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Monster Hunter: Legends of the Guild, la recensione del film Netflix in computer grafica

Arriva su Netflix un film in computer grafica ispirato a Monster Hunter, Legends of the Guild: ci farà dimenticare la pessima pellicola arrivata in sala qualche tempo fa?

RECENSIONE di Christian Colli   —   12/08/2021

Si potrebbe pensare che Monster Hunter: Legends of the Guild arrivi oggi su Netflix per cavalcare il successo di Monster Hunter Rise, ma non è proprio così. Pure Animation Studios ha lavorato su questo progetto per anni, tant'è che Capcom l'aveva annunciato già nel 2018: complici vari difficoltà, il lungometraggio - che poi dura 58 minuti soltanto - esce con qualche anno di ritardo, forte della risonanza che il franchise ha avuto in tutto il mondo con la distribuzione di Monster Hunter World e l'espansione Iceborne.

Il film, completamente in computer grafica, si carica sulle spalle un compito importante: riscattare Monster Hunter nel campo cinematografico dopo l'imbarazzante performance del live action di Paul W. S. Anderson. Un'impresa non particolarmente difficile, intendiamoci, ma neanche scontata. Vediamo com'è andata nella nostra recensione di Monster Hunter: Legends of the Guild.

La storia di Aiden

Monster Hunter: Legends of the Guild, i protagonisti difronte Lunastra
Monster Hunter: Legends of the Guild, i protagonisti difronte Lunastra

Nessun Monster Hunter ha mai avuto una trama degna di questo nome, al massimo un mero pretesto a giustificare le varie cacce, ma i dialoghi e le note su mostri, armi e così via hanno delineato, negli anni, una vera e propria mitologia anche per questo universo fantasy. Invece di rappresentare il mondo dei cacciatori attraverso occhi estranei - quelli di Milla Jovovich nel film di Anderson, per dire - senza spiegare ai neofiti il senso dei mostri e della caccia, Monster Hunter: Legends of the Guild fa una cosa più furba: racconta la storia di un personaggio comparso nei giochi e, così facendo, riesce a farsi comprendere anche da chi i videogiochi della serie non li ha mai neppure sfiorati.

Il personaggio in questione è Aiden, meglio noto come il Grancadetto di Monster Hunter 4 e lo Spavaldo di Classe-A in Monster Hunter World: il film è un grosso flashback che racconta la sua prima missione come aspirante cacciatore quando era ancora un adolescente. Aiden sogna di diventare un eroico cacciatore, ma quando il suo villaggio finisce sulla traiettoria di un Drago Anziano il nostro protagonista si ritrova a fare i conti con la dura realtà: la caccia non è solo avventura e azione, ma anche rischio e morte, ma soprattutto equilibrio. Insieme a una squadra di veri cacciatori - tra i quali spiccano Julius e Nadia, vecchie conoscenze di Monster Hunter 4 Ultimate - e a un simpatico Felyne di nome Nox, Aiden finirà col montare una vera e propria resistenza contro nientepopodimeno che una Lunastra.

Regia e dialoghi

Monster Hunter: Legends of the Guild, il protagonista Aiden
Monster Hunter: Legends of the Guild, il protagonista Aiden

L'oretta del lungometraggio scivola via in un attimo, e bisogna ammettere che il regista Steve Yamamoto è riuscito a bilanciare ottimamente l'azione e l'introspezione, ritagliando piccoli momenti di intimità che delineano i vari personaggi, giustificando le loro azioni e i loro atteggiamenti. Abbiamo particolarmente apprezzato la caratterizzazione di Mei, per esempio, un personaggio inedito davvero interessante, e gli scambi che approfondiscono il legame tra Julius e Nadia, ma al di fuori di queste parentesi Legends of the Guild si appoggia a una scrittura abbastanza debole, intrisa di riferimenti e citazioni che ammiccano pure troppo ai videogiocatori.

Alcuni dialoghi, in questo senso, appaiono insostenibili: nomi di mostri e oggetti sono sciorinati quasi completamente a caso, col rischio di confondere gli spettatori a digiuno di Monster Hunter, ma la vittima sacrificale più importante è senz'altro lo stesso Aiden. Le sue battute imbarazzanti e i suoi allegri sproloqui sembrano scritti per compiacere un pubblico più giovane, e forse è proprio per questo che i colpi di scena più drammatici sopraggiungono inaspettatamente come veri e propri pugni nello stomaco. La narrativa, sotto questo punto di vista, si rivela molto più solida rispetto a quella della pellicola cinematografica in carne e ossa, e non si può fare a meno di pensare che questo tipo di sceneggiatura, snellita nei dialoghi e nell'esposizione, sarebbe stata molto più adatta al grande schermo.

CGI a basso budget e audio

Monster Hunter: Legends of the Guild, una scena con Lucius
Monster Hunter: Legends of the Guild, una scena con Lucius

Monster Hunter: Legends of the Guild è un prodotto antiquato da un punto di vista meramente tecnico. I più maliziosi hanno commentato il trailer definendolo "una cinematica da PlayStation 2"... e purtroppo non hanno esagerato poi così tanto. Il film targato Pure Animation Studios - che in passato ha lavorato ad alcuni cortometraggi LEGO - non si avvicina nemmeno lontanamente alla qualità di altre produzioni disponibili su Netflix come Dragon Quest: Your Story, specialmente sul fronte della modellazione 3D: passino gli scenari, un po' spogli ma tutto sommato discreti, il vero dramma sono i modelli dei personaggi, spesso sproporzionati, goffi e animati sommariamente.

Che poi in alcune scene, soprattutto nei combattimenti, l'animazione migliora nettamente, soprattutto perché ricalca i videogiochi originali nelle movenze e negli attacchi di mostri e cacciatori, ma in generale si ha l'impressione di trovarsi di fronte a una produzione che a tratti ricorda i primi Shrek, specie in alcune animazioni facciali rigide e sgraziate. È come se gli animatori avessero lavorato meglio solo ad alcune scene, che effettivamente sono davvero curate. In un momento particolarmente introspettivo che coinvolge Lucius e Nadia, per esempio, le espressioni di quest'ultima, ma anche i dettagli del viso e dei suoi indumenti, appaiono nettamente migliori rispetto a ogni altra sequenza precedente.

Le scene d'azione, allo stesso modo, sono creative e ben coreografate, ma soffrono di un problema completamente diverso: l'acustica. Per qualche motivo, ogni effetto sonoro è smorzato in modo eccessivo, perciò ogni attacco manca d'impatto e i combattimenti perdono la grinta e la ferocia che meriterebbero. La colonna sonora fa il possibile, ma è generica e poco incisiva: peccato, perché sarebbe bastato attingere alle ottime tracce musicali dei vari Monster Hunter per migliorare la situazione e offrire un buon fanservice al tempo stesso.

Faservice e mostri

Monster Hunter: Legends of the Guild. Nadia, uno dei personaggi femminili della pellicola
Monster Hunter: Legends of the Guild. Nadia, uno dei personaggi femminili della pellicola

Sul fronte del fanservice, però, Monster Hunter: Legends of the Guild svolge un ottimo lavoro. Tralasciando l'autocitazionismo di cui abbiamo parlato prima, il film Netflix è pieno zeppo di riferimenti visivi ai giochi del franchise: armi, armature, stati anomali e, ovviamente, mostri.

Fermo restando che le creature comparse nel live action di Anderson erano curatissime sotto un profilo squisitamente tecnico, quelle che Aiden e soci affrontano in questa produzione sono più sensate in termini narrativi, ma sono in numero inferiore e decisamente meno iconiche. Pure Animation Studios le ha realizzate strizzando l'occhio ai videogiochi; i modelli sono discretamente complessi e animati sicuramente meglio dei cacciatori umani, ma rimangono comunque figli di una produzione a budget limitato che sembra assumere l'identità di un vero e proprio esperimento ogni minuto che passa. Difficile immaginare un riscontro talmente positivo da giustificarne un sequel, ma sinceramente non ce la sentiamo di bocciare completamente l'idea: Legends of the Guild potrebbe fare da apripista a un'interessante serie TV incentrata su Monster Hunter, se solo si riuscisse ad alzare l'asticella della qualità tecnica.

Conclusioni

Multiplayer.it

6.0

Monster Hunter: Legends of the Guild è tutto quello che avrebbe dovuto essere il film live action di Monster Hunter: uno sguardo a questo affascinante universo tratteggiato in modo da essere comprensibile anche a chi non conosce i videogiochi, senza sacrificare l'introspezione sull'altare della spettacolarità. Peccato per la realizzazione tecnica appena accettabile, nonostante tutti gli ammiccamenti ai fan del franchise. Con un budget più importante ne verrebbe fuori un'apprezzabile serie TV incentrata sui mostri e i cacciatori del fenomeno Capcom: vale la pena incrociare le dita.

PRO

  • La storia è gradevole e i personaggi ben caratterizzati
  • Fanservice soddisfacente
  • Comprensibile anche per chi non mastica Monster Hunter

CONTRO

  • La CGI a tratti è imbarazzante
  • Alcuni dialoghi sono davvero tremendi
  • I mostri rappresentati sono pochi e non certo tra i più famosi