Me lo ricordavo più piccolo questo posto...
Giunti di fronte alla confezione del gioco salta subito all'occhio una cosa, e cioè che una volta tanto non si è badato a spese sul package e si è voluto pensare un po' ai poveri consumatori stanchi di trovarsi di fronte ad aride confezioni prive di manuali esaurienti e contenuti interessanti. Il manuale è veramente esauriente e toglie molti dubbi sulla storia approfondendo anche aspetti curati negli episodi precedenti in modo esauriente (peccato a me sia toccata la versione inglese! puff!).
Con un colpo d'occhio ci rendiamo subito conto che MOO punta tutto sull'ulteriore estensione del raggio di azione di questo titolo. Il numero delle razze da cui poter attingere è salito a sedici, ognuna differenziata da particolari pregi e difetti, il che contribuirà senza dubbio a rendere molto più interessante lo scontro.
Giunti al menu di selezione notiamo inoltre che è possibile aggiungere nuove razze personalizzate a quelle già esistenti, toccherà a noi creare quella a noi più congeniale equilibrando i punti messi a disposizione (ma consigliamo questa scelta solo a giocatori veramente esperti) distribuendoli nelle caratteristiche a noi più congeniali. Accomunate da analoghe conformazioni fisiche e da medesime esigenze in fatto di habitat naturale le razze sono raggruppate in specie: Umanoidi, Cibernetik, Surian, Ichthytosian, Etherean, Geodic, Insectoid e Harvester. Quest'ultima specie del tutto inedita nell'universo di MOO rappresenta la vera novità del titolo e la sottile minaccia che si estenderà per tutta la galassia durante le vostre partite. Chi non è nuovo alla saga ricorderà bene i temibilissimi Antariani che alla fine del secondo capitolo comparivano nella mappa, mai visti, seminando orrore e paura grazie all'avanzata tecnlogia di cui disponevano. Bene, nonstante gli sforzi fatti per ricacciare questi temibili alieni dalla dimensione parallela dalla quale erano giunti, gli Antariani non svanirono del tutto. Rimase di loro l'arma più letale mai prodotta in tutta la storia della Galassia, un'arma biologica, un temibile parassita creatoper dominare fisicamente e psicologicamente le altre razze assogettandole al potere e al volere degli Antariani.
Master of the universe!
Detto questo e riassunta la storia giungiamo all'azione vera e propria, alla conquista delle stelle della Galassia. Il nostro impero parte da una piccola stella dalle caratteristiche congeniali alla nostra razza. Non passerà molto tempo prima di capire che MOO non è un gioco di azione, bensì di riflessione e strategia pura: non vi è molto spazio dunque per inutili fronzoli e tutto è ridotto all'essenziale. Cliccando sui numerosi pulsanti posti sui bordi superiori ed inferiori della schermata di gioco possiamo rapidamente accedere ad ogni sezione della gestione, passando rapidamente dal settore economico a quello politico, senza dimenticare la rassegna dei pianeti da noi controllati, dello stato della ricerca (militare, socio\politica e tecnlogica) e dell'arsenale a disposizione. La mappa costellata di puntini colorati evidenzia subito la natura delle stelle che ci circondano (in pratica capirete al volo se vi state dirigendo verso una stella nana bianca o una più mite stella gialla), cliccando su quelle occupate da nostre atronavi accediamo rapidamente al menu dei pianeti, tramite il quale sarà possibile gestire la colonizzazione di questi ultimi. Già, perchè una volta approdati presso un sistema solare non sarà tutto finito. Dovrete cimentarvi nel difficile compito di assogettare al vostro potere i pianeti del sistema, e buon per voi se questi saranno vuoti e privi di popolazioni indigene al vostro arrivo. E' ovvio che col passare del tempo troverete sempre meno spazio per la vostra espansione territoriale (meglio dire spaziale) e finirete per lottare con civiltà avversarie per la supremazia; ma come già accennato prima la forza non sarà la vostra unica arma, potrete sempre usare i canali diplomatici per portare le vostre ragioni e scacciare il pericolo di una sanguinosa (e costosa!) guerra. Anche perchè prepararsi alla battaglia non è cosa da poco. Le flotte peseranno moltissimo sulla vostra economia nelle prime fasi di gioco e non potrete permettervi di speperare energie essenziali in sciocche scaramucce. Basti pensare a questa catena inevitabile di eventi: per aumentare la vostra influenza economica e di conseguenza il vostro potere di produzione saranno necessari diversi pianeti, possibilmente adatti all'estrazione dei minerali (che costituisci la moneta ideale per scambi commerciali e produzione) e allo sfruttamento biologico (fondamentale per la crescita della popolazione); per ottenere nuovi pianeti dovrete creare vascelli in grado di raggiungerli, per poi colonizzarli, ma questo porterà via molto tempo all'inizio e capirete ben presto che non è il caso di darsi ad inutili aggressioni gratuite e rischiose perchè queste potrebbero costravi molto in termini di risorse.
Seguendo la struttura del gioco a turni vedrete crescere la vostra abilità e, se investirete in maniera oculata nella ricerca, potrete ben presto dire la vostra. Questo perchè i frutti della ricerca svolta potranno essere non solo utilizzati per i loro benefici ma anche come moneta di scambio nelle transazioni con altre civiltà.
Giunti alla maturità tecnologica la nostra civiltà sarà presto pronta al salto verso la conquista di nuove stelle e dei loro pianeti, verso la supremazia sulla galassia, e perchè no, il controllo delle maggiori tratte commerciali. Per difendere i vostri privilegi ben presto conoscerete tutte le armi a vostra disposizione, e farete ben presto uso delle ricadute delle vostre ricerche sfruttandole magari per la difesa dei vostri pianeti o per la creazione di nuove temibili armi da montare sulle ammiraglie delle flotte che comanderete. Flotte che saranno organizzate completamente dal vostro genio militare e che potrete in ogni momento personalizzare e riassemblare, costituendo picchetti di scorta e convogli.
Attenzione a non sottovalutare il peso della diplomazia. Quest'ultima potrebbe rivelarsi, in moltissimi casi, la carta vincente delle vostre azioni. Se saprete mantenervi stabili sul piano diplomatico potrete concorrere alla carica di senatori del foro di Orione (assegnata ciclicamente tramite i voti dei membri delle razze in gioco), posizione che vi permetterà non solo di avere maggiore prestigio all'interno della comunità intergalattica ma anche di porre divieti ed emanare leggi tirando acqua al vostro mulino (sarà un bell'esempio di fairplay politico per i più piccoli, bah...!?).
Rush finale.
Tirando le somme sul piano del gioco possiamo di certo dire che MOO3 discende direttamente dal titolo precedente. Porta sicuramente i segni di una maturità evidente e approfondisce in maniera esauriente ogni aspetto gestionale ma manca totalmente di un chiaro sviluppo in ambito grafico. E' ovvio che, giunto al terzo episodio della saga, questo gioco abbia pienamente confermato la quasi totale inutilità di una grafica avanzata (e come amo dire un po' sprecona) per raggiungere il proprio fine, che è quello di concentrarsi puramente sull'aspetto strategico, ma qualcosa in più ce lo si aspettava di certo, siamo nel 2003 no?
Di certo i combattimenti in tempo reale richiedevano una maggiore cura nella loro realizzazione, sia dal punto di vista grafico che da quello dell'interfaccia (decisamente scarna) e della versatilità dei combattimenti. Non si capisce, infatti, il motivo di tale trascuratezza nei dettagli sul campo di battaglia: le flotte sono veramente stilizzate e prive di spessore. Inoltre nonostante ci si trovi nello spazio (quello a tre dimensioni libere, almeno in teoria) ci troviamo di fronte a squadroni incollati al piano che si muovono come appiccicati al terreno quando invece dovrebbero rendere l'idea completamente opposta. E allora non si capisce affatto la scelta di aggiungere la possibilità di controllare personalmente le battaglie se poi si presenta un'interfaccia così spoglia ed una grafica decisamente povera e malnutrita, per niente fedele al tenore del resto del gioco.
Rush finale.
Inutile dire poi che all'80esimo turno della vostra partita quando avrete domini che congiungono i due bracci estremi della galassia, controllando decine di stelle vi risulterà più pratico skippare le fasi di combattimento lasciandone l'elaborazione alla simulazione del computer che in pochi secondi riporterà il risultato finale dello scontro.
Bocciatura totale per il tutorial, che si presenta come una serie di finestre di documentazione talvolta molto invadente pronta a comparire ogniqualvolta premiate un pulsante mai provato prima. Come risultato finale otterrete solo una grande confusione con relativa frustrazione per non ever capito un tubo di quello che è strettamente necessario per proseguire.
Bollare MOO3 come un totale fiasco non rende comunque onore al buon lavoro svolto dagli sviluppatori di Infogrames che hanno portato il titolo alla piena maturità allantanandolo dalla spensieratezza degli episodi precedenti. La questione si è fatta molto più complessa e si è voluto puntare molto sulla gestione approfondita della vicenda, dimenticando magari che molti potrebbero trovarsi a disagio di fronte ad un tale cambiamento di rotta. Se in MOO2 il giocatore poteva limitarsi a controllare pochi parametri per pianeta, ora è costretto a tener conto di numerosi fattori. Il carattere economico ha preso decisamente il sopravvento e trascurare i particolari potrà rivelarsi fatale. Forse è un po' troppo per chi cerca in un gioco del genere qualche buona ora di sano relax.
Concludendo...
Come concludere allora?
L'aspetto strategico del gioco è sicuramente curatissimo ed è indubbio quanto si sia voluto decisamente puntare a questo. La controparte grafica, del resto, è dignitosa se pensiamo alla sezione gestionale ma decisamente deludente nel settore dei combattimenti (rimane quasi il dubbio che si tratti di un clamoroso incompiuto tale è la povertà offerta da questa modalità).
Chi ha passato ore insonni sui precedenti capitoli della saga non potrà però mancare all'appuntamento con un classico della strategia scientifica e mettere alla prova le proprie capacità su ogni fronte dell'abilità politica e militare.
Concludendo...
Pro
- Longevità elevata.
- Documentazione elevata
- Maggiore peso alla diplomazia come arma equivalente alla forza militare
- Ben sedici razze a disposizione
Contro
- Non molto intuitivo
- Grafica dei combattimenti decisamente trascurata
- Tutorial deludente e scomodo (e fidatevi, non si può fare a meno del tutorial)
...e la storia continua!
La saga di Master of Orion (MOO) cominciò all'inzio degli anni novanta, con il dilagare dei primi giochi evoluti per PC. Anche se a prima vista Star Lords (così si chiamava il gioco che può essere considerato senza alcun dubbio l'episodio "zero" della saga di Master of Orion) pareva più che un gioco di ultima generazione un avanzo degli anni ottanta.
Sebbene fosse dotato di una grafica decisamente scarna quei puntini a foggia di stelle sparpagliati per lo schermo celavano l'embrione di uno dei giochi strategici più coinvolgenti che siano mai apparsi sul mercato.
Si proponeva per la prima volta l'approccio al gioco di conquista e civilizzazione (Sid Meier docet!) in chiave spaziale e offriva un campo di gioco talmente vasto da risultare persino disorientante. Numerose razze dotate di diverse risorse ed abilità dovevano così fronteggiarsi in uno scontro a 360 gradi per il controllo totale della galassia di Orione. Per la prima volta veniva lasciata totale libertà di azione al giocatore che poteva così scegliere la tattica ideale per la conquista; difatti il giocatore inesperto poteva rendersi subito conto che la forza bruta non era l'unica carta vincente, ma era comparabile alla diplomazia e al commercio in materia di efficacia. La strategia fimalmente non si concentrava unicamente sull'aspetto militare, bensì anche sul piano economico e diplomatico, utili strumenti in un universo fatto di spie, commerci ed embarghi. Con l'avvento dei primi due capitoli della saga migliaia di videogiocatori scoprirono con meraviglia il vasto universo racchiuso in questo titolo e combatterono per anni impersonando le diverse razze rivali.
E' passato qualche annetto e alla Infogrames hanno pensato che magari una rispolverata ad un vecchio successo come MOO non avrebbe fatto male. Vediamo dunque cosa è uscito dal cilindro magico.