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Mario vs Donkey Kong, recensione

Con un titolo fresco e leggero, ma con tantissime cose da dire, Nintendo si dimostra nuovamente maestra di gameplay

RECENSIONE di La Redazione   —   17/12/2004
Mario vs. Donkey Kong
Mario vs. Donkey Kong
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Mario vs Donkey Kong, recensione
Mario vs Donkey Kong, recensione

Un Moderno Retrogame

Dopo aver assistito alla simpatica trama in puro stile Nintendo narrata attraverso ottime schermate fisse, ci si trova sbalzati nelle meccaniche di Mario Vs Donkey Kong. Che genere rappresenta? Diciamo che si tratta di un puzzle game con tematiche platform, o meglio un piattaforme compresso con solo le sezioni puzzle e depurato dalla componente esplorativa… Si insomma, un qualcosa di nuovo che sa di passato. Dal retrogame prende la struttura a livelli ridotti -a volte formati da una sola schermata- la difficoltà e la genialità del level design, dall’oggi assorbe meccaniche complesse, idee fresche ed originali e… la genialità del level design! Andiamo con ordine. Nella fuga Donkey Kong perde tre pacchi dono, una chiave e un Minimario, tutti oggetti da recuperare: alcuni per realizzare punti –i pacchi- altri necessari proprio per finire il livello –la chiave e il Minimario-. Gli oggetti sono collocati in posti solitamente poco accessibili e raggiungibili soltanto effettuando una serie di salti millimetrici, attivando interruttori per districarsi in micidiali rompicapi, comandando nastri trasportatori, usando sbarre da ginnasta, liane, ecc… Ogni quadro inoltre è diviso in due sezioni: nella prima bisogna recuperare la chiave e portarla alla porta, nella seconda, formata da un altro livello con nuovi enigmi e nuove meccaniche, recuperare il Minimario. Qui entra in gioco la componente tempo. Ogni sezione deve essere portata a termine in un determinato tempo. Se si finisce in fretta la prima e si hanno dei secondi residui questi vengono letteralmente trasportati nella seconda parte e sommati a quelli già a disposizione. Se non si muore, alla fine per conteggiare i punti si usa la somma delle due rimanenze, se si muore solo la rimanenza della seconda parte che ovviamente sarà inferiore. I punti servono per guadagnare stelle utili per sbloccare i difficilissimi livelli da “esperti”. Insomma, in puro stile Nintendo, il gioco regala altro gioco.

Un capolavoro di giochino

Ma non è finita. Ogni mondo è formato da sei livelli come quelli descritti più un livello Minimario e un livello Donkey Kong. I livelli Minimario vedono Mario seguito da sei Minimario che devono essere guidati in maniera indiretta lungo passaggi appositi poiché non possono compiere tutte le mosse a disposizione di Mario. Senza farli morire o perderli si deve far raccogliere loro le tre lettere della parola TOY e rimmetterli nella scatola da cui sono stati sottratti. Alla fine nel livello Donkey Kong, il primate più famoso del mondo dei videogiochi, dovrà essere sconfitto, in genere con l'ausilio di qualche cosa da tirargli in testa, con metodiche varie. Finito? No! Se i sei mondi sono decisamente pochi le cose cambiano se ci aggiungiamo altri sei nuovi mondi "più". Questi miscelano il gameplay dei livelli Minimario con quelli tradizionali. Infatti, questa volta la chiave è in mano ad un Minimario che deve essere accompagnato all'uscita... in più si devono recuperare i pacchi ovviamente! Tralasciamo i micidiali e geniali livelli da "esperto", autentici massacri adatti solo ai più pazienti e abili.

Mario vs Donkey Kong, recensione
Mario vs Donkey Kong, recensione

L'occhio vuole la sua parte

Certamente non è la tecnica che salta all’occhio in un gioco del genere, ma anche in questo caso il gioco ne esce bene. Mario è animato in maniera decisamente valida con una tecnica di modellazione tridimensionale che lascia sempre piacevolmente sorpresi. Le animazioni inoltre trasudano della simpatia e della demenzialità a cui ormai i titoli Nintendo ci hanno abituato. Certamente data la natura ridotta dei quadri, i livelli di paralasse non si notano, ma ci sono, e tutto il resto è pulito e funzionale farcito di tutti quegli effetti di distorsione, ingrandimento e manipolazione che non perfettamente gestibili dal GBA. Dal lato sonoro le musiche sono tecnicamente ben fatte con un ottimo utilizzo dell'effetto stereo, ma poco ispirate ed a volte addirittura bruttine. Un plauso va invece agli effetti sonori: raramente Mario è stato così ciarliero e il numero e la qualità delle frasi campionate superano addirittura i giochi della serie realizzati su console domestiche. Gli effetti poi sono azzeccati e puliti.

Mario vs Donkey Kong, recensione
Mario vs Donkey Kong, recensione

Commento

Mario Vs Donkey Kong è un titolo senza le pretese delle grandi produzioni, ma che offre una copiosa ventata di quell'aria fresca che ormai viene distribuita a piccole dosi. E' un giochino, ma con tanti di quei contenuti da far invidia a tanti gioconi ben più blasonati. E' un titolo dall'utilizzo da scacciapensieri, ma con la lunghezza e la complessità tipica dei migliori titoli Nintendo. E' un tuffo nel passato, ma con tantissima modernità dentro. E' un gioco difficile a volte quasi frustrante, ma difficile è anche staccarsi prima di averlo portato a termine. E' sufficientemente longevo, prestandosi a sessioni di gioco brevissime o molto ampie. E' sempre uguale, ma sempre diverso. Un titolo quindi estremamente consigliato, ed una ottima idea da mettere sotto l'albero di chiunque.

    Pro
  • Tante idee nuove
  • Level design curatissimo
  • Sufficientemente longevo
    Contro
  • Forse troppo difficile
  • Sezioni di gioco prolungate possono risultare noiose

L'amore di Nintendo per il 2D

Punti salienti? Difficoltà e Gameplay. Il gioco è difficile, a volte molto. Gli enigmi sfruttano ogni più subdolo trucco: dalla logica inversa alla velocità di esecuzione, dai percorsi a prima vista impossibili ai nemici da sfruttare. Si sfiora un nemico e si è morti, si cade da altezze troppo alte e la morte comparirà, si scivola su uno spuntone e compare il game over. Erano anni che Mario non era soggetto a così tante resurrezioni. Ed era da anni che non si vedeva così tanta genialità nel confezionare un prodotto. Ogni livello è farcito di idee, di trabocchetti, citazioni, meccaniche nuove e vecchie sapientemente rimescolate. Una piccola enciclopedia del gameplay e del level design, un po' come Wario Ware ma decisamente più complesso. Certo, rimane un giochino. Nel senso che proprio la struttura è quella di uno scacciapensieri, di un titolo da tirare fuori ogni tanto per spaccarsi le meningi per qualche tempo e poi da riporre per passare a qualche cosa che permetta sezioni di gioco più lunghe. In realtà questa dovrebbe essere l'essenza del gioco portatile, ma ciò non toglie che per sua natura, Mario vs Donkey rimane un giochino con i contenuti di un capolavoro.

Da quanto tempo Mario non era costretto a combattere Donkey Kong? In questi lunghi anni il nostro eroe è diventato un’autentica star nel Regno dei Funghi. Come ogni personaggio famoso che si rispetti si è messo a produrre i suoi gadget tra cui gli oggetti più desiderati dal mondo intero: i Minimario! Questi graziosissimi pupazzi meccanici con fattezze mariesche saltano, camminano, parlano e vengono venduti in una stupefacente sfera di cristallo… Può un grosso scimmione come Donkey Kong non esserne attratto? Purtroppo come tutti gli oggetti troppo richiesti trovarli non è facile. Davanti al cartello "esaurito" appeso alle serrande del negozio, Donkey si infuria e decide di andarseli a prendere direttamete in fabbrica usando la forza. Ed ecco il povero Mario costretto a recuperare i pacchi dono e i Minimario che man mano vengono persi dal grande sacco di un avido Donkey Kong in fuga.