Nonostante il suo fallimento, SNK vive ancora. Vive nel cuore dei suoi fan, dei videogiocatori cresciuti con i suoi titoli, cresciuti al ritmo delle scazzottate in The King of Fighters, al suono delle lame che si incrociano in Samurai Spirits, al rimbombare delle esplosioni in Metal Slug. Paradossalmente, vive molto meno come marchio, pallida ombra della grande softco di una volta, maschera dell'operato di case minori, che poca giustizia rendono al suo glorioso passato. E' difficile dirlo per chi ha amato SNK, ma è la pura, quanto triste, verità. Ci era già chiaro, ci è stato confermato da titoli scadenti come The King of Fighters: Maximum Impact, e dalle conversioni impietose marchiate SNK che abbiamo visto girare sulle nostre console negli ultimi mesi. Metal Slug 4 purtroppo non fa eccezione, anzi... conferma che per rivivere l'SNK che fu, tanto vale tornare al Neo Geo.
Conversione infelice
Metal Slug 4 è appunto una conversione fedele dell'originale da sala. Talmente fedele che ci si chiede come possa girare una roba simile su PS2 all'alba del 2006. Le animazioni ci sono tutte, gli sprite enormi pure, e così ci sono anche rallentamenti e pixel grandi come case, colori spenti e sgranati, insomma... Di certo non è uno spettacolo che un utente PS2 abituato a poligoni, cel-shading o anche al 2D raffinato di Guilty Gear puo' mandar giù come un bicchier d'acqua. La forza di Metal Slug non è mai stata nella sua realizzazione audiovisiva, quanto nel gameplay puro e semplice: è un'affermazione sulla quale siamo tutti d'accordo, eppure questo Metal Slug 4 per quanto non disprezzabile, è di certo poco digeribile, sopratutto a causa dei numerosi rallentamenti sopra citati. Fortunatamente è rimasto inalterato l'umorismo buffo e a volte un po' grottesco che caratterizza ogni momento dell'azione, grazie alle spassose animazioni di protagonisti e avversari. Le musiche rockeggianti e incisive d'altra parte accompagnano l'azione senza mai stancare, ma passano totalmente in secondo piano e finiscono con l'essere scordate subito, nel passaggio da un livello all'altro.
... he shot me down, bang bang...
L'essenza di Metal Slug è rimasta comunque intatta, così rieccoci a scegliere uno dei quattro protagonisti e a tuffarci in una battaglia divisa in cinque missioni: i vari stage a scorrimento sia orizzontale che verticale sono ambientati in zone del mondo diverse e presentano una buona varietà sia a livello strutturale che visivo, ma resta inalterato il meccanismo di base. Tutto quello che si muove va' distrutto, e quel boss enorme alla fine del livello... beh, va' distrutto di più. Attraversando ogni stage, si potrà metter le mani su armi diverse e sempre più devastanti: dal mitragliatore al lanciafiamme, dal lanciarazzi al fucile laser, con buona pace delle molotov che è possibile scagliare in numero limitato. Senza dimenticare i veicoli che è possibile guidare, armati di tutto punto e ottimo modo di falcidiare i tedeschi di turno. Obbiettivo secondario di ogni missione, liberare gli ostaggi: questi poveri omini barbuti si troveranno sempre nelle posizioni più bizzarre e sfortunate, ma una volta salvati ricompenseranno il giocatore con munizioni e altri item utili. Sembrerebbe divertente come sempre, ma le cose non vanno proprio come avrebbero dovuto. Innanzitutto, la difficoltà di questo nuovo capitolo è veramente spropositata. Non che Metal Slug sia mai stata una serie di sparatutto facili, ma qua si rasenta il ridicolo. Spesso, sopratutto dal terzo stage in poi, non esiste davvero un punto cieco della schermata in cui essere al sicuro mentre si combattono gli avversari che attaccano da dietro, davanti, dall'alto, perfino da sotto. Saltellare come pazzi sperando di trovare un millimetro libero e scoprire che questo effettivamente non c'è, non è esattamente il massimo del divertimento. Metal Slug 4 diventa così un'insensata corsa al Game Over: grazie ai crediti infiniti (beh, non siamo in sala giochi...) ci si ritrova a procedere come kamikaze, utilizzando le molotov fino al loro esaurimento per poi lasciarsi uccidere e ricominciare a bombardare. Una volta finite le "vite" a disposizione del nostro protagonista, lo si mantiene o lo si cambia, si continua il gioco e via in loop. In questo modo Metal Slug 4 si porta a termine in mezzora scarsa, e la soddisfazione è praticamente nulla. Si puo' essere leali, per così dire, e limitare il numero di crediti a disposizione per ricominciare da capo dopo un po', ma la difficoltà semplicemente frustrante degli stage avanzati scoraggia qualsivoglia briciolo di onestà ludica, portando il giocatore ad adottare la soluzione kamikaze descritta, mortificando un po' la storia di una serie da sempre basata sull'abilità e sui riflessi, più che sulla fortuna sfacciata o i gettoni virtuali.
Sembrano un lontano ricordo i due splendidi Metal Slug per Neo Geo Pocket Color che SNK produsse anni fa, dimostrazione lampante di ingegno e design videoludico. Eppure, dopo tutto questo tempo, su una PlayStation 2, ci ritroviamo davanti a un prodotto estremamente mediocre, sia dal punto di vista tecnico che ludico. Tecnicamente è talmente retro' che ci si chiede se sia davvero una conversione da sala giochi o da PSOne, dal punto di vista ludico invece sembra un divertissement dei programmatori, che probabilmente sghignazzavano mentre si inventavano le più perfide evoluzioni della difficoltà davanti ai loro monitor, impegno che si disintegra di fronte all'assurda infinità dei crediti, che annulla ogni elemento di sfida. Il risultato è una delusione, sopratutto considerando l'altezzoso nome che porta. Ci sentiamo di consigliarlo esclusivamente agli aficionados della saga, che proprio non se la sentono di lasciare un buco nella loro collezione.
Pro
- E' pur sempre Metal Slug.
- Buona varietà di gioco.
- Frustrante.
- Realizzazione tecnica mediocre.
- Per nulla longevo.