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Kazutaka Kodaka: da Danganronpa a Master Detective Archives: Rain Code

A pochi giorni dall'uscita del suo nuovo gioco, Master Detective Archives: Rain Code, ripercorriamo la carriera di Kazutaka Kodaka fin dagli esordi in Spike Chunsoft.

SPECIALE di Tommaso Pugliese   —   20/06/2023
Kazutaka Kodaka: da Danganronpa a Master Detective Archives: Rain Code

Kazutaka Kodaka è senza dubbio uno degli autori di videogiochi giapponesi più interessanti degli ultimi anni. Basti pensare alla serie Danganronpa: solo nominarla fa drizzare le orecchie agli appassionati di visual novel, un genere non a caso completamente basato sulla narrazione; e in tal senso Kodaka si è rivelato essere uno sceneggiatore brillante e originale.

Il prossimo 30 giugno uscirà su Nintendo Switch il suo ultimo gioco, Master Detective Archives: Rain Code, e abbiamo voluto approfittare dell'occasione per ripercorrere la carriera dello scrittore e game director, dagli esordi in Spike Chunsoft all'avventura indipendente di Too Kyo Games, team di sviluppo fondato nel 2017 insieme ad alcuni colleghi interessati come lui alla creazione di nuove, affascinanti proprietà intellettuali.

L'inizio

Kazutaka Kodaka insieme alla celebre mascotte di Danganronpa
Kazutaka Kodaka insieme alla celebre mascotte di Danganronpa

Classe 1978, Kazutaka Kodaka ha avuto un'infanzia prevalentemente solitaria, spendendo i propri pomeriggi a guardare anime e giocare con i videogiochi, in particolare classici come PAC-MAN, Wrecking Crew e Clu Clu Land. La sua passione per lo studio si è accesa quando ha realizzato di poter frequentare il corso di cinema presso la Nihon University, coltivando l'idea di diventare uno sceneggiatore mentre lavorava in un negozio di videogame per mantenersi.

Inizialmente propenso a trovare un impiego nell'industria cinematografica, Kodaka ha capito che il suo desiderio di realizzare storie originali avrebbe avuto miglior fortuna laddove si fosse cimentato con un medium differente. Da qui la scelta di tentare la strada dei videogiochi e una prima opportunità che gli si è presentata subito, quando ha ottenuto il ruolo di assistente di Kinji Fukusaku, game director del survival horror Clock Tower 3.

Clock Tower 3, un dettaglio della cover art
Clock Tower 3, un dettaglio della cover art

Quell'esperienza ha rappresentato un importante punto di partenza per Kodaka, che dopo la laurea ha trovato lavoro come sceneggiatore per la celebre serie mystery adventure Tantei Jinguji Saburo, conosciuta anche in occidente con il titolo di Jake Hunter. L'autore ha scritto ben sei episodi della saga, nonché alcuni romanzi commissionati da WorkJam per espandere il franchise a livello transmediale.

Fatta la necessaria gavetta, Kodaka ha dunque deciso di perseguire il proprio desiderio di creare storie originali, di grande impatto, presentando il suo curriculum sia ad Atlus che a Spike Chunsoft, ma scegliendo successivamente di impegnarsi con la seconda in quanto, essendo una realtà più piccola, possedeva le caratteristiche e il potenziale innovativo che gli interessavano.

Danganronpa

Danganronpa e il suo stile inconfondibile
Danganronpa e il suo stile inconfondibile

La passione per il cinema che Kazutaka Kodaka ha sempre posseduto lo ha chiaramente portato ad apprezzare vari generi narrativi, fra cui il fenomeno Battle Royale. Il film diretto da Kinji Fukusaku, basato sul controverso romanzo di Koushun Takami, ha avuto un'enorme influenza tanto sugli autori giapponesi quanto su quelli occidentali, basti pensare alle opere di Quentin Tarantino; tuttavia, in ambito videoludico quel tipo di formula non era ancora stata esplorata.

Così, dopo essersi assicurato la collaborazione del talentuoso artista Rui Komatsuzaki perché desse corpo e vita ai suoi personaggi, Kodaka ha sviluppato il prototipo di un mystery adventure intitolato Distrust e lo ha sottoposto a Spike Chunsoft, che però ha trovato l'opera davvero troppo violenta e ha richiesto all'autore di effettuare delle modifiche che potessero renderla più adatta a un ampio pubblico.

Il risultato di quei rimaneggiamenti è stato Danganronpa: Trigger Happy Havoc, primo capitolo della serie che ha reso Kazutaka Kodaka celebre a livello internazionale, contribuendo peraltro a sdoganare anche in occidente un genere di nicchia come quello delle visual novel. La storia del gioco ruota attorno a un gruppo di studenti delle superiori che finiscono intrappolati in una sfida mortale, costretti a uccidersi a vicenda per sopravvivere.

Caratterizzato da uno stile riconoscibile e peculiare, grazie all'accattivante tratto di Komatsuzaki, il franchise di Danganronpa ha riscosso un successo sorprendente, meritandosi la produzione di due seguiti (Danganronpa 2: Goodbye Despair e Danganronpa V3: Killing Harmony), di uno spin-off con meccaniche sparatutto (Danganronpa Another Episode: Ultra Despair Girls), di una trasposizione animata (Danganronpa: The Animation) e di alcuni manga e romanzi.

Lo stile di Kazutaka Kodaka

Kazutaka Kodaka dopo l'addio a Spike Chunsoft
Kazutaka Kodaka dopo l'addio a Spike Chunsoft

Il successo di Danganronpa non è ovviamente un caso, bensì il frutto di una serie di commistioni e intuizioni applicate a un medium, quello videoludico, che in tal senso si è rivelato estremamente recettivo. Kodaka ci ha ovviamente messo del suo, da una parte individuando i trend e le soluzioni ideali per un mystery adventure come Danganronpa, dall'altra tratteggiando una serie di personaggi di spessore.

È proprio la scrittura dei protagonisti a costituire l'elemento centrale dello stile di questo autore: Kodaka ha detto di essere incapace di creare personaggi che non gli piacciano, ma in realtà non è quello il primo passo quando realizza la storia di un gioco. Comincia infatti dallo scenario, che rappresenta a suo avviso un fattore fondamentale per catturare l'attenzione degli utenti.

Danganronpa, un artwork con i personaggi femminili
Danganronpa, un artwork con i personaggi femminili

Nel momento in cui l'ambientazione e le premesse narrative sono pronte e riassumibili in poche parole, ecco che arrivano i personaggi a popolare quel mondo e ad aggiungere spessore al racconto, ricorrendo a espedienti come l'amnesia per spronare i giocatori a immedesimarsi con queste figure e dipingendo la violenza con i tratti di un umorismo nero portato all'estremo.

Da questo punto di vista Kodaka ha detto di essersi ispirato principalmente a registi occidentali come il già citato Quentin Tarantino, David Lynch e i fratelli Coen, ma anche ad autori giapponesi come Kunihiko Ikuhara, noto per aver curato la trasposizione animata di Sailor Moon, e Goichi Suda, creatore di giochi come No More Heroes, The Silver Case e Killer7.

Too Kyo Games e World's End Club

Akudama Drive, uno dei progetti animati di Too Kyo Games
Akudama Drive, uno dei progetti animati di Too Kyo Games

Conclusa (pur in maniera controversa) la serie Danganronpa nel 2017, Kazutaka Kodaka ha sentito l'esigenza di lasciare Spike Chunsoft e fondare un nuovo team di sviluppo indipendente, così da poter dar sfogo alla propria creatività senza limitazioni. Tuttavia non avrebbe potuto cominciare questa avventura senza coinvolgere alcuni dei suoi più talentuosi colleghi.

I primi ad accettare la sfida sono stati il character designer di riferimento per Kodaka, Rui Komatsuzaki, e il brillante compositore Masafumi Takada. Successivamente si sono aggiunti al gruppo anche Kotaro Uchikoshi, padre della serie Zero Escape, nonché l'illustratore Shimadoriru, il game director Takumi Nakazawa e lo scrittore Yoichiro Koizumi.

World's End Club, un artwork con i protagonisti del gioco
World's End Club, un artwork con i protagonisti del gioco

Il nome scelto per il nuovo studio è stato Too Kyo Games: un gioco di parole che da una parte indica la collocazione geografica del team, che ha appunto sede a Tokyo; dall'altra utilizza il termine "kyo", folle, per esprimere l'idea di un gruppo che realizza giochi completamente fuori di testa. Il primo, World's End Club, racconta la storia di un manipolo di ragazzini, il "Club dei Temerari", che dopo lo schianto di un asteroide si ritrovano intrappolati in una sorta di luna park post-apocalittico.

I dodici protagonisti vengono inizialmente costretti a cimentarsi con il "Gioco del Destino", una sfida che li vede contrapposti in una lotta mortale per la sopravvivenza, ma riescono poi a fuggire dalla struttura e intraprendono un lungo e difficile viaggio per tornare a casa, sempre che un luogo del genere esista ancora: abbiamo affrontato l'argomento nella recensione di World's End Club.

Master Detective Archives: Rain Code

Master Detective Archives: Rain Code, Yuma si muove fra le strade di Kanai Ward
Master Detective Archives: Rain Code, Yuma si muove fra le strade di Kanai Ward

Veniamo quindi a Master Detective Archives: Rain Code, il nuovo gioco scritto da Kazutaka Kodaka (con Takekuni Kitayama, un altro autore di Danganronpa) e illustrato da Rui Komatsuzaki, che farà il proprio debutto in esclusiva su Nintendo Switch il prossimo 30 giugno. Che tipo di storia racconta e in che modo si differenzia rispetto al progetto più rappresentativo di Kodaka?

Cominciamo dall'ambientazione, che in questo caso è la città fittizia di Kanai Ward: un luogo misterioso e isolato dal resto del mondo, in cui piove sempre, incessantemente. Divisa in sei quartieri, ognuno caratterizzato da alcune peculiarità, Kanai Ward ospita il quartier generale della Amaterasu Corporation, una potente multinazionale che controlla questo posto in maniera pressoché totale.

Si vocifera che ci sia proprio la Amaterasu dietro una serie di crimini su cui sta indagando il protagonista dell'avventura, Yuma Kokohead: un investigatore alle prime armi colpito da un'amnesia che gli ha fatto perdere i ricordi legati al suo passato, e che a quanto pare possiede un misterioso legame con una Shinigami, uno spirito che lo accompagna ovunque e che solo lui può vedere.

Non ci sono tuttavia blocchetti della morte su cui scrivere nomi, stavolta: la Shinigami offre un punto di vista alternativo e spesso irriverente rispetto a quello di Yuma, e i due collaborano sulle scene del crimine per trovare indizi, prove e testimoni che possano consentirgli di chiudere le indagini e far luce sulla sequenza di delitti che affliggono Kanai Ward.

Master Detective Archives: Rain Code, il protagonista Yuma Kokohead
Master Detective Archives: Rain Code, il protagonista Yuma Kokohead

Le loro capacità combinate, ad ogni modo, spesso non saranno sufficienti: nel corso della campagna di Master Detective Archives: Rain Code dovremo consultare appunto dieci maestri detective e approfittare del loro potere speciale, Forte Forense, per giungere a capo degli enigmi che ci si pareranno di fronte, così da trovare le prove di cui abbiamo disperatamente bisogno.

Originale, affascinante, bizzarro e visionario, il nuovo progetto di Kazutaka Kodaka sembra incarnare gli ideali che l'autore giapponese ha sempre perseguito e ha tutte le carte in regola per imporsi come la sua opera più completa ed emozionante. È così che andranno le cose? Ancora pochi giorni e il mistero verrà svelato.