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Midway Arcade Treasures 2

Il valore di 21 giochi di tempi andati, tra cui una dozzina di classici senza tempo, può bastare a rendere buona una raccolta? Scopritelo nella review di Midway Arcade Treasures 2...

RECENSIONE di La Redazione   —   09/12/2004
Midway Arcade Treasures
Midway Arcade Treasures
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Midway Arcade Treasures 2
Midway Arcade Treasures 2
Midway Arcade Treasures 2

Due paroline non schierate sul valore dei classici

Non corredati di un granchè di extra, magari emulati non proprio perfettamente ma nondimeno tanti, molti dei 21 in totale di alto livello, e perfettamente in grado di divertire oggi come ieri. I giochi presenti in Midway Arcade Treasures II sono, in ordine cronologico:
Wizard of Wor (1980), Wacko (82), Kozmik Krooz’r (82), Timber (84), Championship Sprint (86), Gauntlet 2 (86), A.P.B. (87), Spy Hunter 2 (87), Xybots (87), Xenophobe (87), N.A.R.C. (88), Arch Rivals (89), Cyberball 2072 (89), Hard Drivin’ (90), Pit Fighter (90), Total Carnage (90), Mortal Kombat II (93), Mortal Kombat III (94), Primal Rage (94), Rampage World Tour (97).
Come promesso, una precisazione: “uno sguardo particolare” su un titolo come Midway Arcade Treasures non vuol dire affatto indulgere in romantiche difese a oltranza dei “giochi vecchi”, né tantomeno sostenere in maniera triste e grave che i “giochi vecchi” siano oggi inguardabili. Non vale nessuna regola delle due presunte “correnti di pensiero” che di fatto non hanno ragione per esistere, altrimenti oggi non esisterebbero né persone che giocano a titoli emulati, né compilation come queste, né discorsi sul valore dei giochi nel tempo. E nel valutare una compilation non vale affatto un voto che risulti un “mix” di queste pseudo-attitudini che vivono solo in uno sguardo superficiale. C’è un motivo, tra gli altri, per cui anche a distanza di venti anni i videogiochi riscuotano spesso scarsa considerazione, o al massimo condiscendenza rispetto a arti più affermate (e il cinema ha passato gli stessi guai), tra chi non li conosce bene. Si tratta di un errore di incompetenza di una buona parte della critica (ancora acerba), che malauguratamente tende a riconoscere il videogioco come valido solo in rapporto all’avanzamento tecnologico o alle proposte contemporanee. Si tratta di un errore che non deriva solo dall’assenza di strumenti critici, ma affonda nell’insensibilità. Dire che la grafica di un gioco vecchio è pessima o che Joust è inguardabile oggi che c’è Splinter Cell è grave come dire che l’Odissea è pallosa da leggere oggi che c’è Stephen King, che un film di Visconti non regge il confronto con Carpenter o che i film espressionisti fanno schifo in confronto al cinema digitale. Simili sproloqui impediscono di poter riconoscere il valore dei giochi nel tempo. E allo stesso ci condannerebbero a ridere domani di quello che oggi apprezziamo, disprezzando un titolo amato cinque anni prima (warpatevi pure al 2010: pensate direste di GTA San Andreas che è “una schifezza?”). E’ una cosa lapalissiana, ma sfortunatamente simili errori capitano anche nelle migliori famiglie.

Midway Arcade Treasures 2
Midway Arcade Treasures 2
Midway Arcade Treasures 2

Tutti i classici pixel dopo pixel

Nel complesso la raccolta è più che dignitosa, offrendo una vasta varietà di generi e soprattutto di ere tecnologiche: anche se la maggior parte dei titoli viene presa dalla fine degli anni 90, alcuni dei titoli sono molto più indietro nel tempo, mentre Rampage World Tour risale a in fondo non troppi anni fa. Wizard of Wor è un’esperienza abbastanza tipica del periodo d’oro dei maze games, e fonde Pacman con una buona dose di sparatorie (come nel vecchio Alien) e il radar più inutile nella storia dei videogiochi, ma nonostante tutto è un titolo discreto. Kozmik Kruizer è il titolo più debole tra gli antichi, con un gameplay deboluccio che si fa giocare come un misto malriuscito tra Space Invaders e Frogger. Wacko è uno dei titoli più strani del combo, e funziona come un misto tra uno shooter (ancora una volta, space invaders) e il gioco di carte Memory, in cui trovare una coppia uguale (in questo caso, mostri da colpire) ne causa l’eliminazione. Anche Timber non scherza in quanto a originalità, visto che si tratta di una sfida a tempo impersonata da un taglialegna contro alberi che rischiano di crollargli addosso, datori di lavoro da denuncia sindacale e orsi lancia-alveari: lascia però il tempo che trova. I fan di genere più contenti potrebbero essere gli amanti dei picchiaduro, o almeno in parte: Mortal Kombat II, limiti di profondità riconosciuti, rimane comunque un capolavoro; Mortal Kombat III è decisamente più complesso, e pur non raggiungendo il livello di certi titoli Capcom o SNK rimane superiore a molte e sopravvalutate versioni poligonali; Pit Fighter, invece, che ha originato l’idea del picchia-picchia fotorealistico, rimane un titolo molto debole e persino troppo veloce in questa versione emulata; e Primal Rage potrà anche avere i mostri fotorealistici, ma è ad anni luce da King of The Monsters. Per continuità, aggiungiamo a queste considerazioni un titolo che ha in fondo poco a che vedere con i picchiaduro: Rampage World Tour, versione deluxe rimodellata in stile ACM di un grande classico intramontabile. [C]

Wacko
Wacko
N.A.R.C.
N.A.R.C.
Hard Drivin'
Hard Drivin'

[/C] Parlando di classici intramontabili, segnaliamo il fantastico maze/shooter/adventure con visuale dall’alto Gauntlet II (tra i primi titoli a istituire il progressivo potenziamento numerale dei personaggi) e il bellissimo maze/shooter d’ambientazione B-movie Xenophobe, poco godibile su schermi piccoli in quanto previsto per il gioco in multiplayer. Altro classico senza tempo è Hard Drivin’, fortemente penalizzato dall’assenza del cabinato e dal controllo originali. Ma nondimeno ancora godibile e il primo esempio di racer poligonale, con tanto di giro della morte. E qui si passa ai racers. A.P.B. è un esempio un po’ originale: con una visuale dall’alto, ci coinvolge in un misto tra corse, riflessi e strategia per riuscire ad arrestare tutti i malviventi che affollano le strade. L’umorismo, il divertimento e la meccanica di gioco rimangono intatte e costituiscono una delle migliori offerte della raccolta. Peccato per l’assenza del pedale analogico, che ne rovina il feeling e rende praticamente ingiocabile anche Championship Sprint, un altro classico tanto semplice quanto effettivo (che Nintendo avrebbe copiato in svariati mini-giochi dei suoi party games). Spy Hunter 2, per terminare coi racer, non è molto più godibile dei suoi seguiti poligonali contemporanei, con un gameplay caotico, fisica scarsa e in generale un’attrattiva assai debole. Ritornando alla vera violenza, la prima segnalazione è per il fantastico Total Carnage, ultimo successore di una gran tradizione di blastaggio che comprende in linea temporale Robotron e il leggendario Smash TV (entrambi presente nel primo volume Midway). La combinazione di gameplay semplice e perfetto, l’immane quantità di proiettili e nemici, i mostri surreali e la violenza gratuita delle armi e delle situazioni ne fanno uno dei migliori titoli della raccolta, anche se non perfetto come Smash TV. Cyberball 2072 è un Kick Off in versione violenta e robotica, che richiede sicuramente molta più strategia e pazienza di titoli sulla falsariga di Speedball e può dare soddisfazione solo a patto di non richiedere tempi rapidi o gameplay tempestivo. L’operazione dello sport violento è uscita molto meglio a Arch Rivals, un classico del basket in versione scorretta dove un discreto gameplay (No Arch Rivals? No NBA Jam...) incontra una buona dose di violenza fumettosa. Concludiamo con due titoli ancora in grado di offrire molto più divertimento di moltissimi titoli attuali. Il primo è NARC, un classico di azione, riflessi e resistenza che fonde lo shooter con il brawler a scorrimento e risulterebbe impossibile da terminare per diverse menti ottenebrate da papponi dialogici più derivativi e seriali che ligi allo stile nipponico. Il secondo è l’incredibile Doom in terza persona Xybots, dal quale peraltro il titolo della Id può aver preso molto più di quanto ci si aspetti.

Il pacchetto: interfaccia, emulazione, extra

Il codice di un videogioco può essere emulato e trasportato, è nella sua natura. Ma un gioco è anche l’anno in cui è uscito, le novità che portava (magari rimaste tali), la plastica della confezione. Per esempio, accendere una console originale che data venti anni, inserire una cartuccia altrettanto vecchia e collegare questo vetusto vettore per mondi altri a un televisore (meglio se non troppo moderno), o trovare una sala giochi con un vecchio cabinato resistito al tempo e al mercato NON è la stessa cosa che giocarlo emulato su una PS2 grazie a una confezione della Midway. Al di la del giudizio sui giochi al riparo dai pregiudizi del tempo, vediamo allora cosa offre il package offerto. Un primo difettuccio della compilation è la sua interfaccia, non certo attraentissima o affascinante (anche se sicuramente meglio del primo volume): meglio sarebbe stata un’operazione alla Namco Museum, più godibile e suggestiva, che una listina priva di opzioni di visualizzazione o metafore visive del museo. A ben vedere alcune critiche si prestano bene anche a un altro aspetto: quello della fedeltà dell’emulazione, che qui si presenta come altalenante. Un motivo va ricercato forse nella disparità tecnologica degli hardware originali. Il codice di pochi kbyte di Championship Sprint o Kozmik Krooz’r richiede di sicuro un hardware emulante meno potente rispetto a giochi molto più recenti come Mortal Kombat III o Total Carnage, che pure PS2 dovrebbe emulare benissimo. Invece, probabilmente a causa di una unica routine di emulazione, molti titoli presentano sbalzi di velocità (nel caso di Pit Fighter, il gioco schizza al doppio della velocità; mentre Rampage World Tour va lentino) e sonoro non proprio identico all’originale, dalla qualità inferiore o a tratti disturbata. In rare occasioni si verificano poi delle imprecisioni grafiche. Per quanto non grave, è naturale che il giocatore possa rivolgersi conseguentemente a più fedeli riproduzioni degli originali, non troppo difficili da reperire. In una compilation, d’altronde, l’operazione da museo, con l’interfaccia e gli extra, costituisce più che un accessorio e configura l’esperienza del titolo, valendo o meno il suo acquisto. Poche foto dei cabinati originali (niente layers dietro allo schermo) e filmati con interviste e opinioni ai programmatori tratte da chissà quali archivi senza un minimo di restauro audio (fastidioso capire dietro al fruscio nella maggior parte dei casi), per quanto interessanti, non costituiscono un buon incentivo all’acquisto, specie se a prezzo pieno. [C]

Championship Sprint
Championship Sprint
Xybots
Xybots
Xenophobe
Xenophobe

[/C]

Midway Arcade Treasures II opera una gran bella selezione di titoli vari e validi: almeno una metà dei 21 titoli sono grandi giochi con alto potere di intrattenimento, e in particolare NARC, Total Carnage, Rampage, Xenophobe, Xybots e Gauntlet sono dei classici assoluti. Ma la sua proposta come museo fallisce del tutto (scarse opzioni, extra e interfaccia) e assomiglia più a un’ovvia mossa speculativa. E’ tempo che le software house come Midway capiscano che la forza dei classici non vive senza un’adeguata presentazione, o meglio che i consumatori hanno valide e rapide alternative. E tempo anche che la critica superficiale impari a distinguere il valore assoluto di un gioco E al di la del tempo trascorso E distinguendolo dall’operazione commerciale che ci sta dietro, a tutto vantaggio dei giocatori.

    Pro
  • Selezione ricca e varia sia per generi che per "ere"
  • Alcuni classici restano migliori di molte produzioni contemporanee...
  • ...e questo sia per gameplay che per esito estetico
  • Il retrogaming riserva giocabilità e non poche soprese
    Contro
  • Scarso lavoro storico e documentale
  • Gli extra sono di qualità altalenante
  • Alcuni titoli sono indubbiamente dei filler
  • L'operazione suona più come una svendita

Midway Arcade Treasure è una raccolta di classici dei tempi andati. Il codice contenuto in questo DVD emula l’hardware originale di cabinati da gioco di ormai molti anni or sono; e propone oggi, su una console capace di effettuare questo “inganno” in maniera accurata, i giochi che su tali hardware giravano, emulati più o meno fedelmente. Per valutare davvero la bontà dei giochi che Midway ripropone dai suoi archivi storici, il modo in cui sono stati emulati, gli extra storici che sono presenti nella raccolta e capire se la confezione vale l’acquisto, però, bisognerebbe spendere un paio di righe per parlare del fatto che un titolo come questo, per la sua natura, va valutato con uno sguardo particolare. Per quanto risulti scontato a molti, va ripetuto che il giudizio sui giochi di una compilation storica va inquadrato sotto il profilo del gameplay assoluto, e cioè: se un gioco faceva schifo ieri, farà schifo anche oggi; mentre se un capolavoro esce nel 1988 quel gioco sarà un capolavoro anche nel 7142. Poco conta che cambino le mode e i gusti di una data epoca, almeno se rimaniamo amanti dei videogiochi almeno un minimo. Altra cosa è il giudizio sulla confezione e gli extra: può esserci una raccolta di classici del cinema neorealista su DVD dalla presentazione e resa scarsissima, ma nessuno si sognerebbe di dire che Roma città aperta sia inguardabile. Nel tenere ben distinti gli aspetti, invitiamo i lettori a non cadere nelle trappole di chi tale distinzione, suo malgrado, non opera.