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Master Detective Archives: RAIN CODE, la recensione

Master Detective Archives: RAIN CODE arriva finalmente in esclusiva per Nintendo Switch, portando in una nuova era tutto il genio creativo di Kazutaka Kodaka.

RECENSIONE di Marco Perri   —   30/06/2023
Master Detective Archives: RAIN CODE, la recensione
Master Detective Archives: RAIN CODE
Master Detective Archives: RAIN CODE
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L'arrivo sul mercato di un nuovo prodotto di Kazutaka Kodaka dovrebbe rappresentare sempre un piccolo, ma importante momento di gioia per il medium. Ci siamo chiesti tante volte cosa differenzi la visione videoludica orientale da quella occidentale, cosa voglia dire sviluppare videogiochi sull'isola nipponica, in che direzione questa nuova era spinga quei pochi autori giapponesi rimasti. Kodaka, dal canto suo, è un personaggio singolare nell'espressione della sua arte più che nel modo di fare, ne abbiamo già parlato qualche giorno fa.

Master Detective Archives: RAIN CODE rientra perfettamente nel suo preciso modo di fare videogiochi investigativi: il ritmo è relativamente lento e scandito da abbastanza testo, i personaggi sono stravaganti, l'ambientazione abbraccia una cupa atmosfera che disorienta con il suo curioso mix tra eccentricità e oscurità. Se chi legge conosce l'autore, sicuramente uno dei più interessanti e influenti nella recente - e crescente - nicchia di graphic novel giapponesi, difficilmente sarà interessato a saperne di più perché lo avrà già preordinato. Questo testo è probabilmente per chi del folle genio di Kodaka ne ha a malapena sentito parlare.

Seguiteci nella nostra recensione di Master Detective Archives: RAIN CODE.

Novelle e misteri

Lo stile di fondo di Master Detective Archives: RAIN CODE è delizioso e riprende molto da autori di manga del passato
Lo stile di fondo di Master Detective Archives: RAIN CODE è delizioso e riprende molto da autori di manga del passato

Danganronpa prima, World's End Club poi, una spolverata di qualche altro progetto nel mezzo: per il progetto RAIN CODE, lo sviluppatore Too Kyo Games è in realtà più un consulente di Spike Chunsoft e si vede dal peso tecnico e stilistico, che avrà sicuramente impegnato uno staff notevole. Non stupiamoci, quindi, se Kodaka sceglie nuovamente una console Nintendo per pubblicare il suo prodotto. C'è poco da fare: anche questo è uno di quei software che in portabilità restituiscono talmente tanto di più rispetto a un approccio da divano che è quasi ridondante sottolinearlo di nuovo. Godere di un'avventura grafica di questo spessore ovunque e senza pensieri aggiunge una notevole quantità di punti a favore all'esperienza, anche in virtù della sua essenza investigativa talvolta mordi e fuggi, con sessioni più o meno brevi.

Siamo in Giappone, nei panni di uno smemorato Yuma Kokohead: dopo essersi risvegliato in una stazione dei treni il piccolo, genuino, simpatico e affabile protagonista si ritrova in breve Maestro Detective, membro di una sorta di club elitario mondiale di geni dell'investigazione. Master Detective Archives: RAIN CODE parte subito a razzo: il primo caso di tutorial è solo l'antipasto di ciò che aspetta Yuma nella sua avventura solitaria. Solitaria? Nemmeno troppo: ad accompagnarlo avrà una dea della morte, Shinigami, che sia sotto forma di spettro che di avvenente ragazza lo aiuta in virtù di un segreto patto suggellato nel passato di Yuma.

Il primo caso anticipa la folle quintessenza di Kodaka perché si svelano subito gli ingredienti dell'opera: assassini, poteri, scene del crimine, indizi, supposizioni, elementi surreali che proprio non tornano. Nel suo accettare l'invito a recarsi a Kanai Ward, una metropoli quasi fuori dal tempo, Yuma si ritrova suo malgrado in una trama più grande di lui fatta di crimini, sotterfugi, deduzioni e nemici spietati con ben pochi alleati al suo fianco. Cosa è successo nel suo passato? Perché ha stretto un patto con Shinigami? Chi sono i Master Detective e chi è l'Amaterasu, questa megacorporazione che fa il bello e il cattivo tempo a Kanai Ward?

A voi scoprirlo, possiamo solo dirvi che avanzare nella trama di RAIN CODE è estremamente piacevole: Too Kyo e Spike Chunsoft sublimano la loro visione di graphic novel partorendo un'evoluzione importante e stilosa, una sorta di evoluzione che lo accomuna alla carica di stile ed estro che Persona 5 ha apportato al modello JRPG tradizionale. Ci sono tutti gli elementi tipici che potete aspettarvi ma sono presentati meglio, l'interfaccia funziona, l'estetica generale è accattivante, c'è veramente tanta voglia di esprimere una creatività nuova che mostri un solco con il proprio passato.

Metropoli alternativa

Kanai Ward è piena di personaggi alquanto particolari, un marchio di fabbrica delle opere Spike Chunsoft e Too Kyo
Kanai Ward è piena di personaggi alquanto particolari, un marchio di fabbrica delle opere Spike Chunsoft e Too Kyo

Per quanto Kanai Ward sia il fulcro dell'esperienza, con i suoi quartieri, le sue vie, i personaggi, i dialoghi e gli indizi con i quali arricchire il nostro inventario di consapevolezza, è interessante notare come l'ambientazione sia quasi più concettuale che fisica. L'aria onirica ma oscura, le tinte sgargianti ma esagerate, un alone di tristezza e malinconia diffusa, la pioggia incessante, sei settori diversi tra loro, la rassegnazione dei suoi abitanti: Kodaka non tradisce il proprio stile, consegnando un ambiente generalmente coerente con il disegno generale dell'autore, ma al contempo pregno di quella tipica essenza videoludica giapponese, una costante iperbole di stiloso pessimismo sociale in cui sembra tu non possa fidarti di nessuno. E poi c'è Yuma, nel mezzo di questo vortice di corruzione ed efferati omicidi, che risplende con la sua giovane semplicità, un piccolo bagliore di onestà e valori positivi che agisce da contraltare al tutto.

Dovrete giocare parecchie ore per capire cosa sta succedendo ma già dal modo in cui Kanada presenta la Amaterasu, il suo rapporto perverso con Kanai Ward, l'incapacità del governo locale, l'essenza isolata della metropoli, le stramberie diffuse dovreste percepire una intelligente critica della società, delle sue macchinazioni, della corruzione generale e degli insabbiamenti che il sistema assorbe con apparente semplicità. Ci ritroveremo spesso a girovagare per la città, chiedere informazioni agli abitanti o eventuali testimoni, raccogliere indizi nonché farci aiutare da altri Maestri Detective i quali, come Yuma, possiedono un singolo e unico potere: c'è chi eccelle nel travestimento, nella memoria, nelle evocazioni di spiriti, nell'utilizzo degli animali, nell'andare indietro nel tempo.

Lo stile di Master Detective Archives: RAIN CODE è inconfondibile
Lo stile di Master Detective Archives: RAIN CODE è inconfondibile

Il mondo di RAIN CODE incorpora molti elementi fantasy, alcuni più tipici altri meno, amplificando lo spettro di opportunità ludiche a disposizione per risolvere i casi. Va detto che il flusso di indizi e deduzioni cerca di accompagnare il giocatore, mostrando in maniera chiara il da farsi per completare gli indizi in una stanza. In aggiunta Kodaka si è voluto inventare anche altro: mano a mano che si avanzerà verso la verità, Shinigami aprirà il Labirinto dei Misteri, una dimensione alternativa che cambia con il progresso del caso. All'interno, la genialità autoriale dello staff di Too Kyo esprime il suo pieno potenziale: il labirinto è un susseguirsi di scelte, idee, situazioni e deduzioni che rendono l'esplorazione un continuo rinnovarsi di gameplay, al quale si uniscono scontri stile JRPG ma approcciati in un modo completamente differente. Non mancheranno le situazioni un po' a tentativi, ma fa parte dell'equazione tipica delle avventure grafiche, tanto giapponesi quanto occidentali.

Scontri a deduzione reale

Il sistema di combattimento è piuttosto unico, ma dovrete essere pronti ad azionare il cervello
Il sistema di combattimento è piuttosto unico, ma dovrete essere pronti ad azionare il cervello

RAIN CODE offre un sistema decisamente particolare per avanzare nel labirinto e raggiungere la verità sui casi. Too Kyo e Spike Chunsoft hanno implementato una sorta di scontro in tempo reale a base di deduzioni, vere e proprie frasi da schivare, saltare, evitare e a volte combattere grazie a delle chiavi del caso che dovremo avere in nostro possesso. Al netto della stramberia e dei punti di domanda che vi saranno sorti in testa, parliamo di un vero e proprio meccanismo da JRPG con statistiche e punti vita in cui però i colpi dell'antagonista del relativo caso sono frasi, presupposti, affermazioni vere e altre sbagliate. L'obiettivo sarà combattere le contraddizioni, usando tutto ciò che è in nostro possesso in relazione al caso e talvolta anche l'aiuto degli alleati, per sconfiggere il cattivo di turno, spesso delle rappresentazioni della volontà di qualcuno di non farvi giungere alla verità. Il sistema funziona, c'è tutto un albero delle caratteristiche da sbloccare per incrementare i punti vista, i tempi di reazione e tanto altro; l'unico appunto è che un modello del genere entusiasma molto più nelle prime fasi rispetto a un medio-lungo termine, ma probabilmente sono gusti.

La volontà di Kodaka di rendere fisico l'elemento deduttivo appare chiaro anche all'interno dell'esplorazione stessa del labirinto nel momento in cui dovremo fare scelte veloci (come sui carrelli della miniera) o scegliere dove proseguire in un bivio. C'è insomma tanta carne e stile al fuoco del sistema ludico vero e proprio di RAIN CODE, capace di avere una propria anima ben definita, intrattenere, tenere agganciati e forzare il giocatore a pensare realmente a una soluzione del caso. Sia chiaro, non ci sono solo casi maggiori: l'essenza JRPG di fondo di RAIN CODE si racconta anche attraverso tipiche quest di deduzione o momenti di approfondimento narrativo, che rendono ancora più corposa l'offerta ludica. Dal punto di vista tecnico, la somma delle parti aiuta a godere di un'esperienza artistica sicuramente appassionata, particolare, confezionata molto bene e con grandissima competenza: non vincono i poligoni, ma l'estro creativo, l'utilizzo della palette, gli accostamenti e talvolta anche qualche bel pezzo di bravura tecnica realizzabile con apparente facilità dall'Unreal Engine che muove il software.

Master Detective Archives: RAIN CODE usa in maniera magistrale la palette di colori
Master Detective Archives: RAIN CODE usa in maniera magistrale la palette di colori

Vi occorreranno parecchie ore per godervi appieno Master Detective Archives: RAIN CODE, ma per fortuna il pittoresco cast di comprimari disegnato da Rui Komatsuzaki e gli accompagnamenti sonori di Masafumi Takada, figura senior della composizione musicale nipponica e storico collaboratore del team di Kodaka, vi accompagneranno al meglio.

Conclusioni

Digital Delivery Nintendo eShop
Prezzo 59.90 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (21)
8.5
Il tuo voto

Kodaka riesce di nuovo a consegnare un prodotto completo, intrigante, interessante e profondo grazie a una serie di intuizioni assolutamente non banali. Il labirinto dei misteri è un'aggiunta notevole in termini ludici, così come il sistema di combattimento - seppur perfettibile - regala un approccio sicuramente unico al genere. Storia, personaggi e ambientazione si uniscono per accontentare i fan di vecchia data del prolifico autore; risulta più complesso consigliarlo a chi non ne ha mai masticati ma è sicuro che se siete in cerca di una prima esperienza con Kodaka, questo è sicuramente il prodotto più indicato.

PRO

  • Anche dopo anni, la visione di Kodaka rimane molto autoriale
  • Cast e narrazione appassionante
  • Prodotto corposo e lungo

CONTRO

  • Il combattimento risulta un po' stanco nel medio termine
  • L'enorme mole di testo non aiuta i nuovi arrivati