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Metro Redux per Nintendo Switch, la recensione

Si conclude il percorso della versione Redux dei primi due Metro con l'arrivo anche sull'ibrida di Nintendo. La nostra recensione di Metro Redux per Switch.

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   28/02/2020
Metro Redux
Metro Redux
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È vero che ormai non dovrebbe più sorprenderci così tanto, d'altronde però la qualità altalenante dei porting che arrivano su Nintendo Switch ci lascia sempre presagire il peggio, soprattutto quando si tratta di titoli tecnicamente avanzati. La recensione della collection Metro Redux risulta invece più semplice e positiva del previsto perché il lavoro effettuato è quasi miracoloso e ricorda, sotto certi aspetti, quello visto qualche mese fa con The Witcher 3. Li abbiamo provati entrambi, li abbiamo anche impietosamente confrontati con la controparte PC e ci siamo fatti un'idea definitiva relativamente a questi lavori.

Metro 2

Una storia forte... metropolitana

Per chi non avesse idea di cosa trattino le avventure in prima persona di 4A Games, è giusto fare un passo indietro e contestualizzare la saga. Liberamente ispirata alla serie di romanzi omonimi, scritti da Dmitrij Gluchovskij, Metro si inserisce in quella lunga schiera di prodotti di intrattenimento post apocalittici che hanno in qualche modo monopolizzato il panorama. Per quanto riduttivo il concetto è esattamente questo. In un futuro nel quale l'umanità ha dato il via al tanto temuto conflitto nucleare, gli abitanti di Mosca si sono trovati costretti a rifugiarsi sotto terra, scegliendo le gallerie della metro come riparo in attesa di tempi migliori per tornare in superficie.

Artyom è un uomo come tanti, anzi un bambino, che dopo aver perso la madre si trova costretto a crescere in fretta e diventare, suo malgrado, una delle persone fondamentali della resistenza. Il mondo lassù è devastato dalle radiazioni e popolato da creature mostruose, deformi ed infinitamente più potenti dell'uomo, che resistono al male che consuma la Terra e si insinuano nel sottosuolo per dare la caccia a quei pochi esseri umani rimasti. Il viaggio di Artyom è quindi di quelli disperati, alla ricerca della verità su quanto accaduto e sui Tetri: figure oltre l'uomo ma umanoidi, in grado di esercitare un grande potere sulla psiche umana.

Sia Metro 2033 che Last Light, i due capitoli che compongono la collection, rappresentano ancora oggi due delle esperienze single player in prima persona tra le migliori che è possibile giocare. Entrambe le campagne della durata di una decina di ore, sono in grado di regalare un discreto ritmo e una storia appassionante, seppure a volte fin troppo ingarbugliata. Semmai la questione è legata alla quantità di riedizioni della collection, ormai in circolazione dal 2014 e che vede nell'uscita su Switch la ricerca di un mercato profondamente diverso da quello di nascita, un po' come Doom ha fatto prima di lei.

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Che significa Redux

La collection dei primi due Metro (in attesa di un pacchetto che comprenda anche Exodus) non si porta in dote solo il doppio gioco al suo interno. Diverse migliorie sono state aggiunte che, per forza di cose, vanno ad inficiare più sull'originale 2033 che su Last Light. La revisione dell'illuminazione, delle animazioni e l'aggiunta di alcuni intermezzi nel primo capitolo, si vanno ad affiancare all'inserimento della personalizzazione delle armi e al ribilanciamento totale del gioco, andando a ritoccare addirittura il design di alcune mappe, così come lo spawn di nemici e di alcune risorse.

La più grande aggiunta che invece si ripercuote in maniera reciprocamente opposta sull'uno rispetto all'altro titolo è quella della scelta iniziale della modalità. Una volta iniziato il gioco sarà infatti possibile scegliere tra "sopravvivenza" e "spartano". Lì dove la seconda tenderà a mantenere il gioco su binari più vicini ad un classico fps (e quindi al secondo capitolo), sopravvivenza aumenterà esponenzialmente il rischio di game over, tendendo all'origine della serie. L'elemento positivo di questa scelta è legato alla capacità innata di entrambi i titoli di adattarsi ad ognuna delle due scelte. Chiunque non riuscisse a digerire l'approccio survival di 2033 è in grado di rendere il titolo più action e meno improntato all'attenzione alle risorse; al contrario se si è invece rimasti scottati dalla deriva di Last Light, si può tornare ai fasti di un tempo.

La scelta della modalità fa poi il paio con quella classica della difficoltà, andando a rendere i due giochi più o meno brutali. Appare chiaro come unire la modalità sopravvivenza alla difficoltà ranger potrà avvicinare il gioco alla frustrazione più totale, ma anche immergere l'utente in un'esperienza totalizzante e ben congeniata.

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Metro Redux su Switch

Alla luce della qualità indubbia dei giochi in questione, come si comporta la loro conversione su Nintendo Switch? Come vi abbiamo anticipato nelle prime righe di questa recensione, siamo rimasti piacevolmente sorpresi dal lavoro effettuato. Nonostante nei passati mesi ci sia capitato di sorprenderci già con altri titoli, è sempre difficile attendersi un lavoro sopraffino quando si tratta di portare sull'ibrida Nintendo dei titoli come Metro. Soprattutto Last Light, che già alla sua uscita originale poteva vantare un comparto tecnico sufficientemente spaventoso, rappresentava la nostra paura più grande.

Ad essere sinceri già dalle prime luci dell'alba ci siamo accorti che il lavoro effettuato poteva regalare più di una soddisfazione e, le ore passate nuovamente in compagnia di Artyom, sono state piacevoli ed interessanti. È chiaro che stiamo parlando di una coppia di titoli rimaneggiati, abbassati nelle loro caratteristiche estetiche e di illuminazione, ma che sono comunque in grado di strappare più di un sorriso a quel giocatore che ancora si meraviglia nel veder girare un tripla a su Nintendo Switch.

Dal punto di vista prettamente estetico, nonostante una chiara impostazione a dettagli medio bassi e l'impoverimento generale di un'illuminazione che anni fa era stata in grado di fare scuola, ci troviamo di fronte a due fps fluidi e solidi dal punto di vista del frame rate. Difficile sempre constatarne il numero preciso ad occhio nudo, ma se si è in grado di scendere mentalmente dal bruttissimo piedistallo della master race, si può gioire della possibilità di giocarli ovunque e senza una connessione ad internet (cosa che ad esempio sarebbe richiesta in cloud).

Diversa e più perniciosa la questione dei controlli. Sappiamo che ormai diverse generazioni di giocatori si sono abituati a giocare gli fps con un pad. Ciò non esclude che questo elemento possa risultare, da solo, indigesto per tanti altri. Purtroppo da questo punto di vista la conversione non aiuta, causa soprattutto della poca gestione della personalizzazione e per una sensibilità ridotta degli analogici che, anche portata al massimo, rende in alcune situazioni difficoltosa la mira. Nulla su cui non si possa fare l'abitudine sia chiaro, ma ci sembrava comunque giusto aggiungerlo al computo dell'analisi.

Metro

Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 25.99 € / 25.99 €
Multiplayer.it
8.2
Lettori (8)
8.9
Il tuo voto

Metro Redux arriva su Nintendo Switch come l'ennesima cannonata per far comprendere la potenza dell'ibrida di Nintendo. È vero che siamo nell'anno della nuova generazione, che probabilmente renderà ancor più difficili queste conversioni, ma non c'è dubbio che ancora oggi possano avvenire miracoli sulla piccola giapponese. Questa riedizione funziona a meraviglia, al netto di un calo estetico e del dover digerire i joycon come controller. Se aggiungete al pacchetto la possibilità di poter giocare anche tutti i DLC di Last Light e raddoppiarne la durata, i conti sono presto fatti. Magari, come chiediamo sempre, un occhio in più in relazione al prezzo attuale sulle altre piattaforme, considerata la data di uscita originaria, sarebbe il caso di darlo.

PRO

  • Una riedizione straordinaria
  • Si comporta benissimo su Switch
  • Tutti i DLC di Last Light

CONTRO

  • Il costo qualora li si volesse comprare separati è ingiustificato
  • I joycon non sono esattamente il metodo di controllo migliore