per fare un esempio, si accresce una potente empatia con ogni unità, che diventa più di una semplice pedina da schierare all'occorrenza. Per quanto la trama di Last Train Home non sia particolarmente densa di colpi di scena, anche perché segue a grandi linee un intreccio scritto dalla storia stessa, a rendere emozionante, coinvolgente e a tratti persino doloroso il viaggio verso Vladivostok è proprio il legame che si crea con il proprio manipolo di eroi, ognuno dotato di una vita che evolve con la progressione della trama.
Le esperienze di ogni soldato non hanno una ripercussione diretta solo sull'ambito narrativo. Bonus e malus inspessiscono ulteriormente la caratterizzazione di ogni soldato, in accordo con quanto affrontato anche nelle fasi didascaliche di esplorazione e interazione con gli abitanti dei centri cittadini.
Tutto ciò, come se non bastasse, contribuisce a rendere ulteriormente stratificati e profondi i combattimenti veri e propri, l'altra faccia della medaglia che compone Last Train Home.
Più ritardi di Trenitalia
In momenti particolari dell'avventura, sia per prendere parte alla missione principale, che per dedicarvi a incarichi secondari, dovrete abbandonare il treno e gettarvi a capofitto nel campo di battaglia vero e proprio.
Il paragone con Commandos, in questo caso, è quanto mai appropriato, sebbene rispetto al classico di Pyro Studios l'azione è lievemente più compassata e gli errori si pagano a minor prezzo, a patto ovviamente di non selezionare il livello di difficoltà massimo ma ci torneremo a breve.
A partire da una visuale isometrica dovrete guidare la vostra squadra, che potrà variare in numero e composizione ad ogni missione, al fine di completare alcuni obiettivi e raggiungere, si spera sani e salvi, la zona di recupero. Tra centri abitati, zone immerse nella natura e altopiani più o meno fortificati, la varietà è buona per quanto non entusiasmante. Il level design non raggiunge le eccellenze del genere, ma ogni livello lo si può affrontare con approcci differenti, anche e soprattutto basandosi sulle capacità dei soldati in gioco.
Naturalmente, buttarsi a capofitto nella mischia non è una strategia che paga. La compagine al vostro comando verterà costantemente in pesante inferiorità numerica, senza contare la presenza di cingolati, torrette, mitragliatrici nemiche piazzate che possono spazzare via l'intero plotone nel giro di un singolo attacco. Lo scout deve scrutare al di là della nebbia di guerra per avvistare nemici nascosti; il cecchino deve colpire dalla distanza; il granatiere può eliminare con un singolo attacco interi gruppi di nemici; il mitragliere può punire l'avanzata nemica piazzandosi dietro una copertura. Bisogna giocare d'astuzia, tenendo anche conto delle risorse in proprio possesso. Le trappole sono comode ma difficili da reperire e anche i proiettili non sono infiniti e in certe missioni dovrete attentamente dosarli, sperando magari di recuperarne un po' sul campo di battaglia.
Come già detto, accumulando esperienza i soldati miglioreranno statistiche come precisione, velocità e capacità stealth e dovrete tenerne conto quando ordinerete ad uno di loro di fare qualcosa. L'eliminazione silenziosa è consigliatissima, ma va scelto il soldato più adatto; solo gli infermieri possono curare i feriti; solo con il giusto equipaggiamento si può sperare di abbattere un mezzo corazzato e così via.
Ciononostante, Last Train Home, a differenza del citato Commandos, sa essere anche accondiscendente verso i neofiti. Se non tutti i menù e le meccaniche di gameplay sono chiarissime - in questo senso serve un po' di pazienza e voglia di sperimentare - giocando con le opzioni si può davvero amalgamare l'esperienza più adatta alle proprie esigenze e preferenze. Non si tramuterà mai in uno sparatutto, beninteso, ma diminuendo il danno subito e aumentando quello inferto, abbassando la reattività dei nemici e incrementando le risorse in possesso della compagine, si può rendere ora molto più semplice, ora dannatamente più impegnativo il viaggio verso Vladivostok.
Un'ultima nota a margine la meritano anche il comparto grafico e sonoro della produzione. Last Train Home non metterà in discussione la potenza delle vostre schede grafiche di ultima generazione. Ciononostante si distingue per la capacità di mettere in scena modelli poligonali sommariamente ben realizzati e animati, all'interno di ambientazioni con il giusto livello di dettagli. C'è anche da dire che abbiamo giocato per quasi una quarantina di ore senza riscontrare alcuna problematica, fatto salvo per un singolo crash.
Buono il comparto audio. Le musiche si amalgamano bene all'azione, pur non lasciando il segno. Il doppiaggio in inglese è valido, ben più altalenante quello in ceco, slovacco e russo che, per quanto tenti di infondere ulteriore realismo al contesto, si avvale di doppiatori dalle capacità più modeste.
Conclusioni
Last Train Home è un ottimo strategico con un'importante componente gestionale e survival. Il lungo viaggio delle legioni cecoslovacche, all'indomani della fine della Prima guerra mondiale, è lo scenario ideale utilizzato dagli sviluppatori per dare vita ad un gioco profondo, complesso, adattabile anche alle esigenze dei neofiti. Personalizzare la propria compagine, potenziare ogni soldato, curarsi dello stato del treno, recuperare risorse nei vari punti d'interesse e combattere sul campo di battaglia, sono alcune delle tante attività che dovrete svolgere per giungere sani e salvi a destinazione. Se la componente ludica è validissima, e mostra il fianco solo per un level design mai particolarmente graffiante e un'interfaccia non sempre chiarissima, sarà il comparto narrativo a tenervi incollati allo schermo sino ai titoli di coda. Mettere in salvo i soldati a cui vi siete più affezionati lungo il viaggio sarà ciò che vi spingerà più di ogni altra cosa a giocare, e di conseguenza amare, Last Train Home. Gli appassionati lo adoreranno, i neofiti potrebbe trovarlo alla loro portata grazie ad un gran numero di opzioni che consentono di abbassare, o alzare, il livello di difficoltà.
PRO
- Gameplay stratificato
- Gli eventi casuali rendono ogni partita imprevedibile
- Alto grado di scalabilità della difficoltà
CONTRO
- Level design per nulla originale o particolarmente complesso
- Interfaccia non sempre chiarissima