Crescendo si disimpara l'arte del gioco e la magia di certi passatempi infantili inesorabilmente si perde, senza nemmeno accorgersene. Questo processo creativo è stato recuperato e utilizzato come spunto di partenza per una grande avventura da Happy Juice Games, che è riuscita a rappresentare sullo schermo proprio tutta la potenza evocativa dei giochi dei bambini, mettendo in scena un incredibile viaggio di un fratello e una sorella. Scopriamolo in questa recensione di Lost in Play.
Partendo dal soggiorno di casa, Toto e Gal si ritrovano immersi in un'avventura allucinante, che li costringe a collaborare e affrontare numerose sfide per cercare di ritrovare la strada di casa, portandoli ad attraversare ambientazioni meravigliose e incontrare creature e personaggi alquanto bizzarri. È chiaramente una rappresentazione spinta al parossismo, ma le dinamiche e le atmosfere che emergono da questa strana avventura non sono poi così distanti dalle storie incredibili che si costruivano nei pomeriggi passati insieme ai propri fratelli, inventando racconti epici su sfide improbabili.
Questo senso di magia è reso perfettamente in Lost in Play ed è il principale elemento caratterizzante di tutto il gioco, supportato da uno stile grafico magistrale che ricorda cartoni animati come Gravity Falls e Adventure Time, condividendo con questi il gusto per la stranezza e l'umorismo come base fondante nella rappresentazione del mondo. Sotto tutta questa meraviglia si trova anche un'avventura grafica punta e clicca con elementi piuttosto tradizionali, meno complessa di molte altre ma comunque in grado di offrire momenti di sfida interessanti, che sostengono un'esperienza molto piacevole.
Una storia senza parole
Non è facile capire precisamente cosa accada in Lost in Play, ma già il titolo fornisce una descrizione piuttosto accurata della situazione in cui si trovano Toto e Gal: giocando dal soggiorno al giardino fuori casa, i due bambini dalla fervida immaginazione si ritrovano improvvisamente proiettati in uno strano mondo, che sembra seguire alcune regole dei giochi tipici con cui passano i pomeriggi, ma che al contempo li pone di fronte a sfide epiche ed entusiasmanti, andando alla ricerca di tesori e infine della strada per tornare a casa. Con i protagonisti catapultati da una situazione all'altra, le ambientazioni cambiano in maniera repentina, passando dal fantasy al fiabesco, dallo pseudo horror al post apocalittico, tutto filtrato attraverso la particolare visione umoristica degli autori, che sono riusciti perfettamente a mettere in scena un vero e proprio cartone animato interattivo.
La narrazione non utilizza parole, eppure risulta perfettamente comprensibile: i personaggi e le creature comunicano attraverso strani versi e rumori vari, in una lingua completamente sconosciuta, ma le situazioni sono di facile lettura, seppure folli, e la successione di eventi rappresenta una sorta di racconto picaresco in cui Toto e Gal passano dal dover sfidare mostri all'interno di foreste oscure al sopravvivere a un'avventura marinara con tanto di balena in stile Pinocchio, dal fuggire da una landa desolata costruendo un drago meccanico al penetrare in un inquietante castello fiabesco eludendo le guardie, tanto per fare alcuni esempi. Tutto questo viene mostrato con un dissacrante umorismo che punta su assurde creature e personaggi caricaturali, oltre a situazioni totalmente fuori dalle righe, ma tutto resta sospeso tra questa comicità a tratti demenziale e il clima onirico e trasognato delle storie per bambini, in un equilibrio davvero notevole.
Enigmi e puzzle
Come ogni avventura grafica che si rispetti, Lost in Play è costituito da una successione di aree esplorabili, ognuna contenente vari enigmi da risolvere per poter proseguire, che generalmente puntano a un obiettivo principale da raggiungere in modo da passare all'area successiva. Come spesso accade nei titoli più moderni di questo genere, il sistema di controllo su console consente di muovere direttamente il personaggio, evidenziando oggetti ed elementi dello scenario interattivi non appena ci si avvicina al loro raggio d'azione. L'interfaccia è molto semplificata, consentendo solamente un'azione prestabilita per interagire con NPC e oggetti sullo sfondo, con i quali è possibile anche effettuare delle semplici combinazioni con gli elementi dell'inventario. I puzzle presentano una buona progressione in termini di difficoltà, partendo da situazioni elementari per arrivare a rompicapo più complessi nelle aree più avanzate e ampie, sebbene non si trovino quasi mai degli enigmi particolarmente complessi e stratificati su varie fasi: solitamente ogni puzzle è piuttosto "autoconclusivo", portando alla conquista di un oggetto che sblocca una particolare situazione e consentendo di proseguire verso altri enigmi.
In generale, il livello di sfida non risulta mai troppo alto e, in ogni caso, un ottimo sistema di aiuti può aiutare a districarsi nei momenti di maggiore difficoltà. D'altra parte, la scelta di non contenere alcun tipo di comunicazione verbale standard rende gli enigmi necessariamente semplici da capire, limitandoli a un piano logico facilmente comprensibile: questo non significa necessariamente che la soluzione debba essere altrettanto banale, ma manca ovviamente una sorta di tessuto narrativo esplicito e complesso che leghi insieme oggetti, NPC e situazioni di gioco.
Al contrario, Lost in Play effettua un gran lavoro nel rendere subito chiari gli obiettivi e il funzionamento degli enigmi, presentandoli spesso come momenti di gioco separati ma comunque ben immersi nello strano mondo messo in scena. Le sfide più impegnative sono legate probabilmente a veri e propri mini-game di logica che vengono proposti spesso nel corso della storia: in questi casi ci si trova a dover prendere parte a dei giochi nel gioco che spezzano l'azione e introducono situazioni nuove e differenti. Può sembrare una scappatoia un po' facile in termini di puzzle design, visto che il loro astrarsi completamente dal contesto consente di proporre enigmi di tipo differente che possano innalzare il livello di sfida a prescindere dai loro legami con i livelli, ma risultano comunque molto coinvolgenti e ben studiati.
Una favola a cartoni animati
La caratteristica più evidente di Lost in Play è chiaramente lo stile grafico adottato, che diventa un elemento identitario di grande forza per questa produzione di Happy Juice Games. Il character design, il tratto con cui sono disegnati gli scenari, le animazioni, i colori e l'accompagnamento audio concorrono a un'estetica veramente di prim'ordine, derivante da una direzione artistica davvero di alto profilo, nonostante le piccole dimensioni del team. La sensazione è di trovarsi davvero all'interno di un cartone animato interattivo, ma che è stato disegnato sulla base di un gioco vero e proprio, in cui tutti gli elementi estetici non sono un mero corredo ma fanno parte della narrazione complessiva e della costruzione del mondo. Giocando a Lost in Play ci caliamo all'interno di una meravigliosa realtà alternativa che è al contempo accogliente e sorprendente, di cui non vediamo l'ora di scoprire progressivamente i nuovi livelli.
Anche l'interfaccia rientra nello stile cartoonesco generale, cercando di rimanere quanto più possibile nascosta e poco invasiva e contribuendo così all'intuitività che caratterizza l'esperienza di gioco. Di fatto, dopo la sequenza introduttiva iniziale, risulta quasi difficile capire quando inizi l'avventura vera e propria, visto che il passaggio tra fasi narrative e interattive è del tutto fluido e senza stacchi, grazie alle splendide animazioni, ma anche al gran lavoro svolto sul fronte dell'interfaccia, che integra comandi ed elementi puramente legati al gameplay e alla soluzione degli enigmi in un tutt'uno organico con la scena rappresentata sullo schermo. Alla luce di tutto questo, Lost in Play è un vero spettacolo audiovisivo in grado di affascinare davvero tutti.
Conclusioni
Nonostante la totale assenza di parole, o forse proprio grazie a questa, Lost in Play riesce perfettamente a raccontare sogni e storie di bambini alle prese con avventure epiche e meravigliose. Il viaggio incredibile di Toto e Gal è una celebrazione dei mondi immaginari che emergono dai giochi infantili, mettendo in scena sfide epiche e situazioni assurde, sempre filtrate con un umorismo e una caratterizzazione non banali. Ne viene fuori un'avventura grafica che può essere goduta da utenti di età diversa, con un livello di sfida che non risulta molto complesso ma che può dunque essere facilmente vissuta tutta d'un fiato. Non è un gioco lungo (si può concludere in circa 5 ore) e la costruzione dei puzzle risulta altalenante, lontana dai capolavori del genere, ma va visto in maniera diversa: come una sorta d'irresistibile favola a cartoni animati interattiva che è anche una buona avventura grafica, bellissima da vedere e divertente da giocare.
PRO
- Bellissimo da vedere e ascoltare
- Enigmi non molto complessi, ma generalmente ben studiati
- Atmosfera fantastica
CONTRO
- Puzzle un po' altalenanti qualitativamente, a volte troppo scollegati
- In linea con il genere, non dura moltissimo e non offre grande rigiocabilità