La recensione di MLB The Show 20 arriva in un momento particolare per il mondo intero. Il diffondersi del Coronavirus ha obbligato praticamente tutti quanti gli sport a sospendere le competizioni in corso, compresa la lega americana di baseball che in tempi normali si sarebbe trovata ai nastri di partenza del campionato dopo il cosiddetto spring training. La data d'inizio della nuova stagione era infatti fissata per il prossimo 26 marzo, ma come tanti altri sport anche la MLB si è dovuta arrendere per rimandare la partenza al 18 aprile. In attesa che arrivi tale giorno, i fan di quello che è uno degli sport più amati in assoluto in America possono dunque ricorrere a MLB The Show 20, nuova edizione della fortunata serie curata da SIE San Diego Studio.
Come in passato, MLB The Show 20 arriva in un panorama completamente deserto almeno per quanto riguarda le simulazioni, in esclusiva su PlayStation 4 come eravamo abituati finora. L'anno prossimo ci sarà però una novità: come parte dell'accordo di licenza tra la lega e Sony ci sarà infatti l'arrivo sul mercato in multipiattaforma, permettendo così anche ai possessori di altre console di salire sul monte di lancio. Ma questa sarà materia di discussione nel 2021: per il momento andiamo a vedere che cosa ci ha riservato quest'anno il team californiano.
Le modalità: tante conferme, poche novità
L'offerta di MLB The Show 20 in termini di modalità non offre particolari differenze rispetto all'edizione precedente, conservando così anche la March to October introdotta un anno fa con MLB The Show 19. Per chi dovesse essersi perso quest'ultimo, ricordiamo che la suddetta modalità rappresenta l'alternativa più rapida per vivere un'intera stagione della MLB affrontandone solo i momenti chiave, saltando così parte delle centosessantadue partite che altrimenti ci aspetterebbero per completare la sola regular season. Rispetto a quanto visto un anno fa, gli sviluppatori hanno arricchito la stagione con ulteriori momenti topici da vivere in prima persona, offrendo anche maggiori possibilità di personalizzazione del team attraverso la compravendita dei giocatori. Un lavoro che va quindi a mettere qualche altro mattoncino su quanto già costruito, cosa che come vedremo accomuna anche gli altri aspetti di MLB The Show 20.
La modalità Road to the Show, per esempio, introduce qualche nuova dinamica di stampo ruolistico al suo interno, senza però stravolgere la modalità carriera (ben lontana ancora da uno story mode) studiata da SIE San Diego per la propria creatura. La modalità Franchise, forse la più gettonata tra i giocatori di MLB The Show 20, offre invece come novità la possibilità di personalizzare alcune parti del team prescelto, permettendo così di aggiungere un tocco personale alla propria corsa verso le World Series. È un peccato però che manchino ancora alcuni aspetti come la costruzione da zero di un proprio stadio, elemento richiesto a gran voce dai fan.
Diamond Dinasty resta più o meno l'equivalente dell'Ultimate Team di FIFA 20, arricchito in questa nuova edizione con la nuova sottomodalità Showdown dove prendendo in mano un team diverso da quello che si controlla in questa modalità, il giocatore deve affrontare una serie di sfide. Tutte quante le modalità possono contare sull'arrivo sotto licenza delle squadre che compongono le leghe minori, affiancando così ai famosissimi team della MLB anche quelle dei cosiddetti AA e AAA. Una manna soprattutto per chi è alla ricerca della simulazione estrema, ottenenendo così la possibilità di andare a cercare prospetti realmente esistenti da portare alla ribalta.
Il gameplay: la difesa prima di tutto
Il gameplay di MLB The Show 20 ricalca abbastanza da vicino quello del suo predecessore, rispetto al quale questa nuova edizione presenta qualche inevitabile miglioria. Le aggiunte riguardano anche stavolta soprattutto la fase difensiva, che in realtà era già stata ritoccata un anno fa soprattutto per quanto riguarda la gestione degli esterni. Dopo qualche partita a questo nuovo capitolo, l'impressione è che SIE San Diego abbia rivisto un po' tutte le dinamiche di movimento e gestione dei giocatori impegnati in difesa, permettendo così al giocatore di ottenere un maggior controllo nelle fasi più complicate, esaltando allo stesso tempo le caratteristiche dei singoli che si trovano in campo. Capita di tanto in tanto di assistere a qualche errore un po' inspiegabile, ma c'è da dire che cose del genere capitano anche nelle realtà: ovviamente, quando accadono nel gioco a proprio sfavore fanno un po' rabbia.
Per quanto riguarda la fase di battuta, è da annotare l'aggiunta di una nuova valutazione all'impatto della mazza con la pallina, che richiede un ulteriore impegno da parte del giocatore nell'effettuare lo swing con un giusto tempismo. Il nuovo parametro si chiama infatti "perfect", e permette di essere praticamente sicuri di portare a casa un fuori campo o quantomeno un line drive con cui conquistare una o più basi. Per il resto, MLB The Show 20 resta a grandi linee quello che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, permettendo al giocatore di scegliere il proprio stile di battuta e di lancio preferiti tra un set messo a disposizione per accontentare sia chi cerca un'esperienza un po' più arcade, sia chi vuole il massimo della simulazione.
Il fatto che MLB The Show 20 sia simile alle iterazioni precedenti della serie non deve comunquefuorviare: nonostante l'assenza totale di concorrenza, gli sviluppatori hanno infatti realizzato negli anni un prodotto in grado di soddisfare anche i palati più fini, con una curva d'apprendimento che soprattutto alle prime battute può risultare ripida ma che dopo un certo numero di partite riesce ad aprire la strada verso grandi soddisfazioni.
Trofei PlayStation 4
MLB The Show 20 porta con sé ventisei Trofei PlayStation. All'immancabile riconoscimento supremo di tipo platino si accompagnano sette di tipo oro, nove argento e nove bronzo. Per ottenerli tutti bisogna darsi da fare tra le varie modalità che compongono la simulazione made in San Diego, tra cui anche la necessità di sparare un fuori campo da oltre 120 metri.
Grafica: il massimo per la generazione
In termini tecnici MLB The Show 20 dimostra di essere pronto per la prossima generazione di console. Anzi, la fatica di SIE San Diego sembra a più riprese doversi accontentare dell'hardware a propria disposizione, arrivando a spremere come un'arancia su un premiagrumi sia la PlayStation 4 in versione base, sia l'edizione Pro della console di casa Sony. Eventuali sconvolgimenti dal punto di vista grafico li vedremo quindi probabilmente con l'arrivo di PlayStation 5 e compagnia sul mercato, rimanendo per ora sui livelli di MLB The Show 19 con un pizzico di pulizia in più. La cura per i singoli giocatori e per l'ambiente di gioco resta quindi ai massimi livelli, ma a risentirne delle limitazioni è la resa del gioco in termini di fotogrammi, soprattutto nelle fasi in cui ci sono più giocatori coinvolti in quanto avviene sullo schermo. A ogni modo si tratta di momenti abbastanza sporadici, che vanno a scalfire quella che sarebbe altrimenti una resa perfetta su PlayStation 4 Pro, nonché la massima ottenibile in questa specifica fase generazionale.
Conclusioni
Concludiamo la recensione di MLB The Show 20 apprezzando ancora una volta l'ottimo lavoro svolto da SIE San Diego Studio, in attesa di capire cosa porterà per questa serie l'avvento della prossima generazione di console. L'assenza di enormi differenze rispetto all'edizione precedente rende questo titolo un passaggio obbligato solo per chi vive di pane e baseball, dando comunque a tutti la certezza di ritrovarsi di fronte a una simulazione di ottima fattura.
PRO
- La fase difensiva sembra ulteriormente migliorata
- Introdotte anche le squadre delle leghe minori
- Buone alternative anche per chi ha poco tempo da dedicare al gioco
CONTRO
- Nessuna novità di particolare rilievo rispetto a un anno fa
- Qualche calo nel numero di frame per secondo in alcune fasi